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appello per lo Spallanzani
by asproma Tuesday, May. 18, 2004 at 9:59 PM mail:

il manifesto - 16 Maggio 2004
ROMA
Un ospedale con troppi misteri
Barriere antiattentati e laboratori in cui vengno trattati virus. In pieno centro cittadino
Emergenze pericolose Lo Spallanzani è destinato a diventare un importante centro per la lotta al bioterrorismo. Ma c'è chi teme che si sperimentino colture di virus come l'Ebola o il vaiolo
TIZIANA BARRUCCI
Muri di recinzione, tunnel di collegamento tra padiglioni, barriere anticarro: questi segni esterni della militarizzazione in corso dell'ospedale Spallanzani di Roma, uno degli istituti di ricerca più importanti in Italia, potrebbero diventare legge. Lunedì la camera voterà la conversione del decreto sul «pericolo salute pubblica» - già passato al senato - che prevede «l'istituzione, presso il ministero della Salute, di un centro di coordinamento tra le istituzioni nazionali e regionali per la valutazione e gestione dei rischi e per la comunicazione alla popolazione e agli operatori». Un decreto - seppure leggermente diverso - già bocciato alla camera il 16 marzo scorso perché ritenuto incostituzionale che invece, riproposto, sembra aver superato l'ostacolo. Se nel documento non si fa mai riferimento allo Spallanzani come sede del nuovo centro di coordinamento, molti elementi lasciano prevedere tale possibilità. Almeno a tenere presenti gli ultimi anni di vita della struttura e i tanti e misteriosi cambiamenti a cui gli utenti dell'ospedale hanno dovuto assistere. Già nel 2001 i media riportavano di una possibile militarizzazione dell'Istituto al fine di creare un centro per la sicurezza nazionale, con il compito di fronteggiare sotto il versante sanitario eventuali attacchi bioterroristici. Lo Spallanzani diventerebbe così un presidio in cui virus letali come il vaiolo, l'Ebola, o l'antrace verrebbero isolati. A parlare della trasformazione dell'ospedale sono gli stessi responsabili della struttura, che nel settembre di quell'anno scorso diffondevano la notizia dell'esistenza di un laboratorio di alta sicurezza, chiamato BSL4 o semplicemente P4. Ovvero, una stanza adibita alla coltura di agenti pericolosi (secondo le direttive del Centres for Disease Control and Provention di Atlanta, Cdc), come ce ne sono diverse al mondo, in particolare in alcune zone degli Stati uniti, ma che nel caso italiano si troverebbe nel mezzo della capitale, rappresentando così un pericolo per i cittadini.

Eventualità però sempre smentita dal commissario straordinario Raffaele Perrone Dannorso, che in diverse occasioni ha negato qualsiasi possibilità di rischio, specificando che compito dello Spallanzani è esclusivamente la diagnosi degli agenti patogeni e non già la loro coltura.

Dichiarazioni tranquillizzanti, che non fanno però luce sulla vicenda. Non è chiaro, ad esempio, chi abbia deciso, e con quali scopi, di far diventare questo presidio medico una struttura per la difesa nazionale. Chi finanzia o finanzierà questi cambiamenti? Cosa prevede un simile piano e quali potrebbero essere le ripercussioni sulla popolazione? Ripetutamente deputati e senatori dell'opposizione hanno presentato interrogazioni parlamentari per ricevere chiarimenti. A partire da quando, nel novembre 2002, un'ordinanza del Commissario straordinario chiudeva definitivamente il reparto di degenza pediatrico di malattie infettive dell'istituto. Nel gennaio del 2003 è quindi il ministro Sirchia a inaugurare il nuovo reparto «Baglivi», attrezzato per la diagnostica molecolare avanzata, che insieme al «Del Vecchio» viene presentato come centro per la lotta al bioterrorismo. Qualche settimana dopo un giornale nazionale annuncia che potrebbe essere proprio l'Italia a «ospitare il centro sanitario di emergenze anti bioterrorismo per l'Europa del Sud, un centro previsto dallo «scudo biologico» voluto dall'amministrazione Bush. Ma è solo nell'ottobre del 2003, rispondendo ad un'interrogazione del senatore del Prc Giovanni Russo Spena, che per la prima volta Sirchia risponde spiegando che lo Spallanzani «è chiamato a svolgere particolari compiti nel campo della ricerca scientifica delle malattie infettive e delle patologie connesse al bioterrorismo».

Per questo, forse, nell'ospedale si svolgono riunioni poco o per nulla pubblicizzate come quella, tenuta nel maggio dello scorso anno, dal gruppo di esperti per le emergenze infettivologiche dei paesi del G7 più il Messico. A cui si aggiunge un'alleanza Italia-Usa in tema di bioterrorismo, forse anche sulla scelta del sito da utilizzare.

Nonostante questi nuovi elementi, ancora non arriviamo al dunque. Cosa si dovrebbe fare concretamente nelle camere ad alta sicurezza dello Spallanzani dove sono presenti due laboratori di livello tre e uno di livello quattro? Il commissario straordinario ripete che lo Spallanzani si occupa solo della diagnosi degli agenti patogeni. Ma la sua affermazione stride con le direttive del Cdc, per cui per la raccolta e il trattamento dei campioni sono sufficienti laboratori di livello due o tre».

