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(arsENIco) Merse, quell’ordinanza del Comune di Montieri
by IL CITTADINO OGGI, martedi 6 luglio 2004 Thursday, Jul. 08, 2004 at 7:58 AM mail:

Merse, quell’ordinanza del Comune di Montieri Continua la nostra storia sulla vicenda-inquinamento Quando le acque dalla ex-miniera finirono nel fiume.

Il Cittadino Oggi mercoledi 7 luglio 2004 Provincia

Merse, quell’ordinanza del Comune di Montieri
Continua la nostra storia sulla vicenda-inquinamento
Quando le acque dalla ex-miniera finirono nel fiume.

VALDIMERSE : Dopo due mesi abbondanti di titubanze, indecisioni polemiche e anche carenza di mezzi per rispondere alla necessità, il 28 giugno 2001 si giunse alla storica ordinanza numero 40 del Comune di Montieri protocollo 5171, avente per oggetto lo sversamento nel fiume Merse delle acque che fuoriescono dalla miniera di Campiano e gli interventi di messa in sicurezza di emergenza. L’ordinanza, prendendo le premesse della chiusura della miniera di Campiano e dell’inquinamento che da due mesi attanagliava il letto iniziale del fiume, di fatto individuava in modo ufficiale nel complesso minerario allagato e soggetto a frane interne l’origine dell’inquinamento (la miniera di Campiano vanta una profondità di escavazione di centinaia e centinaia di metri sotto il livello del terrereno).
Lo stesso provvedimento ordinava all Società Mineraria Campiano Spa ( in liquidazione) avente sede in Gavorrano: di effettuare gli appropriati interventi di messa in sicurezza di emergenza a contenere la diffusione degli inquinanti mediante attività di trattamento chimico-fisico delle acqua di fuoriuscita dalla miniera da compiere con l’utilizzo dell’impianto e delle vasche esistenti in località Ribudelli; ciò in attesa di interventi più radicali di bonifica e ripristino ambientale.
Ordinava anche di avviare gli interventi entro 48 ore dalla notifica e renderli pienamente efficaci entro dieci giorni dalla medesima notifica dandone comunicazione al Comune, alla Provincia di Grosseto ed alla Regione al fine delle conseguenti verifiche circa i’efficacia degli interventi stessi. L’ordinanza diceva poi di presentare ai sensi e nei termini di legge allo stesso Comune di Montieri ed alla Regione il piano della caratterizzazione del sito predisposto secondo i criteri definiti dagli allegati di legge. Il provvedimento chiudeva con la formula: "Con l’avvertenza che in caso di inadempimento insorgeranno le responsablità previste dalla legge e normative vigenti e saranno adottati, per quanto occorra, provvedimenti sostitutivi da parte delle autorità competenti.
Se torniamo indietro a quel “maledetto” 16 aprile citato dall’ambientalista Roberto Barocci, come possibile data del primo sversamento, è facile notare come il provvedimento non fosse stato promulagato tempestivamente.
Tuttavia difficilmente si può condannare per questo l’allora sindaco del Comune grossetano, Ilio Giorgio Russo, che titolare di quella giurisdizione, si era trovato esposto a notevoli pressioni dalla cittadinanza, dagli ambientalisti, dai giornali e dagli eventi stessi, nonché dal fatto di trovarsi da solo di fronte alla multinazionale Eni, a cui faceva capo l’azienda mineraria che da decenni estraeva a Campiano all’inizio della valle del Merse.
Non a caso, l’ordinanza venne in seguito all’iniziale coordinamento delle istituzioni locali. nonché in seguito al clamore suscitato dagli ambientalisti che dettero un forte apporto affinché il sindaco di Montieri non si sentisse isolato a compiere il propio dovere nel fragente.
Nella nostra Provincia, di contraltare, offri un notevole contributo all’opera di sensibilizzazione sul problema dell’inquinamento del Merse, Luciano Bartaletti, già allora sindaco di Chiusdino, che molto preoccupato dall’evolversi degli eventi fin dal primo minuto della situazione, si sarebbe impegnato anche in seguito, più di ogni altro primo cittadino della Valle, per la realizzazione delle opere di emergenza e nell’ascolto delle ragioni degli ambientalisti. Ragione per cui, tra gli stessi si sarebbe guadagnata stima e considerazione. (2-continua)

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