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Treni, la rivolta dei pendolari
by dal manifesto Thursday, Jan. 13, 2005 at 4:22 PM mail:

A Vittuone (Milano), i viaggiatori occupano i binari contro il trasporto locale al collasso.

Dei costi sociali di un viaggio tipo su un treno per pendolari in Italia dovrebbe occuparsene il ministro della salute Girolamo Sirchia (oltre che il ministro «competente» dei trasporti Pietro Lunardi). Non si sa quando si parte, non si sa quando si arriva. Si viaggia stipati peggio che su un carro bestiame. Manca l'aria e le temperature sono altissime o bassissime. Spesso la gente sviene (nel senso che ogni giorno qualcuno sviene). I «cessi» fanno vomitare. E alcuni viaggiatori, una volta al lavoro con lo stomaco sottosopra, ricevono anche lettere di richiamo per i continui ritardi (ma è impossibile fare altrimenti). Una vita d'inferno, tutti i giorni, e perdipiù per andare a lavorare. La racconta in questi termini una ragazza che ieri mattina, insieme a circa duecento pendolari, ha occupato i binari della stazione di Vittuone, a venti chilometri da Milano. Il suo treno copre ogni mattina la tratta della linea Novara-Milano, da cui prende il nome il Comitato che dopo diverse lamentele cadute nel vuoto, più di duemila firme raccolte e infuocate assemblee per decidere come boicottare Trenitalia (la fase due potrebbe chiamarsi «sciopero dell'abbonamento») ha deciso di perdere la pazienza - e un giorno di lavoro. «Se abbiamo creato problemi a qualcuno, chiediamo scusa - ha spiegato Alessandro Pelegatta, studente e pendolare - ma di fronte a un servizio da terzo mondo abbiamo preso la decisione di reagire e l'unico modo per farlo era quello di occupare i binari. Se il servizio che Trenitalia continuerà ad offrirci non raggiungerà livelli di qualità decorosi, non escludiamo di attuare in futuro altre forme di protesta».

Visti i primi risultati, ottenuti dopo un blocco di quattro ore che ha stoppato una ventina di treni e creato qualche problema anche alla Stazione Centrale di Milano, ne valeva la pena. Tra i binari occupati, a metà mattina, si sono presentati Maurizio Galli (Regione Lombardia), Marco Carpani (Trenitalia) e Giacomo Argento (Rete Ferroviaria Italiana). Tanto per cominciare, come richiesto dal Comitato, da oggi il treno successivo al regionale 10657 (con partenza alle 7,39 da Novara) torna a fermarsi a Trecate, Corbetta e Vittuone; poi, entro la fine di gennaio, le stesse fermate saranno ripristinate anche per il treno delle 18,02 da Milano a Novara. Un po' poco.

La resa dei conti, o rimpallo delle responsabilità, intanto è gia cominciata. Tutti, funzionari regionali compresi, ieri si sono accorti che il treno bloccato dai pendolari aveva 250 posti in meno rispetto a quanto previsto nel contratto di servizio stipulato tra Regione e Trenitalia. «Nonostante le rassicurazioni date al presidente Formigoni pochi giorni fa - ha attaccato l'assessore regionale alla mobilità Corsano - Trenitalia e Rfi continuano a non rispettare gli impegni assunti e le condizioni in cui sono costretti a viaggiare i pendolari della Lombardia sono del tutto intollerabili». Quello che Corsano non dice è che con gli investimenti che la Regione Lombardia destina al trasporto locale non si può far altro che garantire ovunque un servizio penoso (l'ultimo blocco ferroviario risale al 13 dicembre scorso, sulla linea Milano-Varese-Porto Ceresio). Lo stesso Formigoni venerdì prossimo incontrerà i vertici delle ferrovie e gli esponenti del comitato «ribelle», ma intanto la tattica dello scaricabarile scelta dalla Regione non convince nessuno. Per Gianni Confalonieri, capogruppo regionale del Prc, i principali responsabili stanno di casa al Pirellone. «E' vergognoso - dichiara - che una regione come la Lombardia non abbia un servizio ferroviario decente e che si chiedano continuamente sacrifici ai pendolari. La responsabilità della Regione è evidente. L'incapacità di programmazione e il decennale disinteresse e disimpegno nel potenziamento del servizio ferroviario e del trasporto pubblico hanno portato al collasso il sistema».

Parla di servizio regionale al collasso Maria Chiara Bisogni, consigliere regionale diessina: «In Lombardia si fermano per guasti 5 locomotori ogni giorno, il materiale rotabile è obsoleto, il 50% dei locomotori ha più di 45 anni e il recente annuncio dell'acquisto di 37 locomotori e 27 nuove carrozze, che verrà diluito in tre anni, è un palliativo rispetto alle esigenze di potenziamento». Deprimente anche il quadro tracciato da Dario Balotta, il sindacalista della Fit Cisl regionale che parla di «sovraffollamento programmato» e chiede nuovi investimenti e nuovo management. «In ottobre - spiega - sono stati soppressi 186 treni pendolari, in novembre quasi 500 e in dicembre 400. Ogni giorno riceviamo le proteste di migliaia di passeggeri che segnalano disagi, ritardi e incuria».

Un'alternativa, disastrosa, ai 1200 treni locali che ogni giorno attraversano la Lombardia ci sarebbe, anzi c'è. L'automobile.




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