Senza salari, contributi previdenziali, e lavoro i lavoratori dell'Impresa Icar

Il dramma dei 40 lavoratori e lavoratrici dell’Impresa ICAR azienda edile napoletana sull’orlo del fallimento
Dichiarazione di Ciro Crescentini dirigente della Fillea Cgil di Napoli

“ Da 7 mesi non percepiscono i salari. Da 2 anni non beneficiano di contributi previdenziali ed assicurativi. Non svolgono attività lavorativa perché gli enti appaltanti hanno rescisso i contratti d’appalto. Alcuni di loro sono stati colpiti da ansia, depressione. E’ un vero e proprio dramma collettiva quello che stanno vivendo i 40 lavoratori e lavoratrici(operai ed impiegati) della Icar, una delle imprese edili più storiche napoletane, che è una volta era di proprietà di due autorevoli imprenditori napoletani Eugenio Cabib e Giuseppe Aiello con sede in Piazza dei Martiri a Napoli e qualche anno fa acquisita da due finanziarie romane per partecipare al business della privatizzazione dell’acqua. I nuovi proprietari della Icar avevano presentato due anni fa un piano di “riorganizzazione” e avevano posto 18 lavoratori in cassa integrazione straordinaria utilizzando il meccanismo della rotazione. Avevano proposto corsi di aggiornamento professionale.Con tali prospettive il Ministero del Lavoro aveva autorizzato la concessione della cassa integrazione ed oggi per il tramite l’ispettorato del lavoro ha aperto un’inchiesta. Nel frattempo altri 22 lavoratori dovevano realizzare l’ampliamento del tribunale di Torre Annunziata e il rifacimento della rete fognaria di Chiaiano. Impegni che non sono stati rispettati. La Icar è sull’orlo del fallimento. Decine di ricorsi sono in attesa di giudizio da parte della settima sezione fallimentare del Tribunale di Napoli che tergiversa tra continui rinvii e strane proposte di concordato preventivo. La Icar ha dichiarato un aumento di capitale sociale le cui quote saranno “versate” nel 2006. Ma, se l’iter procedurale fallimentare è attuale che c’entra il 2006? Intanto i lavoratori e le lavoratrici della Icar sono senza lavoro e senza salari. La prossima settimana organizzeranno un presidio davanti alla settima sezione fallimentare del Tribunale di Napoli per difendere i loro diritti e la loro dignità.”

Napoli, 16 Aprile 2005