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[Roma] Centro vietato ai no war
by dal manifesto Wednesday, May. 26, 2004 at 11:53 AM mail:

Niente piazza Venezia e Fori imperiali per le proteste del 4 giugno, 10 mila agenti blinderanno la città. Ai pacifisti verrà proposto di sfilare verso piazza san Giovanni. Per la prima volta da anni, nella capitale viene vietato il percorso classico dei cortei. Per permettere al presidente Bush di passeggiarci.

Non è ancora una notizia ufficiale. Ma pare ormai certo che piazza Venezia il 4 giugno sarà off limits ai manifestanti anti-Bush. La decisione sarebbe stata presa in questi giorni dalla questura di Roma e potrebbe essere comunicata al comitato Fermiamo la guerra già giovedì prossimo, quando i pacifisti andranno a chiedere di prolungare il corteo, già autorizzato da piazza Esedra a piazza Venezia, da quest'ultima a piazzale dei Partigiani, dove si svolgerà l'happening finale cui è stato invitato anche il regista americano Michael Moore. Il corteo comunque si farà, dato che «il diritto a manifestare senza armi le proprie opinioni è sancito dalla costituzione e verrà garantito», come ha ribadito l'altro ieri il ministro degli Interni Pisanu. Ma la piazza principale di Roma per i pacifisti sarà zona vietata. Sarà off limits anche via dei Fori imperiali, che il 4 potrebbe essere ancora ingombra di impalcature dopo la parata militare del 2 giugno. Per di più attorno al tragitto richiesto dal comitato ci sarebbero lavori in corso. Dunque, niente da fare. Per questo ai pacifisti sarà proposto un percorso alternativo, probabilmente verso piazza San Giovanni.

Inutile dire che il problema è un altro. Anche se l'ambasciata americana non ha ancora fatto sapere quali saranno gli spostamenti del presidente è quasi certo che l'Altare della patria sarà una delle tappe principali del viaggio del presidente Usa, che già nella precedente visita del 2001, subito dopo il G8 di Genova, aveva passeggiato a via dei Fori imperiali. Per di più Bush dovrebbe muoversi per il centro storico della città con un lungo corteo di automobili che lo accompagneranno al Quirinale e forse anche a palazzo Chigi o nella residenza di Berlusconi, palazzo Grazioli, che è proprio dietro piazza Venezia. Sembra difficile invece ipotizzare che gli spostamenti saranno fatti in elicottero, cosa che consentirebbe di non paralizzare mezza città. L'elicottero americano che sarà messo a disposizione in quei giorni sarebbe troppo ingombrante per poter arrivare agevolmente nei palazzi romani. Fatta eccezione per il Vaticano, nessun'altra tra le possibili mete del presidente americano sarebbe in grado di accogliere il velivolo. Prevedere che il corteo pacifista si avvicini al centro storico vorrebbe perciò dire mettere a rischio i movimenti di Bush. E questo il ministero degli Interni non può permetterselo.

Proprio l'altro ieri Pisanu aveva fatto sapere che il piano di azione delle forze dell'ordine per garantire la sicurezza in città è già pronto da 15 giorni. Nessuna informazione sul contenuto, se non il dato sugli agenti che saranno impegnati a «controllare» le piazze della città fin dalla mattina. Diecimila in tutto. Per blindare l'Eur il 4 ottobre in occasione del vertice della Cig ne furono utilizzati 6.500. La linea del Viminale almeno formalmente è morbida. «L'anno scorso abbiamo garantito lo svolgimento di 6.700 manifestazioni» dice Pisanu. E anche quella del 4 giugno si farà. Unico tabù: il tragitto scelto da George W. Bush. Qualunque esso sia, dove passa il presidente non ci potranno essere blocchi stradali. E infatti, più che la manifestazione pomeridiana, sono le azioni previste nella mattinata il principale cruccio delle forze dell'ordine, che vogliono evitare che la città diventi inagibile. E l'alto numero di agenti richiesto si spiegherebbe con la necessità di mettere sotto controllo un'ampia fetta della capitale e creare gruppi di intervento rapido in modo da poter intervenire un po' ovunque in breve tempo.

Al comitato Fermiamo la guerra non è stato ancora reso noto il divieto. La comunicazione alla questura del percorso che avrebbe avuto la manifestazione di venerdì pomeriggio era stata consegnata una decina di giorni fa. E almeno a quell'epoca la polizia non aveva fatto alcuna obiezione alla proposta, tanto che nei giorni immediatamente successivi gli organizzatori della manifestazione avevano salutato la notizia come «un risultato positivo, frutto del clima cresciuto nei giorni scorsi contro la visita del presidente americano», come aveva spiegato Piero Bernocchi dei Cobas. Una volta raggiunto l'accordo tra chi preferiva il corteo e chi sceglieva il meeting in una piazza, il comitato aveva deciso di chiedere addirittura il prolungamento della manifestazione, che dovrebbe concludersi in piazzale dei Partigiani. Il percorso è stato persino confermato pubblicamente nella conferenza stampa di ieri mattina e nei giorni precedenti era stato pubblicato da diversi giornali.

Si tratta di un tragitto classico. Lo stesso che da sempre percorrono piccole manifestazioni studentesche come i grandi cortei sindacali: da piazza della Repubblica a piazza Venezia, passando per via Cavour e via dei Fori imperiali. Un percorso mai vietato anche se numerosi partiti politici e i sindacati confederali appena venti giorni fa avevano firmato un protocollo d'intesa con questura e prefettura in cui si impegnavano a non chiedere piazza Venezia e accettavano alcuni percorsi alternativi. Nulla di vincolante, e lo stesso prefetto Serra aveva spiegato che, se qualcuno avesse richiesto piazza Venezia, non gli sarebbe stata negata. Il 4 giugno potrebbe essere la prima volta.



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