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http://italy.indymedia.org/news/2004/08/611151.php Invia anche i commenti.

Rilasciato e poi reincarcerato senza motivo turista italiano a Gerusalemme
by schmendrickit Monday, Aug. 30, 2004 at 12:20 PM mail:

Nominalmente rilasciato dal giudice dopo il processo di sabato sera, Giordano T. e' stato fatto sparire per 24 h dalla polizia senza chenessun rappresentante legale ne potesse conoscere la destinazione o le condizioni

Il giorno 27 agosto, intorno alle ore 16.30 Giordano
T., turista di Verona, e' stato improvvisamente
ammanettato e portato via dalla polizia Israeliana di
Gerusalemme.
Giordano stava ritornando all'ostello dove alloggiava
con un gruppo di amici, di ritorno dalla
manifestazione ad Abu Dis alla quale aveva preso
parola il nipote di Gandhi.
Quando Peter L.,cittadino britannico, e' stato fermato
davanti alla Porta di Damasco dalla polizia per
portare sulle spalle una bandiera palestinese,
Giordano ha filmato la scena con la propria telecamera
palmare a distanza ravvicinata, mentre Peter si sedeva
tranquillo fra i due poliziotti. Nel giro di pochi
minuti sono sopraggiunte una volante ed una jeep della
border police, dalla quale sono scesi alcuni soldati
armati di m-16, che hanno preso Peter in diversi punti
del corpo tentando di trascinarlo di peso all'interno
della volante. Durante la resistenza all'arresto di
Peter, un soldato ha spinto il suo piede contro un
finestrino della volante, frantumandone il vetro con
la suola della scarpa. In seguito le forze dell'ordine
l'hanno stipato dentro la jeep con diversi colpi di
manganello. Giordano, che nonostante ripetute minacce
di aggressione di un poliziotto si era rifiutato di
interrompere le riprese, prima ha istintivamente tentato di proteggere Peter in maniera non violenta, poi si e' ritrovato a sua volta
ammanettato e portato alla centrale di polizia di
Salah Ed-Din, Gerusalemme Est.
I due sono accusati di aver deliberatamente aggredito
e danneggiato una volante della polizia nonche' di
assembramento illegale e sedizioso, dato che dopo
l'arresto alcuni ragazzini avrebbero tirato delle
pietre alla jeep. Tale versione e' chiaramente
smentita da alcune immagini e filmati amatoriali dei
presenti. Non sappiamo se potranno essere usati in
loro difesa.
Durante l'arresto, la tensione e' salita con il lancio
di alcuni assordanti ed alcuni spari fra la folla. Un
altro passante italiano conferma di aver schivato
un proiettile per circa un centimetro dalla sua testa
mentre si rannicchiava a fianco di una bancarella.
Nella centrale ci e' stato impedito di poter fungere
da interpreti fra Giordano ed il suo avvocato, che
chiaramente non parla italiano.
Nei pochi secondi che ci e' stato dato di
intravederlo, ha lamentato di aver subito delle
percosse, ma fortunatamente non sembrava recare
escoriazioni eccessive. Peter invece era stato
visibilmente battuto ed il suo corpo era completamente
coperto di ematomi.
Un'amica israeliana ha tentato di presenziare al loro
interrogatorio per assicurarsi che non venissero
nuovamente percossi, ma dopo pochi minuti e' stata
invitata a lasciare la stanza.
Oggi sabato 28 alle ore 20.30 al termine dello Shabbat sono stati processati per direttissima all'interno del
complesso di Maskobiye, Gerusalemme Ovest.
.



Si e' svolto a porte chiuse. L'ingresso e' stato permesso soltanto a due rappresentanti consolari italiani ed a due amiche di Giordano e Peter, una israeliana ed un italiana, per aiutarli con le traduzioni dato che il processo si e' interamente svolto in ebraico senza che venissero forniti interpreti ai ragazzi dalle autorita' .
Le accuse presentate dalla polizia erano

- rifiuto di cooperazione con le forze dell'ordine ( ovvero rifiuto di presentare un documento di identificazione nonostante le ripetute richieste degli ufficiali)
- assalto ad autoveicolo della polizia ( il vetro sarebbe stato deliberatamente frantumato dai due)
- resistenza violenta all'arresto
- aggressione di due poliziotti (due poliziotti hanno subito trattamento ospedaliero in seguito a ferite provocate da oggetti lanciati dalla folla)
- assembramento sedizioso (la folla presente e gli shebab che tiravano pietre sarebbero stati deliberatamente radunati dai due)

per questo per i ragazzi venivano chieste la condanna alla detenzione o la deportazione immediata


