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http://italy.indymedia.org/news/2005/10/901870.php Invia anche i commenti.

Dedicato a chi occupa!
by Sbancor Thursday, Oct. 20, 2005 at 3:49 PM mail:

Dedicato alle ricercatori, alle ricercatrici, ai precari di ogni sesso, alle studentesse ed agli studenti che in questi giorni stanno occupando Università, scuole e strade…

Se qualcuno pensasse che la Moratti è "deficiente" (dal latino
deficiere. mancare) solo dal taglio anni '50 dei suoi capelli, si
sbaglierebbe di grosso.

In realtà la signora, proveniente da antica famiglia di petrolieri,
per di più "interisti", "manca", cioè "deficie" sul almeno tre
questioni fondamentali che caratterizzano la sua "Riforma".

(Breve parentesi polemica: negli anni '70 si chiamavano riforme quei
provvedimenti legislativi che spingevano verso una società più
egualitaria e progressista: negli anni 2000 le "Riforme" sono tutte
di "destra". A partire da quelle ispirata dal Fondo Monetario
Internazionale o dalla Banca d'Italia. Lo stesso quotidiano di D'Alema
si chiama "il Riformista": di quali "riforme si tratti basta leggerlo
per capirlo)

Torniamo al "sapere", perché purtroppo è di ciò che, senza sapere, si
sta parlando.


Fin dall'antichità delle civiltà dell'Indo si distinguevano tre figure:

- Il sapiente
- Il mercante
- Il guerriero.

(Franco "Bifo" Berardi ha scritto un illuminante testo per
DeriveApprodi sul tema) http://www.deriveapprodi.org/estesa.php?id=79

Ma ciò alla "capelluta" Moratti è cosa evidentemente sconosciuta.
Come, purtroppo molte altre.

E la sua, "dagli elaborati capelli", testolina confonde il sapere ed
il mercato, che appartengono, come già sapevano i saggi redattori dei
"Veda", Buddha, Lao Tse ed altri, a sfere diverse. Lo ha detto anche
Rudolph Steiner, ma siccome passava per matto, nessuno ci ha creduto.
Lo diceva anche Adriano Olivetti. Ma da quando De Benedetti si è
impossessato del "marchio", giacchè l'azienda ha egli stesso
provveduto a distruggerla da tempo, nessuno lo ripete.

Se:

- Sapienti
- Mercanti
- Guerrieri

si alleano i giorni che ci restano da vivere sono pochi. E non saranno
certo i migliori. Le punte più alte della nostra civiltà si ebbero
quando i "tre" soggetti si separarono con coscienza. Come quando
Oppenheimer consegnò il segreto della bomba "H" ai russi, scongiurando
l'attacco preventivo
che Mac Arthur, Forrestal e forse anche Truman pensavano di lanciare
contro il mondo comunista.


Moratti confonde il "sapiente" con il "mercante", ma abbiamo paura
che anche sul "guerriero" non abbia idee chiarissime.

Fermiamoci al primo punto: si dice (fino alla noia) che occorre legare
"L'Economia alla Conoscenza" per sfruttare i vantaggi
dell'"innovazione tecnologica. A parte che il termine "Economia della
Conoscenza" (adottato pure dalla Conferenza di Lisbona da parte di
quel gruppo di nullafacenti che risponde al nome di Commissione
Europea) è orribile, è anche fuorviante. Se c'è una cosa infatti di
cui è bene non fare "economia", questa è proprio la "conoscenza". La
conoscenza, per produrre risultati ha bisogno dell'eccesso e della
"depense". Come diceva Georges Bataille. Ma anche costui temiamo sia
sconosciuto alla nostra.

Anche da un punto di vista tecnico la cosa non sta in piedi: il
"sapere", infatti, precede il mercato. A volte lo "anticipa" di
decenni, se non di secoli. Legare "mercato e sapere", ricerca e
tecnologia applicata all'industria, non può che appiattire il sapere
su so che "già si sa". Ecco perché i nostri centri di innovazione
pullulano di "scopritori di acqua calda". Oggi in Italia passa per
grande innovatore uno che ha inventato dei "buchetti" sotto la scarpa"
affinché i piedi non puzzino. A nessuno è venuto in mente che forse
sarebbe meglio, e più lavarseli più spesso!



Ma vediamo alcune "perle" del "riccioluto" pensiero morattiano:


1. Art.2 comma b Legge 28 marzo 2003 n.54.

" Sono promossi il conseguimento di una formazione spirituale e
morale, anche inspirata ai principi della Costituzione, e lo sviluppo
della coscienza storica e di appartenenza alla comunità locale, alla
comunità nazionale, ed alla civiltà europea".

