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solidarietà all'lso
by collettivo universitario rebeldìa Thursday, Jan. 20, 2005 at 7:26 PM mail:

20/01/2005: UNO SGOMBERO NON BASTA,
RESISTENZA ATTIVA



Eccola puntuale, con le stesse modalità che hanno sempre contraddistinto operazioni volte allo sgombero degli spazi nati sulle logiche dell’autogestione restituite alla cittadinanza…
Eco la REPRESSIONE…

Questa mattina alle 7 circa spiegamenti di poliziotti in antisommossa,scortati dai vigili del fuoco hanno fatto irruzione nei locali gestiti dai compagni e dalle compagne dell’L.S.O. Ex Collocamento mostrando a chiare lettere la vera faccia e il classico linguaggio che da sempre ha contraddistinto l’attuale giunta comunale di centrosinistra nei confronti di quei percorsi di autogestione e autorganizzazione che hanno lavorato per la produzione di saperi critici che hanno parlato attraverso azioni ed eventi che avevano il fine di restituire alla precarietà diffusa la possibilità di accedere a quegli “spazi” ormai divenuti inaccessibili, attraverso azioni di riduzione dei prezzi legati ad eventi culturali, offrendo la possibilità di accedere ad un pasto a prezzo sicuramente abbordabile per tutti in un discorso che era ormai avviato alla costruzione di una mensa sociale, attraverso appuntamenti di cineforum, di eventi concertistici che avevano ormai fatto del Laboratorio Sociale Occupato un “circuito” largamente frequentato e ricevendo un consenso che ha avuto la capacità e la forza di trasformarsi in partecipazione diretta.
E’ facile capire come la cosa che più continua a preoccupare questa giunta è l’enorme consenso che sempre più continua ad avere chi come noi continua e continuerà a smascherare, attraverso percorsi di lotta e di ri-appropriazione, i giochi meschini e gli interessi infami di chi è interessato soltanto ad incipriare la città di stupidità olimpioniche per preparare bello, efficace, indisturbato, l’evento Torino 2006.
In questa città, che non è quella descritta da loro, ma bensì quella denunciata da noi, la vita diventa sempre più costosa: i lavoratori vengono lasciati a casa e disoccupazione e precarietà diventano condizioni che sempre più contraddistinguono vecchie e nuove generazioni che si affacciano ad “abitare” la realtà di questa città.
In questa metropoli imbellettata di ipocrita facciata, dietro cui ai vecchi problemi si aggiungono i drammi dell’aumento esponenziale di povertà diffusa e strisciante, fatta di precari con contratti a chiamata, dello smantellamento dello stato sociale, del diritto sempre più a vantaggio di pochi, ecco che diventa chiaro il fatto che chi decide di denunciare questi aspetti attraverso azioni di appropriazione diretta, di realizzazione immediata, di desideri, cercando di dare una risposta concreta, si sottopone al rischio di interagire con l’unico linguaggio che loro, l’amministrazione appunto, sembra voler conoscere… quello dell’arroganza forzata a suon di manganelli, in nome del loro ordine pubblico.

E noi di fronte a tutto ciò?
Per cominciare non un passo indietro, per continuare ad essere generazione di occupanti , di resistenti, in sintonia di chi parla con la voce delle esigenze dal basso; senza paura, capaci di organizzare e gestire le lotte in proprio… ben al di sopra delle chiacchiere di politici venduti al soldo di una banca… di un olimpiade… e se tutto ciò può creare un affanno a qualcuno… “che l’affanno duri”.


SOLIDARIETA’ AL LABORATORIO SOCIALE OCCUPATO
COLLETTIVO UNIVERSITARIO REBELDIA

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