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INVITARE MOORE
by quasi-disobbediente Sunday, May. 23, 2004 at 8:09 PM mail:

diamoci da fare

INVITARE MOORE IL 4
PROIETTARE IL FILM LA SERA A PZLE DEI PARTIGIANI
RIBALTARE IL 4 GIUGNO E' POSSIBILE!
DIAMOCI DA FARE

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Il tacchino sulla Luna
by Michael Moore Sunday, May. 23, 2004 at 8:53 PM mail:

Michael Moore - «Alternet» da «Internazionale» nr. 518, 12 dicembre 2003

Il regista di Bowling a Colombine prende in giro Bush e il suo teatrino a Baghdad

Caro signor Bush, sono passate più di due settimane dalla sua visita a sorpresa in uno dei due paesi che lei attualmente governa, e devo dire che il cuore mi si scalda ancora se ripenso a quel gesto. Però accidenti, la prossima volta mi porti con lei! Ho sentito dire che nel suo seguito c’erano tredici signori della stampa e che uno solo scriveva per un giornale. Invece si portato dietro cinque fotografi (al diavolo le parole, quel che conta sono le figure!), un paio di tizi delle agenzie e una troupe di Fox News.
Poi, questo fine settimana ho letto sul giornale che quel grosso tacchino che lei reggeva a Baghdad…Bè, insomma, è venuto fuori che quel suo bel tacchinone i soldati non l’hanno mai mangiato! Anzi, non l’ha mangiato nessuno, perché era finto! Era un facsimile di tacchino, piazzato davanti alle telecamere per sembrare vero e commestibile. E va bene: questo è teatro. Ma allora, che se ne frega se il tacchino era finto! L’intero viaggio era una sceneggiata costruita per sembrare una «notizia». La finta glassa al miele spalmata sul tacchino del Thanksgiving non era poi molto diversa dalla finta glassa al miele che ricopre questa guerra. E il finto ripieno è un simbolo calzante del nostro paese di questi tempi. L’America adora farsi riempire di stronzate, e lei lo sa bene! Ecco che significa essere in sintonia con il popolo che si governa!

Un buon progetto per Natale
Un’altra buona idea è stata quella di ordinare ai «giornalisti» che l’hanno seguita nel viaggio a Baghdad di abbassare le tendine sull’aereo. Fra i signori della stampa al seguito nessuno ha protestato. Le tendine abbassate gli piacciono e gli piace essere tenuti all’oscuro. Così è tutto più divertente. E quando gli ha ordinato di togliere le batterie dai cellulari perché non potessero chiamare nessuno, loro hanno obbedito disciplinati…bé, è stato un vero colpo di genio! Secondo me, se gli avesse detto di mettersi le mani in testa e toccarsi il naso con la lingua, l’avrebbero fatto senza fiatare, perché la amano tanto.
Quindi, se ha in mente qualche trovata a sorpresa per Natale, non dimentichi di invitarmi. Per esempio, la scorsa settimana ho sentito dire che vuole di nuovo spedire un uomo sulla Luna. Ho pensato: «Preparate l’oca finta: il buon vecchio George ha deciso dove passare le feste!». Del resto, come darle torto? Sono spariti quasi tre milioni di posti di lavoro, è sparito un surplus di bilancio da 281 miliardi di dollari, e gli Stati Uniti sono impantanati in una guerra che non finirà mai…In queste condizioni, a chi non piacerebbe andare sulla Luna?
Però stavolta si porti dietro TUTTA la stampa! Vogliamo vedere i giornalisti embedded sulla Luna: gli piacerà da morire! Gli ricorderà il ranch di Crawford, tanto più sulla Luna si gioca benissimo a golf. Secondo me, lassù si divertirà tanto che non avrà più voglia di tornare indietro. In tal caso si porti anche Dick Cheney: faccia finta che sia un esperimento medico o roba del genere. Parafrasando Neil Armstrong dopo lo sbarco sulla Luna: «Un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigantesco per ogni americano stufo marcio di tutte queste stronzate»

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Un film assolutamente da NON perdere: "Bowling for Columbine"
by Marcello Pamio Sunday, May. 23, 2004 at 9:51 PM mail:

Non ho parole per descrivere cos'hanno visto i miei occhi e udito le mie orecchie!
Un film, un documentario, non so bene come definire questo capolavoro giornalistico-investigativo di Michael Moore. Premiato pure a Cannes!
Sappiamo molto bene che il vero giornalismo è una chimera e lo sarà sempre di più. Il vero giornalismo infatti è stato soppiantato da "manichini fotogenici" che pensano più alla messa in piega che alle notizie che stanno veicolando al mondo.
Ma la cosa che non potevo immaginare è che un regista americano, poco conosciuto ai più, potesse dare una lezione di giornalismo e soprattutto di vita reale.
Posso solo dire che se volete comprendere la situazione americana, la vera situazione, non quella finta filtrata dai media, dovete vedere questa pellicola veramente strepitosa.
Una denuncia magistrale, senza deviare in violenza gratuita, che mostra come nel Paese della Libertà, della Democrazia e dei Valori ci sia un quarto di miliardo di armi libere di scorrazzare. Sì, oltre 250 milioni di armi, che causano più di 11 mila morti OGNI anno per omicidio!
Non solo, ma l'obiettivo di Moore non è stato quello di fare questa denuncia, abbastanza scontata se vogliamo essere onesti, ma va oltre, alla ricerca delle vere cause. Motivazioni che spieghino infatti come in Canada, nonostante 7 milioni di armi su 10 milioni di case, i morti per omicidio sono irrisori se confrontati con quelli degli States. I due paesi non distano migliaia di miglia, ma sono separati da un semplice fiume!
Ma allora cos'è che provoca questa violenza inaudita? La risposta al cinema...
Marcello Pamio

"Bowling for Columbine" di Michael Moore
Sceneggiatura: Michael Moore
Animazione: Harold Moss
Cameramen: Brian Danitz e Michael McDonough
Distribuzione: Mikado
Nazionalità: USA 2002
Durata: 120 minuti


Recensioni del film:

Primissima Scuola n. 5-6/2002:
Che fosse un film scomodo lo si è capito immediatamente a Cannes, dove per la prima volta dopo 46 anni un documentario è stato scelto per il Concorso ufficiale. Ancora più scomodo adesso, perché rischia di diventare un manifesto non solo contro le armi, ma contro la logica della guerra. Ma così scomodo da non trovare né un produttore (il film è stato finanziato da produttori canadesi) e nemmeno una distribuzione in Usa, questo ancora non lo si sapeva. A riprova che anche la nazione dove non esiste censura dall'alto, applica una diversa ma non molto più democratica censura di mercato.
Il punto di partenza dei film è la strage avvenuta nell'aprile dei 1999 al liceo Columbine, alle porte di Denver in Colorado dove, dopo una partita di bowling, due adolescenti, dopo essersi mascherati ed armati fino all'inverosimile, sono entrati dentro il recinto scolastico iniziando un tragico tiro a segno contro gli insegnanti e i loro compagni dì scuola, uccidendo 12 ragazzi ed un professore. Da questo episodio Moore allarga lo sguardo sull'America, dove la stragrande maggioranza della popolazione possiede un'arma. Nel film appare l'America tutta: dalla sua classe media al suo presidente passando per il profeta della violenza, la rock star Marilyn Manson e un Charlton Heston, nella sua meno nota veste politica, come testimoniai della National Rifle Association, e difensore oltranzista dei "secondo emendamento", quello che prevede il libero possesso delle armi per la legittima difesa. Nel suo viaggio Moore cerca di scoprire perché il sogno americano e la ricerca della felicità, prevista e codificata dalla Costituzione, siano diventati un incubo, infarcito di violenza. "Siamo una nazione di maniaci delle armi, o siamo semplicemente dei folli?" si chiede il coraggioso regista, proprio in un momento di chiamata al patriottismo, come quello che l'America sta vivendo dopo l'11 settembre. Singolare personaggio questo Michael Moore che se ne va in giro per l'America con una videocamera un po' impertinente e un po' burlona, a intervistare quasi scherzando la gente, per mostrare il lato oscuro, il cuore di tenebra dell'America. Con la sua curiosa macchina da presa Michael Moore cerca di andare al di là dei fenomeno della diffusione capillare delle armi, cercando di capire, ed andando a chiedere, perché ad esempio la stragrande maggioranza degli abitanti dei quartieri residenziali dei sobborghi cittadini, gente normalissima, piccola e media borghesia, impiegati e casalinghe, di notte dorme con la 44 magnum sotto il cuscino.
Non mancano le immagini shock - le registrazioni delle telecamere di sorveglianza dei Columbine durante il massacro o le riprese dell'irruzione nella catena di supermercati nei quali si possono comprare pistole e munizioni per un pugno di dollari - e memorabili interviste, come quella a Marilyn Manson, star dei rock, accusato di incitare gli adolescenti a sparare.
O nella sua bella casa di Beverly Hiils al poco tollerante Charlton Heston, accusato di razzismo e di promuovere irresponsabilmente la diffusione delle armi.

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Stefano Lusardi in Ciak n. 10/2002:
Gran lezione di cinema (utile) e di giornalismo (di denuncia e non conciliante) quella offerta da Michael Moore, scomodo e ingombrante documentarista, considerato in Usa quasi un pericolo pubblico (difatti i soldi per questo film li ha trovati in Canada). Dopo aver attaccato, e idealmente sconfitto, due multinazionali come General Motors e Nike, stavolta Moore firma un atto d'accusa contro la lobby delle armi, regalando un ritratto caustico e ferocemente realistico degli States, paese dove ci sono più armi da fuoco (250 milioni) che cittadini e in cui le vittime della libera vendita di armi sono da "Guinness dei primati" (11 mila lo scorso anno). Partendo dal massacro compiuto nel '99 da due studenti (dopo una partita di bowling) al liceo Columbine in Colorado, Moore registra con la dovuta ironia situazioni surreali (pallottole in sconto nei supermercati, banche che regalano fucili ai nuovi correntisti), intervista il "satanico" Marilyn Manson (a sorpresa saggio) e fa fare una pessima figura a Charlton Heston, insensibile presidente della National Rifle Association. Il tutto facendo cinema, con più vivacità e intelligenza di tanta fiction.

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Lettera aperta al "Presidente" George W. Bush
by Michael Moore Sunday, May. 23, 2004 at 9:58 PM mail:

estratto dal libro «Stupid White Men», ed. Mondadori

Caro Governatore Bush,
io e te, siamo praticamente parenti. Il nostro legame personale risale a molti anni or sono. Nessuno di noi due si è preoccupato di renderlo pubblico, per ragioni evidentissime - soprattutto perché nessuno ci crederebbe. Ma a causa di qualcosa di personale, qualcosa che ha fatto la famiglia Bush, la mia vita è profondamente cambiata.
Veniamo allo scoperto e vuotiamo il sacco: è stato tuo cu­gino Kevin a girare «Roger e io».
Al tempo, mentre stavo facendo il film, non sapevo che tua madre e la madre di Kevin fossero sorelle. Pensavo semplicemente che Kevin, che avevo incontrato mentre stava girando un suo film a un meeting del Klan in Michigan, fosse uno di quei tipi di artisti bohémien che abitavano a Greenwich Village. Kevin aveva fatto un film fantastico, «Atomic Café», e per scherzo gli ho chiesto se voleva venire a Flint, Michigan, a insegnarmi come si fa un film. Con mia enorme sorpresa ha accettato e così per una settimana nel febbraio del 1987 Kevin Rafferty e Anne Bohlen hanno arrancato in giro per Flint con me, mostrandomi come funziona l'equipaggiamento, dandomi consigli preziosissimi su come fare un documentario. Senza la generosità di tuo cugino non so se «Roger e io» sarebbe mai stato realizzato.
Ricordo bene il giorno dell'insediamento presidenziale di tuo papà. Stavo montando il film in una vecchia stanza ricca di topi a Washington quando decisi di andare a guardarlo giurare sulla scalinata del Campidoglio. Che strano vedere tuo cugino Kevin, il mio mentore, seduto proprio vicino a te sul palco! Mi ricordo anche di aver fatto una passeggiata per il Mall e di aver visto i Beach Boys suonare «Wouldn't it be Nice» al concerto inaugurale gratuito in onore di tuo padre. Di ritorno nella mia stanzetta, c'era il mio amico Ben sullo schermo, bello stravolto dopo aver dato i numeri alla catena di montaggio e intento a cantare il medesimo brano dei Beach Boys sopra a delle scene di Flint in rovina.
Mesi dopo, quando il film uscì, tuo papà, il Presidente, un weekend ordinò che gli venisse spedita una copia di «Roger e io» a Camp David per vederlo con la famiglia. Oh, avessi potuto essere una mosca sul muro mentre tutti assieme vi guardavate la distruzione e la disperazione che erano state inflitte alla mia città natale - in gran parte grazie alle azioni di Mr. Reagan e di tuo padre. Ecco una cosa che ho sempre desiderato sapere: alla fine del film, quando c'è il vicesceriffo che scaraventa sul marciapiede i regali e l'albero di Natale dei bambini senza casa perché non avevano pagato 150 dollari d'affitto, qualcuno nella stanza ha versato qualche lacrima? Qualcuno si è sentito responsabile? 0 vi siete tra tutti limitati a pensare: «Bella ripresa, Kev!».
Be', si era verso la fine degli anni '80. Avevi appena smesso di bere di brutto; dopo pochi anni di temperanza eri alla ricerca di «te stesso» con l'aiuto di papà - un'industria petrolifera qui, una squadra di baseball lì. Per un bel pezzo ho avuto la chiara sensazione che tu non abbia mai avuto la benché minima intenzione di diventare Presidente anche tu. Tutti noi prima o poi ci troviamo incastrati in lavori che non vogliamo - a chi non è successo?
Ma per te dev'essere diverso. Dopotutto, non è solo che non vorresti essere dove sei ora: adesso che sei lì ti ritrovi circondato dalla stessa gang di strani figuri che hanno governato il mondo insieme al paparino. Tutti questi uomini che si aggirano per la Casa Bianca - Dick, Rummy, Colin - non uno di loro è amico tuo! Sono tutti quei vecchi cagoni che tenevano compagnia a paparino quando tra un buon sigaro e una vodka accarezzavano sogni di bombardamenti a tappeto sulla popolazione civile di Panama.
Ma tu sei uno di noi - stessa generazione, stessi voti scarsi a scuola, stessi festini! Cosa cavolo ci fai con quella gentaglia? Ti mangiano vivo per poi sputarti fuori come una schifosa cotenna di maiale.
Probabilmente non ti hanno detto che il taglio alle tasse che ti hanno preparato perché tu lo firmassi era solo una truffa per togliere soldi dalle classi medie e per darli ai superricchi. Lo so che tu non hai bisogno di altri soldi; sei gia a posto per il resto dei tuoi giorni, grazie agli astuti traffici di Nonno Prescott Bush con i nazisti prima e durante la Seconda Guerra Mondiale. (leggere nota)
Ma tutti quegli amiconi che ti hanno versato la cifra record di 190 milioni di dollari per la tua campagna elettorale (due terzi dei quali provengono da 700 individui!) rivogliono indietro la grana, la rivogliono tutta, con qualche aggiunta. Ti braccheranno come tanti cani assatanati, e staranno bene attenti che tu faccia esattamente quello che ti dicono loro. Certo, il tuo predecessore è arrivato ad affittare a Barbra Streisand la camera di LincoLn, ma questo non è niente: prima che tu te ne accorga, il tuo amicone, il Presidente Effettivo Cheney, avrà già consegnato le chiavi dell'Ala Ovest ai presidenti di AT&T, Enron e ExxonMobil.
I tuoi critici ti danno addosso per i tuoi sonnellini in pieno giorno e perché la tua giornata lavorativa finisce verso le 16.30. Dovresti semplicemente dir loro che stai inaugurando una nuova tradizione americana: pranzo, sonnellino e poi tutti a casa per le cinque! Fallo e, dammi retta, sarai ricordato come il più grande dei presidenti.
Come osano alludere al fatto che non combineresti niente in ufficio? E’ falso! Non ho mai visto un neopresidente più attivo di te. Si direbbe anzi che pensi che i tuoi giorni come Numero Uno siano contati. Con il Senato già nelle mani dei Democratici e la Camera destinata a far la stessa fine nel 2002 -insomma, guarda alle cose positive, hai ancora due anni prIma che tutti quelli che hanno votato Gore ti caccino a calci.
L'elenco delle tue imprese - e parliamo solo dei primissimi mesi in carica - è brutalmente impressionante.
Hai:

* Tagliato di 39 milioni di dollari le spese federali per le biblioteche
* Tagliato di 35 milioni di dollari i finanziamenti per la formazione pediatrica avanzata dei dottori
* Tagliato del 50 per cento i fondi per la ricerca nel campo delle fonti di energia rinnovabile
* Rinviato le norme che ridurrebbero i livelli «accettabili» di arsenico nell'acqua potabile
* Tagliato del 28 per cento i fondi per la ricerca di automobili e camion più puliti ed efficienti
* Revocato le norme che davano maggiori poteri al governo per rifiutare contratti con società che avessero violato leggi federali, normative ambientali e regolamenti sulla sicurezza sul posto di lavoro
* Permesso al ministro degli Interni Gale Norton di sollecitare suggerimenti per rendere disponibili monumenti nazionali al disboscamento, agli scavi minerari e petroliferi
* Infranto la tua promessa elettorale di investire 100 milioni di dollari all'anno in piani per la conservazione della foresta pluviale
* Ridotto dell'86 per cento il Community Access Program, che coordinava l'assistenza per le persone prive di assicurazioni sulla salute tra ospedali pubblici, cliniche e altri fornitori di servizi sanitari
* Annullato una proposta per incrementare l'accesso pubblico all'informazione concernente le potenziali ramificazioni degli incidenti agli impianti chimici
* Tagliato di 60 milioni di dollari i fondi per i programmi di edilizia pubblica dei Girls and Boys Clubs of America
* Rinnegato l'accordo del protocollo di Kyoto del 1997 sul riscaldamento globale, che è stato firmato da altri 178 paesi
* Rifiutato un accordo internazionale per l'attuazione del trattato del 1972 che metteva al bando la guerra batteriologica
* Tagliato di 200 milioni di dollari i programmi di formazione lavorativa per i disoccupati
* Tagliato di 200 milioni di dollari i contributi a un programma che fornisce servizi di asilo nido per i bambini di famiglie a basso reddito di genitori costretti a passare dall'assistenza pubblica ad un'attività lavorativa
* Eliminato la copertura delle spese farmaceutiche per contraccettivi per i dipendenti federali (mentre il Viagra è ancora coperto)
* Tagliato di 700 milioni di dollari i fondi per la manutenzione dell'edilizia pubblica
* Tagliato di mezzo miliardo di dollari il bilancio dell'Agenzia per la Protezione Ambientale
* Revocato le regole ergonomiche per i luoghi di lavoro, che miravano a garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori
* Dimenticato la tua solenne promessa elettorale di regolamentare le emissioni di biossido di carbonio, che è una delle principali cause del riscaldamento globale
* Proibito qualsiasi aiuto federale destinato a organizzazioni internazionali per la pianificazione familiare che forniscono assistenza, consulenza o servizi a chi vuole abortire
* Nominato Dan Lauriski, ex dirigente di una società mineraria, sottosegretario al Lavoro con delega per la Sicurezza degli impianti minerari
* Nominato sottosegretario dell'Interno Lynn Scarlett, una persona notoriamente scettica verso il riscaldamento globale e che si oppone all'approvazione di standard più cogenti per l'inquinamento dell'aria.
* Approvato il controverso piano del Ministro degli Interni Gale Norton di mettere all'asta delle aree vicine alle coste orientali della Florida per progetti di sfruttamento petrolifero
* Annunciato le tue intenzioni di permettere scavi petroliferi nella Lewis and Clarke National Forest del Montana
* Minacciato di chiudere l'ufficio Aids della Casa Bianca
* Deciso di non ricorrere più ai consigli dell'American Bar Association per le nomine di giudici federali
* Abolito qualsiasi aiuto finanziario universitario per gli studenti condannati per reati legati alla droga (mentre i condannati per omicidio hanno ancora diritto a chiedere aiuti finanziari)
* Concesso solo il 3 per cento della somma richiesta dai legali del ministero della Giustizia per le cause governative contro le industrie del tabacco
* Fatto approvare il tuo taglio alle tasse, il 43 per cento del quale va a beneficio dell'1 per cento più ricco degli americani
* Firmato una legge che rende più difficile per gli americani poveri o di ceto medio la richiesta di bancarotta, anche nei casi in cui si trovano alle prese con spese mediche stratosferiche
* Nominato Kay Cole James, una persona contraria all'«affermative action», alla direzione dell'Ufficio delle Risorse Umane
* Tagliato di 15,7 milioni di dollari i programmi destinati ai bambini maltrattati o abbandonati
* Proposto l'eliminazione del programma «Leggere è Fondamentale» che fornisce libri gratuiti ai bambini poveri
* Sostenuto strenuamente lo sviluppo delle «mini-atomiche», progettate per attaccare obiettivi sottoterra - violando il Trattato per la Messa al Bando degli Esperimenti Nucleari
* Tentato di cancellare le norme che proteggono 60 milioni di acri di foreste nazionali dallo sfruttamento per legname e dalla costruzione di strade
* Nominato John Bolton, un famoso oppositore dei trattati di non proliferazione e delle Nazioni Unite, al ruolo di Sottosegretario di Stato per il Controllo degli Armamenti e la Sicurezza Internazionale
* Nominato una dirigente della Monsanto, Linda Fisher, vice amministratore dell'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente
* Nominato giudice federale uno dei più importanti oppositori della separazione fra Stato e chiesa. Michael McConnell
* Nominato giudice federale un oppositore dei diritti civili, Terrence Boyle
* Cancellato la data del 2004 come termine ultimo entro il quale i fabbricanti di automobili dovevano sviluppare i prototipi di vetture a basso consumo di carburante
* Nominato a capo della Lotta alla droga John Walters, uno strenuo oppositore dei programmi di cure terapeutiche per i tossicomani nelle carceri
* Nominato viceministro dell'Interno un importante esponente delle lobbies del petrolio e del carbone, j. Steven Giles
* Nominato sottosegretario dell'Interno per l'Acqua e la Scienza Bennett Raley, che ha proposto l'abolizione della Legge sulle Specie in Pericolo
* Tentato di fermare una causa legale collettiva promossa negli Stati Uniti contro il Giappone dalle donne asiatiche costrette a lavorare come schiave sessuali durante la Seconda Guerra Mondiale
* Nominato vice Procuratore Generale Ted Olson, il capo dei tuoi legali in occasione dello scandalo elettorale in Florida
* Proposto di facilitare le procedure per la concessione di permessi per la costruzione di raffinerie e di impianti nucleari e idroelettrici, abbassando gli standard ambientali
* Proposto la vendita di giacimenti petroliferi e di gas naturali nella Riserva Protetta dell'Alaska

Uffa! Già solo battere a macchina questa lista è una faticaccia! Ma dove la trovi tutta questa energia? (Sono i sonnellini, giusto?)
Naturalmente un mucchio delle cose sopramenzionate sono sostenute attivamente da parecchi Democratici (e spenderò due paroline su di loro più avanti nel libro).
Ma adesso, sono preoccupato per te. Ripensaci un momento - qual è stato il tuo primo atto da «Presidente»? Ti ricordi: prima ancora di salire sulla vettura per la sfilata inaugurale in Pennsylvania Avenue, hai insistito perché qualcuno prendesse un cacciavite e staccasse dalla limousine la targa perché conteneva le parole «Date il vostro sostegno alla creazione di uno Stato del District of Columbia»". Eccoci qua, il giorno più importante della tua vita e ti incazzi per una targa? Devi rilassarti!
Penso, però, di aver cominciato a preoccuparmi per te molto tempo prima di quel giorno. Nel corso della campa­gna erano emerse parecchie sconvolgenti rivelazioni sul tuo comportamento. Poi sono state messe a tacere, ma io continuo a farmi delle domande sulla tua capacità di svolgere il tuo mestiere. Ti prego non prendermi per una persona indiscreta o per un moralista - lasciamo questo ruolo a Dick Cheney! Si tratta semplicemente di un tentativo onesto di intervenire da parte di un buon amico di famiglia.
Permettimi di essere brutale: ho paura che tu posso costituire una minaccia per la nostra sicurezza nazionale.
Può sembrare un po' forte, ma non dico queste cose alla leggera. E questo non ha niente a che fare con le nostre divergenze secondarie riguardanti l'esecuzione di persone innocenti nel braccio della morte o di quanta parte dell'Alaska vada data in pasto alle trivellatrici petrolifere. E non sto mettendo in dubbio il tuo patriottismo - sono sicuro che tu vorresti bene a qualunque paese fosse stato cosi buono nei tuoi confronti.
Si tratta, piuttosto, di una serie di comportamenti di cui sono stati testimoni nel corso degli anni molti di noi che a te ci tengono davvero. Alcune di queste abitudini sono abbastanza sorprendenti; alcune non riesci a tenerle sotto controllo; e altre sono, sfortunatamente, fin troppo diffuse tra noi americani.
Ma dal momento che sei tu ad avere il dito sul Bottone (ti ricordi no? quello che può far saltare in aria il mondo) e che le decisioni che prendi hanno conseguenze vaste e a larghissimo raggio sulla stabilità del sunnominato mondo, vorrei proprio farti tre domande molto precise - e mi farebbe proprio piacere che tu dessi, a me e al popolo americano, tre risposte sincere:

1) George, sei in grado di leggere e scrivere a un livello da persona adulta?
Io e molti…
(…)

2) Sei un alcolizzato? E in tal caso, in che modo questa tua condizione influisce sul tuo comportamento di Comandante in Capo?
Di nuovo, nessuno sta incolpando…
(…)

3) Sei un criminale?
Quando nel 1999 ti venne chiesto del tuo presunto uso di cocaina…
(…)

* Alla fine degli anni '30 e durante gli anni '40, Prescott Bush, padre di George I e nonno di W, è stato uno dei sette direttori della Union Banking Corporation, di proprietà di industriali nazisti. Dopo aver filtrato i loro soldi attraverso una banca olandese, nascosero una somma valutata attorno a 3 milioni di dollari nella banca di Bush. Visto il suo ruolo di primo piano, è assolutamente improbabile che Bush fosse all'oscuro dei legame Con i nazisti, Alla fine il governo si impadronì dei beni e la banca chiuse nel 1951, dopo di che Prescott Bush - e il di lui padre, Sam Bush - ricevettero un milione e mezzo di dollari. [N.d.A.]

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Facciamo sentire le nostre voci
by Michael Moore - da "Liberazione" 13 Sunday, May. 23, 2004 at 10:01 PM mail:

Applausi e fischi
Quando "Bowling a Columbine" è stato proclamato vincitore dell'Oscar come Miglior Documentario per la Academy Awards, il pubblico si è alzato in piedi. E' stato un grande momento, uno di quelli che rimarrà sempre nel mio cuore. Stavano tutti in piedi ed applaudivano un film che racconta come noi Americani siamo un popolo unico quanto a violenza, che utilizziamo la nostra massiccia forza di fuoco per ucciderci l'un l'altro e per scagliarla contro molte nazioni nel mondo. Stavano applaudendo un film che mostra come George W. Bush sfrutti delle paure insensate per spaventare l'opinione pubblica e manipolarla ai suoi scopi. E stavano acclamando un film che sostiene le seguenti affermazioni: la prima guerra del Golfo è stata un tentativo di reintrodurre la dittatura in Kuwait; Saddam Hussein è stato armato dagli Stati Uniti; e che il governo americano è responsabile della morte di mezzo milione di bambini in Iraq attraverso dieci anni di embargo e bombardamenti. Questo era il film che stavano applaudendo, che avevano votato, e ho deciso che avrei dovuto tenere conto di ciò nel mio intervento.
E perciò, ho dichiarato quanto segue sul palcoscenico degli Oscar:
"Per conto dei nostri produttori Kathleen Glynn e Michael Donovan (canadesi), vorrei ringraziare l'Accademia per questo premio. Ho invitato sul palco i rappresentanti dell'altro documentario in concorso. Sono qui per solidarietà in quanto ci piace la non-fiction. Ci piace perché viviamo in un'epoca di fiction. Viviamo in un'epoca in cui i risultati fasulli di un'elezione ci hanno consegnato un presidente fasullo. Stiamo combattendo una guerra per ragioni fasulle.
Che si tratti di tute antichimiche fasulle o di "allarmi arancioni" fasulli, noi siamo contro questa guerra. Si vergogni signor Bush, si vergogni. E, se si trova il Papa e le Dixie Chicks contro di lei, il suo tempo è finito".
A metà dei miei commenti, qualcuno del pubblico ha cominciato ad applaudire. Ciò ha immediatamente scosso un gruppo di persone in platea che ha cominciato a disapprovare. Poi coloro che sostenevano i miei commenti hanno cominciato a sovrastare chi disapprovava. Il "Los Angeles Times" ha scritto che il direttore dello spettacolo ha cominciato a gridare all'orchestra "Musica! Musica!", per interrompermi, e così l'orchestra ha diligentemente attaccato un motivo ed il tempo del mio intervento è scaduto.
Il giorno dopo -e per due settimane successive- i guru della Destra e i commentatori radiofonici chiedevano la mia testa. E così, tutta questa gente è riuscita a danneggiarmi? Hanno avuto successo nel "ridurre al silenzio" il sottoscritto?"

Video e libro volano
Bene, andate a dare un'occhiata al mio Oscar "controcorrente".
Il giorno dopo aver criticato Bush, e la guerra agli Academy Awards, le prenotazioni di "Bowling a Columbine" nei cinema del Paese sono aumentate del 110%. Il Week-end successivo, i botteghini hanno segnato un incremento nei guadagni del 73%. Si tratta attualmente del film più programmato in America, per 26 settimane di fila ed è ancora in crescita. Il numero di cinema che sta proiettando il film dopo gli Oscar è AUMENTATO, ha migliorato il precedente record di vendite di un documentario di circa il 300%.
Il 6 aprile, "Stupid White Men" è balzato al primo posto della classifica del "New York Times" dei libri più venduti. Questo mio libro è alla cinquantesima settimana di presenza in classifica, di cui 8 in prima posizione, e questo rappresenta il suo quarto ritorno in vetta, cosa di fatto mai accaduta prima.
Durante la settimana successiva agli Oscar, il mio sito web, stava registrando 10-20 milioni di visite AL GIORNO. La posta ricevuta è stata in massima parte benevola e di sostegno (e le lettere di odio sono state uno spasso!).
Nei due giorno successivi agli Oscar, le persone che hanno prenotato la cassetta di "Bowling a Columbine" sul sito di Amazon.com sono state di più di quelle per la cassetta di "Chicago", vincitore del premio come miglior film.
La scorsa settimana, ho ottenuto i fondi per il mio prossimo documentario, e mai è stato offerto uno spazio in televisione per realizzare una versione aggiornata di "TV Nation"/"The Awful Truth".
Vi racconto tutto questo perché desidero reagire al messaggio che ci ripetono continuamente, che se cercate una possibilità di esprimere le vostre opinioni politiche, ve ne pentirete. Verrete colpiti in qualche modo, solitamente sul piano economico. Potreste perdere il lavoro e non trovarne un altro. Perderete gli amici, e così via...

Il caso Dixie Chicks
Pensate alle Dixie Chicks. Sono certo che oramai tutti avrete saputo che, siccome la loro cantante ha dichiarato di vergognarsi del fatto che Bush provenga come lei dallo stato del Texas, le vendite del loro disco sono "precipitate" e le stazioni radio nazionali boicottano la loro musica. La verità è che le loro vendite NON sono calate. Questa settimana, dopo l'attacco da loro subito, il loro album è ancora al primo posto della classifica nazionale delle vendite e, secondo il "EntertainmentWeekly", nelle classifiche della musica pop, durante tutto il trambusto, sono SALITE dalla sesta alla quarta posizione. Sul "New York Times", Frank Rich riferisce di aver cercato di procurarsi un biglietto per QUALSIASI concerto previsto delle Dixie Chicks ma di non esserci riuscito perché sono stati tutti venduti.
La canzone "Travelin' Soldier" delle Dixie Chicks è stata la canzone più richiesta su Internet la scorsa settimana. Non hanno risentito assolutamente di nulla, ma questo non è ciò che i media vorrebbero farvi credere.
Perché tutto ciò? Perché attualmente non c'è nulla di più importante che ridurre le voci dei dissidenti -e di coloro che potrebbero avere il coraggio di fare domande- AL SILENZIO. E quale mezzo migliore se non scegliere alcuni famosi artisti e seppellirli sotto un cumulo di bugie in modo che al comune cittadino giunga forte e chiaro un messaggio che gli faccia pensare: "Wow, se possono fare questo alle Dixie Chicks e a Michael Moore, cosa possono fare ad un sempliciotto come me?". In altre parole, chiudete il becco!
E ciò, amici miei, è il punto centrale di questo film che mi è appena valso un Oscar, come chi comanda sfrutta la PAURA per manipolare il pubblico e fargli fare ogni cosa che gli viene ordinata.

