Indymedia Italia


Indirizzo mittente:
Indirizzo destinatario:
Oggetto:
Breve commento per introdurre l'articolo nella mail:


http://italy.indymedia.org/news/2005/11/912453.php Invia anche i commenti.

IRAN-T.A.V. ed altri vecchi post
by LAMETTA Wednesday, Nov. 02, 2005 at 9:35 PM mail:

SCUSATE EVENTUALI IMPERFEZIONI

se ne sentono molte in questi giorni a partire dalla questione iraniana, al riguardo mi sembra credibile affermare:
Vista l'impossibilita dell'attuale primo ministro iraniano a fare fronte alle promesse fatte ai propri sostenitori, le sue attuali prese di posizione potrebbero essere funzionali a decentrare il problema su un ipotetica colpevolizzazione dell'occidente, in particolare degli israeliani, per passarla franca con il suo popolo od addirittura potrebbe essere finalizzato ad una recrudescenza delle posizioni in favore dello sviluppo di una situazione guerrafondaia gia ben concordata (speriamo di no). Per quanto riguarda il nucleare questo e solo una piccolissima parte del problema ma non da sottovalutare.

Per cio che riguarda l'italia nessuno si è reso conto che il governo a fatto passare una legge che affossa la possibilita d'informazione e di discussione dei soggetti interessati nel territorio per opere che ne modificano in modo sostanziale l'aspetto ovvero la publica discusiione e critica delle valutazioni d'impatto ambientale. A questo proposito sul problema T.A.V. del quale o pochissime informazioni posso solo affermare dei principi che non sono vincolanti all'attuale protesta ma che vanno considerati a prescindere da valutazioni prettamente economiche del quale non sono a conoscenza:
1) Il trasporto su rotaie è preferibile a quello su gommati ed agli aerei in relazione all'impatto ambientale
2) Una valutazione tecnica valutativa non è un mostro ma un principio sano e preventivo di valutazione dei danni che un opera potrebbe arrecare.
3) In ogni caso e necessario che tali valutazioni siano di pubblico dominio e criticabili dai residenti della zona ed anche da esterni per evitare danni ambientali o meglio minimizzarli e se proprio non viene ritenuto valido il progetto abbandonarlo perche troppo ingerente con l'esistente ecosistema.
In sintesi sono daccordo con le contestazioni sul T.A.V. in relazione alla manomissione della legge sull'impatto ambientale citata all'inizio e sulla richiesta di tavoli di discussione e sulla pubblicazione completa delle rilevazioni effettuate motivo che credo dovrebbe essere sufficiente a tale motivata mobilitazione ma un atto di studio preventivo e essenziale e doveroso quanto creare un migliore sviluppo dei trasporti su rotaie e di possibilita migliorative la comunicazione fra l'italia ed altri paesi con sistemi molto meno inquinanti del trasporto gommatto.


Vorrei infine ripostare alcuni scritti gia postati dall'altro anno:
1)
A causa dell'innalzamento globale della temperatura e considerando i cicli estremamenti lunghi di riassorbimento nell'ecosistema d'inquinanti come CO2, CFC,HFC, metano, ecc. e degli elementi pesanti e radioattivi in generale si può prevedere uno scenario disastroso per il futuro della terra, per parafrasare una seconda arca di noe, e dell'umanità intera che sarà di durata esponenziale in relazione all'inquinamento immesso in natura fino alla soglia del collasso sistemico o del punto di rottura, dopodiche irreversibile per moltissime specie animali altamente specializzate come anche l'essere umano.

Gli effetti a catena saranno di diverso tipo e conseguenze: Perdita della biodiversita con relativa perdita di ricchezza del patrimonio genetico e scientifico in generale (tengo a ricordare che l'uomo copia dalla natura per sintetizzare in laboratorio),
irrespirabilità dell'aria - maggiore incidenza di malattie respiratorie, degenerative (ad es. cancri, anomalie del dna e del funzionamento complessivo dell'organismo es. asme e allergie) o di origine batterica e virale, minori spazi emersi a causa dell'innalzamento del livello dei mari quindi inondazioni di luoghi come venezia, paesi bassi, atolli e coste - repentini cambiamenti climatici e diversificazione geoclimatica globale causata dalla maggiore temperatura, evapotraspirazione ed erosione del suolo con conseguenze come l'incremento della desertificazione, pioggie torrenziali e catastrofi naturali climatiche come il ninho. Le più gravi e pericolose conseguenze per l'uomo e l'ecosistema sono sulla biodiversità ( unica ricchezza del pianeta e fonte di idee in tutti i campi scientifici indirettamente o direttamente nella biologia, medicina nonchè genetica ) con l'imposizione di condizioni estreme e rapide mutazioni dell'ecosistema.

In questo scenario virus, batteri, e microorganismi in genere potranno adattarsi più facilmente alle nuove condizioni diventando causa di nuove e più frequenti malattie di contro alla scarsa adattabilità in generale degli esseri più evoluti (legati più intrinsecamente al processo evolutivo dell'intero ecosistema ) e più specifici nell'utilizzo dell'energia quindi con una più sofisticata interazione con la nicchia ( parte dell'ecosistema occupato) - in sintesi diventa estremamente determinante il tempo evolutivo-riproduttivo ovvero maggiore è la capacita di riproduzione nel tempo della specie e maggiore è la facoltà di adattamento a nuove condizioni ambientali e climatiche.

Per quanto si possa credere possibile agire tramite le nuove tecnologie per contrastare tali processi di degenerazione dell'ecosistema, si tratta di pura demagogia come dimostrano i modelli prodotti dall'IPCC (andate a visitarne il sito con diagrammi e modelli) e come confermano i fatti.

