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The Show must go on
by Imputat-B Friday, Nov. 19, 2004 at 11:34 AM mail:

The show must go on

Ancora il processo per i fatti del 22 Ottobre !

Breve riassunto senza pretese di completezza

Il 16 Novembre:
Viene portata in aula la relazione di un caramba, tale maresciallo Ginesu, che spiega di essere stato presente ed avere assistito ad una carica della polizia. Il pubblico ministero, seccato, lo fa chiamare, Ginesu non c'e', si rimanda al giorno dopo.
Ricordo che per la pula non c'e' mai stata carica, secondo loro sono stati i manifestanti che, obbedendo a un piano segreto preordinato, hanno attirato le forze dell'ordine in una trappola per poi attaccarle.

Il 17 Novembre:
Arriva il caramba Ginesu, il giudice gli chiede se ha assistito alla carica e lui risponde di no, che ha visto dei tafferugli e che quindi ha dedotto che prima doveva esserci stata una carica. L'avvocato difensore gli mostra il verbale da lui redatto, e ginesu conferma di essere stato presente e di avere assistito ad una carica. Il Pubblico ministero allora chiede a ginesu se ha assistito ad una carica, e ginesu dice di no , che ha visto dei tafferugli e che quindi ha dedotto che prima doveva essersi svolta una carica... .
A questo punto e' chiaro che si potrebbe andare avanti all'infinito, e Ginesu viene mandato a posto (alcuni maligni affermano di aver visto Ginesu confabulare con la sbirraglia digos presente nei corridoi prima di entrare in aula ...).

A questo punto gli imputati hanno reso le loro dichiarazioni spontanee (spontanee per modo di dire), che sono piuttosto lunghe, riferiro' quindi solo brevi cenni. Sostanzialmente hanno spiegato come la polizia abbia cercato di circondarli per chiuderli in trappola e menarli, confermando in questo i vari verbali di servizio della polizia, le testimonianze del vice Gargiulo e quelle degli altri manifestanti. Hanno spiegato come, in via Roma, quando il dispositivo della polizia si e' chiuso ed e' partita la carica, tutti siano fuggiti, e loro assieme agli altri. Infine hanno cercato di spiegare, o meglio di formulare qualche ipotesi credibile su quale possano essere le vere ragioni all'origine di questa operazione. Ricordo che la polizia si e' giustificata adducendo la necessita' di dover identificare i manifestanti, salvo poi dover ammettere che non c'era alcun bisogno di identificare gli arrestati, in quanto persone assolutamente note (non si capisce quindi perche' avrebbero cercato di sottrarsi ad una semplice identificazione). A questo proposito sono state citate le intimidazioni e le aggressioni pubbliche subite nel corso di tutto il 2003 (ad esempio al presidio antifascista del 25 Aprile) e le dichiarazioni del vicecapo della polizia di stato Procaccini, rilasciate nel novembre 2004: "Gli anarchici dell'isola? li colpiremo tutti e duramente".
Infine e' stato ricordato come, in seguito all'aggressione della polizia, un paio di manifestanti siano stati ricoverati in ospedale e di come uno di questi, senza l'intervento di due degli arrestati (forse e' questa, realmente, la loro colpa), avrebbe corso il rischio di essere ammazzato a calci e manganellate in testa. Purtroppo, nessuno dei presenti e' stato in grado di riconoscere gli agenti autori del pestaggio. Gli arrestati in quanto, nella concitazione dei fatti, non sono stati in grado di ricordare con certezza i visi di persone che non conoscevano, e gli altri agenti ... beh, c'era chi, proprio in quel momento si e' allontanato, chi non ha potuto riconoscere nessuno "perche' avevano il casco", e cosi' via. Interessante il racconto del suo arresto reso da un 'noto anarchico' che, in quanto tale, e' stato iseguito da una decina di agenti, tra celere e digos, sin dentro il bar della stazione (per identificarlo naturalmente, solo per identificarlo, volevano accertarsi che fosse proprio lui ...). Dopo l'eroica cattura i tutori dell'ordine se lo contendono, i digos lo tirano da una parte e i celeri dall'altra e ciascuno lo vuol caricare sulla sua macchina (alla fine la spuntano i digos).