Non lasciatevi intimidire
Bene, la buona notizia, se ci possono essere buone notizie in questa settimana, è che non solo né io né altri siamo stati zittiti, ma a noi si sono uniti milioni di Americani che la pensano esattamente come noi. Non lasciatevi intimidire dai falsi patrioti che stabiliscono le tematiche e le condizioni per il dibattito. Non siate frustati dai sondaggi che mostrano il 70% dell'opinione pubblica è favorevole alla guerra. Ricordate che questi Americani intervistati sono gli stessi Americani che hanno visto i propri figli (o quelli del vicino) inviati in Iraq. Sono preoccupati per le truppe, sono costretti a sostenere una guerra che non vogliono, e desiderano anche non vedere i propri amici, parenti e vicini tornare morti in patria. Tutti auspicano che le truppe tornino sane e salve a casa e tutti noi sentiamo il bisogno di fare in modo che le loro famiglie lo sappiano.
Sfortunatamente, Bush e i suoi amici non hanno ancora finito. Questa invasione e questa conquista li incoraggeranno a fare la stessa cosa in altri luoghi. Lo scopo reale di questa guerra era di dire al resto del mondo: "Non toccate il Texas" - Se avete ciò che noi vogliamo, ve lo veniamo a prendere". Questo, per la maggioranza di noi che crede in una America pacifica, non è il momento di rimanere inerti.
Fate sentire le vostre voci. Nonostante ciò che sono riusciti a farle, si tratta ancora della nostra nazione".

di Michael Moore - da "Liberazione" 13 aprile 2003, traduzione Igor Giussani

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Il ciclone Michael Moore: "Gli affari di Bush e Osama"
by Silvia Bizio Sunday, May. 23, 2004 at 10:02 PM mail:

Il ciclone Michael Moore: "Gli affari di Bush e Osama"
di Silvia Bizio - 2 aprile 2003 - tratto da http://www.repubblica.it/

Il regista (premio oscar per "Bowling for Columbine") attacca il governo Usa
e parla del nuovo film sui rapporti tra la famiglia del presidente e il capo di Al Qaeda
"Bush sr. ha mantenuto i legami con i Bin Laden fino a due mesi dopo l'11 settembre"

LOS ANGELES - Provocatore, umorista, irriverente e irritante. Grillo parlante d'America, il documentarista Michael Moore, premio Oscar per Bowling for Columbine, il feroce j'accuse contro la cultura delle armi da fuoco negli States, è diventato un casus belli nazionale e una sorta di pifferaio magico della sinistra americana: è suo il "Vergogna, Mr. Bush!" ripetuto per tre volte nella notte degli Oscar. Moore è diventato una potenza multimediale: oltre ai documentari (citiamo anche Roger and me e Downsize this!), realizza serie televisive d'impegno politico (Tv Nation), è autore del best-seller Stupid white men (in sostanza una requisitoria contro Bush e la sua "junta" che ha rubato le elezioni - il libro sta per uscire anche in Italia), è uno speaker di grande carisma tra i più richiesti e pagati dopo Bill Clinton. Bowling for Columbine, costato 3 milioni di dollari, è il documentario di maggior successo della storia, con incassi di 20 milioni solo in America e oltre 40 in tutto il mondo.

Un successo che Moore spera di ripetere con il suo prossimo documentario, provvisoriamente intitolato Fahrenheit 9/11, una disamina dei legami tra la famiglia Bush e i Bin Laden, prodotto e finanziato dalla casa di produzione di Mel Gibson, la Icon Films. Il documentario, che già fa tremare i palazzi del potere, verrà realizzato in tempo per debuttare a Cannes nel 2004, e uscirà nei cinema americani in tempo per le elezioni presidenziali di quell'autunno. "C'è chi programma le sue uscite pensando agli Oscar", dice Moore, 49 enne del Michigan, "Io invece programmo i miei film per le elezioni".

Ha già cominciato Fahrenheit 9/11?
"Ci sto lavorando da un anno e ho già materiali scottanti. Racconto quel che è successo nel nostro paese dall'11 settembre 2001, e come l'amministrazione Bush abbia piegato questo tragico evento ai propri scopi. Il film affronta i legami fra due generazioni di Bush e il clan di Osama Bin Laden, risalendo ai primi rapporti di affari fra Bush senior e il padre di Osama, un magnate delle costruzioni saudita. Quando morì lasciò al figlio circa 300 milioni di dollari che questi ha usato per finanziare la violenza globale".

Da amici a nemici?
"Più o meno. Cercherò di spiegare cosa ha portato George W. Bush e Osama Bin Laden a diventare nemici mortali e risalirò alle ragioni che hanno fatto degli Stati Uniti un bersaglio del terrorismo e dell'odio in mezzo mondo".

Cosa ha scoperto?
"Bush padre ha mantenuto i suoi legami con la famiglia Bin Laden fino a due mesi dopo l'11 settembre, e i Bin Laden hanno investito parecchio nel gruppo Carlyle, che ha le mani in varie torte ed è l'11mo appaltatore della difesa militare. Il film pone una serie di questioni per le quali non ho ancora risposte, ma ci sto lavorando".

Non teme di essere messo definitivamente alla berlina? "Niente affatto, io non lavoro a Hollywood. Sono finanziato da canadesi e ora da altre persone come Gibson - che non vivono qui e le cui compagnie di produzione sono fuori della cerchia. Il mio libro è primo in classifica, insomma, mi sento di poter fare quello che voglio, esercitando quel nostro bellissimo diritto che è la libertà di parola".

Stupid white men ha venduto milioni di copie...
"Il mio libro attacca Bush proprio nel momento in cui, a quanto pare, gode di enorme popolarità. Ma la verità è che la maggioranza del paese non ha votato per lui; la maggior parte dell'America è sensibile alle questioni ambientali, al contrario di Bush; approva l'aborto, al contrario di Bush; vuole legittimi legami internazionali, al contrario di Bush. La maggioranza non vuole la guerra, non vuole vedere i suoi ragazzi morire. Sarebbe irresponsabile da parte mia non dire quello che penso. Allo stesso tempo però amo il cinema, mi piace andare a vedere un bel film, e voglio che il pubblico esca da un mio film eccitato per quello che ha visto, cosa sempre più rara di questi tempi".

Durante il suo discorso agli Oscar fischi e "buu" si sono mescolati agli applausi...?
"Ho visto la sala alzarsi in pedi ad applaudire. Poi dalla galleria sono partiti i 'buu', e quelli che prima applaudivano hanno cominciato a fare 'buu' a quelli che facevano 'buu'. Una scena surreale. Poi l'orchestra ha iniziato a suonare e me ne sono dovuto andare via. Ma ricordo anche di aver udito le maestranze dietro le quinte dire 'No, no!', quando ho attaccato a parlare. Del resto, mica mi sarei messo a ringraziare agenti, avvocati, agenti degli avvocati e avvocati degli agenti. E poi siamo ancora tutti pieni di rabbia per quello che è successo l'11 settembre e abbiamo il diritto di cercare vendetta nei confronti dei 'cattivi'. Ma non di un cattivo qualsiasi"

Si spieghi.
"La paura che Saddam uccida lei e me questa notte è insensata. E tuttavia, proprio la paura instillata dai nostri governanti è un'arma potentissima di consenso. Paura di tutto... vota per me che ci penso io. La verità è che l'Iraq vanta la seconda riserva di petrolio più grande del mondo: per questo siamo lì. Perché non dirlo chiaramente? Bush l'aveva quasi fatto un paio di settimane fa, quando ha detto: 'Non bruciate quei pozzi...', pensavo stesse per aggiungere, 'perché è il nostro petrolio!', ma non l'ha fatto. Sarebbe stata una splendida gaffe. Avrebbe detto la verità per una volta".




"Per favore, caro presidente mandi in Kuwait le sue figlie"
di Michael Moore (regista di "Bowling for Columbine") - 21 marzo 2003 - tratto da http://www.repubblica.it/

Caro Presidente Bush,
e così è venuto il giorno che lei chiama "il momento della verità". Sono lieto di sentire che questo giorno è finalmente arrivato. Perché, glielo devo proprio dire, essendo sopravvissuto per 440 giorni alle sue bugie, non ero sicuro di poterne sopportare ancora. Ho anch'io alcune piccole verità da condividere con lei:
1) Non c'è nessuno in America che sia felice di andare alla guerra. Esca dalla Casa Bianca e cerchi in qualsiasi strada d'America almeno cinque persone felici di andare ad uccidere gli iracheni. Non li troverà. Perché? Perché nessun iracheno è mai venuto qui a uccidere uno di noi.
2) La maggioranza degli americani ovvero quelli che non hanno mai votato per lei non ha perso la testa. Sappiamo bene cosa affligge le nostre vite quotidiane: due milioni e mezzo di posti di lavoro persi da quando lei si è insediato sulla poltrona presidenziale, la borsa diventata ormai un gioco crudele, la benzina a due dollari. Bombardare l'Iraq non risolve nessuna di queste questioni.
3) L'intero mondo è contro di lei, Signor Bush. E tra di loro metta anche i suoi compatrioti Americani.
4) Il Papa ha detto che questa guerra è sbagliata, che è un peccato. Il Papa! Quanto ci vorrà prima che lei realizzi che è solo in questa guerra? Naturalmente, non la combatterà personalmente. Lascerà che altri poveri disgraziati lo facciano al posto suo, proprio come lei fece ai tempi del Vietnam. Si ricorda, vero?
5) Dei 535 membri del Congresso, solo uno ha un figlio o una figlia nelle forze armate. Se vuole difendere l'America, per favore invii ora le sue due figlie in Kuwait. E lo stesso facciano tutti i membri del Congresso che abbiano figli in età da militare.
6) Certo, i francesi possono anche essere dannatamente noiosi. Ma non ci sarebbe stata l'America se non fosse stato per i francesi, per il loro aiuto nella guerra rivoluzionaria. La smetta di pisciare sui francesi e li ringrazi. Ma sorrida, questa guerra non durerà a lungo perché non saranno poi tanti gli iracheni pronti a sacrificarsi per Saddam. Si impegni nella vittoria, sarà un bel viatico per le prossime elezioni. Mantenga viva la speranza! Uccida gli iracheni che rubano il nostro petrolio!!!
Suo, Michael Moore

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Saddam, il nostro Golem
by Michael Moore* Sunday, May. 23, 2004 at 10:07 PM mail:

* Michael Moore, regista e scrittore.
Ha girato numerosi documentari, tra cui: «Roger and me», sulla General Motors; «Bowling a Columbine», sulle armi in America (premiato con l'Oscar nel 2003); prossimo film: «Fahrenheit 9/11», sulla tragedia dell'11 settembre 2001.

Autore dei libri: «White stupid men», «Dude, Where's my country?»
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Saddam, il nostro Golem
Di Michael Moore*, da «Il Manifesto» 16 dicembre 2003

Grazie al cielo, Saddam è di nuovo in mani americane. Sicuramente gli siamo mancati. Insomma, aveva proprio un brutto aspetto! Ma almeno ha avuto una visita dentistica gratuita. Una cosa che molti americani non riescono proprio a ottenere.
All’America è sempre piaciuto Saddam. Abbiamo amato Saddam. L’abbiamo trovato. L’abbiamo armato. L’abbiamo aiutato a gasare le truppe iraniane. Ma poi ha fatto un casino. Ha invaso l’emirato dittatoriale del Kuwait e, nel farlo, ha fatto la peggiore cosa immaginabile: ha minacciato un nostro amico ancora migliore – il regno dittatoriale saudita, e le sue vaste risorse petrolifere. I Bush e la famiglia reale saudita sono stati e sono soci in affari e Saddam ha commesso un errore regale nell’approssimarsi troppo al loro ricco territorio. Da quel momento, la stella di Saddam ha cominciato a declinare.
Ma non è sempre stato così. Saddam è stato un nostro buon amico e alleato. Abbiamo appoggiato il suo regime. Non è la prima volta che aiutavamo un assassino. Ci piace giocare al dottor Frankenstein. Abbiamo creato molti mostri – lo scià in Iran, Somoza in Nicaragua, Pinochet in Cile – per poi esprimere ignoranza o sconcerto ogni qualvolta questi ultimi si facevano prendere da raptus omicidi e massacravano popolazioni intere. Ci piaceva Saddam perché voleva combattere gli ayatollah. Per questo gli abbiamo dato miliardi di dollari per comprare armi. Armi di distruzione di massa. E’ vero, le aveva. E noi lo sapevamo: gliele abbiamo date noi.

Abbiamo autorizzato e incoraggiato le imprese americane a fare affari con Saddam negli anni ’80: è cos’ che ha potuto ottenere agenti chimici per usarli nelle sue armi di distruzione di massa. Quella che segue è una lista di alcune delle cose che gli abbiamo mandato (secondo un rapporto del Senato Usa del 1994): Bacillus Anthacis, causa di antrace; Histoplasma Capsulatam, causa di infezioni ai polmoni, al cervello, alla spina dorsale e al cuore; Brucella Melitensis, un batterio che può danneggiare gli organi principali; Clostridium Perfringens, batterio altamente tossico che può causare malattie sistemiche; Clostridium tetani, sostanza altamente tossica.

E questa è una lista di alcune delle aziende americane che hanno sostenuto Saddam facendo affari con lui: AT&T, Bechtel, Caterpillar, Dow Chemical, Dupont, Kodak, Hewlett-Packard e Ibm.
Eravamo in così buoni rapporti con il buon vecchio Saddam che abbiamo deciso di dargli delle immagini satellitari per individuare le postazioni delle truppe iraniane. Sapevamo come avrebbe usato quelle immagini e sicuramente, appena gli abbiamo mandato le foto, ha gasato qui soldati. E noi siamo restati in silenzio. Perché era il nostro amico, e gli iraniani erano il «nemico». Un anno dopo, abbiamo ristabilito con lui piene relazioni diplomatiche.
Subito dopo, ha gasato il suo stesso popolo, i kurdi. Potreste pensare che un tale atto ci avrebbe spinto ad allontanarci da lui. Il Congresso ha cercato di imporre sanzioni economiche contro Saddam, ma l’amministrazione Reagan ha rapidamente respinto quest’ipotesi: niente e nessuno doveva deragliare il treno del buon vecchio Saddam. Abbiamo avuto una relazione quasi amorosa con questo Golem che in parte abbiamo creato.

E, come il mitico Golem, Saddam alla fine si è ribellato al suo creatore. A quel punto Saddam andava catturato. Ma ora che è stato riportato indietro dalle sue lande desolate, forse avrà qualcosa da dire sul suo creatore. Forse verremo a sapere qualcosa di interessante. Forse Donald Rumsfeld potrebbe sorridere e stringere ancora la mano di Saddam, come fece nel 1983 quando andò a Baghdad a trovarlo.
Ma forse non ci troveremmo nella situazione in cui siamo se Rumsfeld, Bush padre e compagnia bella non fossero stati così ansiosi di tornare agli anni ’80 e regolare i conti con il loro mostro nel deserto.
Nel frattempo, qualcuno sa dov’è quel tipo che ha ucciso 3000 persone l’11 settembre? L’altro nostro Golem? Forse è anche lui in una buca per topi. Troppo piccoli mostri, troppo poco tempo prima delle elezioni.

Non demordete, candidati democratici. Questi bastardi ci hanno portato in guerra raccontandoci menzogne; le stragi continueranno; il mondo arabo ci odia ferocemente e sicuramente nei prossimi anni pagheremo tutto questo di tasca nostra. Nulla di quanto accaduto domenica (o nei nove mesi scorsi) ci ha resi minimamente più sicuri nel mondo del dopo l’11 settembre. Saddam non è mai stato una minaccia per la nostra sicurezza nazionale. Il nostro desiderio di giocare al dottor Frankenstein ci condanna tutti.

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Mandela: Bush e Blair preparano l'olocausto!
by Mandela Sunday, May. 23, 2004 at 10:12 PM mail:

Ultimo aggiornamento 30 gennaio 2003, 16:03 ora italiana (15:03 GMT)

JOHANNESBURG (CNN) -- Dura presa di posizione di Nelson Mandela, giovedì, nei confronti di Stati Uniti e Gran Bretagna. Secondo l'ex presidente sudafricano, infatti, George W. Bush e Tony Blair stanno preparando una guerra – quella contro l'Iraq – destinata a trasformarsi in un vero e proprio "olocausto" mondiale.

Intervenendo alla conferenza "Courageous Leadership for Global Transformation" del Forum Internazionale delle Donne, a Johannesburg, Mandela, 84 anni, ha definito quanto sta accadendo sulla scena internazionale in queste settimane come una vera e propria "tragedia" e ha definito Bush "un presidente privo di lungimiranza e ragionevolezza" che sta "compiendo il più grande errore della sua vita".

Mandela ha ribadito il suo sostegno totale nei confronti dell'Onu e delle sue decisioni e ha sottolineato che se Usa e Gran Bretagna decidessero di intervenire in Iraq unilateralmente, creerebbero un precedente molto pericoloso per la politica internazionale e i suoi equilibri.

Il leader sudafricano ha rilevato che "Bush e Blair stanno minando un'idea - quella del primato dell'Onu - che era stata invece sostenuta dai loro predecessori" e si è chiesto provocatoriamente se questo non stia avvenendo solo perché "l'attuale segretario generale delle Nazioni Unite è un nero (il ghanese Kofi Annan, ndr)?".

Mandela ha infine affermato che gli Stati Uniti non hanno alcuna legittimità quando si fanno paladini dei diritti umani. Ha ricordato la bomba atomica che ha ucciso milioni di civili innocenti a Hiroshima e Nagasaki e ha rincarato la dose sottolineando che "se c'è un Paese che ha commesso atrocità inenarrabili, questi sono proprio gli Stati Uniti d'America".

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La sacrilega alleanza tra i Bush e i Sauditi
by Michael Moore Sunday, May. 23, 2004 at 10:14 PM mail:

Non mi interesso delle teorie della cospirazione a meno che non siano vere o non riguardino i dentisti. Credo che tutti i dentisti si siano riuniti in qualche luogo ed abbiano deciso che il denaro reale si trovi all'interno dei canali della radice ed è per questo che ogni volta che si entra da loro si inizia con l'esame radiografico. Nessun altro mammifero deve, come noi, passare attraverso questo tragitto.
Le domande che mi pongo sull'11 settembre non riguardano il modo con cui i terroristi sono riusciti ad eludere il nostro sistema difensivo, o come siano stati capaci di vivere nel nostro paese senza essere mai scoperti, o come tutti i bulgari che lavoravano al WTC abbiano ricevuto un comunicato segreto che li invitava a non recarsi quel giorno al lavoro, o come le torri abbiano potuto venire giù così facilmente quando si suppone siano state costruite per resistere ai terremoti, ai maremoti e agli ordigni posti nei garage.

