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L’ARSENICO NEL MIRINO DELL’INDEPENDENT
by Corriere di Maremma Saturday, Jul. 03, 2004 at 6:06 PM mail:

Il lettore noti che la richiesta di deroga della Regione Toscana alla legge che fissa il limite di arsenico contenuto nell’acqua potabile non ha nulla a che vedere con il fenomeno di inquinamento da arsenico descritto dall’articolo. Questo almeno è quanto affermato dall’assessore all’ambiente, Tommaso Franci,

Corriere di Maremma venerdi 02/07/2004
Accurato reportage del quotidiano britannico, guidato da Roberto Barocci

L’ARSENICO NEL MIRINO DELL’INDEPENDENT

Il giornale punta il dito anche contro la Regione accusata di noncuranza.

http://www.provincia.grosseto.it/rasta/cerca.php?bookmark=0&raggruppa=&testata=315&rubrica=4&rassegna=&titolo=&data=02-07-2004

di Michele Morandi

MASSA
“Guido tra le colline toscane con Roberto Barocci”
Comincia cosi il reportage del viaggio di Peter Popham, giornalista del quotidiano britannico The Independent, pubblicato nell’inserto domenicale il 13 giugno scorso.
“Arsenico e vecchie perdite: il lato oscuro della Toscana”,
è il titolo, che ben spiega il perché Popham si sia avventurato nelle sone intorno Massa Marittima insieme a Roberto Barocci responsabile delle politiche ambientali per Rifondazione Comunista, che dell’inquinamento da arsenico nella valle del Merse è uno dei massimi conoscitori nonché il primo che, anni fa, denunciò pubblicamente la questione insieme all’associazione “Italia Nostra”. Popham ripercorre la vicenda della miniera di Campiano, “vicino alla bellissima città di Massa Marittima, che nell’aprile 2001 cominciò a sputare acqua inquinata, acqua che - spiega - finiva nel Merse. E’ improbabile che le agenzie di viaggio lo facciano notare, ma il fiume da allora è inquinato”. Nell’articolo si racconta la storia della miniera e di come fu riempita dall’ENI - la proprietaria - con 67 mila tonnellate di scorie frutto della lavorazione della pirite e di come l’allagamento della miniera ne abbia causato la fuoriuscita. L’Eni fu autorizzata dalla Regione Toscana che Popham accusa di “giochi di prestigio” che le consentirono di classificare gli scarti “come inerti e non come tossici”. Il giornalista inglese denincia “il rifiuto della società di accettare la responsabilità di quanto avvenuto a Campiano” nonche la “noncuranza della Regione”. Ampio spazio è dedicato anche al “panettone”, la montagna di scorie che incombe sulla piana di Scarlino e, racconta Popham, “ha raggiunto la falda acquifera sottostante dando il via ad un secondo episodio di inquinamento”. “Sembra il classico disastro da terzo mondo” si legge a un certo punto e Popham cita al proposito l’inquinamento naturale da arsenico in Bangladesh. “Ma, conclude, questo non è il Bangladesh, ma la Toscana, uno dei luoghi più amati d’Italia e qua è stato prodotto dall’uomo”.


Il lettore noti che la richiesta di deroga della Regione Toscana alla legge che fissa il limite di arsenico contenuto nell’acqua potabile non ha nulla a che vedere con il fenomeno di inquinamento da arsenico descritto dall’articolo. Questo almeno è quanto affermato dall’assessore all’ambiente, Tommaso Franci, parlando con Bruce Johnson autore di un articolo su questo problema pubblicato su The Daily Telegraph pochi giorni dopo l’articolo dell’Independent:
“Posso categoricamente smentire qualunque legame tra il problema dei rifiuti tossici in Toscana e il decreto che riguarda l’aumento del livello di arsenico consentito nell’acqua potabile”.

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