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(Cosenza) Processo Sud Ribelle, alcuni retroscena
by cicciolino superstar Saturday, Nov. 13, 2004 at 10:44 PM mail:

Altri retroscena e sfaccettature riaffiorano con l’avvicinarsi del processo del 2 Dicembre che vedrà imputati 13 attivisti del Sud Ribelle, grazie alle testimonianze degli stessi imputati coinvolti e ad altre informazioni attendibilissime che giungono dai luoghi più disparati

Alcuni sono noti ed altri meno, ma tutti sono segnati da un comun denominatore che è quello di confermare il carattere pretestuoso e tragicomico di questa procedura giudiziaria. Una serie di circostanze che avvalorano ancor di più la tesi secondo ci troviamo di fronte ad un processo unicamente di natura politica.
Non possiamo rimanere non sconcertati di fronte a questi obbrobri che offendono l’intelligenza umana e gettano nello sconforto se ci fermiamo a riflettere sulla potenzialità di un uso perverso delle cariche istituzionali.
Il 23 ottobre 2003, la notte prima dell'udienza davanti al tdl di Catanzaro,
la Digos di Cosenza (presente il dirigente Cantafora) si presenta a casa di Antonino Campennì per sequestrare le sue agendine telefoniche e notificargli un avviso di garanzia per 270 bis (associazione con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico). Lo ritengono fiancheggiatore delle BR, perché (qui ci sarebbe proprio da ridere se la cosa non fosse drammaticamente seria) sulla sua agenda telefonica (già sequestrata quasi un anno prima) esiste il numero di telefono di un’utenza di Pisa, le cui cifre a detta del PM sarebbero simili al numero di telefono di uno dei presunti brigatisti arrestati nelle settimane precedenti. Secondo il colpo di genio del PM Fiordalisi, Campennì avrebbe criptato il numero, invertendo alcune cifre (!!!!). Nel corso dell'udienza davanti al tdl l'avvocato di Campennì, tramite le pagine bianche di Virgilio, ha dimostrato l’esistenza del numero in oggetto, che quindi non è stato criptato, né corrisponde alla persona menzionata dal P.M.. L’avvocato ha poi proposto richiesta di riesame reale al Tribunale penale di Cosenza in riferimento alla legittimità del sequestro operato, il quale, con ordinanza del 25 novembre 2003, ha annullato il provvedimento di sequestro, restituendo i beni sequestrati al legittimo proprietario. Allo stato attuale, in assenza di notifica di fine indagine, è lecito presumere che il procedimento penale sia tuttora pendente a carico di Campennì.
Questo non è che uno dei tanti tasselli che compongono il famoso teorema accusatorio, ma risulta emblematico in relazione alla natura assurda degli elementi con cui è costituito. I metodi e i procedimenti calunniosi e denigratori sono una costante che imperversa per tutto l’intero progetto giudiziario. Ma c’è di più. Ci sarebbe poi da metter in risalto, il premio che sia il PM che il GIP ottengono dopo gli arresti. Il GIP Plastina vede realizzato il suo sogno del più classico dei “provincialotti” che è quello di andare a vivere nella capitale. Sarà infatti trasferita in un ufficio del ministero di Grazia e Giustizia con compiti di consulenza per il semestre europeo, il PM invece vede finalmente coronato il suo sogno d'amore con una donna di un paese della costa calabrese ed ottiene la scorsa primavera estate, il trasferimento alla procura di Paola (CS), dalla quale era stato allontanato alcuni anni fa perché aveva chiesto la tangente ad un perito del tribunale. La cosa su cui riflettere, a parte il trasferimento premio che avvalorerebbe la tesi d'avanzo del dossier in giro per le procure di mezza Italia, è che nonostante il trasferimento il PM ha ricevuto dal Ministero di Grazia e Giustizia la disposizione a rimanere in carica al processo che riguarda i 13 imputati del Sud Ribelle.

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