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http://italy.indymedia.org/news/2005/01/707006.php Invia anche i commenti.

[Bolivia]: a El Alto in difesa dell'acqua
by indybolivia(trad.garabombo) Friday, Jan. 07, 2005 at 4:27 PM mail:

da http://bolivia.indymedia.org/

IL MOVIMENTO PER L'ACQUA DI EL ALTO

G.A.M.S. - ((i))Cochabamba

Durante l'ultima assemblea dei presidenti, pochi giorni prima delle feste natalizie, la FEJUVE (Federazione delle giunte di quartiere) della città di El Alto ha deciso di lanciare la battaglia finale affinchè, tra le altre richieste, l'impresa Agua de Immimani (AISA) se ne vada dalla città; è per questo che è stato proclamato a partire dal 10 gennaio uno sciopero illimitato in tutta la località. Aderiranno: la Federación de Juntas Vecinales (Fejuve), la Federación de Trabajadores Campesinos de La Paz Túpaj Katari, la Cámara de Transporte Pesado de El Alto, la Federación de Transporte Interprovincial, la Federación de Gremiales y la Organización de Mujeres Campesinas "Bartolina Sisa".
Non si tornerà indietro su questa decisione, appoggiata anche dal movimento per l'acqua di Cochabamba e in particolare della Coordinadora del Agua.

Come in altre occasioni il governo ha mostrato tutta la scarsezza delle proprie iniziative per mediare nel conflitto. Così come durante la "Guerra dell'Acqua" di Cochabamba all'inizio ha minimizzato il tutto e poi stigmatizzato il movimento definendolo "estremista" e "cospiratore". Sono state necessari uno sciopero di 24 ore e diverse mobilitazioni per far negoziare seriamente il governo con i dirigenti delle giunte di cittadini di El Alto.

Durante le trattative i rappresentanti alteñi e il loro equipe tecnico hanno dimostrato i gravi problemi comportati dalla concessione statale dell'amministrazione delle risorse idriche alla privata AISA; in primo luogo è stata sottolineata la scarsa trasparenza
dell'operazione tutta, passata attraverso la marginalizzazione dei governi municipali e della società civile, violando norme legali vigenti e offrendo clausole contrattuali di assoluta confidenza.
Altra cosa importante: durante i sette anni di lavoro dell' AISA, in nessun caso le fasce più povere della popolazione hanno beneficiato dell'acqua, anzi circa 200mila persone sono escluse dal servizio; l'accesso allo stesso risulta più caro anche visto che le tariffe sono rimaste dollarizzate; notevoli anche i nefasti impatti ambientali nella zona e perfino la qualità dell'acqua distribuita è di dubbia qualità; infine non vengono quasi mai realizzate opere di manutenzione delle infrastrutture.
In definitiva l'accordo con l'AISA danneggia del tutto sia lo Stato boliviano che i suoi cittadini: e con questo il governo nazionale si è dimostrato perfino d'accordo ma la risposta offerta è stata del tutto insoddisfacente.
I proveddimenti presi sono stati: apportare dei correttivi al contratto, far dimettere il soprintendente alle risorse acquifere o bolivarizzare le tariffe. Il contratto è stato modificato, "migliorato", doveva essere evidentemente stracciato.

L'opinione di Carlos Crespo Flores, sociologo, miembro del GAMS, sul momento:
"sono due le sfide fondamentali per il movimento alteño: 1) evitare bagni di sangue e dinamiche repressive di cui siamo stanchi; siamo stanchi di raccogliere i morti del popolo; contemporaneamente bisogna evitare di ricorrere ai tribunali e agli organismi internazionali per contestare questo contratto. Ci sono tutte le caratteristiche necessarie per contestarlo già noi, da qui, come popolo boliviano e di El Alto. Non incorriamo in errori e non cerchiamo alleati dove troveremmo alleati dell'AISA.
2) Evitiamo di formare dei "superpoteri" una volta annullato il contratto. Le esperienze precedenti, di Cochabamba, ci insegnano che conviene evitare nuove dinamiche stataliste e commerciali nella nuova gestione: bisogna autogestire con un controllo sociale efficente la nuova impresa. La resistenza antiliberista deve passare dalla creazione di funzionamenti alternativi".

"Una vittoria del movimento alteño potrebbe avere effetti interessanti per i movimenti sociali: fare pressione e rinegoziare una seire di temi pendenti fin dall'anno 2000, rispetto ai quali il governo continua ancora a far finta di essere cieco.
RIdare forza ai movimenti sociali nazionali, affinchè si liberino di caudilli autoritari e vertenze settoriali, a vantaggio di una strategia unica e forte verso l' Assemblea costituente".

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