Infine ci sono state le requisitorie del Pubblico Ministero e dell'avvocato di parte civile.
Il P.M. ha esordito astutamente spiegando come le testimonianze dei test a difesa non sono credibili in quanto ... raccontano tutti le stesse cose, riferiscono tutti gli stessi episodi! (ma come, questo non era un indice di credibilita'?). Quindi bisogna senz'altro credere a quanto riferiscono i poliziotti. D'accordo dico io, ma, visto che i poliziotti dicono tutti cose diverse tra di loro, a quale delle tante versioni rese dobbiamo credere secondo il PM ?
O addirittura, tra le tante cose, contradditorie tra di loro, raccontate dalla stessa persona, Arangino ad esempio, qual'e' quella vera ?
E non sono cose da poco. Giusto per fare degli esempi:
Il vice Gargiulo afferma che non c'erano fotografi e cineoperatri; il fotografo e la cineoperatrice raccontano di aver seguito i manifestanti sempre (e li abbiamo ben visti!) ma di non aver ripreso nulla (strano!) e che le fotografie dei fantomatici danneggiamenti le hanno fatte dopo, a posteriori, con calma ...
Il digos Varsi dice di aver visto P. mettere le mani addosso a Gargiulo, Gargiulo riferisce: no, non mi ha messo le mani addosso, non mi ha toccato, mi ha guardato da lontano con l'intenzione di aggredirmi, ma io, con il mio sguardo di fuoco l'ho messo in fuga.
Arangino, tra le tante che dice, a un certo punto dice anche che C. gli ha rotto gli occhiali con un pugno, e che percio' si e' beccato una "congiuntivite" (congiuntivite da pugno in faccia, strano no?). I "suoi" Uomini, Congiu e Farre, riferiscono di averlo visto senza occhiali gia' prima dell'intervento di C. .
E potrei continuare a lungo ...
Comunque la sostanza e' questa, non importa se raccontano tutte cose diverse e contradditorie e se non sono nemmeno capaci di mettersi d'accordo tra di loro, loro sono gli sbirri e quindi hanno ragione. E' logico che persone perfettamente conosciute si sottraggano all'identificazione, e' logico che un piccolo gruppo di ragazzi privi di qualunque protezione attacchi a mani nude un battaglione di polizia antisommossa molto piu' numeroso di loro, e infine, la cosa che fa piu' male, il massacro di un ragazzo rimasto a terra, per quanto sia "riprovevole" come episodio, e' irrilevante ai fini del procedimento. Lui lo ha detto un po' meglio, ma io sono costretto a fare un riassunto e comunque, vi assicuro, la sostanza e' questa.
In sintesi: mesi di reclusione richiesti: 10 a Coraddu, 8 a Peddizzi e 6 a Siddi per resistenza e violenza, 1 A Siddi per porto abusivo di coltellino (+ 150 euro di multa). Assoluzione per tutti per quanto riguarda i presunti danneggiamenti (che dovevano essere all'origine di tutta questa farsa).
In sostanza si tratta di richieste abbastanza moderate, quasi al minimo della pena, forse ha voluto tener conto del fatto che i reati sono inesistenti (e non e' poco di questi tempi). Anche la requisitoria e' stata strana, suonava quasi piu' come una difesa dell'operato della polizia che non come un'atto di accusa nei confronti degli imputati.

Infine ha parlato l'avvocato di parte civile di Aranginus.
Ci ha lessato per un'ora cercando di ripetere, malamente, le argomentazioni del P.M. e abbandonandosi ad autentiche bestialita', per il sollazzo del pubblico non pagante. A un certo punto ha spiegato come S. si sia abbandonata a "violenze pacifiche" nei confronti del suo assistito. Poi ci ha spiegato che Aranginus non e' una persona normale, che e' uno che da' la sua vita per mantenere l'ordine e che quindi non puo' essere trattato come uno qualunque. Infine ha delirato di un piano "studiato a tavolino" per aggredire il tizio che lo paga (sempre Aranginus).
Come dicevo, dopo un'ora di sproloquio e risate tra il pubblico (il giudice ha dovuto minacciare di far sgombrare l'aula, come sempre quando parla questo qua'), e' arrivato al dunque. Arangino, secondo lui, non voleva soldi, no, lui si e' costituito parte civile solo per seguire il processo e controllare (in questo coadiuvato da tutta la sbirraglia mal cammuffata sparsa tra il pubblico ad origliare e a fare foto con il telefonino). Solo che alla fine, offeso perche' nessuno gli ha chiesto scusa, ha deciso di chiedere la cifra simbolica di 10.000 euro (provvisoriamente, il saldo lo chidera' in una causa civile) da devolvere in beneficenza (a chi?).

Dopodich'e' s'era fatta ora di pranzo, percio' il tavolo della giustizia verra' ri-apparecchiato, eccezzionalmente per voi, Sabato 20 Novembre alle 9.30 del mattino.
Si prevedono le scoppiettanti arringhe degli avvocati difensori, che vi consiglio di non perdere, anche perche', visto l'abbondante materiale che gli accusatori hanno gentilmente messo a disposizione, promettono di essere avvincenti, divertenti, appassionanti, ma soprattutto

Gratis e per tutti

p.s. E' possibile che in giornata venga emessa anche la sentenza, ricordo a tutti che mentre lo spettacolo e il divertimento sono assicurati, il fatto che sia fatta giustizia lo e' molto meno (purtroppo questo trascurabile particolare non dipende da noi).

Imputat-B

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