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by ilmessaggero Thursday, Dec. 09, 2004 at 1:28 PM mail:

dal Messaggero di Ven 3 Dicembre - intervista al prefetto Serra dopo l'incontro con una delegazione del corteo degli studenti contro gli sgomberi di Giovedì 2 (report del corteo http://italy.indymedia.org/news/2004/12/689914.php)

Scuola, la nuova stagione di proteste.

Serra preoccupato dall’astio dei ragazzi nei confronti delle istituzioni e delle forze dell’ordine

«Presidi, prima dello sgombero c’è il dialogo»

Il prefetto incontra gli studenti poi scrive ai capi d’istituto

Più disponibilità verso i giovani: bisogna capire il loro disagio Ma la scuola non può essere considerata una zona franca

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«Dialogare con gli studenti non significa calare le braghe. Non alimenta il lassismo. Dialogare, però, è utile per comprendere il disagio che, a torto o ragione, esprimono questi ragazzi. E soprattutto per evitare che aumenti l’astio nei confronti delle istituzioni. Incontrandoli, ho avvertito questa diffidenza. E mi è dispiaciuto, mi ha preoccupato».

Achille Serra, prefetto di Roma. Ieri mattina ha incontrato una delegazione degli studenti dei principali licei e istituti romani, in agitazione in questi giorni.

Ha concluso: «Scriverò una lettera ai presidi. Chiederò loro di mediare, di dialogare. Rivolgerò un invito al dialogo anche alle forze dell’ordine. Anche se poi, se la strada del confronto risulta inutile, allora le occupazioni in qualche modo vanno fatte terminare».

Prefetto Serra, che succede, anche lei scende in piazza con gli studenti che occupano le scuole?
«Non semplifichiamo, per favore, cerchiamo di fare un ragionamento serio. Ho incontrato una delegazione di studenti, una decina. Mi hanno spiegato le loro ragioni, hanno anche messo a dura prova la mia pazienza, ma era necessario ascoltarli. Un elemento che ho avvertito, e che mi ha addolorato, è l’astio, la diffidenza, che emerge nei confronti delle istituzioni e delle forze dell’ordine».

Motivato da che cosa?
«Mi hanno portato alcuni esempi: la polizia che entra nelle scuole per le azioni antidroga, la polizia che vigila al di fuori delle scuole... Loro avvertono queste azioni come la volontà delle forze dell’ordine di controllarli, anche politicamente, di limitare la loro libertà. Ma non è così. Ho cercato di spiegarlo: se ci sono stati azioni antidroga, erano azioni di polizia giudiziaria. E se c’è vigilanza fuori dalle scuole è perché sono i loro genitori a chiederlo. A centinaia. Ci chiedono di vigilare contro al diffusione della droga dentro e fuori gli istituti».

Poi, c’è la linea dura contro le occupazioni, gli sgomberi, i blitz. Dura e rapida.
«Anche questa è una semplificazione. I padroni di casa, nelle scuole, sono i presidi. Le forze dell’ordine intervengono solo su loro richiesta. Cosa dovrebbe fare la polizia, se un preside chiede di liberare le scuole, rifiutarsi? I ragazzi mi hanno parlato di eccessiva severità, si sono lamentati per le identificazioni. Ma se ci sono danni alle strutture, se c’è vandalismo, è evidente che chi interviene deve identificare i possibili responsabili. Ma nei ragazzi c’è davvero una forma di pregiudizio verso le forze dell’ordine. E questo non è un buon segnale. Loro, mi hanno ricordato il caso del Virgilio, lamentando il fatto che la polizia, in borghese, era entrata all’interno dell’istituto...Ma lì c’era un’indagine di polizia giudiziaria in corso, erano stati segnalati episodi di spaccio. Ripeto: nessun controllo politico. Si entra nelle scuole solo quando lo chiedono i presidi o se c’è una indagine di polizia giudiziaria in corso. Questo i ragazzi devono comprenderlo. La scuola non può essere una zona franca. Potremo discutere a lungo sulla legge sulla droga, ma finché è questa non è possibile che dentro gli istituti ci sia libertà di fumare spinelli e si possa, in casi limite, addirittura vendere la droga».

E poi ci sono le occupazioni.
« Che non devono diventare un problema di ordine pubblico. Io segnalerò questa esigenza dei ragazzi, voglio svolgere un ruolo di mediatore, voglio farmi portatore delle loro richieste: ai presidi chiederò maggiore disponibilità al dialogo, lo stesso farò con le forze dell’ordine, perché prima dello sgombero tentino un confronto. Ascoltiamo il disagio di questa generazione...».

Se non funziona ?
«La legge va fatta rispettare».

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