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Papillon su Regina Coeli
by Papillon-Rebibbia - Roma Thursday, Aug. 19, 2004 at 5:20 PM mail:

Proteste dei detenuti per le condizioni disumane in carcere

ASSOCIAZIONE CULTURALE PAPILLON-REBIBBIA ONLUS


Signori politici, per favore, non giocate sulla pelle dei detenuti.
Chi protesta chiede soltanto riforme e rispetto per i propri Diritti.

Dopo il leggero inasprimento della spontanea e autonoma protesta dei detenuti di Regina Coeli, è iniziato un velenoso tiro incrociato tra esponenti di varie forze politiche. Finora soltanto Rifondazione Comunista e i Democratici di Sinistra si sono sottratti a questo insulso gioco, sottolineando l’urgenza di ricercare in Parlamento le convergenze necessarie per dare risposte concrete ai problemi più volte sollevati dai detenuti.
La nostra associazione, che negli ultimi anni ha sempre organizzato e guidato le unitarie e pacifiche proteste di decine e decine di carceri, è convinta che gli episodi della scorsa notte non sono stati affatto della gravità da tanti ventilata e men che meno sono dovuti a presunti “cattivi maestri” che visitano le carceri.
Chi conosce il carcere sa bene che questi episodi sono dovuti invece alla tensione e all’esasperazione che si vivono tra i detenuti quando non si hanno risposte chiare e convincenti dai propri interlocutori.
Noi chiediamo quindi al Ministro di Giustizia, al Direttore Generale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e ai Direttori di istituto competenti di dare un chiaro segnale di distensione e di intelligenza politica, evitando qualsiasi forma di ritorsione (rapporti, denunce, trasferimenti punitivi, ecc.) sui detenuti di Regina Coeli coinvolti nella protesta.

Nello stesso tempo diciamo chiaramente che si illude sia chi spera che nei prossimi mesi i detenuti italiani rinuncino a far sentire, tutti insieme e pacificamente, la loro voce, e sia chi (da varie sponde politiche) sembra quasi augurarsi lo scoppio di una rivolta in uno qualsiasi degli istituti penitenziari per poter così aggiungere un nuovo tassello di stampo forcaiolo al mosaico della prossima campagna elettorale, oppure per lanciare ipocrite proposte “garantiste” di depenalizzazione ristrette unicamente ai reati di natura finanziaria e di corruzione, concussione, ecc.
Noi detenuti non faremo regali di questo tipo a nessuno e tutti costoro sono dei pericolosi irresponsabili che stanno giocando con la drammatica realtà che vivono quotidianamente i detenuti. Noi abbiamo ragioni da vendere e le useremo per dialogare con i Cittadini e con chi, nelle Istituzioni, persegue veramente una profonda riforma del nostro sistema penale e penitenziario.

In definitiva, noi siamo convinti che la decisione di protestare, tutti insieme e pacificamente, sia un necessario atto di civiltà per richiamare alle sue responsabilità verso il dettato costituzionale un mondo politico che per lo più è sempre in tutt’altre faccende affaccendato, visto che nella stragrande maggioranza delle oltre duecento carceri italiane sembra che ormai il Diritto sia stato in un certo senso “sospeso a tempo indeterminato”, poiché tutto si può dire tranne che là dentro vengano davvero perseguite la rieducazione e la risocializzazione delle donne e degli uomini reclusi.
Ecco perché la nostra associazione chiede alle Istituzioni competenti due atti politici semplici, concreti e verificabili:



-)Il deposito di proposte di Legge contenenti un reale provvedimento di indulto e amnistia che ristabilisca un minimo di equilibrio e di vivibilità nelle carceri italiane (oltre a decongestionare il lavoro dei tribunali). E vista la situazione determinatasi, le Commissioni Giustizia della Camera e del Senato potrebbero stabilire una procedura di urgenza per la discussione.
-)Una serie di provvedimenti che rendano in un certo senso “obbligatoria” (ossia riducano al minimo l’eccessiva “discrezionalità” del Giudice di Sorveglianza) l’applicazione piena ed integrale della Legge Gozzini in TUTTI i Tribunali di Sorveglianza e per TUTTI i detenuti, siano essi italiani o stranieri, malati o in buona salute, ristretti in sezioni normali o in carceri e sezioni speciali. Anche in questo caso, le Commissioni Giustizia di Camera e Senato potrebbero da subito impegnarsi nell’organizzazione di una conferenza nazionale di verifica sugli ostacoli che incontra nelle varie regioni l’applicazione della Legge Gozzini, utilizzando le relazioni elaborate dai Presidenti dei Tribunali di sorveglianza e dagli stessi Parlamentari delle due Commissioni che hanno visitato le varie carceri negli ultimi anni.

Come si può vedere, non stiamo chiedendo la luna nel pozzo, bensì atti concreti e verificabili sulla strada delle riforme. Atti sui quali ci auguriamo di trovare un ampio consenso sia nelle istituzioni che tra i Cittadini.

Roma lì, 18/08/2004 Papillon

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