Di fronte
alle accuse pesantissime, eravamo stati in grado di
presentare il filmato di Giordano, salvato durante l'arresto, che mostrava
chiaramente come:
1- non c'era stato rifiuto di presentare il passaporto
dato che a Giordano nessuno l'aveva chiesto e Peter
non si era rifiutato, era solo stato lento a
presentarlo
2-non c'era stata violenza verso la polizia dato che
Peter aveva fatto resistenza non violenta e Giordano,
ammanettato, era rimasto accanto alla macchina tutto
il tempo
3- non erano stati presentati i moventi dell'arresto e
quindi, da un punto di vista procedurale, i ragazzi
avevano diritto a resistere ad un arresto immotivato
dalle forze dell'ordine (uscita del giudice messa a verbale)
4- non c'era stato assalto alla volante dato che il
vetro della stessa era stato frantumato da un
poliziotto che faceva leva sul piede di Peter, che per
altro e' rimasto ferito in seguito all'incidente
5- non c'erano state provocazioni o motivazioni
plausibili per l'attacco improvviso della polizia
6- l'accusa di ferimento per i due poliziotti si
poteva far risalire ad una inadempienza dei poliziotti
dato che, invece che ricercare fra la folla i
lanciatori di pietre e bottiglie che avevano ferito i
poliziotti, si era proceduto ad accusare Peter e
Giordano che fra l'altro erano coinvolti in altre
azioni (Giordano era in piedi accanto alla volante ad
aspettare di entrare e Peter era nella jeep che veniva
forzato a entrare a colpi di manganello)
7- l'accusa di assembramento sedizioso era
sproporzionata al caso dato che la folla formatasi
era quella tipica che si formerebbe intorno ad ogni
incidente
8 – punto molto importante: fra le varie falle procedurali, ammesse infine dalla polizia e messe a verbale, c'era quella piuttosto pesante sul fatto che le unita' di pattugliamento che avevano trattenuto I due ragazzi avevano immediatamente chiamato la border police(gli uomini armati che avevano assaltato Peter) invece che la tourist police, come previsto dal manuale, mentre Peter, che non aveva ancora presentato il passaporto, si era tranquillamente seduto accanto al poliziotto senzxa mostrare il benche' minimo segno di volersi alontanare o sottrarre a loro

alla fine il giudice, peraltro molto ostile ai due,
aveva ammesso che tutta una serie di punti non stavano
insieme ma aveva comunque insistito che qualche torto
non ben definito dai ragazzi c'era. In pratica li aveva assolti per aver commesso il fatto, creando un precedente un po' originale dato che non erano scagionati (restava in effetti il fatto che Peter aveva tentato di resistere in maniera non violenta all'arresto benche' immotivato, e che Giordano per qualche istante si era istintivamente interposto) ma allo stesso tempo le falle della polizia erano troppo scoperte per trattenerli (le inadempienze della
polizia, ammesse durante il dibattimento, erano gravi
assai).
L'accordo finale era che ci saremmo presentati il giorno seguente in questura con due cittadini israeliani che avrebbero posto una firma ed un assegno di 1500 shekel a testa come garanzia, dato che in due giorni I ragazzi si dovevano ripresentare per un accertamento dalla polizia (con interprete nel caso di Giordano, che non poteva comprendere le domande postegli). In seguito la firma era stata ridotta ad una, e Jeff Halpern si era offerto di porla e di firmare l'assegno.
Le cose non si sono svolte pero' come previsto dalla corte: la mattina seguente Jeff Halpern e Ya'ir Nehorai, avvocato di Peter, si sono presentati in Maskobije solo per scoprire che i ragazzi erano misteriosamente spariti. La polizia, fornendo motivi di sicurezza, li aveva prelevati nonostante la sentenza della corte verso una destinazione non ben definita. In seguito Ya'ir era riuscito a contattare i due, che hanno lamentato ulteriori percosse durante la notte e vari tipi di maltrattamenti.
Nel frattempo e' stata avvertita la famiglia di Giordano, che si e' mossa attraverso il consolato per accertarsi delle condizioni del ragazzo. Al consolato non e' stata pero' fornita la sua destinazione fino alla mattina di lunedi', quando lui stesso e' riuscito a contattarci per dirci dov'era.
Adesso e' detenuto al carcere di Neve Tritza (Ar-Ramleh), non sa che fine abbia fatto Peter.
Alla famiglia di Giordano sono stati forniti improbabili motivi di spionaggio per questa detenzione improvvisa, o forse piu' genericamente 'motivi di sicurezza', non e' ancora chiaro.

