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http://italy.indymedia.org/news/2005/09/869009.php Invia anche i commenti.

Anarco insurrezionalisti
by utente Thursday, Sep. 08, 2005 at 3:02 PM mail:

Nessuno sa chi siano gli anarcoinsurrezionalisti. nessun gruppo si è definito ufficialmente tale. Una serie di lettere esplosive mandate qualche anno fa dai cosiddetti nuclei territoriali antimperialisti vennero poi ricondotte ad un'unica persona, che alla fine confessò: "gli NTA sono io". Si trattava di Luca Razza, un "giornalista" di destra ansioso di notorietà. Ma i giornali - dopo mesi di articoli sul presunto pericolosissimo anarcoinsurrezionalismo violento (che peraltro si stava collegando - secondo la stampa - alle potentissime "nuove br") - parlarono pochissimo, di quella ridicola conclusione delle indagini.

In seguito avvenne una serie di microepisodi, quasi tutti al limite del ridicolo:
alcuni "segnali" nelle giornate precedenti al G8 di Genova nel luglio 2001 (una pallottola inviata a Scajola, una busta incendiaria al TG4, una bombetta alla questura di Genova...), le "pentole" esplosive di natale 2003 a Bologna, il libro esplosivo per Romano Prodi (era il piacere di d'annunzio), seguito da altre lettere esplosive a esponenti stranieri della commissione europea, fino, a maggio 2005, al rinvenimento di 2 pacchi bomba per i CPT di Modena e Torino.

Questi episodi sono stati "rivendicati" dalla sedicente FAI-Federazione Anarchica Informale, che si presenta come la ricomposizione di alcune (improbabili) sigle:

F.A.I./cooperativa artigiana fuoco e affini (occasionalmente spettacolare)
F.A.I./brigata 20 luglio
F.A.I. /cellule contro il capitale, il carcere, i suoi carcerieri e le sue celle
F.A.I./solidarietà internazionale

La sigla "delle 5 c" (conto il capitale, il carcere, i suoi carcerieri e le sue celle) ha rivendicato attentati simili a quelli italiani anche in Spagna (recentemente è saltato in aria un cane poliziotto a Barcellona, in seguito all'esplosione di una caffettiera all'istituto italiano di cultura. Qualche giorno dopo una pentola incendiaria ha annerito la vetrina di un concessionario d'auto italiano).

La fai (i cui comunicati hanno uno stile ironico e la cui sigla scimmiotta quella della ben più seria e storica della Federazione Anarchica Italiana) posta i suoi comunicati su Indymedia.

Come si è venuto a sapere solo nello scorso mese di luglio 2005 (e grazie alle leggi sulla trasparenza vigenti negli USA), la procura di Bologna chiese, all'epoca del libro esplosivo a Prodi, all'FBI di sequestrare gli archivi di indymedia (residenti fisicamente negli USA e in Gran Bretagna) per acquisire elementi sugli ip degli anonimi estensori delle rivendicazioni della FAI. Tutto questo nel più totale segreto, e in modo demenziale.
Infatti:
a) a ottobre scorso venne sequestrato l'intero server di Indymedia Italia, che rimase oscurata per diversi giorni, così come altri nodi della rete Indymedia internazionale, a causa del sequestro. I comunicati della FAI erano 2-3 contro centinaia di migliaia di pagine e documenti!
b) come è ben noto tutti i "log" (ovvero gli ip di chi scrive e commenta) non sono conservati (per scelta), ma immediatamente cancellati da Indymedia: il sequestro è perciò completamente inutile al fine di risalire agli autori dei post. Allo stesso tempo si procedette al sequestro di ecn.org (isole nella rete), che rimase oscurato per diverso tempo, violando la privacy di migliaia di utenti. Parallelamente si procedette ad acquisire (segretamente) tutto il contenuto dell'hard disk di inventati/autistici, su cui risiedono quasi tutte le liste italiane "di movimento", potendo così spiare la corrispondenza privata di decine di migliaia di persone e associazioni, solo per monitorare i presunti "anarcoinsurrezionalisti", almeno per un anno, finché sempre nel luglio 2005 non si è venuta a sapere la verità.