A mio avviso non è pensabile di arginare e prevenire disastri climatici e dell'ecosistema terrestre viste le imponenti masse in gioco se non con adeguate scelte politiche di sviluppo sostenibile ed in particolare energetiche basate su una reale critica e valutazione d'impatto ambientale in tutti i suoi processi (risorse, trasformazioni, produzione e smaltimento) con l'obbiettivo di una riduzione del 60% minimo degli inquinanti attualmente immessi nell'ecosistema.

Per sviluppo sostenibile e sociale si deve intendere quel complesso di strumenti che tendono ad un effettivo rispetto dell'ecosistema, delle generazioni future, della diversità in tutte le sue manifestazioni quale fattore fondante di ricchezza, della evoluzione ed adattabilità quindi della reale valorizzazione di beni comuni quali l'ambiente, la pace e la convivenza di culture e sistemi diversi da cui trarre idee, modelli e risorse al fine di concepire l'esistenza di un bene comune libero ed indivisibile.

Lo strumento piu' valido ed immediato per poter contrastare tutte le barriere economiche e politiche ad una societa con un tale tasso elevato di depauperamento del territorio si trovano nella semplice introduzione di un costo ecologico della merce (come in via di principio individuato in Brasile), che tenga conto non solo della possibilità disinquinante ed inquinante specifica di ogni paese ma altresi l'effettivo impatto ambientale in tutte le fasi di recupero risorse e di produzione della merce stessa.

Prevedendo una sempre maggiore richiesta energetica a causa dei processi d'industrilizzazione nei paesi meno evoluti, è necessario dirigere gli sforzi al fine di ridurre il più possibile l'utilizzo di processi a combustione essendo questi la prima causa del disastro globale climatico e dei suoi effetti a catena con l'emissioni d'inquinanti specialmente atmosferici; inoltre evitare il nucleare visti gli enormi tempi di giacenza delle scorie di produzione e utilizzate come materiale fissibile, puntando sull'utilizzo di diverse e diversificate sorgenti dinamiche o cinetiche come l'idrica, l'eolica, la solare (in questo campo attualmente ci sono ricerche validissime su pannelli fotovoltaici costruiti con polimeri che sono molto più economici dei silicati per consumo di energia nella produzione), la magnetica e la geotermica . Decentralizzare la rete energetica distributiva e produttiva attraverso piccoli sistemi autonomi (es. usare pannelli termici solari per scaldare l'acqua che si possono tranquillamente autocostruire, e lo sviluppo dell'eolico che era fino al 2002 di pari costi al KWh del petrolio anche se non è favorito come esso da sovvenzioni statali e coorporative) e con un migliore utilizzo e risparmio energetico. Sistemi puliti di stoccaggio come l'aria compressa, meno le batterie che contengono componenti estremamente tossici (es. lo sviluppo di auto ibride elettrico-ariacompressa o la macchina ad idrogeno solo dopo attente e meticolose valutazioni d'impatto ambientale viste le imponenti quantità aggiuntive d'idrogeno a quello già presente nell'ecosistema e l'enorme rischio connesso all'ipotesi catastrofica conseguente ) già cosi si può prevedere una complessiva e rapida inversione di tendenza dell'inquinamento globale.

In tutto questo è evidente la necessità di sistemi sempre più integrati di depurazione e riciclo all'interno dei processi industriali e della società civile (considerazione economica del valore ambientale ed umano quindi dell'importanza d'impatto ambientale complessivo, raccolta differenziata, minor utilizzo di confezioni esterne ed imballaggi, consumismo come logica esistenziale, ecc.).

Tutto ciò, a mio parere, potrà avvenire solo con una profonda e pacifica rivoluzione-trasformazione del pensiero sociale (popolazione umana come interdipendente dagli effetti sull'ecosistema), coscienza collettiva sull'importanza dell'ambiente per il nostro naturale ed equilibrato sviluppo della specie e politico, tenendo in maggiore considerazione le giovani e future generazioni (come spinta dinamica ed evolutiva) con la loro capacità decisionale e critica.

Attribuendo la massima importanza all'educazione scolastica ed alla cultura come valore comune libero di essere fruito nel rispetto della scientificità osservativa e realista che si pone in netta contrapposizione alla recente scelta politica che scarta l' evoluzionismo a favore del creazionismo con tutta la sua logica di scienza ed università d'elite, conservatrice di privilegi sociali acquisiti per vie di discendenza o monetaria e non su un'effettiva libertà allo studio ed all'ugualianza.

La necessità di un più equilibrato rapporto fra risorse e consumi non inteso a compromettere la diversità di prodotti che esprimono ricchezza di cultura e d'ambiente comprensivi di tutti gli aspetti d'immagine e poesia, e non come insensato ed autodistruggente, nell'ambito di una politica economica invasiva ed uniformante fondata sull'istinto di potere e di possesso anche a scapito della vita di altri presenti eo futuri individui (voglio ricordare che l'inquinamento non ha confini) a causa dell'incapacità di sublimare e subliminarne (i miti connessi) le energie psichiche e gli archetipi nell'amore, nella ricerca, nello sport, nella curiosità e nella fantasia di cui tutti siamo depositari profondi.

All'interno di tutto va situato il diritto all'informazione ed allo scambio di essa, la volontà di pace e di reciproco rispetto applicato in una concezione di uguaglianza e di confronto non autoritario o non imposto ma condiviso.

Un'ultimo sostanziale discernimento dovrebbe concernere l'incapacità di scindere il nostro individuo socialmente utile ed integrato al nostro forte impulso all'autoaffermazione o individualità che sarebbe auspicabile anche nell'ambito lavorativo cosi da non creare profonde, stressanti ed ipocrite deformazioni tra reale ed auspicabile tramite la tendenza verso l'anarchia espressiva nei rapporti sociali e nella graduale orizzontalizzazione e comunicazione della critica quindi gestione più autonoma della propria vita a prescindere da un fattore di ricchezza monetaria o di produttività strettamente sistemica e non contraddittoria.

