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contro le privatizzazioni
by attacgrifo Tuesday, Sep. 10, 2002 at 1:02 PM mail:

Per una campagna generale contro le privatizzazioni. Proposta di Attac "grifo" Perugia

La questione politica all'ordine del giorno in Umbria da parte delle
forze istituzionali è: come traghettare una regione debole come la
nostra verso un sistema neoliberista compiuto? Problema delicato,
visto che tocca non solo interessi sociali ampi, ma la composizione
stessa delle classi dirigenti locali. Un punto, intanto, è certo: le
politiche neoliberiste sono ormai un fatto acquisito: in Umbria non
esiste nei fatti (cioè nelle politiche concrete) una sola forza
politica, a destra o a sinistra, che si ponga contro il neoliberismo.
L'intero arco istituzionale ha ormai accettato il neoliberismo come
unico scenario politico possibile. Privatizzazioni, riduzione della
spesa pubblica, impoverimento relativo della società, precarietà e
flessibilità del lavoro, scempio ambientale, non sono messi in
discussione. Già dalla precedente legislatura sono stati posti i
fondamenti del passaggio da un sistema di mercato protetto,
statalistico-corporativo, con consistenti supporti sia dal lato della
domanda che da quello dell'offerta (welfare, occupazione, supporto
alle imprese, ecc.), ad un sistema che tende alla deregolamentazione
totale: il patto d'area Foligno - Spoleto - Terni; la
aziendalizzazione e la privatizzazione dei servizi pubblici; la
creazione di un mercato del lavoro flessibile e precario, a bassissimo
costo, e d'altra parte la frammentazione del tessuto produttivo; un
forte incentivo all'export delle imprese locali, e la apertura
indiscriminata alle multinazionali ed alla grande distribuzione. Nello
specifico, la conduzione di questo trapasso è stato direttamente
condotto dalle istituzioni locali, in cui sempre più il funzionariato
e le massime dirigenze hanno acquisito un ruolo di direzione politica
autonomo, confrontandosi direttamente con la società e i settori
produttivi. Le rappresentanze politiche hanno sostanzialmente mediato
le contraddizioni ed i problemi che ne sono nati: povertà,
disoccupazione, flessibilità, precariato, riduzione dei redditi e dei
servizi, ecc. La sfida della sinistra nostrana, come mostra l'ultimo
best seller di Stramaccioni a saperlo leggere, è stata quella di
rendere l'Umbria un perfetto modello di neoliberismo, non spezzando il
sistema di consenso tanto ben oliato. E basti vedere per chi vengono
fatti i piani regolatori o chi riesce a prendere sovvenzioni ed ha
accesso credito o agli appalti. E il neoliberismo? Certamente è stato
introdotto nel settore dei servizi, nel commercio, o nella
privatizzazione di ingenti risorse pubbliche, ma è soprattutto il
lavoro, le sue garanzie, i suoi diritti che sono stati buttai in pasto
al mercato. La polemica tra i segretari regionali di Cgil e Cisl sulle
cooperative di prestatori d'opera è tutta qui (ma è un po' come il bue
che dice cornuto all'asino).
I documenti regionali affermano che questo è sviluppo, progresso, che
nessuna garanzia verrà toccata, che la ricchezza sociale aumenterà, ma
è falso. Non solo, tutto questo non solo non si armonizza e produce
sviluppo complessivo come ideologicamente è affermato, ma allo
sconquasso sociale aggiunge una dinamica centrifuga tra i territori
umbri, aumentando la concorrenza reciproca e la conflittualità,
provocando grandi aree di arretratezza e insieme degli pseudo nord -
est pasciuti a colpi di sovvenzioni a fondo perduto di centinaia di
milioni di euro, magari per incentivare "la qualità". La questione
della terza provincia è comprensibile solo tenendo presente questo
quadro.
Gli ultimi grandi atti di indirizzo regionale, piano cave, piano
sociale regionale (dove si finanziano uffici interinali con i soldi
per l'inserimento lavorativo degli svantaggiati), piano di sviluppo,
ma anche il Prg di Perugia, sono l'esemplificazione di come lo stato
diviene attivo promotore di politiche neoliberiste, facendone pagare
il prezzo al lavoro. Ed incentivando esponenzialmente la
conflittualità sociale: non si è mai vista in Umbria una rete così
diffusa di comitati, gruppi ed associazioni sorti contro le politiche
neoliberiste regionali, dalle privatizzazioni delle mense e degli
asili, agli inceneritori venduti agli imprenditori locali, alla
svendita del patrimonio ambientale locale, all'attacco al lavoro, e
così via. Il social forum è parte di questo movimento diffuso, che non
ostante i tentativi non è stato riassorbito.
Qualcuno, nella sinistra istituzionale, è fortemente preoccupato e,
mentre i suoi colleghi cercano impossibili mediazioni tra capitale
locale e mercato globale e rattoppano qua e là una regione che va in
pezzi, propone di fermare tutto e di tornare ai bei tempi andati in
cui si lasciava sì che gli imprenditori arraffassero a loro
piacimento, ma in cui il consenso si poteva comprare a colpi di
sovvenzioni, pallai e di C.V.A., ed in cui un posto da dirigente o da
consigliere regionale, ma anche da funzionario, professore o bidello,
non si negava a nessuno. Viceversa la destra, nello stesso solco
ideologico, dice: attenzione! la società umbra va oggettivamente a
destra, le ultime amministrative dimostrano che la sinistra vince solo
perché appoggia gli interessi delle classi dirigenti imprenditoriali
ed economiche mentre nello stesso tempo tappa i buchi delle falle
sociali che questi producono, ma durerà poco! Tra non molto, ci sarà
richiesta di più flessibilità, più precarietà, più competitività, meno
stato sociale. Basta dunque giocare a rimettere in pista la vecchia
politica della DC umbra, che giocava sullo stesso terreno del PCI,
diventiamo finalmente la sponda politica di questi interessi che non
saranno più garantiti dai DS e dalla loro allegra combriccola!
Il guaio è che la destra ha ragione: basti vedere gli ultimi dati
Istat per cui in Umbria c'è una prevalenza assoluta di imprese
individuali, che significa una frammentazione e flessibilizzazione
massima del mercato del lavoro e della produzione, ad alto contenuto
concorrenziale. E portatrice di morte, vista la quantità di incidenti
sul lavoro.
Nei documenti prodotti dal social forum si affermava che la rete dei
movimenti umbri è l'unica alternativa sociale alle politiche
neoliberiste condivise da tutto l'arco istituzionale. Il "patto per
l'innovazione e lo sviluppo dell'Umbria, presentato in questi giorni,
dimostra che era vero. Grandi sono dunque le responsabilità politiche
che il movimento deve assumersi.
Molteplici sono le vertenze in atto nei nostri territori, dai
contenuti e dalle modalità più diversi. Tutte, però, nella loro
pluralità, a nostro parere acquisiscono in questa fase un valore
direttamente politico nella misura in cui contrastano la
destrutturazione di diritti fondamentali da parte del neoliberismo:
dalla scuola all'ambiente, dagli spazi sociali al welfare. È a partire
dalla rete delle concrete vertenze in atto che lentamente si sta
costruendo una piattaforma di alternativa politica e sociale nella
regione. Per questo, nasce l'esigenza di coordinarle in una campagna
generale contro il principale portato delle politiche neoliberiste, le
privatizzazioni: privatizzazioni intese in senso politico, la generale
sottomissione dell'intera società, in tutti i suoi aspetti, al
mercato. Privatizzazione è un progetto politico complessivo, dunque,
l'affermazione di un modello di società dove i diritti vengono negati
a favore dell'interesse del profitto. Le forme in cui questo si
realizza non sono univoche, dalla assegnazione della gestione degli
asili alle cooperative sociali, alla precarizzazione del lavoro, al
razzismo della Bossi - Fini, alla disoccupazione strutturale, alla
aziendalizzazione della sanità, alla costruzione di inceneritori, e
così via, ma comunque le conseguenze sono l'impoverimento, la
subordinazione, la distruzione dell'ambiente, la deprivazione, la
diseguaglianza. La proposta che intendiamo fare a tutti i gruppi,
associazioni, comitati attivi in questo momento a Perugia ed in Umbria
è di realizzare tale campagna articolandola in due momenti:

1) la scrittura collettiva di un libro bianco sulle
privatizzazioni, come attiva opera di controinformazione e
sensibilizzazione sull'effetto delle politiche neoliberiste in Umbria,
ma anche come momento di confronto e coordinamento tra le varie
esperienze e vertenze;

2) l'indizione di una manifestazione contro le privatizzazioni,
primo appuntamento di un percorso di lotta da sviluppare da novembre
in poi.

Facciamo riferimento a novembre anche come data per concludere la
produzione del libro bianco e per dargli visibilità (presentazioni,
assemblee, conferenze stampa, ecc.), visto che, se c'è l'accordo di
tutti, potrebbe essere il contributo del movimento umbro al Forum
Sociale Europeo di Firenze, uno dei principali appuntamenti del
movimento di questo fine d'anno. Come molti sanno, il movimento con
difficoltà ha saputo mettere a frutto in termini di vertenze concrete
il bacino di mobilitazione che si è attivato da un anno a questa
parte. A parte alcune realtà (l'Abruzzo social forum, Brescia, Terni,
e l'Alto Tevere qui da noi), si è perso più tempo in inutili diatribe
che non nella definizione di programmi e iniziative. Questa situazione
si sta riproducendo anche per il Fse. In questo senso pochi saranno i
contributi contenutisticamente rilevanti, anche per i tentativi di
strumentalizzazione che si stanno verificando (vedi Ds). Il libro
bianco potrebbe esserne uno, cosa che sarebbe utile al movimento ma
che smaschererebbe anche chi vuole incamerare consensi e visibilità
pur di fatto appoggiando il neoliberismo.
Secondo noi, la campagna dovrebbe essere condotta da un
soggetto di apposita costituzione promosso dalla rete: un "comitato
umbro contro le privatizzazioni", o "rete umbra contro le
privatizzazioni". Tale organismo, esclusivo strumento di
coordinamento, è necessario per collegarsi con le esperienze che non
fanno parte del coordinamento umbro dei social forum (molte realtà non
ci sono né intendono entrarci), e non ne è un doppione o un sostituto:
nasce e muore con la campagna contro le privatizzazioni, quale ne sia
la sua durata.
Da subito il comitato Attac "grifo" perugia chiederà di incontrare i
vari gruppi per confrontarsi sulla proposta e raccogliere le adesioni.
L'idea è quella di convocare un incontro plenario entro fine
settembre - inizio di ottobre, così da costituire la rete ed
organizzare le iniziative.
Un abbaccio ed un caro saluto a tutte/i,

Attac "grifo" Perugia


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