In seguito a questi pericolosissimi atti di "anarcoinsurrezionalismo" sono state infine arrestate diverse persone, principalmente a Bologna. A maggio finiscono in galera 7 anarchici bolognesi, con la pesante accusa di fare parte della pericolosissima Federazione Anarchica Informale (più tutte quelle temibili sigle, dalla brigata 20 luglio alla cooperativa artigiana fuoco e affini).

A giugno a Torino il centro sociale Barocchio (di tendenze anarchiche) subisce un'aggressione da parte di un gruppo di fascisti. Siccome uno degli aggrediti ha lo stesso nome di un ex brigatista, un intellettuale come Saverio Vertone scrive che dietro al centro sociale c'è la FAI - federazione anarchica informale - mentre c'è semplicemente la FAI (Federazione Anarchica Italiana).

I giornali continuano a costruire inesistenti piste di indagine, suggerite da vari uffici della Digos, o dai Ros. come panorama, che periodicamente pubblica un bell'articolo "d'inchiesta" che collega in modo estremamente "libero" noglobal, disobbedienti, anarcoinsurrezionalisti e brigatisti. Con foto di manifestazioni a corredo del "reportage" sul terrorismo italiano.

Persino il raid mattutino di luglio al Vittorio occupato di Ostia, finito con l'arresto di un pachistano, fu giustificato dall'appartenenza presunta alla federazione anarchica informale di alcuni immigrati!

Oggi viene fuori - a fine agosto - nel silenzio quasi totale dei mass-media, che (secondo il tribunale del riesame) quei 7 anarchici arrestati a Bologna non solo vanno scarcerati (cosa che era già avvenuta lo scorso giugno), ma anche che sono stati arrestati e tenuti in carcere in modo palesemente illegale, basandosi su prove ridicole, già ritenute tali da precedenti procedimenti giudiziari. Infine - dicono i giudici del riesame - non è nemmeno certo (a tutt'oggi) che esista effettivamente questa organizzazione chiamata federazione anarchica informale.

I giudici di Bologna (alcuni giudici di Bologna) si sono segnalati negli ultimi anni per le loro inchieste strampalate e basate (esclusivamente o quasi) su ipotesi di reato "associative", affiancandosi ad altri PM sparsi per l'Italia, come i famigerati cosentini o l'ormai noto vitello di Roma.
Tutti impegnati a cercare l'"associazione sovversiva" dietro occupazioni di case, manifestazioni e apparizioni di san precario, presidi, scioperi "selvaggi" e azioni contro i CPT: tutti atti condotti alla luce del sole.

Negli ultimi anni sono stati mediaticamente e giudiziariamente sopravvalutati gruppuscoli di consistenza infima, spesso finiti poi "assolti" dalla stessa magistratura, dopo il vaglio delle "prove" prodotte dagli inquirenti: sono noti i casi di iniziativa comunista, dei CARC, delle cor, dell'associazione di solidarietà proletaria, del "nuovo pci", del campo antimperialista. Tutti microgruppi senza consistenza, additati a fiancheggiatori delle "nuove br" e parte di intrighi nazionali e internazionali, magari con collegamenti con l'estremismo islamico. Accusati solo della loro semplice esistenza. In qualche modo pubblicizzati dalle inchieste giudiziarie. Altrimenti invisibili al "movimento" e alle "masse".

Queste accuse sono finite nel nulla al vaglio dei diversi gradi della giustizia, spazzate via da un diritto (quello italiano) che resta garantista.

Ma non dobbiamo dimenticarci che migliaia di persone in Italia rimangono inquisite di reati sostanzialmente d'opinione: 4.450 tranvieri denunciati per gli scioperi «selvaggi», 310 forestali e i lavoratori socialmente utili per blocchi stradali, 45 dipendenti dell'Alitalia denunciati per interruzione di pubblico servizio e danneggiamento, 250 lavoratori FIAT di Termini Imerese, 120 dell'alfa in sciopero contro l'azienda, 40 operai della Thyssen Krupp di Terni denunciati per blocco stradale, 800 disoccupati napoletani accusati di associazione a delinquere ed estorsione, 410 persone sotto accusa per occupazioni di case, 264 persone denunciate per iniziative contro i CPT, 577 per mobilitazioni antifasciste, 282 studenti accusati per le mobilitazioni in difesa del diritto allo studio, 218 persone sottoposte a procedimento penale a Genova e Cosenza per gli scontri del 2001, 102 persone accusate di associazione a delinquere e di rapina aggravata (militanti di action a Roma o «fedeli di san precario» a Bologna).

