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http://italy.indymedia.org/news/2005/06/809043.php Invia anche i commenti.

Chiudere i CPT ovunque essi siano
by no_cpt Saturday, Jun. 11, 2005 at 6:40 PM mail:

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Sono passati diversi anni da quando è iniziata la nostra battaglia contro i CPT (Centri di permanenza temporanea), istituiti da un governo di pseudo-sinistra e potenziati in seguito dalla Legge Boss-Fini. Una battaglia dura e difficile, iniziata quando, partecipando ad una manifestazione di solidarietà nei confronti dei migranti rinchiusi nel CPT di Lamezia Terme, abbiamo udito racconti a dir poco incredibili. Non ci sono parole per raccontare le violenze, gli abusi, le minacce nei confronti di uomini e donne che non hanno commesso alcun reato, persone la cui unica colpa è di non essere nati in Italia e di non avere un pezzo di carta che la legge italiana chiama “permesso di soggiorno”. Sono persone che vivono e lavorano in mezzo a noi, deportati in massa all’interno di queste strutture che i mass-media continuano in maniera subdola a definire centri di accoglienza ma che in realtà sarebbe più corretto definire lager di stato. Il mostro che nel secolo scorso ha prodotto i campi di concentramento è ancora vivo e si aggira nelle varie città italiane. Il razzismo che permise la morte di milioni di esseri umani è ancora in azione e permette che ogni giorno si compiano sul corpo di tanti uomini e donne i più terribili soprusi. Chi ha avuto l’opportunità di visitare uno di questi luoghi difficilmente potrà dimenticare la disperazione visibile negli occhi dei migranti lì rinchiusi. Ma la cosa che più colpisce è che, a differenza del carcere, a gestire i centri di permanenza temporanea non è direttamente lo Stato, bensì realtà impegnate in varie maniere negli aiuti umanitari. Che non si limitano a portare aiuto e soccorso ai trattenuti ma che per incarico della
Prefettura gestiscono in senso vero e proprio i CPT. Riteniamo, dunque, che l’orrore di fronte alle piccole Guantanamo di Roma, Torino, Crotone, Lamezia Terme, Trapani, Restinco, Modena, Agrigento, Lecce, Brindisi, Milano, Bologna, Caltanissetta, Bari Palese vada fatto pesare su coloro che, laici o cattolici, si “adattano” a gestire da carcerieri queste strutture che sono dei veri e
propri business. Ciò che è evidente nei Cpt è che il confine tra la “violazione” dei diritti umani e la loro “temporanea sospensione” è molto sottile: nessuna tutela reale viene garantita a chi, ingiustamente viene trattenuto. Accade così che all’interno del CPT di Crotone numerosi “ospiti” siano soggetti a strane cadute che ne determinano la rottura degli arti inferiori.
Accade anche che a Lamezia Terme un ragazzo sia ridotto in fin di vita dalle manganellate dei suoi carcerieri, o che a Lecce 17 maghrebini vengano manganellati per tutta la notte e costretti a mangiare carne di maiale cruda. Accade ancora che a Serraino Vulpitta (Trapani), di tre immigrati che cercano di scappare rimangano solo i corpi carbonizzati.. gli altri tre moriranno dopo una
inenarrabile agonia.
Le dichiarazioni rilasciate del Presidente della Regione Calabria Loiero riguardo ai Centri di Permanenza Temporanea - in seguito all’appello lanciato da Nichi Vendola affinché essi vengano cancellati - squarciano, finalmente il velo del silenzio attorno al quale questi luoghi di detenzione sono avvolti. Più volte, in passato il neo-eletto presidente della Regione è stato da noi sollecitato ad
esprimere il proprio punto di vista riguardo all’esistenza di questi moderni campi di concentramento. Accolga ora il nostro appello, Presidente Loiero: visiti uno dei due Cpt presenti nella nostra regione, ascolti i racconti dei migranti ingiustamente detenuti al suo interno, guardi la disperazione nei loro occhi, osservi le condizioni in cui versano e capirà che non è più possibile tacere, perchè l'indifferenza rende complici dei soprusi perpetrati sulla pelle dei migranti. Chiudere i CPT, ovunque essi sorgano, significa cancellare una delle continuità con il passato che ci ha consegnato per sempre la domanda di Primo Levi: "Se questo è un uomo".

Associazione Culturale "Malli Gullu", Associazione Culturale Multietnica "La Kasbah", Partito della Rifondazione Comunista-Dipartimento Migranti, C.G.I.L. Cosenza, Senza Nome, Collettivo Zenith, Collettivo XXVI Luglio, Comunità Kurda Calabrese.

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