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TAV: TORINO-LIONE, SUI SENTIERI PARTIGIANI STOP AI LAVORI
by notav Tuesday, Nov. 01, 2005 at 12:19 PM mail:

ANSA di ieri

TORINO - Tafferugli, cariche di polizia, feriti, blocchi stradali, treni fermi: il giorno piu' lungo per la Tav si consuma in un crescendo di tensione tra le montagne della Valle di Susa, dove una dimostrazione popolare contro la costruzione della linea ferroviaria ad alta capacita' Torino-Lione e' stata segnata da un duro braccio di ferro con le forze dell' ordine.

Scene che le cronache sono abituate ad ambientare nelle grandi citta' si sono viste a mille metri di quota, e hanno avuto come protagonisti non certi misteriosi ''black-bloc'', ma gente comune, pensionati, insegnanti, sindaci, consiglieri regionali, rappresentanti delle istituzioni, per un totale di oltre mille persone. Il bilancio parla di sei denunce e di sette contusi medicati all' ospedale di Susa, di cui quattro tra i manifestanti e tre fra poliziotti e carabinieri (ad un agente, in particolare, una camionetta ha schiacciato un piede). Enormi disagi anche per chi doveva viaggiare in treno: bloccando la stazione di Bussoleno un gruppo di dimostranti ha di fatto bloccato la tratta internazionale Torino-Modane.

Le tante persone ''No-Tav'', tra le quali militano anche politici e amministratori, temono che la nuova opera assesti il colpo di grazia a una valle in cui corrono gia' una ferrovia, un' autostrada e due strade statali. Quello che hanno cercato di fare, riuscendoci almeno per 24 ore, era impedire l' avvio, fissato proprio per oggi, dei sondaggi preliminari sui terreni che si estendono sopra il paese di Mompantero, sul fianco del monte Rocciamelone. I primi erano arrivati in zona nel cuore della notte, sfruttando i vecchi sentieri della Resistenza. Poi si sono formati i presidi veri e propri, giu' a Mompantero e su in frazione Seghino, mentre una quarantina di dimostranti, piazzandosi sui binari a Bussoleno, costringeva le Ferrovie a sospendere la circolazione (26 i treni soppressi in tutto o in parte), e le fabbriche della zona scendevano in sciopero. Respinto un tentativo degli anarchici di piazzare dei massi su una strada, le forze dell' ordine hanno cercato di disperdere i presidi, per poter recintare i luoghi e permettere ai tecnici della societa' di gestione di accedere.

Ma i manifestanti, tra cui venti sindaci con fascia tricolore in prima fila, non hanno ceduto di un millimetro. Sergio Vallero, presidente del consiglio provinciale (Prc), viene colpito da un manganello mentre soccorre un dimostrante a terra, il primo cittadino di Condove, Barbara De Bernardi, ha un malore. Si va avanti cosi' per tutto il giorno, tra spintoni, affondi di camionette e trattative. Interviene il leader dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio: ''Il ministro dell' interno faccia cessare le cariche''.

Il tribunale civile, intanto, valuta un ricorso (''no ai sondaggi per motivi di procedura'') presentato dagli avvocati Roberto Lamacchia e Gian Carlo Zancan, che e' senatore dei Verdi. Quando cala la sera si puo' smobilitare: ''La giornata e' finita - dicono Luca Robotti, consigliere regionale Pdci e Mauro Carena, presidente della comunita' montana - e l' inizio dei lavori deve essere nuovamente notificato ai proprietari dei terreni. Per adesso e' fatta"

http://www.notav.it/modules.php?name=News&file=article&sid=236

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