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Omicidio Verbano, sparita la pistola dei killer (!!!!)
by dal corriere Wednesday, Feb. 23, 2005 at 4:25 PM mail:

Il pm Guido Salvini: «La Procura dovrebbe cercarla». Appello dei Verdi al Viminale. L’arma non si trova nell’ufficio «Corpi di reato» Ad accorgersene è stato il magistrato che indagava sui delitti, avvenuti a Milano, di Tinelli e Iannucci.

Per il capo della Procura Giovanni Ferrara non ci sono elementi nuovi per riaprire l’inchiesta sull’uccisione di Valerio Verbano, il liceale aderente ai collettivi autonomi ucciso 25 anni fa da tre killer in un agguato a casa sua. L’ha dichiarato ieri ricordando che invece per il rogo di Primavalle, invece, «c’è una denuncia della famiglia Mattei e ci sono state le dichiarazioni di Achille Lollo». Il pm milanese Guido Salvini però obietta: «Perlomeno si cerchi di ritrovare l’arma con cui fu ucciso Verbano, data per scomparsa dall’ufficio "Corpi di reato" di Roma dove avrebbe dovuto stare depositata. Se qualcuno dovesse parlare, avremmo almeno l’arma su cui contare...». Una 7,65 col silenziatore. Scomparsa. L’avevano persa, scappando, i tre killer di Valerio Verbano. Era caduta sul pavimento durante la concitata fuga dei killer dall’appartamento. Quella pistola era tornata alla ribalta otto anni fa, nel corso dell’inchiesta che il pm Salvini stava portando avanti sul duplice assassinio dei due giovani militanti di sinistra, Fausto Tinelli e Lorenzo "Iaio" Iannucci, uccisi a Milano in quello stesso periodo di Verbano a colpi di pistola.
«M’interessava comparare la pistola utilizzata per uccidere i due giovani a Milano - spiega il pm Salvini - con quella impiegata a Roma. C’era il sospetto di una familiarità di armi, e che potesse trattarsi dello stesso gruppo di fuoco. Ma quando ho chiesto dell’arma usata nel delitto Verbano mi è stato risposto che era introvabile. Era data per dispersa».
Salvini non nasconde il suo disappunto. Il tentativo di promuovere una perizia globale sulle armi dei Nar è rimasto sulla carta. A disposizione gli è restata la Beretta 7,65 modello 34 con la canna cambiata, «modernizzata», usata nell’agguato milanese. «Fausto e Iaio, così come Verbano, avevano fatto un’inchiesta sui fascisti locali, questo era un altro elemento in comune. Su Verbano raccolsi non solo i verbali di alcuni estremisti di destra pentiti come Stefano Soderini, Angelo Izzo e Cristiano Fioravanti - spiega Salvini -. Sentii direttamente anche Walter Sordi». Da tutti la stessa indicazione: ambienti Nar, su quel crinale che sconfina nella malavita organizzata e in quel caso nella banda della Magliana.
Un appello al Viminale è stato invece lanciato ieri dall’esponente dei Verdi, Paolo Cento. «Può fare molto per il caso di Valerio Verbano - ha detto Cento -. Il ministero dell’Interno, la polizia, in pratica gli investigatori sono i primi ad esser chiamati ad accertare comunque tutto quanto è stato fatto in passato e può essere fatto ancora per scoprire la verità su un delitto atroce. Senza nuove prove è impossibile per gli inquirenti riaprire il caso».

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