Queste erano tutte domande alle quali la commissione investigativa sull'11 settembre avrebbe dovuto rispondere. Ma la formazione della commissione fu osteggiata dall'amministrazione Bush e dai repubblicani al Congresso. In modo riluttante alla fine accettarono – per poi cercare di bloccare le indagini facendo ostruzionismo all'ottenimento delle prove cercate.
Perchè la gente di Bush non vuole che venga fuori la verità? Che cosa temono? Che gli americani pensino che fecero fiasco, che erano addormentati quando si presentò la minaccia terroristica, che volontariamente ignorarono gli avvertimenti di ex funzionari di Clinton riguardo Osama bin Laden semplicemente perché odiavano Clinton (sesso! cattivo!)?

Il popolo americano è molto comprensivo. Non se la prese con Franklin Roosevelt quando fu bombardata Pearl Harbor. Non rifuggì da John F. Kennedy dopo il fiasco della Baia dei Porci. E non prestò molta attenzione al fatto che durante la presidenza di Clinton 47 persone sono state assassinate misteriosamente. E allora perché, dopo questo monumentale tracollo della sicurezza nazionale, Bush non dice la verità, o, almeno, non smette di impedire che la verità venga fuori?
Forse è perché George & Co. hanno molto da nascondere sul perché non fecero decollare velocemente i caccia quella mattina. E anche perché, probabilmente, noi, popolo, abbiamo paura di conoscere tutta la verità in quanto non sappiamo per quali strade ci porti.
Sebbene pieno di quel sano scetticismo che è richiesto in ogni cittadino di una democrazia, aderii a quell'impostazione mentale di base tenuta dalla maggior parte degli americani nell'autunno del 2001: è stato Osama e chiunque lo ha aiutato deve essere catturato e portato davanti alla giustizia. E pensavo che questo era ciò che Bush stava facendo.

E invece una notte nel novembre 2001, mentre a letto, mezzo addormentato, stavo leggendo un articolo nel The New Yorker di un giornalista investigativo, Jane Mayer, mi imbattei in un paragrafo che mi fece sobbalzare seduto per rileggerlo, perché non potevo credere a quello che diceva: "Circa due dozzine di membri della famiglia bin Laden, la maggior parte qui a studiare nei college e in altre scuole, si ritiene fossero negli Stati Uniti al tempo degli attentati. Il New York Times aveva riportato che furono rapidamente riuniti insieme da funzionari dell'Ambasciata saudita, che temevano rappresaglie. Con l'approvazione dell'FBI, secondo un funzionario saudita, i bin Laden volarono con un jet privato da Los Angeles a Orlando, poi a Washington, e infine a Boston. Una volta ottenuto il permesso della FFA al volo intercontinentale, il jet si diresse in Europa."
Che cosa? Mi ero dimenticato una simile notizia? Mi alzai per cercare sul New York Times, e trovai questo titolo: temendo pericoli, la famiglia bin Laden vola via dall'America. La storia diceva: "Nei primi giorni dopo l'attacco a New York e a Washington, l'Arabia Saudita supervisionò l'evacuazione urgente di 24 membri della famiglia di Osama bin Laden dagli Stati Uniti."

Così, con l'approvazione dell'FBI e l'aiuto del governo dell'Arabia Saudita - e sebbene 15 dei 19 dirottatori fossero cittadini sauditi – ai parenti del sospettato numero uno fu permesso non solo di affrettarsi a lasciare il paese ma le nostre autorità fornirono la necessaria assistenza! Secondo il Times di Londra, "la partenza di così tanti sauditi ha preoccupato gli investigatori, che ritenevano che qualcuno di loro fosse in possesso di notizie sui dirottatori. Gli agenti dell'FBI hanno insistito nel controllare i passaporti, compreso quelli della famiglia reale".
E questo è tutto ciò che fece l'FBI? Controllare qualche passaporto, porre alcune brevi domande, come "Ha preparato lei il suo bagaglio?" e "I bagagli sono stati in suo possesso da quando li ha preparati?".
Così, questo potenziale materiale di testimonianza fu mandato via con un bon voyage e un bacio di addio. Come scrisse Jane Mayer sul The New Yorker, "Quando chiesi ad un funzionario dei servizi segreti americani se qualcuno aveva considerato di trattenere i membri della famiglia, egli rispose - Questo si chiama prendere ostaggi. Noi no lo facciamo".

Era serio? Io rimasi senza parole per lo shock. Avevo letto bene? Perché questa notizia non era stata riportata più diffusamente? Non voglio raccontare cose personali o altro, ma la mattina dell'11 settembre io ero appiedato a Los Angeles. Riuscii a noleggiare un'auto e a guidare 3000 miglia per tornare a casa – e tutto questo perché viaggiare sugli aerei era proibito nei giorni successivi all'attacco. E invece a jet privati sotto la supervisione del governo saudita – e con l'approvazione di Bush – fu permesso di scorrazzare nei cieli americani, trasportando 24 membri della famiglia bin Laden fino a farli giungere in Europa, senza che potessero essere raggiunti da funzionari investigativi americani. Un agente dell'FBI mi disse che il comando era "furioso" perché non gli era stato permesso di trattenere i bin Laden nel paese e condurre così una reale indagine – il genere di indagine che la polizia fa quando cerca di arrestare un assassino. Di solito alla polizia piace parlare con i familiari del sospetto per conoscere quello che sanno, chi conoscono, come potrebbe aiutare a catturare il fuggitivo. In questo caso non fu seguita alcuna di queste procedure.

Questo è inverosimile. Abbiamo due dozzine di bin Laden sul suolo americano e tutto quello che Bush fa è uscirsene con una scusa che non regge quale quella di ritenersi preoccupato circa la "loro sicurezza". Non poteva darsi che almeno uno dei 24 avesse qualcosa da dire? O almeno uno di loro non poteva essere "convinto" a fornire il suo aiuto per rintracciare bin Laden?
No. Niente di tutto questo. Così mentre migliaia di persone si trovavano appiedate e non potevano volare, se tu avessi potuto provare che eri un parente stretto del più grande assassino nella storia americana, avresti ottenuto un viaggio aereo gratis intercontinentale!
Cominciai allora a domandarmi che cos'altro c'era che non ci avevano detto. Così iniziai a scrivere un elenco di tutte le questioni che non quadravano.
Allora, George W., che ne pensi di darmi una mano? Poiché la maggior parte delle mie domande riguardano la tua persona, tu sei la persona migliore per aiutare me – e la nazione – a spiegare quello che ho trovato.

La mia prima domanda è: E' vero che i bin Laden hanno fatto affari con te e la tua famiglia negli ultimi 25 anni? Nel 1977, quando tuo padre ti sistemò in una compagnia chiamata Arbusto, hai ricevuto finanziamenti da uno dei tuoi vecchi amici, James R. Bath. James era stato assunto da Salem bin Laden – fratello di Osama – per investire il denaro dei bin Laden in varie iniziative imprenditoriali nel Texas. Circa 50.000 dollari, cioè il 5% del controllo della Arbusto, viene dal sig. Bath.
Dopo aver lasciato il suo incarico, tuo padre è divenuto consulente per il Gruppo Carlyle. La famiglia bin Laden ha investito come minimo 2 milioni di dollari nel Gruppo Carlyle. Risulta inoltre che Frank Carlucci, segretario della difesa sotto Reagan e ora capo del Carlyle, siede nel consiglio direzionale di una think tank chiamata Middle East Policy Council insieme con un rappresentante della famiglia di bin Laden. Dopo l'11 settembre, il Washington Post e il Wall Street Journal sottolinearono questa strana coincidenza. La tua prima risposta, sig. Bush, è stata quella di ignorare tutto questo, sperando che fosse dimenticato. Tuo padre e i suoi amici al Carlyle non hanno rinunciato all'investimento di bin Laden. Il tuo esercito di sapientoni ha detto: non possiamo dipingere questi bin Laden con lo stesso pennello usato per Osama. Essi hanno ripudiato Osama! Non hanno niente a che fare con lui! Odiano e disprezzano quello che ha fatto! Questi sono i bin Laden buoni. E poi è uscito il video. Mostrava alcuni di questi buoni bin Laden – compresa la madre di Osama, una sorella e due fratelli – insieme ad Osama al matrimonio di un figlio appena otto mesi prima dell'11 settembre. The New Yorker riportò che non solo la famiglia non aveva tagliato i rapporti con Osama, ma aveva continuato a finanziarlo così come faceva da anni. Non era un segreto per la CIA che Osama potesse accedere alle fortune della sua famiglia (la sua parte è stimata in almeno 30 milioni di dollari) e che i bin Laden, così come altri sauditi, finanziavano adeguatamente sia Osama che Al Qaeda.

Sig. Bush, settimane dopo l'attentato sul WTC e sul Pentagono, tuo padre e i suoi amici rifiutarono di annullare il supporto finanziario fornito dall'impero bin Laden. Fu solo dopo due mesi, quando sempre più persone chiedevano una spiegazione per questa presenza dei bin Laden nella proprietà Bush, che tuo padre e il Gruppo Carlyle furono costretti a restituire i milioni ai bin Laden, chiedendo loro di lasciare la compagnia come investitori. Perché c'è voluto tanto tempo?
Per rendere le cose ancora peggiori, si venne a sapere che uno dei fratelli di bin Laden, Shafiq, si trovava la mattina dell'11 settembre a Washington ad una conferenza del Gruppo Carlyle. Il giorno prima, alla stessa conferenza, tuo padre e Shafiq erano stati visti discutere insieme a tutti gli altri cervelloni del Carlyle.

Sig. Bush, nel caso tu non capisca quanto bizzarro sia stato il silenzio dei media riguardo i rapporti tra la tua famiglia e i bin Laden, permettimi una analogia a come la stampa o il Congresso si sarebbero occupati di un fatto simile, se la stessa scarpa si fosse trovata ai piedi di Clinton. Se dopo l'attentato al Federal Building in Oklahoma, si fosse venuto a sapere che vi erano rapporti finanziari tra Bill Clinton e la famiglia di Timothy McVeigh, che cosa pensi avrebbero fatto il partito repubblicano e la stampa? Non pensi che avrebbero fatto almeno due domande, del tipo "Che significa questo?". Sii onesto, tu sai la risposta. Avrebbero scuoiato vivo Clinton e gettato quello che rimaneva della sua carcassa nel Gitmo.
Continuiamo con l'analogia Clinton, e immagina che nelle ore successive all'attentato di Oklahoma, Bill Clinton improvvisamente si fosse cominciato a preoccupare della incolumità della famiglia McVeigh a Buffalo – e avesse organizzato un viaggio per portare loro fuori dal paese. Che avresti detto, tu e i repubblicani?
Sig. Bush, i bin Laden non sono i soli sauditi con i quali tu e la tua famiglia avete strette relazioni personali. L'intera famiglia reale sembra essere debitrice nei tuoi confronti – o viceversa?

Il fornitore numero-uno di petrolio agli Stati Uniti è l'Arabia Saudita, che possiede le maggiori riserve petrolifere conosciute del pianeta. Quando Saddam Hussein invase il Kuwait nel 1990, i sauditi si sentirono minacciati e fu tuo padre, George Bush I, che venne a salvarli. I sauditi non lo hanno mai dimenticato, e, secondo l'articolo del marzo 2003 su The New Yorker, alcuni membri della famiglia reale considerano la tua famiglia come parte della loro.
Haifa, moglie del principe Bandar, ambasciatore saudita negli Stati Uniti, afferma che tua madre e tuo padre "sono come mia madre e mio padre. Io so che se ho bisogno di qualcosa posso andare da loro".

Come Robert Baer – membro della CIA dal 1976 al 1997 – ha rivelato nel suo libro, Sleeping With the Devil, tuo padre aveva un nome speciale per il principe saudita che chiamava "Bandar Bush." Il principe Bandar investe nel Gruppo Carlyle, ed è stato presente alla festa di compleanno di tua madre, quando ha compiuto 75 anni. Ha donato 1 milione di dollari al Museo e Biblioteca Presidenziali George Bush in Texas e ha disposto una donazione di oltre 1 milione di dollari per la campagna di alfabetizzazione di Barbara Bush. E' stata una relazione sicuramente fruttifera. Quando c'è stato tutto quello sgradevole stress intorno a quei coriandoli sospesi in aria sulle urne elettorali della Florida nel tardo autunno del 2000, il tuo intimo amico Bandar era lì per la tua famiglia, offrendo il suo sostegno. Portò tuo padre a battute di caccia al fagiano in Inghilterra, per aiutare la sua mente a rimanere fuori da tutto quel caos, mentre l'avvocato della famiglia reale – il tuo avvocato, James Baker – andò in Florida a dirigere la battaglia elettorale. (Baker rappresenterà più tardi la famiglia reale nel procedimento intentato contro di lei dalle famiglie delle vittime dell'11 settembre). Siamo giusti, sig. Bush, non sono solo i suoi familiari a ricevere elargizioni saudite. Una grossa fetta dell'economia americana si poggia sul denaro saudita. Hanno trilioni di dollari investiti nel nostro mercato azionario e un altro trilione di dollari depositati nelle nostre banche.
Se un giorno decidessero di ritirare improvvisamente tutto quel denaro, le nostre corporazioni e istituti finanziari collasserebbero, causando una crisi economica mai vista. Aggiungiamo poi che quel milione e mezzo di barili di petrolio provenienti dall'Arabia e che rappresentano il nostro fabbisogno giornaliero potrebbero sparire con un semplice sghiribizzo saudita, e allora possiamo cominciare a capire come non solo tu ma tutti noi siamo dipendenti dalla Casa Saudita.

Probabilmente ecco perché hai bloccato I tentativi di scavare più profondamente nella connessione tra Arabia Saudita e 11 settembre. I titoli lo gridavano il primo giorno e lo gridano nello stesso modo oggi, due anni dopo: terroristi attaccano gli Stati Uniti. Terroristi.
Io mi sono posto domande su questa parola per qualche tempo, così, George, ti chiedo: se 15 dei 19 dirottatori fossero stati nord-coreani e avessero ucciso 3.000 persone, i titoli del giorno dopo sarebbero stati: Corea del Nord attacca USA? Sicuramente sì. O se fossero stati 15 iraniani o 15 libici o 15 cubani, io credo che il pensiero convenzionale avrebbe detto: Iran (o Libia o Cuba) attacca l'America! Invece hai mai sentito da qualcuno dire o visto scrivere dopo l'11 settembre: "Arabia Saudita ha attaccato gli Stati Uniti?". Non lo hai sentito. E allora la domanda successiva è: Perché? Perché quando il Congresso ha rilasciato la sua indagine sull'11 settembre hai censurato 28 pagine che riguardavano il ruolo dei sauditi nell'attentato? Che cosa si nasconde dietro questo apparente rifiuto di guardare al solo paese che sembra avere fornito i "terroristi" che hanno ucciso nostri cittadini? Perché ti impegni tanto a proteggere i sauditi quando avresti dovuto proteggere noi?

Due notti dopo gli attacchi, secondo l'articolo scritto da Elsa Walsh su New Yorker, sei uscito sul balcone Truman della Casa Bianca a rilassarti e fumare un sigaro. Erano state 48 ore orribili e tu avevi bisogno di rilassarti. In quel momento privato, hai chiesto ad un amico di unirsi a te. Quando egli entrò alla Casa Bianca, vi abbracciaste, e poi gli hai chiesto di seguirlo sul balcone, dove gli offristi da bere. Entrambi accendeste i sigari, mentre guardavate fuori verso il monumento a Washington. Tu gli dicesti che se gli Stati Uniti non fossero riusciti a catturare qualche uomo di al Qaeda coinvolto negli attacchi per farlo cooperare alle indagini, "noi verremo a prenderli da te". Fu una offerta che egli apprezzò. Dopo tutto, era il tuo buon amico "Bandar Bush," principe dell'Arabia Saudita. Mentre il fumo delle ceneri ancora riempiva l'aria di Manhattan e Arlington, il fumo del sigaro del principe saudita si diffondeva nella mite aria notturna di Washington, con te, George W. Bush, dalla sua parte.

Excerpted from "Dude, Where's My Country?" by Michael Moore. (c) 2003 by Michael Moore. With permission of Warner Books Inc. All rights reserved.

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LOS METODOS DE LA NUEVA INQUISICION
by Alain de Benoist Sunday, May. 23, 2004 at 11:54 PM mail: armanen@terra.cl

Texto gentilmente proporcionado a EH por EDITORIAL ARMANEN, armanen@terra.cl, especializada en literatura NS y Hitlerismo Esotérico. Fue publicado originalmente en http://www.nuevorden.org. Traducido por U.K.



Se ve que la sociedad actual coloca el pluralismo al principio de sus discursos, sólo para hacerlo desaparecer cuando ha llegado a la meta. Se ve además que cierta izquierda, que ayer se enfrentaba a la sociedad burguesa y criticaba su orden moral, hoy se pone a la cabeza del reformismo político y del conformismo moral, porque sus consignas se han convertido en lugares comunes.