Non si deve scordare che molti degli indagati sono in stato di arresto, domiciliare o in carcere, o hanno un obbligo di firma: tutte cose che comportano gravi disagi personali e lavorativi.

Non dobbiamo e possiamo dimenticare che tutto questo avviene anche sovraffollando le carceri in modo del tutto illegale, con un peggioramento complessivo delle condizioni dei detenuti.
Non è da sottovalutare il fatto che - a tutt'oggi - vent'anni dopo la fine del "pericolo terrorista" e degli anni di piombo, persistono le "leggi speciali" varate dal '75 in poi (a cominciare dalla legge reale) e che implicano detenzioni e pene spropositate per reati d'opinione o associativi. E nessuno (o quasi) parla di eliminare quelle leggi. anzi: grazie al motore del terrorismo "islamico", a luglio è stato introdotto il cosiddetto Pisanu act, che peggiora sensibilmente le nostre libertà.

Allo stesso tempo si minacciano e si incarcerano persone che vivono tranquillamente da decine di anni all'estero, ormai cambiate rispetto al loro passato degli anni '70 e in violazione di accordi internazionali e politici (vedi il caso di Cesare Battisti). Tutto questo allo scopo - abbastanza palese - di creare terrore. Di instillare nella popolazione (con la complicità dei mass-media) l'idea che ci siano in giro potenziali "terroristi" pronti a colpire indiscriminatamente. Che servono nuove e accurate "leggi speciali".

È per questo che deve diventare centrale - secondo me - nel dibattito politico un freno all'applicazione di reati puramente associativi o d'opinione.
Amnistia o no sugli anni '70 o sulle lotte degli ultimi anni, resta il fatto che non esiste razionalmente alcuna "stagione di terrorismo" in Italia.
Le BR hanno fatto 2 omicidi negli ultimi 17 anni. E sono sostanzialmente tutti incarcerati. Nessuna altra organizzazione di estrema sinistra ha commesso assassini o ferimenti o violenze efferate negli ultimi 15 anni.

È ora (lo è da parecchio tempo) di allontanarci dalla legislazione antiterrorismo e ridimensionare la discrezionalità dei poteri della polizia e dei carabinieri (e conseguentemente della magistratura).

La sinistra non ha il coraggio di affrontare questo argomento, perché la magistratura italiana, con tutti i suoi difetti, è l'unica ad aver avuto un ruolo positivo "politico", con l'abbattimento del vecchio sistema politico affaristico attraverso l'inchiesta "tangentopoli", e con gli arresti dei principali capi-mafia negli anni '90.

Ma difendere la magistratura dagli attacchi della casa delle libertà non significa che bisogna arrendersi all'emergenzialismo diffuso e illimitato nel tempo.

Ecco qui un elenco parziale di alcuni casi "clamorosi", quasi sempre evidenziati dalla stampa nel momento "repressivo", quindi finiti nel nulla dal punto di vista giudiziario (e trascurati negli esiti dalla stampa):

- nel 1999 parte un'indagine sui CARC dalla procura di Roma, accusati di aver costituito clandestinamente il nuovo PCI. Dopo anni di indagini si arriverà all'archiviazione. Nello stesso 1999 anche la procura di Milano invoca 270 e 270 bis per militanti dei CARC. Nel 2001 il GIP dispone l'archiviazione. Nel 2003 partiranno nuove indagine dalla procure di Bologna e Napoli, sempre contro i CARC e sempre invocando il reato di associazione sovversiva.

- marzo 2001: sono arrestati a Roma 2 curdi, accusati di preparare attentati al cianuro, in base a intercettazioni telefoniche. Saranno scarcerati nel novembre 2001 e poi assolti, per non aver commesso il fatto. I due non parlavano italiano. Le intercettazioni erano falsate o malamente interpretate dai carabinieri.