2)
Riflessioni sul coodinamento delle scuole

Il coordinamento della scuola dovrebbe essere, secondo
me, anche un motivo d'interrogazione sulle possibilità
d'interattività sociale e sul valore dello studio, non
solo, come posto di lavoro futuro, ma come strumento
di crescita, di ricerca e di arte sociale.
Questo diventa socialmente condivisibile ed
individualmente accettabile se rispettoso di tutte le
differenze come parte integrante e componente di una
realtà sempre più dinamica e che necessita sempre più
velocemente di una nostra capacità di adeguamento a ciò
che ci circonda e ci determina nel nostro intento.
Il valore trasversale che assumono al suo interno,
individui e gruppi, diviene autogenerante e
accompagnato da una nuova concezione associativa e di
bene pubblico.
All'interno del suo stesso divenire strumento di
rielaborazione e di analisi, anche delle possibilità
dinamiche e contestuali dell'aspetto puramente
organizzativo, diviene anche uno strumento di
confronto/dibattito che deve essere autorappresentante
di un valore astratto, sociale, se concepito come di
bene comune (come prodotto del lavoro organizzato) ed
in modo orizzontale come rappresentativo del suo lato
astrattivo che ormai si può definire come d'influenza
sull’opinione pubblica.
In generale diviene anche un luogo dove potrebbero
nascere nuove idee sul divenire della " arte-scienza "
ed ovviamente dell'aspetto proprio organizzativo ed
espressivo che nasce dalla scuola e dall'interesse per
la cultura e la ricerca in tutte le sue forme, con
proposte costruttive sià nell’ambito pratico che di
ridefinizione di ciò (il coordinamento) che esso
stesso rappresenta come punto di unione e di sviluppo
di una realtà sempre più ampia, variegata e di
confronto con la realtà che tutti fruiamo (il
quartiere, la scuola, lo sviluppo della coscienza di
appartenenza,l'autorappresentanza).
Per questo per me è necessario interrogarsi anche su
ciò che un coordinamento deve rappresentare e cosa
esso può fare diventare una Esperienza propositiva per
il movimento e per la scuola.
Le riflessioni sulla aspetto astrattivo, simbolico,
sono quindi collegate all'aspetto espressivo della
fiducia sociale che è insita alla esistenza di una
sensibilità sociale e di un etica, insita nel volerne
definire quel valore simbolico astrattivo attraverso
la propria forma e la propria proposta sull'aspetto
organizzativo, di bene comune e di pari opportunità.
In una ampiezza che sia anche nel riflesso di se
stessa.
lametta

3)
un futuro da ricostruire
La corrente situazione di tutte quelle forze conservative ed economiche che vogliono continuare a contenere un cambiamento rapido e civile di tutte quelle attività umane altamente critiche per l'esistenza della nostra specie deve spingerci a trovare dinamiche piu' efficaci per accellerare un cambiamento delle nostre attività produttive in un contesto mondialistico dato che chi inquina non ha frontiere. Per rimanere pragmatico troppo spesso sono inutili gli sforzi per tale cambiamento se poi ci facciamo corrompere da tutti quei contentini che vengono ridistribuiti in attesa di poterli ritogliere. E' evidente che le cose non funzionano e che non saremo mai responsabili della loro incapacità (che sfocia in violenza) di rendersi fautori, con progetti specifici nei vari settori, di cambiamenti reali ed attuabili dato che la loro prima occupazione non e' mai stata quella di creare ma quella delle ............ecc. Per poter creare ci vuole intelligenza e creatività non furbizia politica dell'oggi per domani ma programmi comunemente condivisi con la popolazione che si rende cosciente dei disastri ambientali, quindi climatici in primo luogo, al quale politiche incoscienti state condotte da persone che hanno il solo interesse furbesco di accumulare potere. Non è da oggi che scrivo sull'ambiente ma oggi voglio aggiungere alla lunga serie d'interrogazioni che vi ho espresso in forza di una certa conoscienza scientifica un'altra stravolgente notizia: Esiste negli oceani una grandissima corrente di scambio fra acque fredde e calde che da un pò di tempo stava rallentando la sua portata ma sembra che l'ultimo grande terremoto, causa dello tzunami "non avvertito" se non per le 250000 vittime conseguenti. abbia interrotto quasi completamente questo flusso di scambio il che causera tantissime velocizzazioni dei processi di riscaldamento globale e delle acque specifiche creando rapidissimi cambiamenti a tutti gli ecosistemi causando una moria rapida di tantissime specie prima fra tutte i coralli (blaching) che sono una delle primarie forme di arricchimento degli ecosistemi e della loro biodiversita. Il tempo è tiranno ed in pochi sembrano averne concepito l'essenza quindi inviterei tutti a ragionare piu' appieno sulla possibilità di sviluppare tutti insieme autonomamente una forza che possa creare quella condizione necessaria a riordinare l'esistente in funzione di tutti i parametri necessari alla ristrutturazione di un mondo che grazie all'incoscienza di molti usati da pochi ci ha condotto su questo baratro. E inutile che ripeta come gia scritto che a poco servono tutte quelle teorie pseudoscientifiche che vogliono farci credere in scoperte eccezionali future come nella genomica o che sia date le masse in gioco e la struttura esistente. Per dirla tutta dovremo tutti sacrificare un po del nostro in favore del bene comune ma facciamo almeno in modo se non vogliamo costituirci direttamente come soggetti politici del sistema (anche se io propendo per questo in questa situazione) di far passare quelle minime garanzie egualitarie per i giovani che dovrà ovviamente passare per una reale e equa possibilità di studio ed anche per un diverso modo d'interpretare lo studio (anche qui ho speso gia moltissime parole). Vorrei poter fare di piu' ma abbiamo tutti i nostri propri limiti anche se almeno ci ho sempre provato. VOTA ANTONIO max lametta

