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[Bolivia]: le 10 menzogne del "referendumFARSA"
by econoticiasbolivia(trad.garabombo) Sunday, Jul. 04, 2004 at 5:57 PM mail:

da http://econoticiasbolivia.com/

10 MENZOGNA SULLA NAZIONALIZZAZIONE

La Paz: 28 giugno 2004- Il governo neoliberista di Carlos MEsa sta utilizzando a fondo tutto il suo apparato plurimiriardario di disinformazione e propaganda per diffondere almeno 10 menzogne sulla possibilità di nazionalizzare le risorse di gas e petrolio boliviano; è così che prova a disorientare l'opinione pubblica e a sfiancarla affinchè non spalleggi la lotta promossa dalla Centrale Operaia Boliviana (COB) e dalle organizzazioni sociali e popolari.

L'obiettivo è quello di far credere alla polpolazione boliviana che la nazionalizzazione non è assolutamente praticabile, e dunque l'unica soluzione resterebbe il "referendum" governativo, strumento con cui si pretende di legalizzare il controllo totale che le imprese multinazionali del settore esercitano nel paese, garantendogli i contratti favorevoli e le attività di esportazione. Ad appoggiare il referendum del governo c'è uno schieramento molto ampio: i grandi media, gli imprenditori boliviani e stranieri, le multinazionali, l'ambasciata degli Usa e gli organismi internazionali. Insieme stanno portando avanti una campagna di disinformazione che il Coordinamento per la Difesa del Gas boliviano ha smascherato.

Proprio il Coordinamento ha individuato almeno 10 menzogne che Econoticias pubblica per la comprensione di tutti:

PRIMA MENZOGNA: "La nazionalizzazione non è praticabile perchè lo Stato boliviano dovrebbe pagare un forte indennizzo alle imprese, espropriate delle concessioni ottenute.

LA VERITA': La nazionalizzazione non può essere considerata "non praticabile" perchè i calcoli sulle somme da pagare come indennizzo devono essere effettuati una volta concluse le indagini sulle attività criminali che corrispondono alle imprese che hanno ottenuto le concessioni. E' evidente che una volta terminate le indagini gli indennizzi da pagare eventualmente risulterebbero irrisori, e questo avverrebbe sia grazie all'istituzione di un processo in una corte boliviana che in una corte internazionale.

A questa evidenza si arriva attraverso una serie di considerazioni:

a) Ci sono una serie di vincoli costituzionali non rispettati negli atti delinquenziali concordati con le multinazionali tra il 1993 e il 1997. Sono state modificate diverse tariffe di tassazione per l'usufrutto delle risorse di gas e petrolio, fino ad un ribasso dal 38% al 6%.

b) Le multinazionali affermano di aver speso tantissimo per lavori di ricerca e studio sul sottosuolo. Questo è del tutto falso visto che l'informazione geologica fornita dalla YPFB (l'impresa petrolifera boliviana di stato) sulle risorse esistenti prima del 1996 era assolutamente soddisfacente. Gli studi compiuti dalle multinazionali sono stati incentivati da funzionari statali corrotti come Mauricio Gonzales, Arturo Castaños, Miguel Cirbían e altri, tutti successivamente contattati dalle multinazionali per occasioni "premio" di lavoro.

COme le precedenti ci sono tante altre irregolarità e contratti da annullare.

SECONDA MENZOGNA: L'indennizzo totale da pagare sarebbe di 8000 milioni di dollari.

Totalmente falso! Il 50% di questa somma corrisponde a quello che si dice che la Bolivia dovrà investire. Le somme dichiarate dalle multinazionali come investite non superano i 4000 milioni di dollari e sono stati gonfiate scandalosamente: le mutlinazionali non possono essere indennizzate per qualcosa che non hanno fatto.

TERZA MENZOGNA: La Bolivia non ha denaro, e tantomeno lo avrà in futuro, per pagare gli indennizzi alle multinazionali e per realizzare nuovi investimenti.

LA VERITA': La Bolivia possiede delle riserve di idrocarburi il cui valore potenziale sorpassa i 100000 milioni di dollari. Non dovrebbe esistere alcun problema nell'approfittare di questo potenziale per ottenere i prestiti necessari e pagare nell'arco di tempo più breve possibile le mutlinazionali.

QUARTA MENZOGNA: Nessuno presterà del denaro alla Bolivia dopo la violazione, con la nazionalizzazione, dei contratti e del diritto legal internazionale dell'investitore privato.

