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Milano - Sgombero del Leoncavallo? Non ce ne andiamo
by dal corriere Sunday, Sep. 18, 2005 at 11:43 AM mail:

Matteo Cabassi: iter giudiziale finito, l’immobile va liberato. Daniele Farina: il Comune non ha mantenuto le promesse, daremo battaglia. Brandirali: una soluzione? Ci pensi la Provincia. Gli antagonisti: resistenza ad oltranza. Il proprietario della sede: a giorni la forza pubblica in via Watteau.

Leoncavallo, sgombero vicino? A giudicare dalle dichiarazioni di Matteo Cabassi (a Mondo Immobiliare , inserto de Il Sole 24 Ore , di ieri) sembra proprio di sì. «Per il Leoncavallo siamo arrivati ormai alla fine dell’iter processuale per lo sgombero dell’immobile e il 14 ottobre dovrebbe esserci l’accesso della forza pubblica», ha detto l’amministratore delegato di Bastogi Spa, che controlla il 57% di Brioschi, la società che ha in portafoglio l’area di via Watteau, occupata dal centro sociale dal 1994. È dal giugno ’99 che la famiglia Cabassi si è rivolta ai giudici per tornare in possesso del proprio immobile al quartiere Greco. E già per due volte lo sgombero è stato rinviato in extremis. «La sentenza del Tribunale di Milano, che è appellata in Cassazione, non è una sentenza definitiva e comunque riguarda la sola Associazione delle Mamme del Leoncavallo. Se si vorrà procedere allo sgombero, peraltro programmato per il 18 e non per il 14 ottobre, si compirà una forzatura giuridica e un’evidente speculazione politica», commenta Daniele Farina, leader storico del Leonka nonché consigliere comunale di Rifondazione.
Ha le idee chiare di perché in tutti questi anni non si sia trovata una soluzione sensata all’annosa vicenda, nonostante sia stata riconosciuta la Fondazione La città che vogliamo : «Le promesse del Comune si sono perse nel nulla; e la Provincia ha compiuto qualche passo troppo timidamente». Ed è così che, secondo lui, «Milano segna il passo, perdendo una grande opportunità. Dovrebbe prendere esempio dal Comune di Napoli che di recente ha comperato la sede al centro sociale Officina 99».
Lo sgombero preannunciato sembra «ormai inevitabile» ad Aldo Brandirali, assessore comunale ai Giovani, che per mesi s’è impegnato per risolvere il problema della sede del Leonka. «Il caso del centro sociale è stato politicizzato dal presidente della Provincia Penati quando, l’anno scorso, ha deciso di conferire ai leoncavallini il premio Isimbardi. A quel punto avrebbe dovuto essere la Provincia l’istituzione con la responsabilità di trovare la soluzione e nessun altro».
Diversa la lettura delle dichiarazioni di Matteo Cabassi che dà Milly Moratti, membro del Comitato che ha promosso la nascita della Fondazione La città che vogliamo : «Sono certa che si tratta di parole che hanno l’obiettivo di dare una sferzata a chi si è addormentato durante il processo di normalizzazione del Leoncavallo. E in mezzo ai battibecchi pre-elettorali sono parole che hanno il merito di mettere l’accento su uno dei veri problemi della città: quello di tirare fuori dal limbo un centro importante per l’aggregazione giovanile offrendo una soluzione plausibile anche ai legittimi proprietari dell’immobile».
E le mamme del Leoncavallo che ne pensano? «Lì siamo e lì restiamo finché non ci offriranno una soluzione degna di chiamarsi tale», dice per tutte Carmen De Min.



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LO SGOMBERO SAREBBE IL 18 OTTOBRE...
GIORNO IN CUI IL LEO COMPIE 30 ANNI!

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