4)La rapida evoluzione tecnologica e la creazione di nuove possibilità per fare e recepire cultura dovrebbe trovare spazio nei rapporti fra individui e nella scuola.
Domandare e cercare nuove ipotesi, più elastiche e partecipative, sul metodo e sugli strumenti per fare cultura e quindi sul significato di bene collettivo è da esprimersi e da aggiornarsi continuamente nelle regole sociali formative ed informative, del sé.
Queste regole civili ed educative dovrebbero essere basate sull'interattività, per stimolare l'interesse dell'individuo, sulla libertà di uso e di espressione, per garantire il diritto all'informazione, sul rispetto della diversità, per non creare discriminazioni, sulla possibilità di critica quindi di diretto interesse negli affari sociali.
Il lavoro, nell aspetto tecnico organizzativo statale del socio culturale, è fondamentale, è li che la società deve investire più risorse possibili, economiche, tecnologiche, innovative perchè motore portante di crescita e ricerca perche è da li che nasceranno nuove menti e nuove esigenze formative e tecnologiche in un continuo processo dinamico e di riformulazione rispetto le esigenze di ogni individuo.
Permettere una maggiore diffusione della cultura all'interno delle strutture preposte e non, dare la possibilità di tempo dedicabile allo studio, di una assicurazione sociale che lo renda possibile ad ognuno è basilare e costituzionale in quanto obbligo da parte dello stato di fornire un servizio per il bene collettivo e di crescità sociale.
L'insegnamento deve basarsi sul reciproco rispetto fra studente professore, la scuole sulla più gradevole e critica fruizione dello studente ed essere localmente fruibile dal quartiere, al servizio dell'individuo e della società quindi criticabile da tutti i suoi fruitori, fonte di lavoro, di ricerca e di socialità.
La cultura, però, si fa sia dentro che fuori le mura delle scuole e degli atenei si fa negli spazi liberati, nella partecipazione, nella continuità critica e costruttiva come parte integrante ed essenziale della possibilità di fare socialità, opinione pubblica, movimento.
Questo è l'aspetto che vorrei in questo poco tempo cercare di analizzare.
Personalmente credo nel principio per cui queste trasformazioni debbano passare attraverso l'attività diretta di autoresponsabilizzazione riguardo il quotidiano e nel tessuto territoriale, partecipandovi, quindi creando più tempo e strumenti idonei a tal fine, fondato su di un aspetto informativo, comunicativo, di dialogo, anche di riconoscimento sociale, quindi di etica non violenta ed ecologista.
Il valore culturale e civico che risiede nella possibilità comunicativa interattiva è inequivocabile quindi premere affinche ciò sia possibile e costituzionalmente garantito è essenziale.
Il libero accesso ed il libero scambio, come possibilita conoscitiva reciproca è basilare in ogni strumento pubblico di cultura.
In questo senso diventa evidente il conflitto d'interesse tra pubblico e privato delle nuove normative (legge gasparri), su internet e gli strumernti informativo culturali che non permettono il più equo e libero utilizzo di ogni risorsa alla popolazione il che significherebbe all'interno del budget dei singoli ed anche dello stato di minori spese per lo studio e la ricerca.
In scala più globale i mezzi di comunicazione ed i mezzi a loro destinati sono determinati politicamente ed economicamente, grossomodo, dalla coscienza collettiva o civica, dallo share e dalla disponibilita monetaria che sappiamo benissimo essere spesso di parte, divenendone strumenti politici quindi di cultura e di società primancora che economici.
La necessità di comunicare, di dialogare creando nuove forme associative, di cultura, di arte, di vivere, di concepire la realta in modo transversale all'interno di un possibile confronto orizzontale e propositivo, di fare ed essere movimento diviene crescita sociale fuori da stereotipi propagandistici o di ruolo, diviene possibilità di libera espressione nell'esercizio civico di abitante del mondo ed è imprescindibile da diverse forme di movimento autorganizzante.
Vorrei precisare che le politiche che si concretizzano con strumenti violenti o di effettivo disinteresse visibili anche dagli effettivi e danni causati all'ecosistema globale mi trovano accanito sovvertitore pacifico.
Diventa evidente la chiara responsabilità che ci si assume sentendosi abitante del mondo, pacifico ed interattivo e come ciò entri in contraddizione con politiche centraliste e ti rendi conto di quanto la corretta informazione ed il sano reciproco rispetto di entita diverse sia un inevitabile traguardo.
Coscienti, quindi, di rappresentare ricchezza sociale è patrimonio comune, di libertà e di appartenenza difendiamo anche in questa piazza i principi di legalità e giustizia sociale che sono la risultante di un'evoluzione di coscienza collettiva, di autodifesa ma soprattutto di liberazione.
Condivisibile e partecipativo dovrebbe essere uno dei comuni obiettivi su tutte le scale di grandezza, nel rispetto della storia, delle finalità più diverse, e delle più diverse possibili interpretazioni etniche.
Nel senso comune soggettivo dovrebbe essere interpretabile come liberamente accessibile, criticabile, semplice e trasparente controbilanciando tendenze egemonizzatrici o di mistificazione determinandoci a volere tutti gli strumenti informativi accessibili, interattivi ed orizzontali dai ministeri ad internet.
Molto spesso anche la scuola dovrebbe essere in grado di riformare se stessa rispetto l'interazione fra insegnante e allievo che preferirei intendere come due viaggiatori che necessitano l'uno dell'altro che molto probabilmente dovrebbe assicurare un migliore servizio e numero effettivo di personale nella trasparenza e libera fruizione.
Esistono fondate ragioni per ritenere che il modo d'interaggire con l'altro non deve essere pregiudizievole del libero sviluppo personale-culturale e non esercitare violenze o creare tendenze di disistima attraverso atti sottomissori.
Il problema rimane sociale e di libero arbitrio quindi necessariamente culturale, la possibilita di critica e di libera espressione.
Sentirsi socialmente utili e un meccanismo che nasce dal lavoro ma molte cose sono ancora da intendersi, dipende dai diversi punti di vista e possibilità.
L'interesse comune dovrebbe unirci e farci partecipi, sentire nelle diversità una strada esperenziale unica, condivisibile solo con emozione pacifica e positivà in sostanza di comunicatività e partecipazione.
Il proprio rifiuto di riconoscersi in un sistema che fa scelte eticamente sbagliate, economicamente, politicamente e civilmente violente e che ne soffre o ne è uno dei suoi frutti, non può che essere giustificabile come possibilità d'esistenza che trova valore nel suo contributo civico come indicatore di civiltà e può rappresentare, sempre se coerenti ad una pacifico rifiuto culturale che deve essere autorappresentante.
Forse il sistema non riesce a stare al passo con le reali esigenze, possibilità e effetti reali prodotti nell'intero globo, così diviene autodistruttiva per le relazioni tra i popoli e l'integrazione che comunque sarà inevitabilmente più diplomatica e cognitiva perche rispettosa delle differenze.
La libertà di esistere dignitosamente all'interno di una società equa, consapevole e condivisibile, libera e culturale, diversa e civile non-può che essere un obiettivo comune di-tutti-coloro-che avvertono l'importanza di-prospettive future più umane e sostenibili della natura e dell'ecosistema,
rispettose della diversità àltrui e delle scelte soggettive se non lesive.
Un'altro obiettivo comune è nel dialogo nella mediazione e nella comunicazione, nel lavoro che assurgere un'identità di collettiva e civile crescità.
I mezzi di comunicazione sono mediati attraverso diversi strumenti: percettivi umani, di socialità e comunicazione fra individui e di studio-informativi per gruppi ed individui.
I mezzi di comunicazione nell equità. e molto più proficuo per effettuare modifiche strutturali dei sistemi nella direzione del risparmio energetico, del sociale informativo, della ricerca e di valore sociale.

