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Ecuador, tra la rabbia e la speranza
by da nuovi mondi media Monday, Apr. 18, 2005 at 9:53 PM mail:

Questa mattina i manifestanti sono giunti al palazzo del governo e si sono verificate proteste durante tutta la notte

Quito (Ecuador)
Il colonnello Lucio Gutiérrez ha annullato ieri lo stato di emergenza per Quito. Il decreto presidenziale secondo il quale Quito e la sua provincia metropolitana sono state dichiarate zona di “sicurezza nazionale”, ha imposto la censura dei media, quella delle comunicazioni e delle corrispondenze private, il divieto di libera circolazione, la proibizione di usare le risorse pubbliche e la militarizzazione.

Il presidente si è creduto onnipotente e ha destituito la Corte Suprema designata dal suo partito e dagli altri alleati.

La disobbedienza civile è stata evidente. Nessuno ha accettato gli ordini superiori. Nelle piazze e per le strade le famiglie sono uscite con le bandiere dell’Ecuador. I veicoli hanno suonato i loro clacson. “Lucio…Fuori!” e “Tutti... Fuori!”, ha gridato la gente. Nei quartieri popolari di Quito la protesta ha avuto esiti strepitosi. A Radio La Luna hanno aderito altre emittenti e agenzie di informazione. Cantanti popolari come Jaime Guevare o altri gruppi rock animano la ribellione ecuadoriana.

Nel mezzo del tumulto si discutere su cosa fare e come farlo. Nascono idee di attivare assemblee o comunità per designare delegati di quartiere con mandato a un’assemblea o a un concilio generale.

Nel pomeriggio l’ambasciatrice Kristie Kenney, o KK come la conosce il popolo, ha lanciato un appello chiedendo a Gutiérrez di non intaccare le garanzie della cittadinanza e di non usare violenza sul popolo. La destra politica e le camere degli industriali (come León Febres-Cordero, ex capo della Corte Suprema e Jaime Nebot, sindaco di Guayaquil) hanno abbandonato il loro silenzio e hanno invocato una marcia da loro stessi diretta nella principale città portuale.

I dirigenti di partito cercano, attraverso il congresso, di recuperare un ruolo da protagonisti. I canali televisivi, nella loro grande maggioranza di proprietà della banca corrotta e ricettori di milioni di dollari di pubblicità commerciale e governativa, tacciono riguardo la ribellione di Quito. Inoltre, è risaputo che le organizzazioni di massa come la CONAIE e quelle sindacali hanno perso rilievo nella protesta, a seguito del loro fallimento la mattina dello scorso 16 aprile.

Il presente ha ricevuto la visita dei comandanti militari. La notizia secondo la quale il comandante dell’esercito, il generale Aguas (la cui assenza è stata notata della catena nazionale del presidente) è stato rimpiazzato da un altro militarepiù vicino alle posizioni di Gutiérrez è stata poi smentita dallo stesso Aguas.

Tuttavia, è evidente l’assenza dei soldati per le strade.

In seguito Gutiérrez è si è riunito con il presidente del Congresso e si sono “messi d’accordo” sul fatto che la via d'uscita fosse riformare la legge giuridica e nominare nuovi elettori per la nuova Corte Suprema, convocando una sessione straordinaria. Il calcolo è chiaro: i parlamentari non devono esprimersi riguardo alla ovvia incostituzionalità del decreto d’emergenza e dello scioglimento della Corte Suprema. Il paese deve “abituari” aquesta nuova “legittimità” deifattia ccadutri?

Verso la mezzanotte di oggi, dal sud e dal nord, decine di manifestanti hanno deciso di avanzare verso il centro storico della città, dove si trova il palzzo del governo. Le forze dell'rdinesono retrocesse fino al cortile della sede del governo. Lì si sono verificati alcuni scornti con lancio di lacrimogeni. La battaglia campale è durata fino alle tre di mattina. Si parla di decine di arresti.

Questa mattina si è verificato il “colpo di stato”. Gli spettatori delle partite di calcio nei due stadi della capitale hanno cantato l'inno nazionale e sventolato le loro bandiere mentr gridavano gli stessi slogan. Le forme di espressione nascono in un maredi creatività.

Ma la questione che emerge riguarda il destino di questo movimento. L’assenza di direzione potrebbe provocare una pesca in un fiume in piena. E ci sono forze interessate a questo scopo.

Secondo alcuni analisti, tra cui l’l'industriale progressista Luis Maldonado, in Ecuador di avvicina una grande recessione. La 'dollarizzazione' fa acqua da tutte le parti. Il sistema bancario attende il colpo di grazia. Ci sono 900 milioni di dollari di eccedenza petrolifera e 800 nella sicurezza sociale che potrebbero essere utili attraverso la privatizzazione di queste risorse. Ma hanno anche bisogno di un governo duttile che faciliti il passagio di norme economiche che permetta di rivalorizzare le passività.

Gli Usa fanno pressione per una maggior partecipazione (con più basi e truppe) nel Plan Colombia, l’immunità per un probabile ingresso delle sue truppe in territorio nazionale, la firma di un trattato di libero commercio discussoe già da dai pochi settori attivi della produzione nazionale e applaudito dalla sostenitrice di Gutiérrez, la libano-americana-ecuadoriana Ivonne Baki, ministro del commercio estero e dall'industriale e da poco funzionaria governativa Joyce de Ginatta. Dunque anche gli Stati Uniti hanno bisogno di un governo duttile.

La popolazione lo sa e dice: esiste forse un governo più duttile che uno sul bordo del precipizio, che chiede e urla un aiuto esterno per salvarsi?
La pressione americana si politicizza e concretizza con la partecipazione silenziosa della Tv e la recente e "opportuna" visita del Generale Myers, capo del Comando delle froze armate americane.

Non vi è alcuna fiducia nella autorità. Anche tra quelli che scendono in strada vi è la ferma convinzione che nulla cambierà anche con la disfatta del presidente, se questo verrà rimpiazzato dagli stessi di sempre.

Ci deciderà tutto nei prossimi giorni. Nel frattempo questa lotta civica si sviluppa nel territorio che l'ha animata: in un angolo del continente, strategicamente poisizionato insieme alle fonti d’acqua, di petrolio, di biodiversità genetica, la cui proprietà definirà la sovranità, la governabilità, la partecipazione, il futuro...

L'Ecuador, secondo Agustín Cueva, si trova ora tra la rabbia e la speranza

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