Alla lista delle interrogazioni parlamentari si aggiunge così anche quella della senatrice ds Tana De Zulueta che sottoporrà nei prossimi giorni a Sirchia e nella quale per la prima volta si pongono domande anche sulla sicurezza della struttura. «Esistono i sistemi di allarme? - chiede infatti la parlamentare - Si è verificata l'esistenza di un sistema di scarico resistente che preveda anche la decontaminazione dei liquidi? Ci sono teleschermi interni? Gli spogliatoi e le docce sono in numero congruo?». Dello stesso tenore il documento presentato venerdì alla direzione dello Spallanzani dai sindacati medici Nau, Cimo e Cgil che chiedono delucidazioni sui tipi di laboratorio presenti, su eventuali autorizzazioni e collaudi. Ma probabilmente anche queste domande resteranno senza risposta, almeno fino a lunedì. A quel punto la parola spetterà alla camera.



APPELLO ALLA MOBILITAZIONE E ALLA LOTTA PER LO SPALLANZANI

Con la strategia della “guerra permanente” al cosiddetto terrorismo, gli imperialisti americani ed europei vorrebbero trasformare il pianeta a loro piacimento, utilizzando armi e metodi che precedentemente solo i nazisti erano riusciti ad estendere su larga scala. La guerra d’occupazione, i massacri, le stragi e le torture sono l’aspetto più evidente, la punta d’iceberg, di un sistema di sfruttamento che quotidianamente miete vittime ed esercita ingiustizie tra i più ampi strati delle masse popolari, non solo dei paesi oppressi, ma anche di quelli imperialisti.
L’ospedale Spallanzani di Roma è stato individuato dal governo della banda Berlusconi, servo del boia Bush, quale istituto da trasformare in polo di riferimento, per il bacino del mediterraneo, per la cosiddetta lotta al bioterrorismo.Esso deve divenire, praticamente, una struttura paramilitare di ricerca e sperimentazione di tutti gli agenti batteriologici e virali utilizzabili come armi.
Gli interessi che sono a monte di queste trasformazioni sono enormi, e, al livello altissimo dei gruppi imperialisti ancora oggi dominanti: quello delle armi e della guerra con a capo Bush; quello del Vaticano che trae profitto anche da questa trasformazione; quello delle multinazionali farmacologiche che da sempre speculano sulla pelle dei malati.
All’interno dell’Istituto, si è, però, sviluppato un movimento di resistenza e di protesta, guidato dai lavoratori e dalle lavoratrici dello Spallanzani, che, da subito, hanno compreso la reale portata dello scontro che si manifestava con l’attacco ai livelli minimi di assistenza ai pazienti e la fascistizzazione del rapporto di lavoro.
I più combattivi, i lavoratori e le lavoratrici comunisti/e, sono per questo motivo, sistematicamente fatti oggetto di ogni tipo di minaccia e di ingiustizia: dai provvedimenti disciplinari su misura, ai trasferimenti, ai controlli e pedinamenti, all’eliminazione di ogni agibilità politico-sindacale. Tutto questo non ha però indebolito la loro determinazione e la consapevolezza di lottare per una giusta causa, ma ha anzi accresciuto la loro forza e autorevolezza contribuendo a riunire intorno a sé un numero sempre maggiore di lavoratori.
Dopo la chiusura del reparto di pediatria, nel novembre del 2002, dopo la blindatura della struttura con l’isolamento dagli altri due ospedali vicini, il S. Camillo e il Forlanini, dopo l’annullamento del diritto ad un’assistenza dignitosa per i pazienti e l’annullamento dei diritti dei lavoratori; oggi, criminali prezzolati, danno continuità al processo di militarizzazione alzando barriere meccaniche anticarro per impedire a chiunque l’ingresso all’ospedale ( ex- pubblico), per installarvi una postazione militare come previsto, tra l’altro, dal ministro della Salute G. Sirchia.
La lotta guidata dai compagni/e dello Spallanzani ha ostacolato e rallentato tale trasformazione, anche se oggi è aumentata la precarizzazione dei lavoratori (agenzie interinali, co.co.co, cooperative) e l’ospedale sta per essere trasformato in un presidio militare.
Anche se la repressione interna dei lavoratori più combattivi è pane quotidiano per amministratori e sindacalisti corrotti, la lotta per difendere l’ospedale può essere ancora vinta se si raccolgono su di essa le giuste forze e ci si unisce contro il comune nemico.
I lavoratori e le lavoratrici dello Spallanzani il 21.05.04 sciopereranno per 24 ore contro la guerra, la militarizzazione dell’ospedale e la repressione interna!

Riapriamo la pediatria dello Spallanzani!
Cacciamo i guerrafondai dall’ospedale!
Ridiamo dignità e sicurezza ai lavoratori e ai malati!

VENERDI’ 21 MAGGIO DALLE h. 11
ASSEMBLEA E PRESIDIO DI LOTTA
ALLO SPALLANZANI DI ROMA
VIA PORTUENSE 292
VIA GIACOMO FOLCHI

Lavoratori e lavoratrici dello Spallanzani di Roma.

Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC), Roma, carc.rm@virgilio.it
Comitato di Resistenza Popolare, Roma, crprm@interfree.it
Comitato ASP di Roma, asprm@fastwebnet.it
(aderenti al Fronte Popolare per la ricostruzione del partito comunista)





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