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[Milano] Dax, 16 anni all'assassino
by dal giorno Saturday, May. 15, 2004 at 3:29 PM mail:

L'agguato all'Orso di Milano: la condanna più dura per il figlio, al padre 3 anni e 4 mesi.

Il silenzio a muso duro di Federico Morbi, il saluto mesto del padre Giorgio. Nessun commento. Silenzio e la pesante polvere del disagio.
Rissa, provocazione, legittima difesa? Una vita impossibile, per una famiglia di destra nel cuore del cuore della Milano di sinistra?
No, semplicemnte, omicidio volontario. E anche tentato omicidio, volontà di uccidere altri, non andata a segno. Aggressioni e coltellate a morte.
E' una Waterloo la prima verità giudiziaria. Per padre e figlio. Sedici anni e otto mesi per il ragazzo di destra e a muso duro, che il carcere restituisce oggi, esattamente come un anno fa, giovane uomo di 30 anni con capelli a spazzola e pizzetto. E tre anni e quattro mesi per suo padre, il 55enne Giorgio, più triste e rassegnato, che il revanchismo rabbioso dei suoi ragazzi deve avere assecondato, forse alimentato.
Alle cinque in punto del pomeriggio, si chiude il primo resoconto giudiziario sulla vita andata perduta di Davide Cesare, 26 anni, il Dax del centro sociale Orso, assassinato il 16 Marzo 2003 nella notte dei lunghi coltelli del Ticinese, in un agguato che vide scendere in campo un'intera famiglia, due fratelli e il padre, quasi a ribadire una sorta di diritto di esistenza "a destra" in un quartiere col cuore molto più che a sinistra.
Non ci sono attenuanti specifiche concesse dal giudice Cesare Tacconi a Federico Morbi. L'omicidio è volontario. Nella bilancia, i più ed i meno si equilibrano. L'unica riduzione concessa, sia pur consistente, è quella di legge che viene dal rito abbreviato, che accorcia di un terzo la pena ritenuta originariamente congrua dal giudice. Non c'è, per Federico, l'attenunate della provocazione, tanto invocata dalla sua difesa: gli sberleffi al cane Rommel, a quell'asintomatico rifarsi alla destra estrema per modo di atteggiarsi, di vestire, di pettinarsi. Non c'è la legittima difesa, per avere agito a tutela propria, o, ancor più, dei suoi cari ed in particolare del giovanissimo fratello.
Fratello che, giudicato dal Tribunale dei Minori, non essendo all'epoca dei fatti ancora 18enne, nel Gennaio scorso è stato affidato per tra anni ad una comunità di recupero.
E' uan pena dura qualla di Federico. Fatte salve le motivazioni che il giudice depositerà entro due settimane, riconosce nei fatti del 16 Marzo in Via Brioschi una verità, sia pure giudiziaria: Dax fu aggredito ed ammazzato a coltellate. Non una rissa, ma un agguato.
Il suo compagno, Antonino Alesi poteva fare la sua stessa fine, per lo meno se le intenzioni di Giorgio Morbi, che lo teneva fermo mentre il figlio affondava, fossero andate a fine.
Qualcosa di molto simile, questo verdetto, a ciò che il 29 Marzo chiese il pubblico ministero Nicola Di Plotti, a siglare la sua ricostruzione accusatoria: 18 anni per Federico e 5 per il padre Giorgio.
Molto simile, la pronuncia del giudice, persino alle richieste risarcitorie delle parti civili per la madre di Davide, per l'ex-compagna e la loro figlioletta.
L'avvocato Giuliano Pisapia aveva chiesto per la convivente e la figlia 484.000 euro a titolo risarcitorio e Mirko Mazzali, in difesa della madre della vittima, 100.000 euro.
Ieri il gup ha stabilito una provvisionale complessiva di 350.000 euro, da suddividere in 150.000 per la madre e 200.000 per la convivente e la figlioletta. Più il danno da far valutare al Tribunale civile.

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