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Il campo profughi di Rafah sta per essere spazzato via
by Campagna contro il muro dell'Apartheid Wednesday, May. 19, 2004 at 7:29 PM mail: italy@stopthewall.org

Ultime notizie, PENGON/campagna contro il muro dell’apartheid, 19 maggio 2004.

Il campo profughi di...
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Preso da: http://italy.stopthewall.org/news/2004/05/157.php

L’Occupazione sta utilizzando la decisione della corte suprema come semaforo verde per distruggere quel poco che resta del campo profughi di Rafah.
Partendo da ieri le forze di occupazione hanno isolato il campo dal resto della Striscia di Gaza, bloccando la strada principale per Khan Younis con i carri armati. Le forze di occupazione stanno pianificando una grande incursione che porterà ad una probabile distruzione di massa, con demolizioni di case su larga scala e massacri contro i palestinesi, se ce ne fosse bisogno. Le forze di occupazione sostengono di voler ripulire un’enorme area introno alla zona di confine, compresa quella dove procede la costruzione di un muro di metallo alto 7 metri, lungo il corridoio Philadelphia, così come quella collegata alla zona cuscinetto, nonostante questa fascia segni il confine tra i palestinesi e l’Egitto.

I comandanti delle forze occupanti hanno dichiarato che questa operazione potrebbe essere l’ultima possibilità di cambiare la situazione nella Striscia di Gaza e creare una nuova “realtà”. Questa piano implica la distruzione di quasi tutto il campo e la dispersione dei suoi abitanti, molti dei quali già profughi dal 1948.
Questo disegno porterà al controllo finale del confine tra Egitto e Striscia di Gaza da parte delle forze di occupazione, che è sempre stato l’obiettivo iniziale. La costruzione dei muri nella west Bank e Gaza Strip sta relegando i palestinesi in prigioni sottoposte al controllo israeliano. I palestinesi non hanno alcun confine tranne quelli controllati esclusivamente da Israele. Tuttavia Israele potrebbe considerare la proposta di assegnare parte del loro controllo ai palestinesi ma sottoposto all’ osservazione di forze di sicurezza internazionali e israeliane e solo nel momento in cui qualche accordo iniquo sarà firmato con i palestinesi.


Israele è ben consapevole che l’unico modo che ha per incrementare il controllo sui confini di Rafah è cancellare la maggior parte del campo profughi ed eseguire una pulizia etnica dei suoi sovraffollati abitanti.


Prima che la corte israeliana fermasse la demolizione di Rafah, sabato 15 maggio, 100 case erano già state distrutte e 1500 residenti tornavano ad essere profughi per la seconda volta.

Oggi le forze d’occupazione ricominciano i loro crimini contro il campo, dichiarando che centinaia di case potrebbero essere demolite e migliaia di palestinesi potrebbero perdere le loro abitazioni. Più di settanta palestinesi sono già stati ammazzati dai razzi sparati dalle forze d’occupazione sulle loro case, molti di loro seppelliti sotto le macerie delle abitazioni abbattute.


Migliaia di palestinesi provenienti dal campo profughi saranno obbligati a pagare per il piano unilaterale di “evacuare” la Striscia di Gaza. Quelli che supportavano il piano unilaterale di “evacuazione” come un gradino verso la “pace” non smetteranno di pensare a quelli che ne stanno pagando il prezzo della sua attuazione. In seguito al massacro e alla devastazione molte nazioni sentiranno il bisogno di muoversi dentro la Striscia di Gaza sotto l’egida delle diverse organizzazioni umanitarie, per ripulire ciò che resta dopo la distruzioni eseguite da Israele, assumendo la responsabilità di nascondere quelli che Israele ha ucciso e costruendo nuovi campi profughi per quelli che lo saranno per tutto il resto della loro vita. L’azione dovrebbe essere fermata adesso piuttosto che dare sollievo alle coscienze più tardi.


Per Israele, “l’assicurarsi” i confini della Striscia di Gaza mostra quanto è intenzionata ad accettare il ritiro dalla Striscia. Costruendo un muro di metallo sulle rovine delle case delle persone e isolando ulteriormente l’area tra le due sezioni separate di Rafah (Rafah Palestinese e Rafah egiziana) non trova giustificazione nel momento in cui Israele fosse realmente intenzionato al ritiro. Ciò che Israele sta tentando di fare è rinchiudere la Striscia, così come la West Bank, in una prigione a cielo aperto per i palestinesi, dove Israele abbia il controllo delle porte di questa prigione, mentre l’Autorità palestinese e le organizzazioni internazionali si assumano la responsabilità del mantenimento dei carcerati.


Ciò che oggi accade a Rafah è una chiara dimostrazione da parte di Israele che il suo diritto alla sicurezza ed i suoi piani di pace non possono essere applicati se non distruggendo le vite dei palestinesi, in qualunque parte della Palestina.

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