5)
Negli ultimi decenni si è delineata sempre più accentuatamente la necessità di una riorganizzazione massiva dell'esistenza umana in rapporto alla natura, con una politica di sviluppo sostenibile e di diritti umani. Attualmente i problemi più rilevanti o comunque più urgenti possono definirsi nella necessità dell'"uomo" di energie sempre più pulite, politiche (collaborative) di controllo delle nascite e di un utilizzo sensato e cauto delle risorse esistenti in natura, per rendere meno invasivo l'impatto umano (antropico). Questi tre punti possono definirsi le punte di iceberg a problemi più complessi e profondi, radicati nella cultura umana (o meglio della società industrializzata ed in via d'industrializzazione) che tende al sopravvento sulla natura e gli altri esseri umani come difesa alle proprie irrazionali paure ed alla scarsa consapevolezza di esistere, non tanto come individui ma come specie all'interno di un sistema sofisticato tendente alla specializzazione come criterio base per il miglior utilizzo dell'energia (come la natura ci insegna con i suoi complessi ecosistemi)che ha determinato la produzione della biomassa come dinamica di riduzione dell’entropia.
RINCOMINCIAMO DALL'ENTROPIA PER MEGLIO
COMPRENDERE E DEFINIRE L'IMPORTANZA DELLA SCIENZA E DELL'ECOLOGIA ALL'INTERNO DI UN PROCESSO DI SVILUPPO SOSTENIBILE volendo essere promotori di un idea positiva e della possibilità fattiva che tale trasformazione possa comprendere una reale considerazione del valore umano e naturale insito nella diversità e nel carattere caotico di dinamiche evolutive imprescindibili dalla concezione di complessità, sistemi aperti e del ruolo che il tempo gioca all'interno di essi.
CHE COS'E' L'ENTROPIA ? Una dispersione di energia all'interno di un processo caotico e non controllabile ma come si evincie dai sistemi biologici estremamente dinamici complessi ;
Definisce un processo di trasformazione e scambio di energia ( informazione e tempo) fra insiemi di materia (spazio euclideo, con i propri componenti locali o sottoinsiemi), nel caso specifico della termodinamica in sistemi chiusi estremamente ridotti, per raggiungere un equilibrio termico.
L'entropia si deduce dal secondo principio della termodinamica e si concretizza all'interno di un teorico sistema chiuso (adiabatico o isolato) ed estremamente semplice. Questo principio è costitutivo della nostra società attuale sià all'interno del mondo tecnologico (sistemi e calcoli lineari come ad esempio il motore) che economico politico (assolutezza del denaro, dei mezzi d'informazione e definizioni di ruoli come nella divisione e discriminazione tra razze, persone, gruppi e popoli).
la scienza come disciplina del sapere umano e bene comune viene sottratta alla collettiva partecipazione ed al senso civile di sviluppo sociale. Gli stati impongono obbiettivi spesso distruttivi attraverso la forza, applicata nello specifico scientifico con mancanze programmatiche di lunga durata, investimenti sulla ricerca e sulla formazione dei cittadini o meglio dello stato sociale. Settorializzazioni, diversità di linguaggi, cattive interpretazioni, leggi, privatizzazioni e vari altri strumenti troppo spesso sono legati al più semplice significato del denaro a danno del bene collettivo, la cultura. Noi siamo sopraffatti dal corso economico neoliberista, che é l'espressione di vedute spesso conservative e di sistemi degradanti e punitivi, contrapposti a concetti di equità redistributiva all'interno del nuovo concetto di diversità come ricchezza collettiva data per stimolare e valorificare soprattutto l'espressione delle dinamiche giovanili, motivo per il quale una società moderna deve assumere i giovani come motore propulsivo, determinandone un maggiore potere decisionale. Il movimento è formato da molti giovani che rappresentano l'essenza stessa del cambiamento e di una società possibile che sia educativo-interattiva e dove la ricerca anche interiore determini una spinta di crescita collettiva, naturalmente inserita nei rapporti sociali. Diversità di cui anch'io faccio parte. L'informazione e lo studio, in tutti i suoi contesti, culturalmente mediano all'interno della costruzione dei rapporti sociali, con la motivazione che sostiene il sistema in cui è inserita. Con la propaganda si determina una sorta di coscienza collettiva spesso interpretata ( definita e giustificata dalla legge basata sull'etica costituzionale ) dalla politica economica alla quale si oppone, la libertà d'informazione e di vita dignitosa, L'ecologia e lo sviluppo sostenibile, il rispetto della natura e dell'uomo, l'errore visto come deficienza strutturale e come prodotto sociale. Un'evoluzione dinamica, continuità nella storia dell'esistenza umana, che è ben sintetizzata dal concetto di tempo, una sorta di Minimo Comune Denominatore inequivocabilmente vissuto e sentito da tutti e dove ognuno ha diritto di esprimere, conoscere e concepire l'altro non violento e collaborativo, come parte integrante di una visione orizzontalizzata ( tendiamo all'infinito ma non lo sapremo mai cosa esattamente sia se non vivendolo, l'amore di noi stessi e per gli altri). D'altronde le concezioni ancora presenti sono così spesso basate su persistenti egoismi e razzismi di fondo, troppo spesso distanti dal concetto di beni condividivisibili.
Le scelte umane sono diverse è determinate, nelle città dal gruppo o dalle rispettive culture indigene in ambienti ormai troppo rari, che sono insitamente costituenti la continuazione della storia e della coscienza collettiva e più riusciranno ad esserlo e maggiore sara l'utilizzo del proprio tempo. La consapevolezza di essere animale sociale e parte di un gruppo globale è affievolita dalla mancanza di risultati concreti in campo internazionale, come dimostrano tutte le vicende sanguinose di cui siamo partecipi ed a cui ci ribelliamo. Politicamente diretti dalle rappresentanze con le loro scelte dogmatiche e d'interesse economico che sono in conflitto con l'idea che abbiamo di libertà dell'individuo che può ben essere espressa dall'etica. L'individuo difficilmente sarà udibile se non attraverso il denaro o per contro l'idea di comunione, beni comuni e crescita culturale, naturalmente positiva. Si potrebbe parlare di economia globale e di commercio, rivedendone le logiche estreme e basando la reciprocità sul dialogo di tutti i rapporti. Ciò dovrebbe essere profondamente in antitesi al formalismo egoistico, di parte, interpretativo del gruppo, definibile in scelte: teologiche, ideologiche, filosofiche, scientifiche, artistiche corporative o di stato centralizzante (troppo spesso distaccato dal realismo di una vita precaria), riflesso di una decrescita collettiva e comunicativa, come i fatti ci dimostrano. L'idea condivisa da molti, che dovrebbero giocare un ruolo fondante nella natura della società e della legge è di esprimere con il non voto, con la mobilitazione e con l'autorganizzazione che rappresentano il netto rifiuto nei confronti dell'autodistruttivo evolversi, dei suoi meccanismi. Concezioni inappropriate rispetto all'individuo e alla natura, tanto che incombono ormai problemi crescenti e duraturi come, le carenze idriche, le controproducenti scelte energetiche, già viste e dei prossimi anni, l'aumento di temperatura del globo terrestre, la perdita di diversità, la distruzione d'interi ecosistemi, l'assassinio di vittime innocenti (pericolosamente inoffensive nei confronti della nostra cultura sanguinaria, coercitiva e di esproprio di risorse), l'indifferenza.
Spesso, a causa della nostra ignoranza od incapacita' affettiva,( di sentirsi partecipe a ciò che non proprio condividiamo e che molti anni prima di noi, scienziati/e già comunicavano incombenti, scontrandosi con i nodi burocratici, economico finanziari e militari, divisi attraverso il modello categorizzatore o il linguaggio che ne fa da principe ) limitiamo la nostra possibilita' di crescita. Dimenticando la regola evolutiva e dinamica del concetto ecologico che fonda il pensiero dello sviluppo sostenibile all'interno di un sistema con finitezza di risorse, non lineare, irriproducibile, irreversibile che definisce la complessita di sistemi aperti contraddittori spesso con la ricchezza, l'etica e la teologia od il senso comune che separa il proprio dalla logica popolazionale quindi socialmente costituente certi gruppi sempre piu numerosi. quindi le settorializzazioni incomunicanti, il completo nichilismo che non puo essere contraddittorio con il senso comune di collettivo "socialmente utile" perche non ipocritamente meschino rispetto il pensiero del "amico/a" un senso realmente collaborativo nell'individuare la natura, l'essere, il divenire in memoria del passato o del prossimo a noi amico/a, una continua ricerca di dialogo e condivisione, in fondo un pensiero pacifista.

