Indymedia Italia


Indirizzo mittente:
Indirizzo destinatario:
Oggetto:
Breve commento per introdurre l'articolo nella mail:


http://italy.indymedia.org/news/2002/09/85015.php Invia anche i commenti.

bergamo: panoramica sulla repressione
by alaxsa Sunday, Sep. 22, 2002 at 10:56 PM mail:

una panoramica sulla repressione in città l'antifascismo da valore costituzionale a reato penale

Bergamo e la repressione.
Anche a Bergamo chiunque esprima il proprio dissenso viene colpito da un’ondata repressiva preoccupante.
L’antifascismo è diventato un reato, il più grave dei reati, vista la celerità con la quale il sistema colpisce chiunque decida di essere antifascista e di praticare l’antifascismo.
Una panoramica sulla repressione in città non può che partire dal 25 aprile 2001.
In quest’occasione infatti una forte e decisa contestazione ha impedito al sindaco Veneziani di tenere il comizio tradizionale. I motivi che hanno spinto alla contestazione sono facilmente individuabili: il fatto che ogni anno il sindaco vada ad onorare torturatori fascisti della repubblica sociale, in nome di una non voluta e non accettata pacificazione sociale che mira a mettere vittime e carnefici sullo stesso piano, partigiani e repubblichini, ne rappresenta sicuramente il principale. È utile ricordare che il supersindaco Cesare Veneziani sia inquisito per associazione a delinquere, e per una serie di reati amministrativi che riguardano l’amministrazione di aziende improvvisamente fallite; per epidemia colposa inseguito alla diffusione di un’epidemia che ha causato morti al campo nomadi, successivamente sgomberato, per non avere provveduto, insieme all’assessore di competenza, a fare il necessario per migliorare le condizioni sanitarie del campo stesso.
In seguito della contestazione 13 persone sono state denunciate per tentata violenza e per adunata sediziosa. Al momento non è ancora stato fissato nessun processo. Da segnalare il fatto che si è trattato di una contestazione rumorosa, e non fisica. Veneziani, tranquillamente sul palco è stato inondato di fischi che gli hanno impedito di parlare.

5 maggio 2001 in occasione di un annunciato comizio elettorale di forza nuova, una determinata mobilitazione ha espresso il proprio dissenso impedendo che i nazifascisti si impossessassero di spazi di agibilità politica in città. Il giorno prima è stata occupata la sala nella quale si sarebbe dovuto svolgere il comizio. Il giorno stesso un corteo di trecento persone si è spostato dal centro fino al posto sostitutivo. Il corteo è stato assolutamente pacifico ma determinato. Il comizio è stato annullato.
Sono stat* in 33 ad essere denunciat* per manifestazione non autorizzata, adunata sediziosa e possesso d’arma impropria. Solo un ragazzo, minorenne, è già stato processato per l’accaduto. Da segnalare che le denunce sono state distribuite con precisione capillare a tutte le organizzazioni che hanno preso parte al corteo.

18-07-2001, qualche giorno prima della partenza per Genova, una vile aggressione compiuta da agenti della questura cittadina si è compiuta ai danni di tre militanti del c.s.a. pacì paciana.
Nell’occasione l’agente Alfio Rota Bulò, in compagnia di altr* agenti di p.s. ha aggredito e picchiato i tre i stracciandosi la camicia per simulare una reazione. Dopo essere stati stesi a calci, pugni e manganellate i tre sono stati arrestati e processati per direttissima la mattina seguente con accuse di violenza e resistenza a pubblico ufficiale. In tribunale l’agente ( in seguito premiato come agente dell’anno) si è presentato con un polso ed una caviglia steccati. Il giudice non ha convalidato l’arresto facendo notare all’agente che le parti del corpo ferite fossero quelle atte ad offendere e non a difendersi.
Per il 19 novembre 2002 è stata fissata l’udienza nella quale l’accusa cercherà di far invalidare la non conferma dell’arresto.

Ottobre 2001, tra aggressioni ed intimidazioni compiuti da polizia e carabinieri ai danni dei “soliti noti” attivist* antagonist* si arriva al tentativo di sgomberare il c.s.a. pacì paciana da 5 anni presente sul territorio. Solo una forte mobilitazione cittadina ha fatto retrocedere giunta e prefetto dal loro obiettivo.

Il fatto più eclatante successo in città, in tema di repressione è sicuramente l’arresto di Silvia, una ragazza accusata di aver incendiato un ripetitore e condannata a tre anni di reclusione dopo aver scontato diversi mesi di arresti domiciliari restrittivi.
Per approfondimenti sulla questione vedere:
http://italy.indymedia.org/archives/archive_by_id.php?id=81

Le mobilitazioni non si fermano e la repressione, nei suoi numerosi aspetti, nemmeno.
Dopo la contestazione al progetto di videosorveglianza una lettera di diffida è stata inviata ad alcune delle organizzazioni che hanno espresso il proprio dissenso sulla questione. Il legale del sindaco e della giunta ha minacciato querele in caso non fossero state fatte delle smentite mezzo stampa ed internet, riguardo alle affermazioni fatte sui volantini ed i documenti resi pubblici per l’iniziativa.
Curioso come queste minacce siano state inviate solo alle organizzazioni più istituzionali, tra quelle firmatarie, probabilmente con lo scopo di creare spaccature e frammentazioni in una rete che certamente preoccupa chi vuole amministrare la cosa pubblica per interessi privati, e come fra queste siano state risparmiate quelle considerate più forti e/o pericolose come le riviste “carta” e “piovono pietre”.

A tutto questo si sommano le persecuzioni amministrative, meno eclatanti di quelle penali ma altrettanto inesorabili. Ogni anno infatti vengono riscossi svariati milioni di multe, per lo più dovute ai continui attacchinaggi, che si devono togliere al finanziamento di attività politica. Mentre si aprono nuovi spiragli dovuti ad esempio alla depenalizzazione di reati come oltraggio a pubblico ufficiale o blocchi stradali e vengono sperimentate nuove forme come la diffida, mutuata dalla repressione dei movimenti ultras.
Aggressioni, intimidazioni, violenze e limitazione delle libertà individuali, nonché pressioni finanziarie è quello che si abbatte quotidianamente in questa città, contro chi decide di esprimere il proprio dissenso, contro chi si definisce antifascista, contro chi non accetta che una banda di trafficoni entri in possesso dei beni pubblici per ottenerne benefici privati. Ma le mobilitazioni non si fermano.

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum

©opyright :: Independent Media Center .
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.