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Notizie da Khan Younis-Striscia di Gaza
by Operazione Colomba-Berretti Bianchi Monday, Jul. 15, 2002 at 10:26 AM mail: colomba@eudoramail.com

Notizie da Khan Younis-Striscia di Gaza

9 luglio Briciole (di Maurizio)
Ci infiliamo nella stradina che porta verso la casa dove passeremo la notte, dopo pochi passi iniziano a sparare ma il nostri ospite ci tranquillizza spiegandoci che non sparano a noi ma ai container dell’acqua domestica sopra i tetti delle case. lo fanno tutti i pomeriggi poco dopo le cinque. prima o poi gli abitanti devono salire sulla terrazza del tetto a stuccare i buchi con il rischio di essere bersagliati al posto dell’acqua. Più tardi ci portano a fare un giro lungo la linea di confine con l’insediamento, non ci sentiamo molto tranquilli, da dentro il fortino dell’IDF ci spiano con i binocoli e forse, come al solito, ci fotografano, tuttavia i nostri accompagnatori sembrano sicuri di se cosi ci rilassiamo e li seguiamo. Una lunga rete di filo spinato separa il territorio palestinese da quello israeliano, al di la del filo si vedono i tetti rossi delle casette immerse tra gli alberi dove abitano i coloni, al di qua del filo i cingoli dei carri armati hanno lasciato i loro segni incontaminati sulla sabbia. ieri mattina intorno alle dieci quattro tank hanno scortato un bulldozer enorme che, di fronte ad una ressa di palestinesi attoniti ha spianato quattromila metri di serre piantati a pomodori e cipolle. Il ragazzino quindicenne che traduce per noi mi spiega che un giorno stava dando da mangiare ai suoi conigli, proprio vicino alla strada, sotto il fortino israeliano, hanno sparato uccidendo tutti i conigli, - “Non ho avuto paura, qui siamo abituati agli spari, i soldati sparano tutti i giorni anche dentro le case” - e mi mostra i fori dei proiettili sulle case vicine che guardano la linea del filo spinato. Poi aggiunge che ha perso due amici, uno si e fatto esplodere dalla rabbia vicino ad al Tufah, l’altro è morto combattendo. Nel frattempo raggiungiamo un area più povera delle altre che abbiamo attraversato, i rifugi per gli animali si mescolano alle povere case dove vivono un migliaio di persone. ci mostrano la pompa dell’acqua dolce e la cisterna che fornisce acqua a tutto il villaggio. I bulldozer l’hanno semidistrutta, i segni dei proiettili sulla cisterna sono stati stuccati, li accanto un casotto che contiene la pompa e il compressore è ancora in piedi, mentre l‘altro casotto che sorgeva li affianco e stato demolito. Ci sediamo con alcuni anziani nel cerchio tradizionale della cultura beduina, intorno al quale si socializza e si sorseggia tea o caffè beduino al cardamono. non riusciamo a comunicare bene perché nessuno parla inglese, tuttavia il nostro ospite ci fa capire che varrebbero parlare di politica e, a fatica ci traduce le parole di uno degli anziani, il cui pensiero politico si basa sul seguente concetto: Bush e Sharon sono come due amanti e Arafat e il loro figliolo. Più in là un asina in cinta si rotola nella sabbia mentre uno sciame di mosche pasteggia sul suo muso. I bambini più piccoli hanno la pancia gonfie, mentre i più grandicelli giocano a calcio in un campetto di sabbia a circa cinquanta metri dal fortino dell’IDF con relativa bandiera che sventola nel cielo terso. La notte passa tranquilla.

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