Fermiamoci qui: "belle parole", certo, ma prive di senso comune.
Quel riferimento alla "spiritualità" ad esempio con chi ha a che
vedere? Con S.Tommaso D'Aquino, con S. Teresa D'Avila o con
Torquemada? E perché non con "Scientology", "I bambini di Satana" o
con la Comunità di S.Patrignano o i "fratelli Mussulmani" ? E se fosse
invece il Reverendo Jones, (quello che obbligò al suicidio tutti i
suoi seguaci"?)o forse Fra Dolcino, il francescano ribelle che mise a
ferro e fuoco il nord d'Italia per le sue idee "comuniste"? E la
"coscienza storica" da quale antica e nefasta teoria proviene: da
Fracesco De Sanctis, da G.W.Hegel, da K.Marx , da Hitler, da Gentile,
da Benedetto Croce, a Bruno Vespa?

L'appartenenza alla comunità locale, alla comunità nazionale, alla
civiltà europea sono poi "ossimori" – figure retoriche in cui una
annulla e contraddice l'altra. In Europa le comunità locali hanno
sempre combattuto quelle nazionali e quelle nazionale si sono
bellamente massacrate a livello Europeo. Evidentemente la Moratti
pensa al futuro, nutre speranze ecc. ecc. Peccato che la Guerra dei
Balcani, di cui alcuni democraticissmi membri quali Slovenia e
Croazia, stanno già forse in Europa (quella civile, cioè quella degli
"Ustascia", tanto per capirci) . E ciò non è accaduto nel XIV secono,
ma ieri…giusto ieri.


Della storia si da "conoscenza", si acquisisce "conoscenza" si impara
la "conoscenza". Non la "coscienza"! (Ma leggette gli storici degli
Annales….ignoranti! …o più modestamente Plutarco)

E quell' "anche ispirata ai principi della Costituzione", che vuol
dire? Che vuol dire "anche"? Che l'Italia, oltre la Costituzione ha
"altri principi"? E quali? Se nei patti mercantili sono ammessi i
patti "parasociali" che regolano i rapporti fra i soci, in quelli
statuali no. E' la Costituzione l'unico "patto fra i cittadini".

Eppure questa è "Legge dallo Stato" dal 2003. In barba alla "Corte
Costituzionale"!


2. Decreto Legislativo 19 febbraio 2004, n. 59

1. La scuola dell'infanzia (gli asili n.d.r.) concorre all'educazione
e allo sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo, morale, religioso
e sociale delle bambine e dei bambini…..

Cioè neanche fra i 3 e i 5 anni si può lasciare il "pargolo" libero
del suo pensiero, che so io credere ai maghi e ad Harry Potter,
pensiero che potrebbe benissimo non essere - e spesso non è -
"religioso"?

- all'Art.3 è richiamata la modifica del Concordato "leggasi
finanziamento scuole cattoliche". E per gli altri?

3. Se i "pargoli" superano indenni il primo "ciclo infernale di istruzione"….

….Sono fottuti…

- finiscono infatti in un'orgia di "debiti" e "crediti", neanche
fossero titolari di un conto corrente presso l'Antonveneta!
- I criteri di insegnamento dei docenti (plebe malconcia retribuita
meno di un autoferrotranviere) su cui si basano le valutazioni
delle "qualità" delle scuole (valutate a pagamento con metodologie
ISO), sono ripresi paro paro dagli MBO (Gestione per Obiettivi)
applicati nell'industria privata ai venditori di caramelle,
televisori, polizze auto ecc. ecc (lauti compensi per i valutatori,
manco una lira agli insegnanti). Ciò dovrebbe conferisce alla
"squola"(non è un errore!) un certificato di qualità spendibile in
Europa.
- La necessita di "integrare mondo del lavoro (mercanti) e mondo della
scuola (sapienti…chissà fino a quando) porta a contorcimenti
epistemici e logici degni delle contorsioni dei capelli del Sig.
Ministro!
- Le peggiori "banalità di base" diventano principi,
- La "gestione manageriale" della Scuola è affidata ai Presidi
Manager, (Dirigenti Didattici sic!) figura professionale che per un
lato sembra un controllore di "Tempi e Metodi", secondo la disciplina
tayloristica, abbandonata circa mezzo secolo fa, e per l'altro a un
"Kapo" da Campo di Concentramento hitleriano. Ricordiamo che sul campo
di "Auschwitz" era scritto: "Il Lavoro Rende Liberi" (Arbeit Macht
Frei).
- Ai pargoli e alle loro sciagurate famiglie, fin dalla tenera età
delle "medie" viene imposta la scelta fra "indirizzi" diversi, "c'est
a dire": o studi o vai a lavorà!
- Alla Regioni ( brutta copia delle funzioni statali, i cui poteri
sono aumentati fin quasi alla dissoluzione dello Stato per far
contento il senatore Bossi) resta l'istruzione tecnica e
professionale. Auguri!


