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Brigate di Solidarieta' e per la Pace in Guatemala
by brisop Monday, Mar. 07, 2005 at 6:50 PM mail:

Le Brigate in Guatemala: Non solo un viaggio ed un'esperienza, ma un tentativo di costruire un altro mondo solidale. (Di seguito: informazioni e racconti)

Già da due anni, in diversi gruppi le “Brigate di Solidarietà e per la Pace” hanno avviato un percorso di conoscenza reciproca e solidarietà con la Cooperativa Agricola Integrale “NUEVO HORIZONTE” nella regione del Petén in Guatemala.

Nuevo Horizonte è una comunità di circa 400 persone che dopo la firma degli Accordi di Pace del 1996, che hanno messo fine a 36 anni di guerra civile, decidono di dar vita ad un progetto di Autogestione Integrale del lavoro e della vita comunitaria: la casa, l'educazione permanente, la salute, e nuovi metodi di produzione, distribuzione e scambio.
Per i soci, quasi tutti ex-guerriglieri delle FAR ( Forze Armate Ribelli ), la firma della pace non ha significato l'abbandono della lotta per la trasformazione sociale. Dalla continuità di questo impegno e in risposta al mutato contesto politico nasce nel 1998 la Cooperativa Agricola: vengono costruite case, un asilo nido, una scuola elementare, un presidio sanitario e strutture produttive collettive. I primi passi, dunque, di un’esperienza di democrazia diretta che suscita interesse e dibattito in molte altre cooperative e comunità contadine del Petén.

Ci sembra chiaro che “il nuovo mondo possibile” o ci sarà per tutti o non ci sarà per nessuno. L’intenzione delle "Brigate di solidarieta' e per la pace" è quella quindi di ritornare a “Nuevo Horizonte” e nel Petén, allargando l’esperienza ad altre persone, per costruire insieme un nuovo modo di fare solidarietà internazionalista, contribuendo fattivamente a rompere il rapporto di dipendenza e sudditanza che il cosiddetto “Sud” del mondo ha nei confronti del cosiddetto "Nord". Va sottolineato come l’esperienza di “Nuovo Horizonte” non sia isolata, ma sia parte della lotta di emancipazione complessiva che si sta sviluppando non solo in Guatemala ma nell’intero continente Latino-americano: lo dimostrano le realtà contadine e produttive del Nicaragua, del Salvador, dell’ Argentina, del Brasile, del Messico solo per ricordarne alcune. La sfida di costruire “nuove forme sociali” partendo dalla realtà nella quale si lotta, è d’altra parte necessaria e incipiente anche da noi. Conoscere quelli che la stanno già praticando ci sembra possa liberare idee ed energie concrete. Abbiamo chiamato questo tentativo “relazioni internazionali dal basso”

Condividere e cooperare per il cambiamento sociale:

Nel 2003 e nel 2004 abbiamo sperimentato la necessita’ e la ricchezza di un metodo fondato sulla condivisione della vita quotidiana ( le abitazioni, il cibo, il tempo ) e sullo scambio reciproco e paritario di informazioni, di esperienze di organizzazione e autogestione; mettendo a disposizione le nostre capacità lavorative, si sono sviluppati anche rapporti di solidarietà e appoggio più pratici.

L’esperienza a Nuevo Horizonte continuerà anche nel 2005…

pensaci/partecipa/contribuisci/contattaci a:

internazionalidalbasso@inventati.org


Altre info sulla Cooperativa Nuevo Horizonte:

Nuevo Horizonte: un progetto di autogestione integrale

La cooperativa Nuevo Horizonte, situata nel dipartimento del Petén, nel nord del Guatemala è costituita da ex guerriglieri delle Forze Armate Ribelli, è una comunità di circa quattrocento persone che, grazie ad un progetto di autorganizzazione sociale, ha raggiunto condizioni di vita dignitose, in un paese in cui la maggioranza della popolazione non vede soddisfatti i propri bisogni primari: dall’alimentazione alla casa, dalla salute all’educazione. I compagni di Nuevo Horizonte, in una prospettiva di continuità con gli obiettivi di trasformazione del Paese, che li hanno visti combattere trentasei anni di lotta armata e nelle nuove condizioni determinate degli Accordi di pace del 1996 tra guerriglia e governo, stanno sviluppando un progetto di autogestione integrale che, attraverso criteri collettivi e solidali, è orientato a determinare e a gestire in modo autonomo, al di fuori dei meccanismi del capitale multinazionale e delle condizioni che questo impone, tutti gli aspetti della loro esistenza, in primo luogo la produzione e lo scambio, ma anche la salute, l’educazione, ecc. E’ il tentativo di costruire da subito, anche se su una scala ridotta, un modello sociale alternativo e contrapposto a quello neoliberista, un modello le cui possibilità di sviluppo sono legate alla capacità di soddisfare i bisogni in forma superiore e alla sua riproducibilità.

