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New York: 400.000 contro la guerra
by controguerra Monday, Aug. 30, 2004 at 11:03 AM mail:

La più imponente manifestazione contro la guerra e contro una convention delle multinazionali

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La manifestazione contro la guerra svoltasi ieri a New York da parte del movimento che non c'era,ha avuto un successo maggiore di quanto erano le più rosee aspettative degli organizzatori che si auguravano 250.000 paartecipanti. La stessa polizia ha ammesso che erano ben di più. Quasi il doppio.

Quello che si impone dunque, il vero significato della giornata di ieri a New York è la vastità della mobilitazione, il coinvolgimento di massa di settori del lavoro, l'emergere della protesta per il taglio dei servizi, l'emergere della protesta di organizzazioni di massa specie del proletariato "di colore".

La manifestazione di ieri è il vero antagonista di Bush e delle multinazionali che lo sostengono. Ridicolizzati i tentativi di criminalizzare e impedire la manifestazione. Non sono i pochi sparuti incidenti, non è l'emergere istrionico di questo o quel soggettino funanbolico, di questo o quel sputafuoco, è l'emergere di una opposizione seria di massa e di classe. vasta quanto nessuno si immaginava.

In questa manifestazione a New York di ieri si coniugano l'opposizione alla politico interna e quella alla politica estera del blocco di potere americano con una maturittà e una vastita che vanno ben al di là degli sprovveduti commentatori italiani del giorno prima. Le cazzate per cui il movimento contro la guerra non ci sarebbe più vengono spazzate via d'un colpo, ed è anche aperta la strada anche al nostro futuro prossimo. Non con i democtatici di prodi e Bertinotti, ma con i blocchi proletari e popolari che lottano da Melfi ad Acerra, da Pordenone alla Val di Susa contro i licenziamenti, il caro vita, le grandi speculazioni. Coniugare questa lotta alla lotta strategica contro la guerra, contro la partecipazione dell'Italia all'orrore dell'aggressione all'Iraq, senza scivolare nel soggettivismo, nel privilegiare questo o quel rudere di progetto della fase precedente. E ci sarebbe anche una data, il 17 ottobre quando sia negli USA, sia in Europa si svolgerà una giornata di mobilitazione contro la guerra e contro lo sfruttamento. I blocchi reali territoriali delle proteste e delle lotte potrebbero indire una mobilitazione congiunta, che li unisce alla protesta globale che comincia a salire. E' bene infatti che sia contraddizione di classe, le motivazioni del lavoro, delle masse delle loro esigenze di sanità, istruzione, salario ad essere unificanti e di spinta, piuttosto che fattori localistici o peggio ancora integralismi religiosi che hanno il sicuro effetto di scomporre il movimento e lasciare inalterato il potere della finanza. E' meglio avere al centro della resistenza le masse operaie e popolari che una massa guidata dai preti di qualsivoglia specie; pena di fare la fine delle manifestazioni del pope Gapon o al Sadr che dir si voglia. Eppoi un aytollah o un papa antirivoluzione gli imperialisti ce l'hanno sempre sottomano, pronto ad essere inviato sul posto per l'uso.

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