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COMUNICATO FILIARMONICI
by Filiarmonici Friday, May. 27, 2005 at 11:06 AM mail: filiarmonici@ecn.org

A proposito dei sequestri (di cose e di persone)

Nell'ambito dell'ultima operazione repressiva ai danni di compagni
anarchici la Polizia di Stato su disposizione delle Procure di Roma e
Bologna ha proceduto al sequestro della pagina di Croce Nera Anarchica
contenuta nel sito web Filiarmonici.
Poco ci interessa recriminare sul sequestro telematico, né esprimere una
vuota solidarietà a parole alle compagne e ai compagni incappati in
questa occasione nelle maglie della giustizia; Filiarmonici é un sito
che si propone di documentare in quale capillare maniera e in quale
sconvolgente misura, la società presente, mondiale, non soltanto
italiana, si sia convertita in una galera; e di come gli istituti
repressivi tradizionali, galere, tribunali, manicomi, siano per
conseguenza i pilastri materiali e i momenti maggiormente sociali e
socializzanti di questa società del carcere.
Per questo motivo era apparso coerente e quasi naturale che vi fosse
ospitata un'iniziativa quale Crocenera Anarchica che aveva i fini che
ora la Polizia di Stato impedisce di vedere col proprio intervento
(vedi http://www.filiarmonici.org/crocenera.html) ma che di sicuro in
rete e fuori saranno reperibili e conoscibili in mille altri luoghi,
rendendo inutile l'azione di chi pretende di arrestare la libertà
piazzando qua e là qualche velatino con lo stemma della repubblica. Era
naturale che fosse lasciato a Crocenera questo spazio, così come
avevamo dichiarato, e qui lo ribadiamo, di essere disponibili ad
offrirlo ad altre analoghe iniziative particolari contro le carceri
sociali e contro la società del carcere. Muovendo dall'analisi
dell'esistente che sta a fondamento del progetto Filiarmonici,
naturalmente non possiamo fingere stupore per un'inchiesta giudiziaria
che pare la replica, appena ripitturata di altre precedenti simili
inchieste, spentesi nel nulla dopo avere distribuito a pioggia galera,
confino, e così via. Anche questa volta, si direbbe che l'attitudine
sia la solita, fondata sul ragionamento per cui visto che pochi
solamente dicono ad alta voce che la rivoluzione é opportuna,
necessaria, urgente, attuale, questi pochi non possono non avere a che
fare con chi, magari nei loro medesimi luoghi di residenza, attentano
più o meno efficacemente a qualche manifestazione dell'oppressione,
delle moltissime che d'ogni parte ci accerchiano.
Un impianto al tempo stesso totalitario e del tutto interno ai
meccanismi democratici del consenso obbligatorio, dove la reale
speranza è quella solita delle procure nazionali: a furia di ricattare
e di minacciare, prima o poi salterà pure fuori qualche bravo pentito a
dire ciò che occorre che venga detto, che la rivoluzione é impossibile,
e che i rivoluzionari sono quattro gatti, già noti e identificati e
assicurati alla giustizia. Dalle parole scritte, e dalle parole
auscultate nell'oscurità si deducono le azioni; la libertà di parola, e
per chi vede come è ridotto il mondo non è di sicuro una sorpresa, è
precisamente un orwelliano capovolgimento, uno dei tanti come forze
dell'ordine, ministero dell'istruzione, della salute, della protezione
civile e via esprimendosi nella neolingua della sottomissione e della
passività.
Viceversa noi riaffermiamo qui, per confermarci nella passione in cui in
così tanti siamo animati, per ammonire coloro i quali coltivano ancora
illusioni sulle possibilità di salvezza di questa società decomposta e
patogena, per esprimere il nostro imperituro disgusto verso coloro che
hanno scelto di dedicare le parvenze di vita in cui si spengono al
servizio dell'oppressione reciproca, che non esiste libertà di parola
che non sia, per ciò stesso, eversiva di qualsiasi società fondata
sull'oblio, sul silenzio, sulla parola serva, sull'alienazione
religiosa, familiare, nazionale. Noi affermiamo che finché vi sarà una
sola donna o un solo uomo libero, la sua parola sarà nel suo contenuto
e più ancora, nella sua stessa esistenza, eversiva di ogni ordine
coatto. E che finché qualcuno parlerà sarà per dire questo, in mille
luoghi e in mille lingue: che impedire alla parola di farsi udire, con
sequestri e condanne, é solo una pretesa impotente e fallimentare di un
sistema così evanescente e falsificato da non potersi più permettere
nemmeno quella finzione che dovrebbe giustificarlo agli occhi degli
obnubilati. Si levino da ogni parte le libere voci, si riflettano
dovunque dentro e fuori le reti informatiche e si affrettino nel
contempo i servi a dismettere la loro attività a baluardo di una
società menzognera e postuma, dove a ciascuno si vorrebbe imporre di
essere poliziotto a se stesso e al vicino, e del vicino e di se stesso
prigioniero.
La migliore forma per esprimere ciò che sentiamo ci sembra in questo
momento quella di ribadire il motto su cui il progetto Filiarmonici è
nato e continua a esistere: PER UN MONDO SENZA GALERE.
Con queste semplici parole ci siamo in passato incontrati con i compagni
arrestati. Attorno a queste semplici parole abbiamo nel tempo
incrociato tante altre persone ed esperienze. Dietro a queste parole si
riconoscono oggi come ieri tante altre persone, ben al di là delle
nostre conoscenze e amicizie.
Non saranno arresti, perquisizioni e sequestri a spengere l'idea di un
mondo senza galere.

Filiarmonici - per un mondo senza galere, 27 maggio 2005

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