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Cos'è lo tsunami
by Ecologia Sociale Monday, Jan. 03, 2005 at 6:02 AM mail:

tratto da un sito a pagamento

Tsunami
Gli tsunami rappresentano una tipica onda lunga progressiva, che interessa in pratica tutta la massa d'acqua attraversata fino in profondità, anche se è particolarmente evidente in superficie e, specialmente, nelle acque basse costiere.

Lo tsunami consta di treni di onde costituite da decine di oscillazioni via via smorzantisi, di periodo compreso all'incirca tra 10 e 30 minuti e lunghezze d'onda dell'ordine di decine o centinaia di chilometri a seconda della velocità di propagazione. Trattandosi di onda lunga la velocità è data dalla (13) e quindi dipende solo dalla profondità h dell'oceano. Passando a valori numerici si può facilmente constatare che, a seconda della profondità, tale velocità può facilmente giungere a valori estremamente elevati: 700ˇ800 km/h sono velocità che compaiono assai frequentemente.

L'altezza dell'onda è dell'ordine del metro (o meno) in aperto oceano, ma può salire anche a 20ˇ30 m presso le coste, per l'esaltazione indotta dalla piccola profondità del mare. Nel caso che contro una costa si abbattano onde di tali dimensioni, che costituiscono il maremoto, i danni prodotti ovviamente possono esser catastrofici.

La causa degli tsunami va ascritta a frane costiere o sottomarine (in corrispondenza dei pendii delle dorsali o delle fosse ad esempio) collegate con l'attività sismica o con eruzioni vulcaniche. Per effetto dei terremoti possono staccarsi lembi di scarpate, o ammassi di sedimenti, in qualche caso più grave anche interi lembi costieri o isole. I vulcani possono immettere quantità di lava anche ingenti. Questi apporti più o meno improvvisi, certamente molto veloci, di materiali estranei nell'acqua, determinano scuotimenti più o meno violenti, che a loro volta generano le oscillazioni dello tsunami. Anche il distacco dalle lingue dei ghiacciai che giungono al mare provoca fenomeni simili, anche se in genere più lievi e spesso trasformati in sessa-tsunami, nelle baie o nei fiordi dove avviene il distacco.

L'energia del terremoto capace di innescare lo tsunami deve essere superiore a un livello di soglia che si suole fissare, in base alla esperienza delle osservazioni, attorno al 7° grado della scala Richter. Maggiore è l'intensità del terremoto, sopra tale valore, maggiore sarà l'ampiezza delle onde di tsunami (che poi potranno esser ulteriormente esaltate da fattori costieri locali). Poiché terremoti di magnitudine superiore a 7,5 o 8 sono rari, così anche le maggiori ampiezze degli tsunami si osservano raramente (in ordini di tempo dell'ordine del secolo); anche onde dell'altezza di 2ˇ3 m possono però provocare danni rilevanti: onde del genere hanno una frequenza molto più elevata e compaiono più frequentemente.

Il fenomeno interessa particolarmente il Pacifico lungo le cui coste (Cile, Perú, California, Aleutine, Giappone ecc.) e sul cui fondo avvengono sovente forti terremoti. Dalla zona dell'epicentro sismico le onde di tsunami si irradiano largamente in tutte le direzioni, arrivando in tempi successivi, data la loro velocità, sulle coste opposte. Poiché, nota la batimetria, la velocità è calcolabile, i tempi di arrivo su una data costa sono prevedibili: nel Pacifico esiste un servizio di previsione del genere. Nel caso di previsione di forti tsunami si fanno evacuare le popolazioni costiere e uscire al largo le navi. Si evitano così disastri che in passato hanno provocato anche decine di migliaia di morti alla volta e devastato intere regioni costiere.


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