Esto es un fenómeno llamativo que debiera hacer reflexionar sobre el camino recorrido por la izquierda. Era necesario coraje para atacar en Sudáfrica el apartheid, para luchar en Francia con las armas en la mano contra la ocupación alemana en la segunda guerra...

Pero, ¿en qué consiste hoy ese coraje? Una resistencia contra el nazismo hoy no arriesga nada, a no ser la propia ridiculez. Y los slogans, que ayer podían significar para sus autores prisión o muerte, hoy son fórmulas mágicas, sortilegios productores de buena conciencia y a la vez pasajes en el mundo de los medios y las editoriales. Con ideas que sólo son expresión de la época porque se las puede decir sin peligro, no despierta ese coraje admiración alguna.

En todos los tiempos ha habido censura y la tendencia a la intolerancia es un componente del espíritu humano. Ha habido en el pasado ideologías dominantes y todos los gobiernos, con diferencia gradual, han saludado la oportunidad de unificar la sociedad y ahogar opiniones disconformes.

El hecho de que la censura hoy retorne es justamente desenmascarador, porque el retorno sucede en una sociedad que pretende reconocer y garantizar la libertad de expresión. El artículo 11 de la Declaración de los Derechos Humanos proclama como uno de los derechos más preciosos el libre intercambio de ideas y opiniones. En Francia la ley de libertad de imprenta del 29 de julio de 1881 establece en su primer artículo: "imprenta y librerías son libres". Pero esto ha dejado de ser verdad. Mientras en la mayoría de los países liberados del yugo soviético hay libertad de palabra, mientras en USA el First Amendment de la Constitución permite la libre expresión de todas las opiniones, la Francia actual es, junto con Alemania y otros paises de la región occidental en que la libertad de opinión está más limitada.


"No hay libertad para los enemigos de la libertad". Es una vieja coartada, que siempre ha provocado la pregunta, cómo se define la libertad, y sobre todo, quién ha de poseer la capacidad de determinar quién es el enemigo de la libertad. Cuando en el siglo XIX los socialistas revolucionarios denunciaron la explotación económica, fueron llevados ante los tribunales de justicia por incitación al odio. Hoy se hace lo mismo con aquellos que no se postran ante la ideología de los derechos humanos. Si fuéramos a creer a cierta gente, la libertad de opinión estaría limitada a las opiniones tolerables. Pero justamente más allá; es donde empieza la libertad; y fueron siempre los que tuvieron que pelear por ella, por su triunfo, quienes han definido esa libertad. La libertad de opinión no tendría ningún valor si sólo la disfrutaran los que opinan aquello que cualquiera considera justo y razonable. Por ser la libertad de opinión el primer presupuesto para el libre desarrollo de las ideas y para la existencia de un debate democrático, ella sólo tiene sentido cuando hasta las opiniones más absurdas, más chocantes y más ofensivas gozan de libertad. Por la simple razón de que, si no fuera así la proclamación de ese principio de libertad de opinión hubiera sido superfluo.

La verdad es que la libertad de opinión es indivisible; ella cesa de existir apenas se le colocan límites. La verdad es que la censura es insoportable, no importa que móviles persiga, no importa qué identidad posean las víctimas de esa libertad, no importa bajo qué condiciones se ejerza. No hay censura que pueda defenderse intelectualmente y además ninguna es eficaz.

Hoy en día aquellos que condenan la censura son acusados de ser cómplices de los censurados. Esa acusación, prácticamente una extorsión, es igualmente insufrible. Entre las ideas que hoy están prohibidas hay seguramente algunas que son absurdas o abominables.

Pero si hay opiniones abominables entonces las leyes que las quieren prohibir son más abominables. No se trata aquí en primera línea de defender a los censurados, aquí se trata de atacar la censura. El macarthismo y el sistema soviético han desaparecido, pero siguen estando presentes los herederos de un Zadanow o de un McCarthy. Sólo que bajo Stalin o McCarthy los delatores estaban obligados a la denuncia si querían conservar su vida o su trabajo. Hoy en día vemos a delatores que realizan esa tarea sin que nada los obligue. Se llevan a la boca la expectoración de McCarthy sin que eso les produzca ningún asco. Ellos están muy ocupados confeccionando listas negras para pronunciar excomuniones y descargar anatemas.

Ellos se escandalizan por aquellas denuncias cuyas víctimas eran los judíos en la época de la ocupación alemana en Francia, pero ellos mismos, denunciando a todos aquellos que la ideología dominante pone en el Index, se comportan de la misma manera. Todo en un clima que Cornelius Castoriadis caracteriza muy bien como el "Avance de la Banalidad", y todo eso - obsérvese bien - bajo pretextos morales.

En la sociedad de control en que vivimos, que dispone de medios de vigilancia de la vida pública y privada que ni siquiera poseyeron los regímenes totalitarios, todos los motivos son buenos para excluir, empujar a la orilla y marginalizar. Nombro las razones más profundas de esa intolerancia: los remordimientos de conciencia de los penitentes y arrepentidos, la precariedad cultural de los incapaces de responder, de aquellos que en vez de refutar, difaman; el miedo de una nueva clase cuyos miembros ha sido elegidos hace mucho y no porque poseyeran verdaderas capacidades, sino por la capacidad de hacerse elegir. Sin méritos, apartados del pueblo, viven en continuo temor de perder sus puestos y privilegios. Nombro también las metas de la censura: ella quiere crear chivos expiatorios para impedir que se les pida dar razón de sus afirmaciones, para desviar la atención sobre las monstruosidades en el Sistema actual, para poner a la opinión pública una argolla en la nariz y conducirla a su gusto; para imponer una abjuración de todos los pensamientos peligrosos antes de otorgar el reconocimiento mediático y social.

Este sistema de la censura va a durar tanto como pueda. Tengo la sensación de que se va a derrumbar por propio peso, como una consecuencia de su propia dinámica. Va a llegar un día en el cual -como ya empieza a observarse- a los delatores no les queda más remedio que denunciarse unos a otros. Pero nosotros, nosotros vamos a estar ahí. Hoy día estamos rodeados de moralistas que pretenden que nosotros gimamos por nuestra indignidad.

Pero nosotros, nosotros no tenemos nada de que arrepentirnos. Por eso hay en nuestro país y también en otras regiones, un grupo de intelectuales que posee el coraje de emprender una común iniciativa contra la nueva Inquisición.

Mientras vivamos seguiremos diciendo palabras divergentes, seguiremos defendiendo los derechos del pensamiento crítico. Mientras vivamos proseguiremos cooperando al trabajo del pensar. En el momento en que el conformismo se encuentra en la cúspide se trata una vez más de apelar a la unión de los espíritus libres y los corazones rebeldes.

Abajo con la censura! Y viva la Libertad!


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MENWITH HILL, ECHELON, CARNIVORE:EL HERMANO MAYOR OBSERVA
by Gonzalo Baeza Sunday, May. 23, 2004 at 11:55 PM mail:

MENWITH HILL, ECHELON, CARNIVORE:

EL HERMANO MAYOR OBSERVA


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Documento originalmente editado en la revista chilena "Ciudad de los Césares" número 58, del 2000, bajo autoría de Gonzalo Baeza (casilla 38, 22 Santiago de Chile / Casilla 9054-3 Viña del Mar, Chile)


"El problema es que, de acuerdo al gobierno, existen sólo dos tipos de americanos: criminales y sospechosos de serlo."

- Steve Dasbach, dirigente del partido Libertario de EE.UU, refiriéndose al espionaje de internet por parte del FBI -

Pese a deber un porcentaje importante de su desarrollo inicial al complejo militar-industrial nortemaricano, internet es un medio cuyo crecimiento ha contribuído a la descentralización del diálogo y las ideas en forma notable. Agrupaciones, credos y textos que hasta hace poco no constituían más que un pie de página a nivel del debate intelectual, hoy son asequibles a un público mainstream sin el esfuerzo editorial o publicitario que los vedaba anteriormente. Todo ello, al nivel de lo político y lo cultural y sin considerar las posibilidades económicas y financieras que se abren, asimismo insospechadas.

Sin entrar en diatribas sociológicas, es evidente que el surgimiento de tal escenario conlleva la necesidad de controles y "marcos regularios" por parte de las autoridades. Y con éste, su desvirtuación, la que en otros planos se observa como el deseo de empadronamiento, homologación, censura y pasteurización de los elementos contrarios a la ortodoxia.

En el último número de la publicación inglesa The Scorpion, se editorializaba acerca de la asombrosa rapidez con que grupos políticos disidentes, incluyendo curiosamente a los del sesgo "tradicional", habrían abrazado esta nueva tecnología. Y si bien son indudables las facilidades de comunicación que conlleva, tampoco hay que confurdir la interacción expedita con el activismo efectivo. Proliferan en ese marco los agitadores "virtuales", "partidos" cuya militancia se mide por el número de clicks en su homepage y personalidades que aparecen y desaparecen vertiginosamente. Se concluía con la advertencia de no convertir internet en un "refugio del cobarde".

Sin embargo, el celo guardián bien pensante ya ha dado muestras de histeria al respecto. Una ONG denominada "Hatewatch", a cargo de monitorear internet y en específico las páginas que promuevan la xenofobia, daba la alarma en un informe a fines del año pasado respecto del auge de páginas de "odio". Como se sabe, la palabra "hate" es sinónimo en la jerga orwelliana en boga, de diversas formas de disidencia y oposición al modelo multicultural imperante. Su número: 300 páginas de odio en toda la red. Lo que por cierto no consideraba el estudio es que internet la componene más de 800 millones de páginas de acuerdo a una editorial de la revista electrónica Yahoo! Internet Life, que polemizara con los acólitos de la tolerancia.



Menwith Hill vigila:

Pero más importante que los civiles que le hacen el trabajo al gobierno, son las entidades fiscalizadoras estatales de las grandes potencias y la tecnología de la que disponen. Es el caso de Menwith Hill (MH), la estación de monitoreo más poderosa del mundo. Pese a ubicarse en North Yorkshire, Inglaterra, se trata de una operación a cargo de la National Security Agency (NSA) de EE.UU, la también principal y más sofisticada organización de inteligencia del planeta.

Originalmente, fue construida en la década del 50 para intercaptar comunicaciones soviéticas así como de índole general. Su capacidad actual se sustenta en 25 "Radones", protecciones de kevlar que se acoplan a antenas satelitales o radiales, los que permiten supervigilar gran parte del globo, incluyendo sistemas especiales para Europa y Asia.

De acuerdo a un informe preparado para el Parlamento Europeo en 1998, en dicho continente la totalidad de los e-mail, telefonía (incluida la móvil) y mensajes de fax son rutinariamente interceptados por la NSA. El reporte dio a conocer el sistema "Echelon", basado en programas computacionales capaces de reconocer palabras claves captadas en el tráfico de cualquier información canalizada a través de estos medios. Todo mensaje que contenga un término tenido por "especial" o "conflictivo" es susceptible de ser atrapado por la NSA, la que después lo deriva a su base central en Fort Meade, Maryland para ulterior análisis.

Si ello no fuese suficientemente grave, la NSA admitió hace poco que puede reservarse el derecho a clasificar dicha información a su antojo. Ello, pese a un tratado de cooperación de EE.UU con el Reino Unido que data de hace más de 50 años y prescribe que por operar en su suelo, MH debe compartir sus resultados con la inteligencia británica. Una confirmación más, aunque necesaria, del momento unipolar del mundo y la especial sociedad que durante este siglo han tenido ingleses y norteamericanos.

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UNA FECHA PARA RECORDAR: 11 DE SEPTIEMBRE DE 200
by EDITORIAL ARMANEN Sunday, May. 23, 2004 at 11:58 PM mail: armanen@terra.cl

11 DE SEPTIEMBRE DE 2001: por unánime acuerdo, una fecha para recordar. La superpotencia global fue penetrada en sus defensas y golpeada en el corazón. No sabemos en estos momentos cuál ha sido la reacción de aquélla: si, conforme a sus propios precedentes, ha llevado a cabo un ataque, criminal por la intención, por los efectos y por la superioridad sin proporción de los medios de que dispone, contra un pueblo indefenso, uno entre los condenados de la Tierra. O si otras potencias, que al rango de mundiales aspiran, han sido capaces de contenerla y morigerarla. De esta capacidad mucho, todo, dependería para los pueblos y los hombres que quieren ser libres.

Pendiente todavía, en medio de la universal desinformación, la identidad cierta de los responsables de los ataques sobre Washington y Nueva York, sólo caben algunas observaciones. Que el terrorismo sea un arma innoble, cuando golpea a mansalva y siega vidas inocentes, no habrá quien lo discuta entre aquellos animados de una concepción superior del mundo. ¿Mas si la Necesidad -que "aun a los dioses obliga"- fuerza a ello? Luego, ¿qué diferencia hay con los bombardeos por medio de la más sofisticada tecnología? Que las víctimas puedan ser o hayan sido afganas, irakíes, palestinas, serbias -o alemanas-, ¿hace acaso alguna diferencia para nuestras buenas conciencias occidentales?

A este respecto, lo menos que se puede decir es que la superpotencia global, que ha empleado en todas sus guerras métodos terroristas, se ha atraído su propia némesis. Y véase a las buenas conciencias, que en la cumbre pertinente han hecho profesión de antirracismo, a cuál más, véaselas pretendiendo que un acento, una expresión de fe particular, la pertenencia a una raza, hacen a los individuos sospechosos o incluso culpables. Véaselas invocando a la cultura occidental, cuando los valores occidentales específicos se disuelven en el consumo global o son explícitamente negados por ellas mismas. Y véaselas apelando al orden internacional global, que supondría tal vez jurisdicciones superiores que dirimieran conflictos como el presente; en tanto que la represalia unilateral de la superpotencia -con el concurso o no de sus aliados y vasallos, con la aprobación disciplinada, con apenas una tímida reserva en cuanto al uso unilateral de la fuerza, por parte de gobiernos como el chileno-, tal represalia, no es sino el derecho de "ejecución" que las potencias desde siempre se han arrogado, a la medida de sus fuerzas: nada nuevo en el mundo.

Un acierto ha de reconocerse al gobernante de la superpotencia: haber visto en el acto del martes 11 un acto de guerra. Sí, pero en una guerra declarada por USA a las naciones del mundo. La imposición de una hegemonía descarada, del nuevo orden que el padre del mismo gobernante proclamara, con sus bancos, sus tribunales y sus missiles, equivale a una agresión contra esas naciones en la medida en que quieran ser libres. Mas la guerra abierta no es sino la continuación de la política, con otros medios. En la desmedrada situación de estas naciones, lo que habría que articular, por nuestra parte, es una política, es decir, una voluntad.

USA ha querido ser una nueva Roma, pero es sólo una nueva Cartago. Y tal vez la visión de su urbe primera en llamas le augure simbólicamente el mismo destino de Cartago.

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Jóvenes chilenos deben luchar contra EE.UU. en Irak
by Ariel Diéguez Monday, May. 24, 2004 at 12:03 AM mail:

El llamado de Miguel Serrano


Para Miguel Serrano, escritor, ex diplomático y ferviente admirador de Adolfo Hitler, lo que Estados Unidos busca al atacar a Irak es implantar el Gobierno Mundial. Califica la guerra como inmoral y llama a los jóvenes chilenos a viajar al país musulmán y luchar contra el invasor como fedayines.

-¿Por qué tenemos que apoyar a Irak?

-Por una cuestión moral, una palabra que se está usando tanto ahora. Un país pequeño, mal armado, contra los gigantes del mundo que lo atacan con el armamento más moderno. A pesar de todo, ese país pequeño se defiende, por patriotismo, por amor a su tierra.

-¿Cómo califica la actitud de Estados Unidos?

-Totalmente criminal. Es un paso hacia el Gobierno Mundial, puesto que después van a seguir con Irán, con Siria. Quieren desarmar todo el Medio Oriente, en beneficio exclusivamente de Israel.

-¿A Chile cómo le va a ir cuando el mundo esté regido por el Gobierno Mundial?

-Pésimo, porque el centro del Gobierno Mundial va a estar en la Patagonia. Ahí van a establecer un país. Ya están comprando terreno por todas partes, para hacer un nuevo país, que va a estar gobernado exclusivamente por los judíos.

-¿Cómo debiéramos defender a Irak?

-Los jóvenes deben ir a luchar allá. Los iraquíes han luchado muy heroicamente. Los jóvenes deben llegar allá y ofrecerse en este combate. Sería algo simbólico.

-Sería mandarlos a una muerte segura.

-Morirían, si fuese necesario.

-¿Cómo sería la resistencia chilena en Irak?

-Es difícil. Habría que ponerse de acuerdo con Siria y tomar contacto con los fedayines. Habría que entrar por Jordania. Habría que resistir, porque van a luchar. Por ejemplo, Pavlovic. Él ha sido un periodista heroico.

-Pero él no está defendiendo Bagdad.

-No, pero está metido en plena guerra. Yo creo que tiene simpatía por Irak, porque es croata y los croatas han sufrido cosas parecidas.

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Una violenta masacre
by Miguel Serrano Monday, May. 24, 2004 at 12:13 AM mail:

Una violenta masacre...
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La amada bestia judía de Madeleine Albright, la Princesa Judía de Norteamérica, es una imagen idealizada. Esta asesina declara alegremente a los medios de comunicación de su país: "Sí, lo valió, tener 500.000 niños iraquíes muertos".


