Statale, «la mobilitazione continua». Il rettore: evidente illegalità.
Un’altra giornata di occupazione, ieri in Statale. Con le assemblee, i dibattiti contro la riforma Moratti e l’arrivo a sorpresa del Premio Nobel Dario Fo in via Festa del Perdono. «L’università deve recuperare il contatto con il mondo reale e rendere i giovani intellettualmente autonomi», dice Fo davanti a una platea di oltre duecento persone. E continua: «Non tutto è da buttare, non si tratta di rivoluzione. Anche se la scuola è vecchia perché non c'è ricerca, non c'è conoscenza, non c'è confronto nè approfondimento, ci sono i canoni per capire come ristrutturarla». Applausi e cori da stadio per un intervento che è durato un’ora intera. Nel pomeriggio arriva in Statale anche Pierfrancesco Majorino, segretario cittadino dei Ds «Il ministro Letizia Moratti - spiega - dovrebbe riflettere sul fatto che grazie a lei venga occupata la Statale dopo quasi quindici anni».
Poi il ritorno alle rivendicazioni: «L’università Statale - dicono gli studenti - dopo anni di calma occupa, si ribella e si radicalizza contro chi vuole ingabbiare sempre di più il diritto al sapere e alla ricerca, allo studio, alla casa, alla mobilità. L’ateneo si ribella in questi giorni di ponte per costruire percorsi, mobilitazioni, eventi che proseguiranno a tempo indeterminato».
Il tutto sotto gli occhi del servizio di sorveglianza voluto dal rettore, Enrico Decleva, che commenta: «Anche se avviene durante giorni di vacanza, l’occupazione decisa e attuata da poche decine di persone (???) in una Università che conta oltre 60 mila studenti e quasi 2500 professori e ricercatori costituisce un’evidente illegalità alla quale va posto termine al più presto. È fuori discussione la piena libertà di tutte le componenti dell'Ateneo di discutere i problemi universitari, comprese le future modalità di applicazione della legge sullo stato giuridico dei docenti. Ma deve essere parimenti fuori discussione la piena disponibilità degli spazi necessari per lo svolgimento delle attività istituzionali e a queste dedicati».
