impressioni sui teorici piani di pace in Palestina.
Di Palestina si parla in questi giorni in termine di pace. Sembra che davvero la pace sia vicina perchè Sharon dice che graize a un'accordo con l'ANP di Arafat lascera Gaza e Bethlemme. In cambio Arafat promette di impedire ulteriori attacchi kamikaze garantendo cosi la sicurezza di Israele. In caso contrario l'esercito israeliano sarà libero di stracciare tale accordo.
L'umore dei palestinesi perٍ è di tutt'altra canto. Non ci credono. Non ci credono perchè non è la prima volta che Israele si comporta cosi, non ci credono perchè cio' è nulla rispetto a le loro richieste minime, non ci credono perchè ogni dove l'esercito è presente impedendo comunque ogni tipo di movimento, occupando terre e entrando in città per giorni portando distruzione, morti e arresti.
Già con Oslo si parlo in questi termini, prima Gaza e poi Jerico. Per poco tempo ciٍ è avvenuto, poi siamo tornati alla situazione di prima... anzi ad oggi siamo tornati alla situazione del 67. Oggi in Palestina si parla di liberazione prima ancora che di pace e democrazia. Oggi l'esercito israeliano con i suoi soldati e i suoi mezzi sta occupando militarmente tutto il territorio palestinese, persino quello decretato dall'ONU. Oggi i carri armati stanno lasciando Gaza e Bethlemme ma stanno entrando a Jenin, Nablus e Tulkarem e in ognuna di esse hanno portato distruzione e morte. L'ultimo è un bambino di 12 di Jenin, colpevole di essere in strada durante il coprifuoco (che dura oramai da 6 mesi).
Non è difficle quindi capire il pessimismo, il malumore e la rabbia che il popolo palestinese esprime in questi giorni in cui a livello internazionale pace sembra fatta. Per i palestinesi cio' è troppo poco. Per i palestinese è la palestina che deve essere libera. Per i palestinesi israele deve immediatamente lasciare i territori. Questo si sarebbe l'inizio di un processo di pace. Ma sarebbe sopratutto l'inizio di una nuova vita in queste terre, fuori dal tormento della guerra, fuori dall'idea del coprifuoco e del non potersi muovere, fuori dall'umiliazione quotidiana inflitta da Israele.
Ma i palestinesi sperano cmq e sempre. Anche noi.
Questo è quello che a pelle abbiamo sentito da queste terre... proprio dopo una giornata passata da proiettili e carri armati, proprio mentre l'esercito sta nuovamente entrando.