EL PANORAMA DE HOY: UNA EXPLICACION LOS IMPUNES ASESINATOS RITUALES DE SION CONTRA EL MEDIO ORIENTE



"El judío cuenta con la cobardía y la comodidad de los no judíos, para terminar de una vez con ellos, o para esclavizarlos para siempre."

(Miguel Serrano)



Con las trabas de las legislaciones y la estructura de las sociedades actuales, el judío ya no puede realizar los sacrificos oficiales del Purim abiertamente como ayer, así que en nuestros días la fiesta se sigue celebrando por las fuerzas sionistas más bien de modo encubierto, disfrazándolas de guerras, masacres de civiles, magnicidios, muertes accidentales, bajas de guerra (como el uso de napalm contra los civiles de El Líbano, en 1968, o los bombardeos de la ONU a Yugoslavia en 1998), y situaciones sociales de conflicto incontrolables, como lo hemos indicado, entre fines del primer trimestre de cada año y hasta principios del segundo, período en que la crónica roja mundial de los diarios se llena de hechos de sangre.

Basta ver los períodos de cada año y comparar los meses señalados con el resto para advertir de inmediato algo raro.

Esto no quita, sin embargo, que el judío aproveche determinados apisodios sociales o circunstancias históricas para desplazar la fiesta hasta otras "oportunidades" que le ofrezca el medio, como fue la Masacre del Seguro Obrero en Chile, el Circo de Nuremberg en Alemania, la Masacre de los 5.000 estudiantes de la Plaza de Tiananmen en China (ordenada el 4 de junio de 1989 por los actuales judíos chinos o "tiau-kiu-kiaou" del gobierno chino), etc., ampliando con ello el calendario del Purim de vez en cuando, al menos en su aspecto sangriento, especialmente con víctimas del mundo árabe por las posibilidades políticas que ofrecen estos territorios y por su eterna enemistad con el mundo judío y en las que simpre hay connotaciones rituales en la forma en que se dan las muertes.

Los ataques de Israel a los países islámicos suelen ser entre Enero y Abril de todos los años, y eventualmente mayo, durante su primera semana. El calendario de la fiesta carnicera siempre cae algún momento de este período de tiempo citado. El ataque estadounidense ordenado por el Pentángono -en complicidad con la judería británica- a las ciudades libias de Bengazi y Trípoli, tuvo lugar el 14 de Abril de 1986, matando civiles y siendo cruelmente ejecutados en horas nocturnas, para incrementar el daño. En 1990 los rusos atacan criminalmente Azerbaiyán durante el mes de Enero. Ese mismo año, entre Enero y Marzo, es provocada en El Líbano la guerra entre cristianos y musulmanes, culminando con más de 800 muertos. Entre Enero y Febrero de 1991 los norteamericanos atacan y bombardean Bagdag so pretexto de la liberación de Kuwait. Durante Abril y Mayo del 2000, la aviación israelí volvió a atacar el Sur de El Líbano durante la noche del miércoles 3 de Mayo, con el pretexto de descoyuntar un comando rebelde del Hezbolá establecido allí. Y el 2001 sería recibido con la escandalosa ola de crímenes y asesinatos contra el pueblo de Palestina, ejecutada por las autoridades y fuerzas militares de Israel.

Y, aunque en otras fechas del primer semestre, por ese sentido ritual van además acciones criminales como la Guerra de los Seis Días provocada por Israel contra Egipto en de Junio de 1967. Al respecto, Israel se defiende alegando no haber iniciado la agresión, pero sabemos bien que la invasión israelí comenzó el mismo día en que se instalaron en Palestina ilegítimamente. Aquella guerra sólo fue una reacción de supervivencia ("Cuando me defiendo del judío, velo por la obra de Dios", decía A. Hitler). Otros casos fueron realizados en forma encubierta: fue el 31 de Julio de 1987 que se ordenó en Arabia Saudita el ataque y muerte de 402 peregrinos chiítas iraníes que viajaban a La Meca y el 3 de Jjulio de 1988 los norteamericanos derriban "por error" un avión comercial iraní sobre el Golfo Pérsico asesinando a todos sus pasajeros.

Desde principios del siglo XX la carnicería del Purim seguía claramente. Como en la masacre de los bombardeos de Dresden, el uso de napalm contra escuelas y poblados del Líbano son episodios que forman parte de las oportunidades del Purim, en los que el fuego tiene una fuerte presencia, el "fuego holocáustico". Más tarde lo serán los asesinatos de Palestinos con disparos en la cabeza en sus mezquitas, impunes asesinatos con las archiprohibidas bombas químicas de sirios refugiados en campos de El Líbano, los bombardeos sobre las ciudades de Irak, los ataques de la Unión Soviética a Etonia y Lituania en Enero de 1991, etc.

Otro cruel Purim fue celebrado también por los israelíes el 16 de Febrero de 1992, cuando sus soldados atacan con un helicóptero la caravana del jeque Al-Musawi, al Sur de El Líbano, asesinándolo a él, a su familia y a sus hombres de seguridad.

Un impactante y descarado asesinato Purim tuvo lugar el 25 de Febrero de 1994, cuando el médico y funcionario del ejército israelita Baruj Goldstein, judío ortodoxo originario de Brooklyn, realizó una matanza ritual por la espalda y con balazos a la nuca de 30 palestinos -adultos y niños- que yacían arrodillados pacíficamente en oración en la Cueva de los Patriarcas, en complicidad con elementos del ejército isralelí. Goldstein fue un discípulo del polémico Rabí de Brooklyn, Meir Kahane, quien, a su vez, había declarado ante los noticiarios de la CBS que su enseñanza le decía que los árabes eran "perros", según se deriva del Talmud. (CBS 60 Minutos, "Kahane"). Creía además, que los palestinos eran "descendientes de Hamán" (recordar el mito de Esther, en página 3), por lo que encarnaban una culpa generacional que debían pagar a toda costa. Esta fue parte de la inspiración de Goldstein.

La iracunda turba árabe alcanzó al criminal y le dio muerte linchándolo en la calle, afortunadamente. Sin embargo, la Sinagoga de Satanás no se rindió: su tumba instalada preventivamente fuera de Hebrón y se convirtió en un lugar de culto para judíos ortodoxos, que llegaba a ella a venerar su "acción sagrada" contra los árabes, colocando piedras y besando la lápida. El Gobierno de Israel decidió destruir el sepulcro a pesar de las protestas de los talmudistas fanáticos, enviando otra vez a este criminal al lugar de donde vino: al Infierno.

Desde la Universidad de Jerusalén, el profesor judío Ehud Sprinzak describió así a Kahane y a la filosofía de Goldstein:

"Creen que es LA VOLUNTAD DE DIOS que cometan violencia en contra del goyim, un término hebreo para el no judío." (NY Noticias Diarias, Feb. 26, 1994, p. 5).

El principio de estos hechos son un odio activo hacia el no judío, hacia el ser humano, que hemos descrito ya como "milenario", a juzgar por los contenidos del Talmud. Prueba de ello es que los Israelitas anualmente realicen una peregrinación masiva a la tumba de Simeon ben Yohai, honrar este rabí que defendió el exterminio de los no judíos y emitió una famosa frase talmúdica del Soferim 15, Regla 10: "Al mejor de los gentiles debe matársele".

No sólo hay una valoración del personaje, sino que además de su enseñanza llena de odio y crueldad. Así se explica que el Rabí Yitzhak Ginsburg declarara: "Tenemos que reconocer sangre judía y la sangre de una goy (no judío) no son la misma cosa." (NY Times, el 6 de junio de 1989, p. 5) y el Rabí Yaacov Perrin, unos años más tarde: "Unos cuantos millones de árabes no valen ni una uña de un judío." (NY Dairy News, Feb. 28, 1994, p. 6). Esto último suena tal como la frase del Protocolo II de los Sabios de Sión, que los judíos han tratado de catalogar como "falsos y calumniosos" por tanto tiempo: "CADA UNO DE LOS NUESTROS QUE HA SIDO SACRIFICADO VALE DELANTE DE DIOS POR MILLARES DE GENTILES".

Para concluir, señalamos que durante la peregrinación de Su Santidad el Papa Juan Pablo II a Israel, en Marzo del 2000, a pesar de todas las cercanías de este pontífice con el judaísmo (y descendiendo él mismo de judíos polacos), un grupo de judíos ultraortodoxos realizó un grosero y chocante ritual nocturno de origen milenario, para "maldecirlo" mientras estuviera en Israel, "por ser un cristiano y odiar a Israel". Esta ceremonia fue grabada con cámaras y documentada periodísticamente, resgistrando los rostros de importantes rabinos allí presentes y demostrando por enésima vez el oscuro y siniestro origen de la verdadera religiosidad judeo-talmúdica, casi de Magia Negra. A penas fue mostrada por algunos medios de comunicación, siendo quizás una de las pocas veces que los no-judíos hayamos tenido la oportunidad de observar algo parecido a las mismas ceremonias que los judíos realizaban en sus escrondrijos durante la Edad Media.


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"¿Aceptará Yahvé los miles de carneros, y las libaciones de aceite a torrentes? ¿Ofreceré mi primogénito po mi delito, el fruto de mis entrañas, por el pecado de mi alma?"

(Miqueas, 6:7)

Niñita árabe quemada completamente por los salvajes ataques de Israel con bombas de napalm, en Agosto de 1967. La total impunidad criminal de Israel ha continuado hasta nuestros días, y todos los intentos por abrir un juicio por crímenes de guerra han sido boicoteados.

Más escenas de las atrocidades contra el pueblo árabe, cometidas por los israelíes. La prensa anunciaba entonces la necesidad de iniciar juicios de guerra, algo que nunca prosperó.

Una desconsolada madre árabe acompaña en el hospital de Tyre a su hijo, quemado vivo, durante los bombardeos israelíes a Quana, en un enorme y sádico Purim celebrado por los judíos el día 18 de Abril de 1996.





Una violenta masacre tuvo lugar en Jerusalén, en el año 1998. Las agencias del mundo (todas ellas en manos judías, como podemos suponerlo) informaron que "un grupo de terroristas palestinos" atacó a una multitud de civiles, dejando varios muertos entre su propia gente, hasta ser reprimidos por oficiales israelíes. Sin embargo, esta casi desconocida imagen muestra la realidad de los hechos: un grupo de misteriosos judíos vestidos de civil (como el cerdo obeso de la fotografía) fuertemente armados, atacaron a sangre fría, sin provocación ni castigo, a un grupo de inocentes palestinos en plena vía pública. Fue otro sangriento crimen ritual del Purim, maquillado por la prensa mundial.





55 años después de la masacre de Dresden, este bebé libanés muere de la misma forma que los niños alemanes abrasados por el napalm. Nadie condenó a Israel por estos horribles "Holocaustos masivos" que aún hoy día se practican con indignante frecuencia.





El rabí de Brooklyn Meir Kahane (QEPD, o sea, Que Esté Pudriéndose Dulcemente), es autor intelectual e indirecto de la masacre del Purim de 1994 ocurrida cuatro años después de su muerte, considerado como una "respetable eminencia" entre su gente. El hombre que dio la orden de cometer la masacre de ese Purim de 1994, Baruj Goldstein, seguramente recibió a su vez la inspiración del fallecido Kahane. Aquel día, la turba de palestinos pudo identificar al francotirador y fue muerto en el lugar. Su tumba se convirtió en un lugar de veneración para los judíos ortodoxos del mundo, hasta que, en la víspera del Año Nuevo del 2000, el gobierno de Israel decidió destruirla por la mala fama que le daba a sus negociaciones de paz, a pesar de las protestas de los seguidores del Doctor Goldstein, alumno de Kahane, que intentaron detener a toda costa su demolición.





A la izquierda: la "doble" masacre de palestinos para el Purim de Ramallah, en Hebrón, en marzo de 1998. El día 10 habían sido asesinados sin razón aparente tres arbañiles palestinos. Esto motivó las protestas del día 11, en donde volvieron a ser asesinados más civiles, como se ve en la fotografía. El ministro de defensa israelí, Yitzhak Mordechai, alegó que el ataque a los palestinos había sido "un accidente". A la derecha, como si con los crímenes anteriores no hubierna bastado, el Purim de marzo de 1998 continuó con una serie de nuevos crímenes contra la población civil palestina. En esta imagen, vemos una triste escena del funeral de Samer Karameh, un niño palestino de sólo 13 años asesinado a balazos en Hebrón sin razón justificada por soldados israelitas el día 17 de marzo de 1998. Un espectáculo que, sin embargo, tiene asegurada su repetición por muchos años más ante el silencio cómplice de la comunidad internacional.





En Diciembre del 2000, y como parte de las bestiales acciones criminales del Ejército Israelí contra el Pueblo Palestino que se extendían desde el período del Yom Kippur hasta bien avanzado el año 2001, el mundo pudo ser testigo de la muerte salvaje de este padre y su hijo árabes, completamente desarmados e indefensos, por las balas asesinas de los monstruos de la Sigagoga de Satanás. A pesar de que el crimen fue documentado, como muestra la secuencia, el infame Poder del Dinero Judío se puso en marcha y, al día siguiente de este escándalo, se intentó simular a través de las agencias judías (casi todas las grandes) que el padre y su hijito habían muerto a causa de "balas locas disparadas por los propios rebeldes palestinos", una versión tan idiota que casi ninguna cadena noticiosa extranjera creyó, salvo alguno que otro imbécil judeofílico de los que tantos hay por allí. Una dudosa investigación balística de oficiales israelíes ha intentado reafirmar este fraude.





Uno de los miles de niños de las comarcas de Irak que están muriendo de hambre (más de 200 por día según estadísticas de 1999) debido a las sanciones del boicot económico de la entonces Secretaria de Estado norteamericana, arriba a la derecha, la judía Madeleine Albright (hija de un estafador y ladrón judío checoslovaco llamado Josef Korbel), que tienen a este país del medio oriente con abastecimientos de medicina y alimentos bloqueados, con la complicidad del silencio criminal de los medios de prensa mundiales.

En una entrevista, la periodista Leslie Stahl preguntó a Madeleine Albright: "Entiendo que esos 500.000 niños iraquíes han muerto debido a nuestras sanciones. ¿Cuál fue el valor?". Albright contestó simplemente, "Lo valió". Abajo, más niños famélicos de Bagdag muriendo de hambre en 1996, imagen que ciertamente debe tener muy feliz a la judía señora Albrigth.





Imagen que desmiente la información distribuida por el mundo de que Estados Unidos (por orden de los judíos que controlan en Gobierno y que hemos visto en capítulos anteriores) habría atacado el 17 de diciembre de 1998 sólo "bases militares" de Irak. La fotografía muestan que el bombardeo se hizo directamente sobre las áreas urbanas de Bagdag y, como ya es costumbre, se falseó la verdad sobre los objetivos atacados. Hoy existen pruebas de que, además, estos bombardeos que en su momentos dejaron perplejos a todo el mundo al no parecer existir una razón aparente, habrían sido estimulados por chantajes de Israel y el Mossad al propio Presidente Bill Clinton, amenazándolo con divulgar cintas de sus conversaciones picantes con Monica Lewisnky en aquellos días en que el caso comenzaba a volverse escándalo, si no ejecutaba este ataque (pág. 5)





Otra imagen del bombardeo en barrios civiles de Irak, diciembre de 1998. Fue así entonces, como la judería estadounidense coludida con la israelí, celebraban los 50 años de la fundación de Israel y elegían esta fecha en conmemoración de los 6 años (seis es un número arquetípico-cabalístico de la religión judía) de la desarticulación de la resistencia palestina, el 17 de diciembre de 1992, cuando fueron deportados al Líbano 400 de sus más importantes hombres sin razón aparente.





Un niño iraquí quemado vivo en los bombardeos de fin de año de 1998. Víctimas inocentes de una locura criminal que por años ha sembrado muerte y destrucción ante la mirada confundida o cómplice de quienes jamás podrían entender la naturaleza de este odio asesino y religiosamente arraigado en una raza y en una fe que no son de este mundo, sino del infierno, de la Sinagoga de Satanás.





Hombre brutalmente quemado por las mismas bombas de 1998. Estas víctimas están lejos, allá en el Medio Oriente.. Pero recuerde que mañana, quizás, donde quiera que se encuentre en el mundo, LA PROXIMA VICTIMA PODRIA SER USTED...


"¡Cómo!... ¡Robáis, matáis, cometéis adulterio, juraís en falso, sacrificáis a Baal, corréis tras dioses que no conocéis y luego venís a presentaros ante mí, en este Templo que lleva mi nombre, y decís: Ya estamos seguros, para seguir, aún cometiendo todas estas abominaciones?¿Es que a vuestros ojos es una cueva de ladrones este Templo que lleva mi nombre?. Pero yo no estoy ciego -dice Yahvé."

(Jeremías, 7:9,11)

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LECTURAS ANEXAS
by abberrazion Monday, May. 24, 2004 at 12:18 AM mail:

LECTURAS ANEXAS...
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Se publica en esta sección omitiendo la identidad del proporcionante. AberraZión no se hace responsable por el contenido de los textos enviados a esta sección anexa, pero exige de los aportadores declarar las fuentes o la bibliografía de sus trabajos como medida mínima para dar fe de autenticidad de lo expuesto. El próximo período de recepción de textos será habilitado a partir de Julio 2002.