I $, come al solito mancano: siamo al penultimo posto in Europa
(l'ultimo è la Grecia che si consola con la "retzina" – vino
aromatico)

Sull'Università, ormai stracolma di professori a contratto (cioè di
commercialisti, odontoiatri, architetti falliti, filosofi da osteria
ecc. eccc che pur di fregiarsi del titolo di Prof. venderebbero
madri, moglie e figlie) e priva di ricercatori preparati,
imperversarono i "Baroni" – figura medioevale – che nelle Università
non si vedono più, troppo impegnati a fare i parlamentari o i
consulenti privati.


Insomma I Mercanti hanno preso il posto dei Sapienti, tant'è che
Mediaset, Fiat, Telecom, il Sole24Ore creano "master" in tutti i
possibili mestieri del mondo.


Tutto ciò è insoddisfacente, per usare un eufemismo. L'attualità e la
politica sottolineano i riflessi di questo stato di fatto. La Moratti
esulta: ha posto l'Università e la Ricerca al primo posto! Eppure a
leggere le considerazioni del Ministro, due dati stupiscono è anche
vero che in termini percentuali rispetto al P.I.L. la nostra spesa in
ricerca sia cresciuta, è sicuramente vero che sempre in termini
percentuali non si discosti di molto da quella U.S.A. Sempre in
rapporto al P.I.L.,: ma il P.I.L. italiano e pari a un decimo di
quello americano. E l'effetto della spesa in R&S è stocastica, non
statistica, cioè risponde alla leggi della probabilità, più che agli
indicatori economici. Infatti il Giappone spende quasi il doppio
degli americani per reggere la concorrenza. Se dovessimo essere
davvero competitivi, la nostra spesa dovrebbe essere moltiplicata per
quattro!. .Quella che manca in Italia è soprattutto la spesa dei
"privati" in Ricerca & Sviluppo.

Che il nostro sistema universitario sia in crisi da epoche immemori lo
si può ricavare anche da altri dati, pubblicati e conosciuti.

Un dato per tutti: il numero di studenti stranieri che si laurea in
Italia rappresenta meno del 2% degli iscritti. Ora se si pensa che gli
studenti "stranieri", ovvero quelli che studiano in un paese diverso
da quello di origine, sono 1, 65 milioni e che in Italia se ne trovano
solo 31.777, comprendiamo come sulla "qualità" dei nostri Atenei gli
studenti abbiano già votato. Con i piedi. Cioè andandosene! Una volta
che si incomincia con i dati è difficile frenarsi, così mi è capitato
di contare il numero delle Università italiane. Ne ho contate 87
sulla Banca Dati del M.I.U.R. Un numero abnorme anche per una
popolazione dove una laurea non si nega a nessuno. In questa allegra
programmazione territoriale è assai difficile creare Centri di
Eccellenza, come il M.I.T., Harvard, Berkley, Cambridge o la London
School of Economics. O la Sorbona. O addirittura le università della
minuscola Svizzera capaci comunque di attirare più studenti stranieri
delle nostre.

Insomma sorge legittimo il dubbio che questa, come chiamarla,
"diffusione assessorile" delle Università risponda a criteri di
provinciale esuberanza, piuttosto che di efficienza. Ma non ci risulta
che il Corpo Accademico, peraltro pronto, e a volte con molta ragione,
a protestare per vari motivi, abbia mai sollevato qualche dubbio
sulla proliferazione di sedi e corsi di laurea.

I risultati negativi si vedono sia sul fronte della didattica sia su
quello della ricerca. Abbiamo un numero di studenti fuori-corso
assolutamente abnorme: circa il 36%, ed abbiamo un tasso di abbandono
del 20%. Insomma tutte le riforme dell'Università dagli anni '60 ad
oggi hanno sicuramente inciso sull'allargamento della popolazione
universitaria e, soprattutto delle sedi, le hanno raddoppiate,
triplicate ovunque. Anzi più una terra si mostrava incline alla
pastorizia più lì crescevano Università – ci deve essere una
relazione matematica fra "pecore" e "docenti" che al momento mi sfugge
- ma ho paura che dal punto di vista qualitativo i passi avanti
siano stati ben pochi. Per non dire che si è navigati coscienti verso
la "crassa ignoranza".


Di questo "Suicidio del Sapere" non è responsabile, a dire il vero,
la Moratti, ma i vari Ministri della Pubblica Distruzione, e Magnifici
Rettori quasi tutti di area PCI, prima e DS dopo (Giovanni Berlinguer,
Ruberti, De Mauro, Tecce tanto per non fare nomi….)


L'Autonomia del Sapere dall'Economia e dal Militare è l'unica
garanzia di sopravvivenza dell'umanità. Che forse non merita di
sopravvivere, ma questo è, come dire, un "altro problema"……..

Fosse questo che stanno cercando di dirci i nostri figli in piazza?

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