- nel maggio del 2001 sono arrestati 8 militanti di iniziativa comunista, accusati di fiancheggiare le BR. Saranno assolti nel settembre 2004 perché il fatto non sussiste.

- settembre 2001: a Bologna vengono firmati 13 ordini di custodia cautelare per altrettanti presunti terroristi islamici. Verranno scarcerati tutti per mancanza di prove.

- il ministro Scajola lancia nel novembre 2001 un allarme secondo cui ci sarebbe un camion pronto ad esplodere sull'a1. Due algerini vengono arrestati su un furgone a Sasso Marconi e trattenuti in questura. Verranno rilasciati dopo 24 ore. Erano andati a fare acquisiti per una società e il loro camion non era il "camion killer" (che non esploderà).

- febbraio 2002: sono arrestati 11 marocchini, con l'accusa di preparare un attentato all'ambasciata americana di Roma. La repubblica titola "sventato attacco al cianuro". Saranno tutti assolti. Le prove saranno ritenute "confuse" e "inattendibili".

- giugno 2002 vengono indagati 41 musulmani integralisti frequentanti la moschea di Milano di viale Jenner. Le accuse di terrorismo cadranno tutte lungo il processo.

- agosto 2002: un professore e 4 marocchini sono arrestati nella basilica di San Petronio, a Bologna. I giornali titolano che "Al Qaeda progettava un attentato alla basilica di San Petronio". Si scoprirà presto (in meno di un giorno) che si trattava di musulmani in vacanza. vengono rilasciati.

- nell'ottobre 2002 vengono incarcerati 23 "noglobal" di tutta Italia, accusati di "compartecipazione psichica" a un'associazione sovversiva, per aver organizzato le manifestazioni di Napoli e Genova del 2001. L'associazione sovversiva sarebbe la rete per il sud ribelle, coordinamento di molti centri sociali del centro sud. Saranno scarcerati nel dicembre 2002, ma sono tuttora sotto processo, anche se è caduto il reato di "cospirazione".

- sempre nell'ottobre 2002 sono arrestati 3 pescatori egiziani ad Anzio, accusati di preparare attentati terroristici. saranno assolti in cassazione nel giugno 2005. I magistrati sospettano che le "prove" siano state costruite ad arte.

- nel gennaio 2003 vengono arrestati 28 pachistani a Napoli. Sono accusati da magistratura e stampa di preparare attentati terroristici. Saranno scarcerati pochi giorni dopo.

- sempre a gennaio 2003, a Torino l'ucigos (basandosi su indicazioni della CIA e dell'FBI) indica ai magistrati presunti covi di Al Qaeda in città. I magistrati si rifiutano di avviare un procedimento senza uno straccio di prova.
- dopo una decennale attività di pacchi bomba e comunicati fiume in perfetto stile BR, nel gennaio 2004 viene arrestato Luca Razza, che dichiara di essere l'unico inventore e militante dei nuclei territoriali antimperialisti. gli inquirenti individuano due presunti complici, cui vogliono applicare comunque l'art. 270 bis (associazione sovversiva).

- nel gennaio 2005, dopo 2 anni di indagini, alcuni musulmani sono assolti dall'accusa di terrorismo dal gup Clementina Forleo, che condanna gli imputati "solo" per fatti commessi e non per presunte associazioni terroristiche. Il governo (per bocca di Pisanu e Castelli) griderà allo scandalo, invocando ispezioni per la magistrata.

- nel maggio 2005 sono arrestati 3 disobbedienti bolognesi con l'accusa di eversione, per aver occupato per pochi giorni un centro, con lo scopo di fare fotocopie contro il copyright. Saranno scarcerati dopo una decina di giorni. Cade l'accusa di eversione.

- ancora nel maggio 2005 sono arrestati 5 tunisini, accusati di terrorismo. Uno di loro era stato assolto dalle stesse accuse (relative al 2000) 3 giorni prima.

- luglio 2005: il 29 mattina la polizia irrompe alle 6 di mattina nel centro sociale Vittorio occupato di Ostia, arrestando 14 stranieri. 13 vengono rilasciati subito, un pachistano dopo 24 ore, accusato di aver lasciato un fumogeno nel bagno del McDonald's presso cui lavora. Pisanu si congratula per l'eccezionale operazione antiterrorismo.

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