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arte violenta - societa violenta - costumi violenti e brutali
by Miguel Serrano Monday, May. 24, 2004 at 12:31 AM mail:

arte violenta - soci...
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EL KOSHER JUDIO: LA NATURALEZA DE UN FESTIN DIABOLICO

"El hombre es lo que come..."

- Feurebach -

Como se sabe, el "Kosher" o "Casher" es la dieta que debe seguir estrictamente todo judío de acuerdo a sus rígidas normas religiosas de cocina y consumo de productos. Incluye el tipo de tratamiento que deben recibir algunas materias comestibles como frutos, semillas y, especialmente, la forma en que debe ser obtenida la carne, permitiendo sólo el consumo de ciertas especies animales y no de otras (excluye a los "animales impuros" señalados en la Biblia). La tradicional imposibilidad del judío de consumir carne de cerdo, por ejemplo, proviene de esta filiación a las normas culinarias del Kosher.

Donde mejor señalado se encuentra esta prescripción es en la Torah y el Antiguo Testamento, en Levítico 2 y en el Deuteronomio 14:3,21. Las bases elementales de toda la reglamentación Kosher están allí, en especial lo referido a las formas de sacrificio de animales. Sin embargo, en tiempos recientes hemos comenzado a advertir que la naturaleza del Kosher y el objetivo de sus restricciones originales está siendo descaradamente tergiversadas en pro de fomentar el consumo de estos productos entre la población no judía, como veremos más abajo.

En una página publicitaria argentina de internet para los productos de naturaleza Kosher, es decir, los pertenecientes al estricto menú que le está permitido consumir a los judíos por acuerdo general y religioso, podemos leer lo siguiente:

"PRODUCTOS KOSHER:

El término Kosher es cada vez más conocido entre los consumidores, quienes se preguntan en que consiste este grupo de leyes que norman la selección y preparación de alimentos para la comunidad judía, pues muchas personas han descubierto que Kosher, además de sus implicaciones religiosas, significa alimentos más puros y sanos.

Kosher es una palabra hebrea que significa autorizado o apto para el consumo humano y estos productos cumplen con las normas Kashruth, que es el conjunto de estrictas normas de higiene contenidas en la ley hebrea. Esto significa el más exigente control e higiene para alimentos y bebidas.

Para que un producto sea autorizado y pueda considerarse Kosher, debe cumplir con normas sumamente rigurosas en todo su proceso industrial y asegurar que el origen y tratamiento de todos sus componentes cumplan también con estos reglamentos. Se necesita conocer cada ingrediente hasta la tercera generación de proveedores, saber quien lo procesó, como lo hizo y que materias primas usó.

Estadísticamente, en EE.UU los consumidores de productos Kosher representan 5 veces mas que la comunidad judía, lo que indica que los productos Kosher son preferidos no sólo por motivos religiosos, sino porque implican una estricta supervisión para asegurar su calidad. Kosher es actualmente un status que se le otorga a un producto. Asegurándose con esto, que se vigila y se controla al mismo desde la selección y origen de todos sus componentes, su procesamiento, envasado y empaquetado hasta el producto final que llega al consumidor.

Cuando las personas se familiarizan con las reglas Kosher quedan impresionadas por su rigor y descubren que las comidas empacadas que tienen la certificación Kosher contienen menos conservantes y son mas puras y más sanas."

Este tipo de avisos se han vuelto cada vez más comunes entre los promotores de la dieta Kosher y ya han comenzado a aparecer en algunos medios impresos. En lo fundamental, sus afirmaciones no difieren del resto de los avisos del mismo género.

Esto es sencillo: los judíos están intentando introducir -desde hace varios años- su dieta religiosa y los mandatos "religiosos" de la misma en las sociedades donde alojan, como una forma de popularizar los productos elaborados bajo el rigor del Kosher, al mismo tiempo de conseguir un abaratamiento de los costos ya que, como son ellos mismos los interesados, importadores y consumidores de los mismos, suelen comercialos a su propia gente a precios estratosféricos, dominados por su afán especulador. Un judío de clase media encontrará grandes dificultades para poder seguir una dieta estrictamente Kosher, pues es habitualmente onerosa. Ya han conseguido que muchas líneas aéreas sustituyan sus alimentos para pasajeros por alimentación exclusivamente Kosher, y otras compañías, como la Nestlé y la Cocacola Company, producen todos sus alimentos bajo esta misma rotulación.

No obstante lo anterior, curiosamente en países como el nuestro, Chile, otras compañías controladas por judíos, como la Comercial Centario, compran la sangre de los mataderos y la utilizan como colorante en polvo para cecinas, fiambres, galletas de "chocolate" (cuyo color se debe precisamente a la sangre) y hasta el café de legumbres que se vende simulando ser auténticamente de grano por la misma firma Nestlé. No sabemos, así, a qué se ajustaría aquí la estrictez de la reglamentación Kosher, ya que sólo se puede consumir un colorante de sangre cuando pertenece a un animal sacrificado de acuerdo a los ritos de muerte que explicaremos más abajo. Puede ser, por lo tanto, que muchas de las demás reglas Kosher estén ocultas al conocimiento de los no judíos y sean manejadas sólo por las altas compañías productoras de estos alimentos y sus fiscalizadores.

Una de las muestras más evidentes de la necesidad judía por acomodar los hábitos culinarios de un pueblo al de los suyos, suele ser la tendencia a "profesionalizar" los mataderos de animales con técnicas y maquinarias absolutamente sanguinarias y crueles para dar muerte a las pobres bestias. En nuestros países latinos, esta actividad suele hacerse con un golpe de corriente en aves o bien un disparo de pistón mortal en el craneo de reses y corderos; la idea es darle una muerte instantánea e indolora. Sin embargo, las tecnologías que ha ido introduciendo el judío para este mismo sencillo trabajo son escalofriantemente crueles, más lentas y siempre procurando que la muerte del animal no sea en inconciencia, sino por desangramiento. ¿Por qué?... Porque la ley Kosher no permite consumir animales que no hayan sido muertos de forma traumática y dolorosa, ofreciendo su sangre a Jehová y procurando que quede un mínimo de sangre en el cuerpo de la criatura. Muchos "naturistas" entregados a la dieta Kosher, sin ser judíos, ciertamente deben desconocer este tipo de antecedentes.

Para promover esta dieta, los judíos fomentan las partes menos relevantes de la misma: sólo se puede consumir vino o vinagre de origen Kosher, sal de mar de cierto tamaño cada grano, aceites animales que no procedan de mamíferos (aprovechando de aludir a sus bajos índices de colesterol), etc. Deben ser certificados por un rabino o, en su defecto, por un delegado especialmente instruído para tal asunto.

Vamos a dejar, así, algo en claro: la dieta Kosher es un festín asesino, inhumano y ansolutamente criminal, basado en prescripciones completamente supersticiosas más que religiosas, ideales para la idiosincrasia judía y su desprecio permanente por la vida. Está, por lo demás, lejos de ser tan "sana" como sus defensores aseveran, ya que es una regla culinaria necesariamente rica en consumo de grasas animales, frituras de aceite y es otras materias cada vez menos aceptadas dentro de la nutrición humana. Las llamadas "medidas de higiene" para el tratamiento de la carne no son más que procedimientos absolutamente innecesarios para el consumo y basados en meras "exigencias divinas", como lavar con agua los interiores de los animales muertos, no mezclar la carne con leche (o subproductos de la leche) durante su preparación, o bien extraer hasta la última gota de sangre líquida posible del animal, así como el aseo completo de máquinas procesadoras de alimentos que hayan sido utilizadas en un producto no Kosher con anterioridad. Asegurar entonces que "además de sus implicaciones religiosas, significa alimentos más puros y sanos..." o que "...las comidas empacadas que tienen la certificación Kosher contienen menos conservantes y son mas puras y más sanas", es algo inmoral y tendencioso, pues cae por sí mismo al analizar las mentadas reglas de cocina del Kosher.

La negativa del Kosher a adicionar saborizantes o preservantes de cierto origen natural permite, por consiguiente, que se apliquen en sus productos sustancias análogas más químicas y menos saludables. Por ejemplo: los preservantes a base de ácido láctico para las carnes no son permitidos si se obtienen de fermentación de leche (que sería más natural y sano) y sí son aceptados cuando proceden, en cambio, de la sintetización de materias de naturaleza petroquímica o bien de la fermentación de hidratos de carburo de ciertas plantas. Así, el rechazo hacia los alimentos no Kosher no guarda relación alguna con medidas de higiene o salud, sino a un sentimiento de repulsión supersiticiosa hacia tales alimentos de "gentiles", bajo la convicción de que no pertenecen a las reglas divinas exigidas a cada miembro del Pueblo de Dios para poder mantener dicha categoría. Incluso, se ha establecido límites de tolerancia para aceptar que un producto Kosher sea accidentalmente "contaminado" con otro no Kosher, fijando la medida máxima aceptable en 1/60 parte, siempre y cuando el producto final no se vea influído por este contacto ni en olor, color o sabor. Son normas de escrúpulos exagerados, si se quiere ver desde ese punto de vista. Un vino Kosher no puede ser tocado en ninguna parte de su proceso por un no judío, sino queda "impuro"; de ahí que tengan sus propios viñedos y bodegas, pues el gentil nunca sabrá qué es el vino de esta dieta: tan pronto toque sus labios, dejará de ser Kosher. Lo mismo sucede con varios de los demás alimenos, que deben ser "puros" del contacto con el no judío.

Volvemos a insistir: esto es nada más que escrúpulos supersticiosos y ascos de origen supuestamente religiosos. A continuación, pasaremos a analizar la forma en que son muertos los animales sacrificados bajo el rito Kosher para demostrar que esta dieta no tiene nada de saludable ni "naturista", sino que se trata de otra exteriorización del arquetipo del judío fanático y de la sed criminal por el derramamiento de sangre, manifiesta en los sectores más fundamentalistas.

Según la prescipción del Torah y el Talmud, el sacrificio del animal debe procurar siempre el dolor de la víctima. Dolor y desesperación, pues el animal es puesto en conciencia de que será sacrificado; y nótese que esto continúa en cada rincón de la Tierra a pesar de que, prácticamente, todos los países se han suscrito a la aceptación de los derechos mínimos de los animales, que incluyen normas para darle una muerte indolora o, cuanto menos, poco cruel. Esta disposición del Kosher es amplia, sin embargo, y permite varias alternativas para darle una muerte sangrienta a la criatura: bastaría un cuchillo para degüello, o bien maquinarias indistriales que atascan la cabeza del infeliz dentro de un armazón, para luego ser cortada su garganta con un par de hojas parecidas a una tijera fija automática. En todos los casos, la muerte llega horriblemente lenta y con una carga absolutamente innecesaria de estres y sufrimiento... Innecesaria, salvo -por supuesto- para la satisfacción del rito salvaje y primitivo, pues según la vampírica concepción religiosa, esos interminables minutos de espanto, agonía y desangramiento del animal, confluyen en una "liberación de energías" que llegan directamente a Jehová y alimentan su divinidad, cual monstruosidad molocquiana.

Según antecedentes de la Fundación Brigitte Bardot de Francia, que se ha encargado de denunciar actos como el que describimos (difundiendo imágenes como algunas de las que presentamos en este artículo) la muerte por desangramiento del animal llega a durar 13 horrendos minutos o más de sufrimiento. Y, de hecho, en muchos casos la muerte no viene por la pérdida de sangre, sino por la sofocación del animal ante los mismos fluidos de su hemorragia una vez que el cuello le es cortado ritualmente.

Vemos así que queda de manifiesto otra negra característica del Kosher: no está pensado para nada en satisfacer los intereses de quien lo practica (y menos para su salud), sino, simplemente, para complacer el apetito sanguinario de una divinidad infame y abominable como es el Dios de los Judíos.

En aquellos países donde no han logrado introducir esta costumbre en los mataderos locales (como nuestro Chile, que, al igual que varios otros países, tienen tradición ganadera y por lo tanto, una relación más humanitaria con los animales de consumo) los judíos llegan a instalar sus propias plantas de sacrificios, pudiendo algunas de ellas a ser clandestinas y ubicadas, por lo general, en las afueras de las ciudades junto a grandes autopistas o bien en barrios industriales donde pasan inadvertidas. Nadie sabe con certeza la cantidad de animales que mueren en estas plantas.

Culminaremos este capítulo con otros tres puntos que consideramos fuertemente relacionados con el tema que atendemos:

1.- Los judíos son los principales promotores de la alimentación a base de carne (médicos, publicistas, empresarios, etc). A pesar de que estamos concientes de las inconveniencias de este tipo de dieta, no tenemos nada particular en contra de ella, salvo que se fomenta para la posterior introducción de las prácticas crueles que hemos descrito, como forma de dar la muerte a los animales del matadero. Cada vez hay más pruebas de que la alimentación carnívora es bastante nociva para el ser humano dada la cantidad de sustancias y ácidos que entran al organismo humano, poco preparado naturalmente para tolerarlas (grasas animales, colesterol, toxinas, hormonas, etc). La propaganda judía ha dejado estos argumentos de lado y los ha apartado del debate médico nutricional de nuestros días. ¿Es necesario el desarramamiento constante de sangre para que se mantenga la vigencia de Kosher?

2.- Un hecho curioso es que los judíos tienen en sus filas una serie de artistas, principalmente europeos, entre los que está de moda la práctica de actos criminales "artísticos" contra animales que, por ejemplo, una vez muertos son exhibidos dentro de estanques con formol o alcohol, como mutilaciones, degüellos, etc. Los animales utilizados son mayoritariamente los mismos prescritos por la dieta Kosher: reses, ovejas, carneros, aves y peces. ¿Hay alguna relación entre el sacrificio de estas criaturas en nombre del "arte" con las que se sacrifican en nombre del Kosher?

3.- Por último, la crueldad de los experimentos científicos con uso de animales de laboratorios, en las últimas décadas (los mismos que fueron prohibidos en la Alemania Nazi, aunque nunca se diga) también es fomentada por académicos judíos y aceptada por autoridades de la misma filiación. En el caso de Gran Bretaña, inclusive, fueron la autoridades gubernamentales judías las que defendieron este tipo de prácticas criminales, e innecesarias en la mayoría de los casos. Lo mismo sucede con las industrias de cosméticos que utilizan animales para la elaboración y experimentación de sus productos, o bien para las últimas compañías comerciantes de pieles naturales; en ambos casos, pertenencen mayoritariamente a judíos. ¿Es este tipo de sacrificios, en realidad, una pantalla para realizar el mismo tipo de muertes necesarias para la preservación del mito que alimenta al Kosher?

Preguntas sin respuestas. Al menos sabemos lo que usted sí podrá responder el día que alguien le ofrezca la alternativa "natural y sana" de la alimentación Kosher.

El grotesco "arte" judío contemporáneo, tal como el sacrificio exigido por el "Kosher", expresa a la perfección el odio ancestral y talmúdico de Sión contra la vida y la naturaleza, así como la veneración de lo aberrante y lo morboso. Estas son algunas de las vacas mutiladas del judío inglés Damien Hirst, en cuyo estilo, aplaudido hasta las lágrimas por los "intelectuales del arte", abundan los animales sacrificados y mutilados.

Sobre estas líneas, podemos ver dos obras de "arte" del judío austríaco Hermann Nistch, en una feria libre de 1998, financiadas con fondos públicos y aplaudida por las autoridades de entonces. Más odio criminal y sacrificios de animales similares a los fomentados en el Kosher.

El "Kosher" es la base de la tradición gastronómico-religiosa judía y una prueba irrefutable del desprecio a la vida ajena. Un judío que siga correctamente la Ley de Sión no puede comer ningún alimento animal que no proceda de un sacrificio ritual de degüello y posterior desangrado de la criatura, como el de la imagen. A pesar de que con esta prácita sobrepasan todas las leyes existentes sobre trato a los animales y formas de darla muerte para consumo, rara vez alguien se ha levantado contra esta actitud cruel y sanguinaria. El sacrificio pretende ofrecer la sangre y el alma del animal al dios judío, mientras ellos se quedan con la carne, para lo cual consideran imprescindible que la muerte deba ser dolorosa y ritualística como se observa. Por ello, nada es más ridículo y caricaturesco que ver a los judíos que hoy lideran supuestos movimientos ambientalistas o contra el maltrato a los animales, alegando derechos existenciales de la fauna o respeto a la vida.

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EL PANORAMA DE HOY: UNA EXPLICACION LOS IMPUNES ASESINATOS RITUALES DE SION CONTRA MUNDO
by PAGINA 9 Monday, May. 24, 2004 at 12:42 AM mail:

EL PANORAMA DE HOY: UNA EXPLICACION LOS IMPUNES ASESINATOS RITUALES DE SION CONTRA EL MEDIO ORIENTE

"El judío cuenta con la cobardía y la comodidad de los no judíos, para terminar de una vez con ellos, o para esclavizarlos para siempre."(Miguel Serrano)

Con las trabas de las legislaciones y la estructura de las sociedades actuales, el judío ya no puede realizar los sacrificos oficiales del Purim abiertamente como ayer, así que en nuestros días la fiesta se sigue celebrando por las fuerzas sionistas más bien de modo encubierto, disfrazándolas de guerras, masacres de civiles, magnicidios, muertes accidentales, bajas de guerra (como el uso de napalm contra los civiles de El Líbano, en 1968, o los bombardeos de la ONU a Yugoslavia en 1998), y situaciones sociales de conflicto incontrolables, como lo hemos indicado, entre fines del primer trimestre de cada año y hasta principios del segundo, período en que la crónica roja mundial de los diarios se llena de hechos de sangre.

