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rassegna stampa mayday - il manifesto 23 aprile
by mayday Saturday, Apr. 30, 2005 at 1:07 AM mail:

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http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/23-Aprile-2005/art73.html


CANTIERI SOCIALI
Il primo maggio diventa MayDay
GIULIANO SANTORO
Meno otto. Tra otto giorni in venti città europee (in Italia l'evento
centrale è Milano, ma si scenderàin piazza anche a Palermo e Napoli)
andrà in scena la MayDay, la festa dell'orgoglio precario. È partita
nel 2001 da Milano ed è cresciuta di anno in anno, fino a coinvolgere
città come Parigi, Amsterdam, Barcellona e Amburgo, e assumere
l'ambito europeo come nuovo spazio di affermazione di nuovi diritti,
adeguati alle nuove forme di produzione della ricchezza. Il fatto che
questo cammino sia partito da Milano non è casuale. «Nel territorio
milanese, il 70 per cento delle nuove assunzioni avviene con contratto
atipico», spiega Andrea Fumagalli, economista e teorico del reddito di
cittadinanza, che ha partecipato, nella redazione di Carta, a una
tavola rotonda sul tema del lavoro al tempo del neoliberismo (che
Carta pubblicherà nell'almanacco intitolato «Circo lavoro», in edicola
da giovedì 28 aprile). «Oggi, uno sciopero nei luoghi di lavoro
classici ha pochissima incidenza - dice Fumagalli - Vista la struttura
reticolare della produzione, è necessario intervenire con delle azioni
che blocchino il flusso di merci, persone e informazione tra i nodi
della produzione». I devoti di San Precario, sottolineano la
necessità, con un evento carnevalesco e comunicativo come la MayDay,
che la sovrapposzione tra lavoro e vita venga messa in scena, e che si
ribalti il rapporto tradizionale tra territorio e luoghi di lavoro:
«La dimensione sociale è una condizione necessaria - afferma Alberto
De Nicola di Esc - Anche gli operai tradizionali ormai bloccano le
autostrade, escono dai luoghi di lavoro. La possibilità di creare
rapporti di forza favorevoli, risiede nella capacità di generalizzare
le vertenze fuori dall'ambito tradizionale, di coinvolgere altri
settori sociali nuovi per ricomporre ciò che le nuove forme della
produzione hanno sconvolto». Il ribaltamento della relazione tra
«territori» e «luoghi della produzione» non convince il sindacati.
Secondo Cesare Melloni, segretario della Camera del lavoro
metropolitana di Bologna (che pure sta sperimentando forme di
interazione tra bisogni sociali e clausole contrattuali), l'accumulo
di forza rappresentato dai luoghi di lavoro va salvaguardato e
valorizzato: «Bisogna pensarci bene prima di rinunciare agli istituti
che abbiamo ereditato dalle lotte passate - argomenta - La dimensione
sociale è fondamentale, ma non si può attivare avendo alle spalle una
sconfitta sul terreno dei rapporti di lavoro». Così, il segretario
della Fiom Gianni Rinaldini insiste sulla necessità di una politcia
indsutriale che tuteli l'industria «tradizionali»: «Il settore
dell'auto, che è una delle frontiere sulle quali si gioca
l'innovazione, non è un settore saturo - spiega Rinaldini - Basti
guardare all'importazione di automobili. Il settore industriale è
fondamentale in questo paese è strategico. Se continuano le crisi che
abbiamo di fronte non siamo di fronte al declino, siamo al dissesto
industriale di questo paese». «La Mayday sarà un evento centrale, ma è
figlia di un percorso di lotta per i diritti che ha visto un passaggio
fondamentale nella giornata del 6 novembre - aggiunge Emidia Papi,
delle RdB - Quel giorno, migliaia di precari, giovani, lavoratori,
studenti e anziani, hanno posto il problema del caro-vita».

In tutta Italia si moltiplicano le iniziative di lancio della MayDay.
La prima battaglia si gioca attorno alla rivendicazione del diritto
alla mobilità per i precari che vorranno raggiungere Milano. Oggi a
Roma, da piazzale Tiburtino alle 17 partirà una «street parade»: la
parola d'ordine è «Un euro può bastare». Che San Precario ce la mandi
buona.

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