. Il tempo del tutto e subito è ormai sulla via del tramonto per il sorgere di criteri condivisi da molti più razionali, equi e consapevoli (l'informazione utile e critica) di ciò che comportano scelte e strategie all'interno di sistemi in equilibrio dinamico. In questo senso ci potranno tornare utili le esperienze e le informazioni ricavate da studi che hanno, a buon ragione, rivalutato l'enorme importanza di ricerche multidisciplinari e ben conscie dell'inadeguatezza di criteri univoci e basati sulla perfezione della scienza deterministica e riduzionista (cominciando dall'entropia e la sua usuale ed alterata percezione causata dall'erronea interpretazione del secondo principio della termodinamica),quella pseudoscienza che non vuole mettersi in discussione dando per certi postulati di perfezione, in totale disaccordo con concetti di evoluzioni creative come le dinamiche caotiche o l'impossibilita di certezze (l'indeterminazione) che trovano una loro collocazione nell'universo micro e macroscopico riaffermando costantemente l'esistenza di armonie intrinseche e quindi potremmo dire cicliche o frattali ma che niente hanno a vedere con una pseudo perfezione o per meglio dire morte. Da tutto questo vorrei fossero evidenti gli intrinseci rapporti con socialità e sviluppo culturale che sono sicuramente alla base di una consapevolezza collettiva non vista come monarca assoluto ma come ricchezza nella diversità e nel confronto. Come si può dedurre più che specifico articolo scientifico questo scritto rappresenta un'introduzione od ancora meglio un'input alla consapevolezza di voler mettere a confronto la mia analisi con le vostre, battendo zone anche specifiche che percettivamente percorriamo, cercando la connessione ormai quasi del tutto perduta fra la scienza, l'esperienza umana e la realta invitandovi ad una ricerca a tutto campo delle tangenze o meglio intersecazioni tra la nostra realta quotidiana, la sperimentazione ed il misticismo.
L'inquinamento ambientale, per esempio quello cittadino, spazia dalle particole di polvere a quello acustico fino all'elettromagnetico ed è lo specchio di una mentalità tesa ad una autogratificazione indotta tramite strumanti spesso effimeri, in quanto di breve durata, con uso ossessivo e potenzialmente estremamente nocivi i quali simboleggiano potenza e fanatismo inducendoci sempre più ad allontanarci da uno dei nostri beni preziosi la comunicazione od il contatto percettivo diretto tramite la socialità. Dimenticandoci .... ci avveleniamo sia spiritualmente (in senso ampio e non necessariamente religioso) che fisicamente e ciò ci spinge a cercare metodi sempre più complessi ed antinaturali (l'uomo è un animale sociale e per questo collaborativo) per risolverli non come bene oggettivo della comunità in quanto determinati da criteri di discriminazione sociale e razziale in un contesto di espressa sopraffazione (questo non vuole essere contro la ricerca, la sperimentazione o la tecnologia che devono oltremodo essere spinte e convalidate all'interno di una vera ed onesta critica sociale e d'impatto ambientale). Ricongiungendoci ad una armonia evolutiva, intrinseca a ciò che ci circonda simbioticamente, modelliamo a nostro piacimento la vita creando pace e rispetto per essa. Fare qui un elenco di argomenti possibili è sicuramente un lavoro inutile ed enorme come enormi sono le relazioni o feedback intercorrenti fra soggetti tra loro distanti, perciò ritengo molto più proficuo ed interessante creare un reale scambio che possa arricchire di contributi, pensieri o semplici osservazioni che contengono implicitamente una base di analisi "relativista" ma confrontabile. A volte mi è capitato di discutere con persone che forti della propria padronanza di concetti e studi (buon per loro) hanno snobbato con una buona dose di compiacimento la capacità critica dell'interlocutore, o perche attaccati ad una icona o perche sicuri delle proprie convinzioni o forse, più semplicemente, perche incapaci di guardare la "realta" anche da altri punti di vista (A tal riguardo è implicita l'implicazione indeterministica dell'osservatore hamiltoniano o più volgarmente che la realta è sempre più varia e fantasiosa di quanto ci immaginiamo), fatto sta che ho anche trovato moltissime persone di riconosciuta capacità essere molto più aperte ed umili, memori d'insegnamenti molto profondi e reali della semplice vita (ma la scienza moderna e diventata cosi tecnica che solo un numero piccolissimo di specialisti è in grado di maneggiare la metematica usata per descriverla. Le idee fondamentali sull'origine e la sorte dell'universo possono però essere espresse senza bisogno di far ricorso alla matematica, in un modo comprensibile anche da chi non abbia una formazione scientifica. "Sthephen hawking, dal big bang ai buchi neri" ---