Basta ver los períodos de cada año y comparar los meses señalados con el resto para advertir de inmediato algo raro.

Esto no quita, sin embargo, que el judío aproveche determinados apisodios sociales o circunstancias históricas para desplazar la fiesta hasta otras "oportunidades" que le ofrezca el medio, como fue la Masacre del Seguro Obrero en Chile, el Circo de Nuremberg en Alemania, la Masacre de los 5.000 estudiantes de la Plaza de Tiananmen en China (ordenada el 4 de junio de 1989 por los actuales judíos chinos o "tiau-kiu-kiaou" del gobierno chino), etc., ampliando con ello el calendario del Purim de vez en cuando, al menos en su aspecto sangriento, especialmente con víctimas del mundo árabe por las posibilidades políticas que ofrecen estos territorios y por su eterna enemistad con el mundo judío y en las que simpre hay connotaciones rituales en la forma en que se dan las muertes.

Los ataques de Israel a los países islámicos suelen ser entre Enero y Abril de todos los años, y eventualmente mayo, durante su primera semana. El calendario de la fiesta carnicera siempre cae algún momento de este período de tiempo citado. El ataque estadounidense ordenado por el Pentángono -en complicidad con la judería británica- a las ciudades libias de Bengazi y Trípoli, tuvo lugar el 14 de Abril de 1986, matando civiles y siendo cruelmente ejecutados en horas nocturnas, para incrementar el daño. En 1990 los rusos atacan criminalmente Azerbaiyán durante el mes de Enero. Ese mismo año, entre Enero y Marzo, es provocada en El Líbano la guerra entre cristianos y musulmanes, culminando con más de 800 muertos. Entre Enero y Febrero de 1991 los norteamericanos atacan y bombardean Bagdag so pretexto de la liberación de Kuwait. Durante Abril y Mayo del 2000, la aviación israelí volvió a atacar el Sur de El Líbano durante la noche del miércoles 3 de Mayo, con el pretexto de descoyuntar un comando rebelde del Hezbolá establecido allí. Y el 2001 sería recibido con la escandalosa ola de crímenes y asesinatos contra el pueblo de Palestina, ejecutada por las autoridades y fuerzas militares de Israel.

Y, aunque en otras fechas del primer semestre, por ese sentido ritual van además acciones criminales como la Guerra de los Seis Días provocada por Israel contra Egipto en de Junio de 1967. Al respecto, Israel se defiende alegando no haber iniciado la agresión, pero sabemos bien que la invasión israelí comenzó el mismo día en que se instalaron en Palestina ilegítimamente. Aquella guerra sólo fue una reacción de supervivencia ("Cuando me defiendo del judío, velo por la obra de Dios", decía A. Hitler). Otros casos fueron realizados en forma encubierta: fue el 31 de Julio de 1987 que se ordenó en Arabia Saudita el ataque y muerte de 402 peregrinos chiítas iraníes que viajaban a La Meca y el 3 de Jjulio de 1988 los norteamericanos derriban "por error" un avión comercial iraní sobre el Golfo Pérsico asesinando a todos sus pasajeros.

Desde principios del siglo XX la carnicería del Purim seguía claramente. Como en la masacre de los bombardeos de Dresden, el uso de napalm contra escuelas y poblados del Líbano son episodios que forman parte de las oportunidades del Purim, en los que el fuego tiene una fuerte presencia, el "fuego holocáustico". Más tarde lo serán los asesinatos de Palestinos con disparos en la cabeza en sus mezquitas, impunes asesinatos con las archiprohibidas bombas químicas de sirios refugiados en campos de El Líbano, los bombardeos sobre las ciudades de Irak, los ataques de la Unión Soviética a Etonia y Lituania en Enero de 1991, etc.

Otro cruel Purim fue celebrado también por los israelíes el 16 de Febrero de 1992, cuando sus soldados atacan con un helicóptero la caravana del jeque Al-Musawi, al Sur de El Líbano, asesinándolo a él, a su familia y a sus hombres de seguridad.

Un impactante y descarado asesinato Purim tuvo lugar el 25 de Febrero de 1994, cuando el médico y funcionario del ejército israelita Baruj Goldstein, judío ortodoxo originario de Brooklyn, realizó una matanza ritual por la espalda y con balazos a la nuca de 30 palestinos -adultos y niños- que yacían arrodillados pacíficamente en oración en la Cueva de los Patriarcas, en complicidad con elementos del ejército isralelí. Goldstein fue un discípulo del polémico Rabí de Brooklyn, Meir Kahane, quien, a su vez, había declarado ante los noticiarios de la CBS que su enseñanza le decía que los árabes eran "perros", según se deriva del Talmud. (CBS 60 Minutos, "Kahane"). Creía además, que los palestinos eran "descendientes de Hamán" (recordar el mito de Esther, en página 3), por lo que encarnaban una culpa generacional que debían pagar a toda costa. Esta fue parte de la inspiración de Goldstein.

La iracunda turba árabe alcanzó al criminal y le dio muerte linchándolo en la calle, afortunadamente. Sin embargo, la Sinagoga de Satanás no se rindió: su tumba instalada preventivamente fuera de Hebrón y se convirtió en un lugar de culto para judíos ortodoxos, que llegaba a ella a venerar su "acción sagrada" contra los árabes, colocando piedras y besando la lápida. El Gobierno de Israel decidió destruir el sepulcro a pesar de las protestas de los talmudistas fanáticos, enviando otra vez a este criminal al lugar de donde vino: al Infierno.

Desde la Universidad de Jerusalén, el profesor judío Ehud Sprinzak describió así a Kahane y a la filosofía de Goldstein:

"Creen que es LA VOLUNTAD DE DIOS que cometan violencia en contra del goyim, un término hebreo para el no judío." (NY Noticias Diarias, Feb. 26, 1994, p. 5).

El principio de estos hechos son un odio activo hacia el no judío, hacia el ser humano, que hemos descrito ya como "milenario", a juzgar por los contenidos del Talmud. Prueba de ello es que los Israelitas anualmente realicen una peregrinación masiva a la tumba de Simeon ben Yohai, honrar este rabí que defendió el exterminio de los no judíos y emitió una famosa frase talmúdica del Soferim 15, Regla 10: "Al mejor de los gentiles debe matársele".

No sólo hay una valoración del personaje, sino que además de su enseñanza llena de odio y crueldad. Así se explica que el Rabí Yitzhak Ginsburg declarara: "Tenemos que reconocer sangre judía y la sangre de una goy (no judío) no son la misma cosa." (NY Times, el 6 de junio de 1989, p. 5) y el Rabí Yaacov Perrin, unos años más tarde: "Unos cuantos millones de árabes no valen ni una uña de un judío." (NY Dairy News, Feb. 28, 1994, p. 6). Esto último suena tal como la frase del Protocolo II de los Sabios de Sión, que los judíos han tratado de catalogar como "falsos y calumniosos" por tanto tiempo: "CADA UNO DE LOS NUESTROS QUE HA SIDO SACRIFICADO VALE DELANTE DE DIOS POR MILLARES DE GENTILES".

Para concluir, señalamos que durante la peregrinación de Su Santidad el Papa Juan Pablo II a Israel, en Marzo del 2000, a pesar de todas las cercanías de este pontífice con el judaísmo (y descendiendo él mismo de judíos polacos), un grupo de judíos ultraortodoxos realizó un grosero y chocante ritual nocturno de origen milenario, para "maldecirlo" mientras estuviera en Israel, "por ser un cristiano y odiar a Israel". Esta ceremonia fue grabada con cámaras y documentada periodísticamente, resgistrando los rostros de importantes rabinos allí presentes y demostrando por enésima vez el oscuro y siniestro origen de la verdadera religiosidad judeo-talmúdica, casi de Magia Negra. A penas fue mostrada por algunos medios de comunicación, siendo quizás una de las pocas veces que los no-judíos hayamos tenido la oportunidad de observar algo parecido a las mismas ceremonias que los judíos realizaban en sus escrondrijos durante la Edad Media.
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"¿Aceptará Yahvé los miles de carneros, y las libaciones de aceite a torrentes? ¿Ofreceré mi primogénito po mi delito, el fruto de mis entrañas, por el pecado de mi alma?"(Miqueas, 6:7)

Niñita árabe quemada completamente por los salvajes ataques de Israel con bombas de napalm, en Agosto de 1967. La total impunidad criminal de Israel ha continuado hasta nuestros días, y todos los intentos por abrir un juicio por crímenes de guerra han sido boicoteados.

Más escenas de las atrocidades contra el pueblo árabe, cometidas por los israelíes. La prensa anunciaba entonces la necesidad de iniciar juicios de guerra, algo que nunca prosperó.

Una desconsolada madre árabe acompaña en el hospital de Tyre a su hijo, quemado vivo, durante los bombardeos israelíes a Quana, en un enorme y sádico Purim celebrado por los judíos el día 18 de Abril de 1996.

Una violenta masacre tuvo lugar en Jerusalén, en el año 1998. Las agencias del mundo (todas ellas en manos judías, como podemos suponerlo) informaron que "un grupo de terroristas palestinos" atacó a una multitud de civiles, dejando varios muertos entre su propia gente, hasta ser reprimidos por oficiales israelíes. Sin embargo, esta casi desconocida imagen muestra la realidad de los hechos: un grupo de misteriosos judíos vestidos de civil (como el cerdo obeso de la fotografía) fuertemente armados, atacaron a sangre fría, sin provocación ni castigo, a un grupo de inocentes palestinos en plena vía pública. Fue otro sangriento crimen ritual del Purim, maquillado por la prensa mundial.

55 años después de la masacre de Dresden, este bebé libanés muere de la misma forma que los niños alemanes abrasados por el napalm. Nadie condenó a Israel por estos horribles "Holocaustos masivos" que aún hoy día se practican con indignante frecuencia.

El rabí de Brooklyn Meir Kahane (QEPD, o sea, Que Esté Pudriéndose Dulcemente), es autor intelectual e indirecto de la masacre del Purim de 1994 ocurrida cuatro años después de su muerte, considerado como una "respetable eminencia" entre su gente. El hombre que dio la orden de cometer la masacre de ese Purim de 1994, Baruj Goldstein, seguramente recibió a su vez la inspiración del fallecido Kahane. Aquel día, la turba de palestinos pudo identificar al francotirador y fue muerto en el lugar. Su tumba se convirtió en un lugar de veneración para los judíos ortodoxos del mundo, hasta que, en la víspera del Año Nuevo del 2000, el gobierno de Israel decidió destruirla por la mala fama que le daba a sus negociaciones de paz, a pesar de las protestas de los seguidores del Doctor Goldstein, alumno de Kahane, que intentaron detener a toda costa su demolición.

A la izquierda: la "doble" masacre de palestinos para el Purim de Ramallah, en Hebrón, en marzo de 1998. El día 10 habían sido asesinados sin razón aparente tres arbañiles palestinos. Esto motivó las protestas del día 11, en donde volvieron a ser asesinados más civiles, como se ve en la fotografía. El ministro de defensa israelí, Yitzhak Mordechai, alegó que el ataque a los palestinos había sido "un accidente". A la derecha, como si con los crímenes anteriores no hubierna bastado, el Purim de marzo de 1998 continuó con una serie de nuevos crímenes contra la población civil palestina. En esta imagen, vemos una triste escena del funeral de Samer Karameh, un niño palestino de sólo 13 años asesinado a balazos en Hebrón sin razón justificada por soldados israelitas el día 17 de marzo de 1998. Un espectáculo que, sin embargo, tiene asegurada su repetición por muchos años más ante el silencio cómplice de la comunidad internacional.

En Diciembre del 2000, y como parte de las bestiales acciones criminales del Ejército Israelí contra el Pueblo Palestino que se extendían desde el período del Yom Kippur hasta bien avanzado el año 2001, el mundo pudo ser testigo de la muerte salvaje de este padre y su hijo árabes, completamente desarmados e indefensos, por las balas asesinas de los monstruos de la Sigagoga de Satanás. A pesar de que el crimen fue documentado, como muestra la secuencia, el infame Poder del Dinero Judío se puso en marcha y, al día siguiente de este escándalo, se intentó simular a través de las agencias judías (casi todas las grandes) que el padre y su hijito habían muerto a causa de "balas locas disparadas por los propios rebeldes palestinos", una versión tan idiota que casi ninguna cadena noticiosa extranjera creyó, salvo alguno que otro imbécil judeofílico de los que tantos hay por allí. Una dudosa investigación balística de oficiales israelíes ha intentado reafirmar este fraude.

Uno de los miles de niños de las comarcas de Irak que están muriendo de hambre (más de 200 por día según estadísticas de 1999) debido a las sanciones del boicot económico de la entonces Secretaria de Estado norteamericana, arriba a la derecha, la judía Madeleine Albright (hija de un estafador y ladrón judío checoslovaco llamado Josef Korbel), que tienen a este país del medio oriente con abastecimientos de medicina y alimentos bloqueados, con la complicidad del silencio criminal de los medios de prensa mundiales. ç
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La amada bestia judía de Madeleine Albright, la Princesa Judía de Norteamérica, es una imagen idealizada. Esta asesina declara alegremente a los medios de comunicación de su país: "Sí, lo valió, tener 500.000 niños iraquíes muertos".

En una entrevista, la periodista Leslie Stahl preguntó a Madeleine Albright: "Entiendo que esos 500.000 niños iraquíes han muerto debido a nuestras sanciones. ¿Cuál fue el valor?". Albright contestó simplemente, "Lo valió". Abajo, más niños famélicos de Bagdag muriendo de hambre en 1996, imagen que ciertamente debe tener muy feliz a la judía señora Albrigth.

Imagen que desmiente la información distribuida por el mundo de que Estados Unidos (por orden de los judíos que controlan en Gobierno y que hemos visto en capítulos anteriores) habría atacado el 17 de diciembre de 1998 sólo "bases militares" de Irak. La fotografía muestan que el bombardeo se hizo directamente sobre las áreas urbanas de Bagdag y, como ya es costumbre, se falseó la verdad sobre los objetivos atacados. Hoy existen pruebas de que, además, estos bombardeos que en su momentos dejaron perplejos a todo el mundo al no parecer existir una razón aparente, habrían sido estimulados por chantajes de Israel y el Mossad al propio Presidente Bill Clinton, amenazándolo con divulgar cintas de sus conversaciones picantes con Monica Lewisnky en aquellos días en que el caso comenzaba a volverse escándalo, si no ejecutaba este ataque (pág. 5)

Otra imagen del bombardeo en barrios civiles de Irak, diciembre de 1998. Fue así entonces, como la judería estadounidense coludida con la israelí, celebraban los 50 años de la fundación de Israel y elegían esta fecha en conmemoración de los 6 años (seis es un número arquetípico-cabalístico de la religión judía) de la desarticulación de la resistencia palestina, el 17 de diciembre de 1992, cuando fueron deportados al Líbano 400 de sus más importantes hombres sin razón aparente.

Un niño iraquí quemado vivo en los bombardeos de fin de año de 1998. Víctimas inocentes de una locura criminal que por años ha sembrado muerte y destrucción ante la mirada confundida o cómplice de quienes jamás podrían entender la naturaleza de este odio asesino y religiosamente arraigado en una raza y en una fe que no son de este mundo, sino del infierno, de la Sinagoga de Satanás.

Hombre brutalmente quemado por las mismas bombas de 1998. Estas víctimas están lejos, allá en el Medio Oriente.. Pero recuerde que mañana, quizás, donde quiera que se encuentre en el mundo, LA PROXIMA VICTIMA PODRIA SER USTED...

"¡Cómo!... ¡Robáis, matáis, cometéis adulterio, juraís en falso, sacrificáis a Baal, corréis tras dioses que no conocéis y luego venís a presentaros ante mí, en este Templo que lleva mi nombre, y decís: Ya estamos seguros, para seguir, aún cometiendo todas estas abominaciones?¿Es que a vuestros ojos es una cueva de ladrones este Templo que lleva mi nombre?. Pero yo no estoy ciego -dice Yahvé."(Jeremías, 7:9,11)

http://www.libreopinion.com/aberrazion/pag10.html

http://www.libreopinion.com/aberrazion/pag08.html

http://www.libreopinion.com/aberrazion/index.html

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INVITARE MOORE
by disobbediente totale Monday, May. 24, 2004 at 3:36 PM mail:

diamoci da fare

INVITARE MOORE IL 4
PROIETTARE IL FILM LA SERA A PZLE DEI PARTIGIANI
RIBALTARE IL 4 GIUGNO E' POSSIBILE!
DIAMOCI DA FARE

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Giusto diamoci da fare
by oste Wednesday, May. 26, 2004 at 3:59 PM mail:

Bravi, diamoci tutti da fare: ma come?
Chi gli manderà l' invito a Michael Moore?
E dove lo inviteremmo?
In quale ambito, poi?
Politico, artistico, istituzionale?
Lo inviterà la minoranza
Il Papa?
INDYMEDIA?
IO non ho spazio in casa !
Un giorno per ogni chatista?
Giusto diamoci da fare ma spiegatemi almeno come !
Non fate i CONTI senza di mè che io sono ... MARCHESE !!!

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