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Roma, quasi centomila in corteo tensione e cariche della polizia
by rassegna stampa (repubblica) Tuesday, Oct. 25, 2005 at 6:52 PM mail:

Gli studenti invadono il centro di Roma. Sit-in alla Camera. In piazza anche i docenti, delle scuole e dell'università. Fumogeni e scaramucce, 8 feriti. arlamentari dell'Unione schierati davanti ai manifestanti. Il dito medio alzato della Santanchè. Berlusconi in aula: "Oggi si deve approvare la legge".

Roma, quasi centomil...
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ROMA - "Assediare i palazzi del potere". L'obiettivo dichiarato gira fin dalla prima mattina nel corteo degli universitari partito dalla Sapienza occupata e rimbalza a piazza Esedra dove gli studenti medi, e molti loro professori, aspettano di partire verso il centro di Roma, Palazzo Chigi, la Camera dei deputati dove, per uno strano gioco del destino li stanno aspettando rettori e docenti in un sit in di protesta contro la riforma Moratti di cui oggi si discute in Aula. Risultato: decine di migliaia di ragazzi, centomila per gli organizzatori, si incanalano verso via Cavour secondo i percorsi classici dei cortei studenteschi proprio mentre Silvio Berlusconi dichiara: "Oggi approviamo la riforma". Il ministro è il bersaglio ma nel corteo si protesta per il precariato, contro il governo, contro gli affitti carissimi. "È un movimento generale" gongola Piero Bernocchi leader dei Cobas.

L'influenza dei movimenti degli ultimi anni si vede nella piazza e, soprattutto, nel numeroso spezzone degli universitari guidato dai Disobbedienti. E allora il corteo si presenta come tanti di questi primi anni 2000. Nessuna bandiera, pochi striscioni, quello di apertura che recitava "Il nostro tempo è qui, e comincia adesso", molta musica sparata a volumi altissimi dall'ormai tradizionale camion con il sound system e ragazzi che ballano scatenati. Molto apprezzata una versione ska di Contessa, vecchia canzone del '68 di Paolo Pietrangeli. Per il resto qualche slogan, e scritte sui muri.

A piazza Argentina la situazione fino a quel momento tutto sommato tranquilla, si complica. Un gruppo cerca di entrare verso la Camera, caschi in testa e fazzoletto in faccia si infila in un vicolo mentre il corteo si ferma, ma viene respinto da una carica dei carabinieri.

Poteva essere l'inizio di una brutta giornata, invece cominciano infinite mediazioni fra i parlamentari di Verdi e Rifondazione (con Paolo Cento e Russo Spena attivissimi), i responsabili dell'ordine pubblico e i portavoce degli studenti. Dopo più di un'ora il corteo si muove ma la testa invece di sfilare verso piazza Navona come previsto gira verso il Senato e si imbottiglia in via del Teatro Valle a cento metri dalle finestre di palazzo Madama. La polizia è colta alla sprovvista e organizza una resistenza in attesa di rinforzi. Sono momenti di tensione. I poliziotti circondati e gli studenti imbottigliati in un vicolo cieco. Può succedere qualunque cosa e la tensione si alza quando un carabiniere apre il tettuccio del blindato schierato davanti agli studenti e tira fuoi il fucile per sparare i lacrimogeni. Poi rientra, i ragazzi alzano le mani ritmando "Roma libera, Roma libera" e lanciano bottiglie vuote alle finestre dei primi piani che poi tornano piene di acqua, necessaria nel caldo soffocante della capitale.

La tensione si allenta e sembra che nessuno sappia bene cosa fare. Ma intanto, mentre le forze dell'ordine sono impegnate al teatro Valle cortei spontanei si formano nelle vie laterali. Nessuno può più fermare la fiumana di ragazzi che ormai ha invaso il centro della capitale. L'assedio annunciato è riuscito.

Alla fine i giovani dei centri sociali, le ragazza con il piercing sulla lingua, i rasta, si trovano fianco a fianco ai loro professori e ai loro rettori ed invadono la piazza del sit in. Situazione davvero inedita con giovani occupanti di centri sociali e di case schierati fianco a fianco con grandi nomi degli atenei italiani. Due mondi che più diversi non si può immaginare unificati da un obiettivo: fermare la riforma del ministro Moratti.

I parlamentari del centrosinistra fanno cordone per proteggere i ragazzi, quelli di An escono da Montecitorio e si piazzano davanti all'ingresso della Camera con aria di sfida. Daniela Santanché deputata di Fini, stizzita, mostra il dito medio. Gli studenti forse non se ne accorgono o forse sono impegnati a rifiutare l'invito della Moratti: "Sono pronta a ricevere una delegazione". "No grazie" è la risposta, spontanea, della piazza che per ore stringe in un cordone il palazzo di Montecitorio.

E più passano le ore più cedono i nervi. Cortei di giovani percorrono i vicoli intorno ai palazzi della politica e cariche di alleggerimento della polizia cercano di allentare la pressione dei manifestanti. E all'improvviso un reparto del Reparto mobile ha caricato un corteo di studenti che stava andando verso la stazione. Della carica hanno fatto le spese sei manifestanti, un fotografo e un operatore di Telenorba che sono rimasti feriti. "Una caccia all'uomo", denuncia la parlamentare di Rifondazione Graziella Mascia mentre gli studenti, sempre in corteo, tornano alla Sapienza occupata.

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