...Quest'ultima idea era essa pure una rottura clamorosa con il passato. Per centinaia di anni si era correntemente creduto che il comunicare le più recenti scoperte scientifiche al più vasto pubblico possibile non soltanto fosse fattibile, ma essenziale. La scienza di oggi sarebbe stata la tecnologia di domani, e quanti operavano in una industria sempre più tecnologica erano tenuti a comprendere le nuove macchine. Le conferenze pubbliche dell'ottocento sulla scienza, tenute da autorita illustri, di solito richiamavano uno spaccato campione di lavoratori e di persone dei ceti medi, ansiosi di tenersi al passo con il progresso. L'esperienza, inoltre, dimostrava quanto fosse necessario questo corso di cose. In fondo, entro quindici anni dalla scoperta delle leggi dell'elettromagnetismo da parte di maxwell, Thomas Edison ne aveva fatta la base di una rivoluzione tecnologica. E ora gli scienziati stavano dicendo che questa nuova teoria non era comprensibile nemmeno in via di principio e che non avrebbe avuto alcun impatto sulla tecnologia terrestre,-solamente sui cieli. ....è chiaro che sulla terra nel corso degli ultimi seicento milioni di anni, la dissipazione di energia, ossia il tasso d'incremento di entropia, è diminuita: lo sappiamo in quanto la terra è oggi indiscutibilmente più fredda che in passato. Ma il tasso di flusso energetico della biosfera, l'utilizzo e riutilizzo di energia da parte di organismi viventi e il suo flusso attraverso il sistema atmosferico, è grandemente aumentato.
La terra fa ora maggiore uso di energia.
....La capacità della societa umana a utilizzare sempre meglio i flussi di energetici con l'incremento del livello tecnologico precluderà sia una fine della vita che, addirittura, una fine alla crescita della vita. il pessimismo cosmico non e suffragato dalla scienza.
....Cosmologicamente, un universo con cosi poca materia come il nostro non potra mai colassare. Ne la termodinamica stessa richiede che l'universo si esaurisca e degradi: Prigogine ha dimostrato che non esistono inerenti limiti al'ordine che l'universo raggiungerà o ai suoi crescenti flussi di energetici. Il nopstro universo sta all'ontanandosi rapidamente dalla morte termica dell'equilibrio totale."Eric J Lerner, Il big bang non c'è mai stato, teoria alternativa, la cosmologia del plasma, basata su un Universo infinito nello spazio e nel tempo, è stata sviluppata da H. Alfven e perfezionata da E. Lerner. Questi due fisici sono esperti del plasma, cioè di quello stato della materia che si ottiene quando tutte le molecole di un gas sono ionizzate, avendo perso uno o più elettroni. Nel plasma predominano ovviamente le forze elettromagnetiche. Essendo l’Universo formato per più del 99% da plasma, Lerner sostiene che, contrariamente a quanto si crede comunemente, la struttura su grande scala dell’Universo non è determinata dall’interazione gravitazionale, ma da quella elettromagnetica. Meno convincenti sono le ipotesi avanzate per spiegare la legge di Hubble o la radiazione di fondo, anche perché la teoria del plasma è una teoria molto giovane ancora non ben strutturata in molti suoi punti. Molto spesso i cosmologi sostengono che la teoria del Big Bang è l’unica teoria sufficientemente sviluppata a disposizione, perché non esiste una alternativa altrettanto convincente e completa. Il problema è che proprio la struttura attuale della scienza impedisce un serio sviluppo di teorie alternative: se un articolo sostiene qualcosa di non ortodosso, molto semplicemente non sarà mai pubblicato. Non si può dire che non esistono serie alternative al Big Bang, se contemporaneamente si rifiuta la pubblicazione di articoli che potrebbero attrarre altri ricercatori e portare allo sviluppo di un’altra visione sull’origine e sull’evoluzione dell’Universo. Si pensi per esempio alle vicissitudini di E. Lerner che ha visto i suoi articoli rifiutati sulle riviste di cosmologia più accreditate o a quelle di Arp che è stato ostacolato in vari modi per aver osato presentare delle idee alternative sulle quasar. Molto spesso le teorie rivali non nascono, perché la loro pubblicazione viene rifiutata dai comitati di redazione delle riviste scientifiche che hanno tutto l’interesse a difendere la teoria del Big Bang).
Ilya_Prigogine: Tratto dall'intervista "Tempo ed entropia" - Bruxelles, Università, Focoltà di Chimica, lunedì 19 dicembre 1988
Aristotele si pose la domanda: cos'è il tempo? E rispose in un modo direi, molto complesso, in un modo molto involuto. Egli disse: il tempo è differenza, è moto, è una rappresentazione della differenza tra ciò che viene prima e ciò che viene dopo.
Quindi, ripeto, la domanda chiave è: chi, cosa introduce la differenza tra ciò che viene prima e ciò che viene dopo? Heidegger, io penso, individua una differenza molto forte tra passato e futuro. E mette in risalto che non è il tempo, così come è introdotto dai fisici, a determinare tale differenza. Questa è secondo Heidegger la ragione per cui la scienza non è in grado di raggiungere l'essenza nel descrivere l'universo. Ma io penso che tutti gli sviluppi della scienza nell'ultimo decennio hanno dimostrato che il tempo, volendo intendere la direzione che ha il tempo, è un elemento essenziale della fisica dell'universo. Per cui la scienza resterà sempre alla superficie della descrizione dell'universo. Per esempio il fatto che si è costretti a parlare di un universo in evoluzione, perché è l'unico modo per descrivere i fatti che si osservano, è una prova che la direzione del tempo non è una costruzione dell'uomo, ma è insita nella natura. Ed è per questo che non è più possibile fare una distinzione tra tempo fisico e tempo filosofico.