LA VERITA': C'è la necessità urgente di unificare le lotte dei popoli del Cile, dell'Argentina e del Perù con il fine di riappropriazione di ciò che gli appartiene (.... in Cile, il gas e l'oro in Bolivia e in Perù, l'acqua e gli idrocarburi in Argentina, etc....). Uniti si possono indurre i paese amici a fare pressione sugli organismi economici affinchè apportino gli investimenti necessari.

QUINTA MENZOGNA: La nazionalizzazione farà cadere il valore di tutte le imprese, il che ci porterebbe ad una situazione più difficile di quella attuale.

LA VERITA': Il valore delle imprese è gonfiato ed è enorme, questo anche grazie alla loro possibilità di sfruttare illegalmente i beni e i capitali dei paese precedentemente citati. Il loro valore cadrà si o si, se si riuscirà a fare giustizia..... il valore delle imprese nazionalizzate non dipenderà unicamente dai mercati, ma anche dal loro valore sociale nel percoso del nostro sviluppo: noi difendiamo il diritto a beneficiare della nostra ricchezza, e ciò non ha prezzo.

SESTA MENZOGNA: La Bolivia ha ricavato molto poco dalle nazionalizzazioni effettuate tra il 1937 e il 1969.

LA VERITA': La nazionalizzazione del 1937 è culminata nella creazione del YPFB, il che permise si sostenere l'economia nazionale per decadi. Nel 1969 la risposta alla nazionalizzazione si concretizzò in rabbia e violenza estrema da parte delle imprese colpite, sfociando poi nel Piano Condor e nell'assassinio sistematico di chi in Bolivia, Paraguay, Cile e Argentina lottava per i propri diritti. La proprietà della ricchezza espropriata risultò comunque inalterata.

SETTIMA MENZOGNA: Cosa si pretende di nazionalizzare se le riserve di idrocarburi a 6000 metri di profondità continuano ad essere di proprietà dello Stato?

LA VERITA': Il tentativo è quello di nazionalizzare l'intero sistema di estrazione delle risorse, da dentro a fuori, compreso tutto ciò che le multinazionali hanno costruito per saccheggiarci. "TUTTO da dentro a fuori!"

OTTAVA MENZOGNA: Sviluppare i 55 trilioni di piedi cubici di riserve di gas richiede una spesa di 4400 milioni di dollari. Senza i capitali di rischio necessari per portare queste risorse in superfice e monetizzarle (ottenere denaro dalla sua esportazione e industrializzazione) non faremmo altro che nazionalizzare giacimenti senza valore alcuno.

LA VERITA': I 4400 milioni di dollari rappresentano approssimativamente il 5% del valore potenziale delle riserve nazionali di idrocarburi. Vale a dire che abbiamo molta più ricchezzqa della necessaria per cominciare noi a sfruttare le nostre ricchezze e per trarre benefici da queste.

NONA MENZOGNA: L'idea di nazionalizzare va contro la corrente di modernità che nella regione e nel mondo prova ad attrarre capitali privati e non a cacciarli.

LA VERITA': Bisogna cacciare via la mafia multinazionale. Sono le multinazionali, difese dal modello neoliberista, che stanno provocando la morte, per fame, di circa 100000 persone al giorno in tutto il mondo, secondo i dati dell'ONU.
E in questo cammino non siamo soli. In Venezuela per esempio la principale impresa petrolifera, incaricata dello sfruttamente e dell'industrializzazione degli idrocarburi è la PDVSA, un'impresa dello Stato che si impegna nel portare benefici all'economia del popolo, e non ai pochi capitalist,....

DECIMA MENZOGNA: Alcuni gruppi hanno trasformato il dibattito economico nazionale in un dibattito politico-ideologico, grazie a disinformazione e discorsi senza fondo.

LA VERITA': TUtto ciò che va contro gli interessi dei banchieri viene classificato (anche attraverso gli interventi di BID, CAF, Banco Mundial, Fondo Monetario Internacional, etc.) come disinformazione. Non è possibilie credere che loro dicano la verità. LA NAZIONALIZZAZIONE E' TECNICAMENTE E POLITICAMENTE POSSIBILE. Quello che dobbiamo fare è informare con la verità i boliviani e le boliviane. Non è possibile continuare con questo schema di saccheggio e impoverimento.



















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