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Contestazione della parata militarista a Trieste!!!
by Gruppo Anarchico Germinal Thursday, Nov. 04, 2004 at 2:08 PM mail: gruppoanarchicogerminal@hotmail.com

Poco fa a Trieste!

Circa mezz'ora FA un gruppetto di compagni ha contestato pubblicamente la parata militarista in occasione del 4 novembre (con tanto di visita di Ciampi).
Quando sotto la nostra sede di Via Mazzini 11 è passata una banda dei carabinieri seguita da un plotone a cavallo spontanea è stata la decisione di lanciare centinaia di volantini antimilitaristi preparati per un volantinaggio.
Immediata la blindatura del portone da parte di nugoli di poliziotti e digossini che contemporaneamente bloccavano la l'intero tratto di strada impedendo il transito anche ai comuni passanti.
Alla richiesta del questore di entrare in sede è stato risposto che si stava cercando di consultare telfonicamente l'avvocato. A quel punto il questore se ne andava stizzito minacciando conseguenze.
Dopo pocosono arrivati alcuni digossini ed è stato deciso (valutata la situazione e sentito un nostro avvocato) di farli entrare. Questi dopo aver contato i presenti se ne sono andati. Poco dopo sono tornati chiedendo pressantemente di togliiere lo striscione che già da 2 giorni capeggia fuori dal nostro balcone "Il militarismo produce violenza sfruttamento e morte". Dopo un tira e molla è stato temporaneamente tolto (ma a minuti lo rimettiamo) e gli sbirri han tolto le tende.
Da notare che durante tutto questo la polizia negava l'accesso in sede al nostro avvocato.
Di seguito il testo del volantino (nel retro c'erano le cifre dei morti civili in iraq).
Antimilitarismo sempre!!!!

NIENTE DA FESTEGGIARE
Cantava Giorgio Gaber poco prima di morire:
Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono.
In questi giorni purtroppo, gli altri non so.

Esco di casa, alzo gli occhi: aerei militari. Vado al lavoro: mi becco la marina militare schierata e per di più arrivo in ritardo perchè i signori paralizzano la città per fare le prove generali della parata. Torno a casa: militari. E poi divise, carri armati, elmetti, coccarde, mezzi blindati, corazzati, trasportati, trasportanti. Nauseanti.

Patria, nazione, terra irredenta... Non male per una città che in meno di un secolo ha visto due monarchie, una dittatura, tre occupazioni e una repubblica.
Già, una dittatura. Con parate militari, discorsi al popolo e adunate per le giovani generazioni. E oggi, più di cinquant'anni dopo? Parate, adunate e giovani tricolori viventi. Di nuovo ragazzini, bambini, intruppati e portati in piazza. E qualcuno (la Lega Nazionale ma non solo) ancora lamenta che non vi sia l'obbligo di festa, forse rimpiangendo il sabato fascista.

La beneamata patria sembra sempre più solo un'enorme caserma.
Come se esercito non significasse guerra e guerra non significasse morte, lutto, dolore e distruzione.
E si spendono soldi pubblici, cosiddetti di tutti, milioni e milioni, per bandierine e auto di scorta e kit tricolori e alberghi di lusso per le autorità. Mentre sempre più gente si ritrova senza lavoro e in mezzo a una strada. E si tagliano le mense, l'assistenza agli anziani e le case popolari.

Se questa è l'Italia,
vorrei essere nata su Marte.



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