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regione e legge 30
by skatz Friday, Jul. 15, 2005 at 5:15 PM mail:

peggio del centro destra

Notizie

14/07/2005

LAVORO

Rifondazione dell'aquila attacca la Regione


“Occupazione giovanile. Parte la riforma dell’apprendistato. Innalzata l’età massima”.

Questi i titoli trionfalistici che hanno annunciato sulla stampa, per bocca del neo assessore regionale al lavoro Fernando Fabbiani, i nuovi scenari sull’occupazione giovanile in Abruzzo, dove ad oggi si vanta un primato di tutto rispetto in quanto a disoccupazione, precarietà, insicurezza nel lavoro (e nella vita).

Una delibera di Giunta approvata in un colpo solo il 21 giugno 2005 che, a detta dei dirigenti dell’Assessorato, porterà benefici ai lavoratori e rilancerà l’occupazione.

I decreti approvati in sede di Giunta Regionale a nostro giudizio hanno anticipato alcuni dei contenuti più regressivi della riforma Moratti e della legge 30 sul mercato del lavoro. Con tali decreti entra in vigore l’appredistato professionalizzante previsto dalla legge 30 ed entra in vigore a pieno titolo la legge Moratti sulla riforma della scuola.

Vale la pena soffermarsi su un paio di punti spinosi, perversi, che ci allarmano davvero poichè le affermazioni entusiastiche dell’assessore in carica lasciano intravedere quantomeno un elemento di corruzione culturale, per aver dato legittimità definitiva ed attuazione a due delle peggiori leggi emanate dal centro-destra, che – abbiamo ripetuto a gran voce in questi anni – sono addirittura inemendabili, dunque solo da abrogare.

La legge 30 sulla precarietà del lavoro e la legge 53, come sappiamo legate a filo doppio secondo un rapporto quasi meccanico per cui la scuola forma manovalanza, o quadri, da immettere nel mercato del lavoro, secondo le esigenze dello stesso, e se il lavoro è precario, perchè così vuole la globalizzazione, la scuola deve formare cittadini e cittadine precari, e viceversa.

Difatti la riforma della scuola pensata dalla ministra Moratti prefigura con estrema lucidità e senza mezzi termini quella che dovrà essere la società globalizzata del futuro (e del presente) regolata dal mercato neoliberista riproponendo oltretutto un modello antico di divisioni in classi rigidissime.

Tanto per ricordarlo essa stabilisce che all’età di 13 anni l’alunno deve scegliere se accedere alle ”scuole alte” o al contrario accedere alla scuola di serie b, cioè al sistema dell’istruzione e formazione professionale dell’apprendistato – una specie di vecchio avviamento professionale – la cui competenza è oggi passata alle regioni.

Dov’è la perversione, l’obbrobrio, lo scandalo di civiltà presente nella legge avallata dalla giunta regionale abruzzese?
E’ nel fatto che si ripropone la divisione sociale in classi, è nel fatto che i giovanissimi vengono prococemente immessi nel mercato del lavoro,in azienda,la quale azienda usufruisce di sgravi e agevolazioni di ogni sorta per ”accogliere” al proprio interno giovani apprendisti che producono, forniscono mano d’opera a basso costo (a tutto svantaggio dei pochi lavoratori superstiti che hanno ancora qualche diritto e garanzia acquisita e che verranno definitivamente espulsi, data la concorrenza a ribasso), e che formalmente sono lì in azienda a fare “formazione”.
A fare “formazione” non solo pratica, cioè ad imparare il mestiere, ma anche – come è il caso dell’Abruzzo –“formale”, teorica.

Troviamo inaccettabile che anche la formazione teorica venga demandata all’azienda intesa come luogo formativo, la quale secondo le delibere approvate potrà decidere al riguardo,cioè se svolgere tale formazione al proprio interno o se svolgerla presso strutture esterne. La nostra posizione ferma, e non per ragioni puramente ideologiche, ma per semplice buon senso e ragionevolezza, è che tale formazione, fino a ieri prevista nel sistema dell’istruzione pubblica, non venga delegata alle imprese ma svolta presso strutture regionali accreditate. E’ solo una garanzia minima per chi, giovanissimo, potrà in futuro contare e far valere un minimo di formazione di base.

Troviamo inaccettabile anche l’apprendistato per l’espletamento del “diritto dovere all’istruzione e formazione” , perchè tale tipologia contrattuale,finalizzata al conseguimento di una qualifica professionale, è rivolta a minorenni, in linea ancora una volta con la riforma Moratti e con la precoce alternanza prevista tra scuola e lavoro.

Troviamo scandaloso il richiamo esplicito dell’assessore, che di fatto si fa garante dell’una e dell’altra legge, quando afferma che “....con l’approvazione dell’apprendistato professionalizzante abbiamo garantito la copertura formativa di tutta la fascia extrascolastica: dai tirocini formativi all’applicazione della Riforma Moratti.....fino all’apprendistato professionalizzante”

Come sinistra abbiamo una grande opportunità per cambiare, è questa la speranza che ci anima. Dare un segnale forte di controtendenza.
Abbiamo oggi una grande occasione. Non perdiamola. Non ce ne saranno tante altre.

Nicola Iannarelli
Responsbile setttore lavoro di Rifondazione Comunista dell'Aquila

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