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Falconara, intervista a Medicina Democratica
by radio onda rossa Thursday, Sep. 16, 2004 at 9:08 PM mail:

Dopo l'incendio nella raffineria Api di Falconara

audio: MP3 at 7.3 mebibytes

Intervista al responsabile della sezione di Falconara di Medicina Democratica.
la situazione ambientale, gli incidenti del passato, l'inquinamento della zona

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...ecco i risultati
by reka Saturday, Sep. 18, 2004 at 12:56 PM mail:

aggiornamenti 19-09-04:
da messaggero e corriere adriatico

Cozze agli idrocarburi, la Finanza ne trova un chilo
Pescate vicino all’Api e pronte per essere vendute
di LETIZIA LARICI
FALCONARA - Un grosso quantitativo di cozze, 1.074 kg, pescato vicino alla piattaforma Api, zona proibita, è stato sequestrato l'altro ieri mattina da una motovedetta della sezione operativa navale della Guardia di Finanza. I molluschi erano contenuti in 43 sacchi abilmente occultati sul fondale marino, in attesa di essere venduti senza passare per i centri di raccolta e controllo sanitario. A insospettire le Fiamme Gialle una bottiglia di plastica, affiorante, ma immobile sull'acqua, all'evidenza un segnale come immediatamente appurato una volta che l'equipaggio ha tentato di afferrarla. I finanzieri infatti non riuscivano a spostare la bottiglia, perché legata attraverso una robusta fune ai sacchi appoggiati sul fondale. Per il recupero dell'ingente quantitativo di cozze ci sono volute diverse ore e si è persino reso necessario l'intervento della squadra sommozzatori. Al termine delle operazioni i molluschi sono stati rigettati in mare. «Questo sistema di pesca di frodo, più volte scoperto dagli uomini delle Fiamme Gialle di Ancona - dicono dal comando del Roan - oltre a creare un danno all'erario rappresenta un potenziale pericolo per la salute pubblica». Nella zona della raffineria vige infatti il divieto di pesca per inquinamento marino, oltre che per motivi di sicurezza. Dall'inizio dell'anno sono oltre 17 mila i Kg di prodotti ittici sequestrati dalla Guardia di Finanza perché sotto misura o pescati in aree interdette.


Sequestrate cozze “pericolose”
Oltre una tonnellata, erano state pescate vicino all’Api
FALCONARA - Un grosso quantitativo di cozze, oltre una tonnellata, pescate vicino alla piattaforma Api di Falconara marittima, e dunque in una zona proibita, è stato sequestrato da una motovedetta della sezione operativa navale della Guardia di finanza di Ancona, che ha scongiurato così che i molluschi venissero venduti senza passare per i centri di raccolta e controllo sanitario. Le cozze sono state rigettate in mare. Un’operazione più che tempestiva oltre che provvidenziale che documenta quale e quanta sia l’attenzione del corpo ad un fenomeno sempre diffuso. Dall’inizio dell’ anno sono già oltre 17 mila i chilogrammi di prodotti ittici sequestrati dalla Guardia di Finanza perchè sotto misura o pescati in aree vietate.


MESSAGGERO

«D’Ambrosio non c’è?». E Carletti manda all’aria il vertice
Summit sul futuro dell’Api. Il sindaco di Falconara liquida Amagliani. I Verdi girano video: «Ecco le prove dell’inquinamento del mare»
di CLAUDIA GRANDI e GIAMPAOLO MILZI
I VELENI all’Api non finiscono mai. Dopo la svolta del Governatore delle Marche Vito D’Ambrosio, che ha annunciato in aula la volontà di ridefinire gli assetti economico urbanistici dell’area e, dunque, di concentrarsi sulla riconversione, ecco che viene rinviato a lunedì l'incontro tra Regione, Provincia e Comune di Falconara, per dare seguito a quelle determinazioni. Perché rinvio a lunedì? Perché il sindaco falconarese Giancarlo Carletti si è rifiutato di partecipare ad un summit in cui non c’era il presidente della Regione ma “solo” il suo assessore, Marco Amagliani. «E’ con il presidente della Regione e con lui solo che i rapporti vanno intrattenuti a questo livello» ha spiegato Carletti in un telegramma. «In una situazione così delicata - spiega Carletti - ho ritenuto necessario rifarmi al protocollo d'intesa sottoscritto nel 2002 dai presidenti D'Ambrosio, Giancarli e da me in tema di coordinamento delle iniziative da attuare in questi casi. Ebbene, nel protocollo si stabilisce che le figure deputate a contatti di questo tipo sono il presidente della Regione, quello della Provincia e il sindaco di Falconara». Non poteva essere accettata, dunque, da Carletti la convocazione fatta pervenire dall'assessore Amagliani: non a caso la seconda convocazione, per lunedì, è arrivata direttamente da D'Ambrosio. Per lo stesso motivo, le dichiarazioni rese dall'assessore all'Ambiente mercoledì in Consiglio regionale («Renderemo le prescrizioni per l'Api ancora più vincolanti e se non saranno rispettate non escludiamo interventi radicali anche prima della scadenza della concessione») non rappresentano per Carletti un'apertura sufficiente. «Senza nulla togliere ad Amagliani - prosegue -, è mia intenzione ascoltare affermazioni di questo tipo dall'unica persona che ne ha la legittimità, ovvero il presidente D'Ambrosio». E di veleni sempre si tratta: il bitume figlio del tragico scoppio di mercoledì scorso. I primi a sporcarsi le mani di nero, perlustrando il litorale di Falconara, erano stati i componenti dei comitati di quartiere, poi nella giornata del 9 erano scattati i campionamenti di vigili urbani, Arpam e Capitaneria di porto. L’Api minimizza ma ieri alcuni esponenti dei Verdi, assieme al loro capogruppo in Consiglio regionale Marco Moruzzi, avrebbero girato video compromettenti: alcuni addetti Api a bagno, a caccia di masse bituminose. I video saranno consegnati alla procura della Repubblica, sempre per provare il procurato inquinamento dello scoppio dell’8 settembre. La stessa procura che aveva già ricevuto una relazione dall'Arpam, con la conferma indiretta del nesso causa-effetto tra l'esplosione nel parco bitume e il combustibile a base d'idrocarburi riversatosi in mare. Arpam che, a sua volta, aveva ricevuto i campioni di sostanza bituminosa dal Comune di Falconara, già valutati da Ufficio municipale e Cam bonifiche come esempio delle "quantità massive di idrocarburi solidi e in sospensione" presenti sulle scogliere e sugli arenili. Per quanto riguarda l'entità dell'inquinamento, bisognerà attendere il responso delle analisi di laboratorio in corso all'Arpam di Macerata. Veleni. Veleni a non finire.

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