La storia e l’organizzazione

Nel 1996 sono firmati gli Accordi di pace tra guerriglia e governo, per circa un anno i guerriglieri restano concentrati in località prestabilite, in attesa della definitiva smobilitazione che avviene nel marzo del 1997. Gli attuali soci di “Nuevo Horizonte” sono tutti veterani che hanno combattuto per dieci e anche venti anni, hanno quindi perso i legami con le loro realtà familiari e sociali di origine e non hanno qualifiche professionali che permettano loro di rientrare facilmente nella vita civile; decidono pertanto di restare uniti. Nonostante le inadempienze del governo rispetto agli accordi sul reinserimento, esercitando forti pressioni e dopo una lunghissima attesa in condizioni drammatiche, riescono ad ottenere un credito bancario che permette loro di acquistare una fattoria di circa 900 ettari. Al loro arrivo nella proprietà, nel febbraio del 1998, non c’è niente. Per tutto l’anno, vivendo in tende e sotto teli di nailon, lavorano a tempo pieno per realizzare le prime infrastrutture: le case, l’asilo infantile, le coltivazioni necessarie alla sopravvivenza della comunità. Progressivamente possono ridurre da trenta a ventidue i giorni mensili di lavoro interno alla cooperativa, per lasciare otto giorni al lavoro svolto dai singoli soci all’esterno, fino ad arrivare all’attuale piano che prevede ventiquattro giorni di lavoro fuori e sei giorni dentro la cooperativa. Le decisioni relative ad ogni aspetto della vita della cooperativa sono prese dall’assemblea dei soci che elegge una giunta direttiva e un presidente con funzioni esecutive e di coordinamento. Ci sono inoltre vari comitati che seguono i diversi settori di attività economiche e sociali: Comitato di salute, di commercializzazione, Comitato delle donne ecc. Le principali attività produttive consistono: nell’allevamento di bovini e suini, nella riforestazione del territorio, nelle coltivazioni destinate al consumo interno. Sono attivi e gestiti dal Comitato delle donne l’allevamento di galline per la produzione di uova e la macinazione del mais;sono inoltre stati impiantati progetti di coltivazione di frutta per la vendita e di allevamento di pesci. Tutte le attività produttive sono ispirate al rispetto del territorio e orientate, anche attraverso il recupero di conoscenze tradizionali, ad eliminare l’uso di agenti chimici (fertilizzanti, pesticidi, ecc.) e di semi geneticamente modificati, largamente imposti nell’area dalle multinazionali USA. L’obiettivo dei soci è quello di arrivare a garantire la sopravvivenza della comunità esclusivamente attraverso lo sviluppo di attività interne, superando la necessità del lavoro svolto all’esterno.
La cooperativa autogestisce un asilo nido, una scuola materna e una scuola elementare, riconosciuta dallo stato, e intende realizzare la scuola media. E’ stato costituito un presidio sanitario rivolto anche alle comunità e ai villaggi vicini.

L’intervento politico

Un aspetto importante dell’elaborazione e della pratica di Nuevo Horizonte, è il superamento della forma partito. Nuevo Horizonte muove da una critica agli esiti delle esperienze di partito prodotte dalla guerriglia, dopo la fine della guerra civile, sul modello tradizionale dei partiti comunisti. E’ una critica che individua elementi propri del processo di involuzione osservabile in tutti i partiti “storici” della sinistra rivoluzionaria a livello mondiale: l’appiattimento delle scelte strategiche sulle contingenze elettorali e istituzionali, la frattura tra le scelte e gli interessi dei gruppi dirigenti e i bisogni delle basi sociali che dicono di rappresentare, un rapporto strumentale e “parassitario” con i movimenti e le organizzazioni popolari, ecc. Un processo che nel caso guatemalteco si compie nello spazio di pochissimi anni, ma che è universalmente osservabile. Sulla base di questa riflessione ed esperienza i compagni di Nuevo Horizonte hanno orientando il loro intervento verso le pratiche di autorganizzazione e la costruzione dal basso delle lotte. Sviluppano un intervento politico finalizzato a costruire esperienze di autorganizzazione che coinvolgono le comunità, essenzialmente contadine, dell’area, partendo dalla individuazione di pratiche in grado di dare risposte concrete ai bisogni e costruire elementi di contropotere sul territorio. Stanno lavorando alla creazione di una rete di produttori che, organizzandosi e mettendo in comune risorse, possa riappropriarsi del controllo sul ciclo produzione-distribuzione, scambiando direttamente tra loro e aprendo “negozi comunitari”. Questo permetterebbe di rompere il sistema dei mediatori che domina il mercato locale e nazionale, e soffoca i piccoli produttori, che non hanno da soli i mezzi per commercializzare direttamente i loro prodotti. E’ un progetto complesso, reso difficile dalla scarsità di risorse di cui dispongono e in particolare di mezzi di trasporto, ma che ha fatto nel 2004 un primo passo, ancora del tutto insufficiente ma significativo: il comitato delle donne di Nuevo Horizonte con le donne di altre tredici realtà del Petén ha costituito una cooperativa di consumo, che conta circa 150 socie ed è in ulteriore crescita. La cooperativa ha aperto un negozio nel comune di Santa Helena in cui le socie vendono quello che loro stesse producono e inoltre altri generi di prima necessità, acquistandoli direttamente nella capitale senza l’intervento di intermediari e quindi potendo imporre prezzi più bassi di quelli di mercato. Un’altra campagna che Nuevo Horizonte sta conducendo è quella per il superamento della monocoltura, che crea impoverimento e dipendenza, superamento reso possibile dalla ricchissima biodiversità presente nell’area e che costituisce un’alternativa immediatamente praticabile.
Tra i risultati di questo lavoro c’è la costruzione della Alianza por la vida y por la paz del Petén, un coordinamento di strutture di base, che coinvolge associazioni, comunità, cooperative, impegnato nello sviluppo delle lotte sul territorio contro i devastanti progetti imposti dalle politiche neoliberiste dell’imperialismo USA come l’ALCA, i Trattati di libero commercio, l’appropriazione delle biodiversità da parte delle multinazionali attraverso i brevetti, il Plan Puebla Panama. Quest’ultimo in particolare prevede la costruzione di un serie di dighe sul Rio Usumacinta, che segna il confine tra Guatemala e Chiapas messicano, per la produzione di energia elettrica da esportare negli USA, che provocherà l’inondazione di un terzo dell’intero Petén con l’espulsione dalle loro terre di 50.000 persone e la distruzione di una vastissima area di selva tropicale.

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