"Motivi di sicurezza" e' la motiovazione classica per
le detenzioni preventive o non pienamente giustificabili, dato che Israele ha un
sistema penitenziario pesantemente condizionato dal
conflitto in corso.
Fra poco dovremmo avere le motivazioni reali e concrete da parte della
polizia per prelevarli senza preavviso e contrro le
decisioni del giudice.
C'e' a questo punto la minaccia di deportazione per i ragazzi, nonostante la decisione del giudice di lasciarli liberi per il paese.
Da parte mia, posso dirvi questo. Ci sono tre
possibilita'
1- Giordano non viene deportato perche' la polizia
cambia idea
2- Giordano viene deportato dopo essere stato
improvvisamente ed inspiegabilmente prelevato dalla
Maskobijeh ieri mattina mentre aspettava di essere
rilasciato in seguito alla sentenza del giudice.
Questo a sua volta porta ad una serie di conclusioni:
a) Giordano viene trattato come un criminale dopo
essere stato prosciolto dal giudice per essere stato
arrestato mentre filmeva un arresto
b)Giordano non puo' piu' rientrare ne' in Palestina
ne' in Israele
c) Si crea un precedente procedurale per cui tutti
noi, giornalisti, turisti, attivisti, etc
internazionali, a piacere della polizia (soprattutto
se indesiderati per motivi politici) possiamo essere fermata per strada, arrestati senza motivazione,
presi e deportati senza poterci piu' appellare ad un
giudice per essere tutelati, nemmeno quando tale
arresto e' stato riconosciuto come scorretto

3- Giordano e Peter si appellano alla corte suprema
per rivendicare il diritto alla liberta'
riconosciutogli dal giudice.
Se vincono non vengono deportati,
potranno rientrare nel paese e d'ora in poi la
polizia non potra' piu' distaccarsi dalle decisioni di
un giudice per espellere o penalizzare un
internazionale, tantomeno farlo sparire nel nulla cosi' e percuoterlo ripetutamente per tre giorni di fila.

Attualmente, in seguito ad una serie di informazioni trasversali, di Giordano sappiamo questo.
E' nel carcere di Ar-Ramleh (detto anche Neve
Tritza).

E' in sciopero della fame da quattro giorni ormai.
Ha ribadito di aver subito ulteriori percosse da ieri
nonostante i nostri appelli alla polizia. Abbiamo chiesto
al consolato di intercedere ed eventualmente minacciare di
ricorrere alla denuncia sui media per tutelarlo da
ulteriori aggressioni.

Le condizioni carcerarie sono 'migliorate', adesso ha
una cella con un lettino che condivide con altri
prigionieri. Gli e' concessa un'ora di liberta' al
giorno.

Ha supplicato ed implorato di insistere perche' non
venga spostato di nuovo in un complesso penitenziario
come quello di Maskobije, dove ha dovuto dormire su un
pavimento di due metri per due fra gli scarafaggi che
gli camminavano addosso, subire ripetute percosse, minacce,violenze psicologiche di vario tipo che paiono averlo segnato.
Chiediamo infatti di fare pressioni in questo senso, chiunque avesse contatti con in media.
Giordano e' piuttosto sereno.
Una volta illustratagli la sua situazione legale, e' sembrato chiaro che il consolato propende per la deportazione immediate o quantomeno la neutralita' diplomatica.
Giordano sembra molto intenzionato a continuare la
lotta per il suo diritto a restare, almeno finche' gli
garantiamo una copertura mediatica che le dia senso.
L'appello in Corte Suprema significa un procedimento costoso ed una prolungata detenzione, ma Giordano sembra fermo nei suoi propositi di avvalersi dei propri diritti e, con l'occasione, rendere note le condizioni di detenzione imposte a lui ed ai suoi compagni di cella palestinesi. Vi prego a questo punto di fare pressioni in italia
perche' la storia di Giordano venga conosciuta il piu'
possibile, in italia, come e' suo desiderio.
Vi ricordo ancora una volta che Giordano e' al quarto
giorno di sciopero della fame.
Aggiungo che di Peter non sis a niente, neanche dove sia detenuto. Il consolato americano non si e' interessato al caso. L'ultima volta che e' stato visto, in corte, sabato sera, era in condizioni molto preoccupanti.
Gli abiti erano completamente a brandelli, scarpe comprese, il che lo lasciava seminudo. Il corpo era completamente coperto di escoriazioni, ematomi, sangue rappreso e vari altri segni di violenza, compreso sul viso.

Per ora questi sono gli aggiornamenti. Preghiamo tutti di fare pressioni, in italia, perche' la vicenda di Giordano non rimanga nel silenzio, soprattutto da parte dei corpi diplomatici ed organi politici che possono ancora fare pressioni per la sua scarcerazione, che ripetiamo era legittimata da una sentenza giudiziaria.







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