Ilya Prigogine ricorda innanzi tutto il suo percorso scientifico e il suo interesse per la termodinamica e per il problema del tempo ;rispetto a quest'ultimo egli esprime il suo debito intellettuale nei confronti di Boltzmann, in particolare per quanto riguarda il problema dell'evoluzione in fisica. L'introduzione del concetto di evoluzione in fisica consente a Prigogine di superare quella falsa contrapposizione tra leggi fisiche statiche e leggi biologiche evolutive che caratterizza il pensiero di Monod. Prigogine spiega poi la differenza tra fisica classica e fisica contemporanea; quest'ultima, da un lato, ci ha fatto acquisire una visione più temporale e storica, più vicina a quella delle scienze umane; dall'altro ci ha permesso di tener conto degli eventi casuali. Se prima il tempo era un concetto solamente umano, ora lo stesso universo risulta essere un fenomeno temporale e ciò deve indurre alla ricerca di modelli compatibili per spiegare sistemi semplici e complessi. A proposito della complessità, Prigogine fa notare che anche sistemi apparentemente semplici risultano in effetti complessi e sottolinea l'importanza della collaborazione tra discipline diverse per studiare il loro funzionamento. Ritornando al problema del tempo, Prigogine nota che la scienza contemporanea, dopo Aristotele e dopo Heidegger, ha dimostrato che il tempo è un elemento essenziale della fisica di un universo in evoluzione, perciò non è più valida la distinzione tra tempo filosofico e tempo fisico. Per quanto riguarda il significato del secondo principio della termodinamica, e in particolare il significato del concetto di entropia, Prigogine sostiene che devono essere rivisti entrambi in modo tale che si possa dar conto della coesistenza di ordine e disordine presente in tutte le strutture dell'universo. A partire dall'esempio del clima, Prigogine sostiene poi che l'esistenza di sistemi dinamici instabili e di processi irreversibili spiega la direzione del tempo, mettendo in crisi la vecchia idea della precisione deterministica.
Potremmo dunque parlare dell'acqua, delle sensazioni che ci induce, della sua importanza, delle sue peculiari qualità, degli iceberg .........
Massimiliano Desideri: libero studente-ricercatore indipendente, ecologo non laureato..

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum

©opyright :: Independent Media Center .
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.