«Non ci sentiamo rappresentati dai manifestanti». Capanna: lotta giusta, anche noi all’inizio eravamo in pochi. Statale, l’occupazione spacca gli studenti. L’ala dura: avanti con il blocco delle lezioni (???). Il Senato accademico: è illegale, intervenga il rettore.
L’occupazione della Statale continua. Ma fa discutere e divide. Gli studenti per primi. Da una parte, il gruppo di ribelli che da venerdì si è preso il piano terra della sede di via Festa del Perdono, e che ieri è passato di aula in aula per chiedere ai docenti di interrompere le lezioni. Dall’altra, tutti gli altri iscritti della Statale che vogliono continuare con le lezioni e non si sentono rappresentati dagli «occupanti». «Nessuno li ha eletti - dicono - e per colpa loro abbiamo saltato ore importanti del semestre». Anche il senato accademico, che ieri si è riunito in seduta straordinaria, ha condannato la protesta «di pochi» e ha dato mandato al rettore, Enrico Decleva, di «svolgere ogni azione opportuna per riportare al più presto la vita dell'ateneo alle sue naturali finalità». Oggi il rettore non interverrà, ma non è escluso, per i prossimi giorni, l’intervento della polizia. Sostiene invece l’occupazione Mario Capanna, leader della contestazione studentesca ’68. E dice: «Anche noi eravamo in pochi, ma riuscimmo a coinvolgere i docenti».
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Il senato accademico ha dato mandato al rettore di «svolgere ogni azione per riportare al più presto la vita dell’ateneo alle sue naturali finalità». Gli studenti della Statale si spaccano sul blocco delle lezioni. «Anche se tutti contestiamo la riforma Moratti».
Il senato accademico straordinario si riunisce nel primo pomeriggio. Ci sono tutti: rettore, prorettore, rappresentanti dei docenti, dei ricercatori, degli studenti. Due ore di dibattito, 34 persone, e una mozione di condanna di un’occupazione «illegale, decisa e attuata da poche decine di persone, prive di qualsiasi rappresentatività, molte delle quali estranee all’ateneo e proseguita con episodi di disturbo e impedimento delle attività didattiche». Si spacca la Statale. Sull’occupazione iniziata venerdì e che ieri ha impedito a centinaia di studenti di seguire le lezioni, sul ruolo dei ragazzi che hanno organizzato la protesta, sui toni e la gestione dell’iniziativa. «Non ci sentiamo rappresentati dai manifestanti - spiega Federico Illuzzi, eletto nella lista moderata "Obiettivo studenti" (ALIAS COMUNIONE E LIBERAZIONE) - , nessuno di loro è stato eletto. Questi ragazzi si sono presi l’università senza interpellarci, mentre la maggior parte di noi vorrebbe fare lezione». Continua Elio Franzini, preside della facoltà di Lettere: «Ieri hanno impedito ai docenti di entrare nelle aule, bloccando la didattica. Altro che rispetto per chi voleva fare lezione». Non che le ragioni della protesta non siano condivise. «È fuori discussione - viene ribadito dal senato accademico - la piena libertà di discutere i problemi universitari, compresa l’approvazione della legge sullo stato giuridico dei docenti, sulla quale lo stesso senato non ha mancato di esprimere la propria valutazione critica. Ma non sono ammissibili blocchi alla didattica, in totale disprezzo del diritto degli studenti di assistere alle lezioni e di quello dei docenti di svolgerle». Quattro aule occupate, sedici corsi fermi, lezioni trasferite - quando possibile - da un piano all’altro. Ma ci sono anche gli incontri organizzati dagli occupanti con ricercatori e professori, le assemblee affollate, i dibattiti, la distribuzione di vivande all’ora di pranzo. Due volti dello stesso ateneo. Tra protesta e routine. Esprimono solidarietà ai «ribelli» della Statale i consiglieri lombardi Giuseppe Civati (Ds) e Luciano Muhlbauer (Prc). «Forse il centrodestra - dicono - si era illuso che l’approvazione del ddl Moratti potesse zittire la vastissima protesta che vede protagonisti tutti i soggetti del mondo universitario. Si sono sbagliati». E mentre oggi si va avanti con l’occupazione, il rettore, Enrico Decleva, dovrà decidere cosa fare: il senato accademico gli ha dato mandato di «svolgere ogni azione opportuna per riportare al più presto la vita dell'ateneo alle sue naturali finalità». Commenta Decleva: «È un capriccio di pochi, stanno giocando. L’intervento della polizia? Per oggi non la chiamo, ma non escludo nulla: non è una decisione semplice». Rispondono gli occupanti: «Abbiamo tentato in tutti i modi di parlare con il rettore, due di noi sono pure intervenuti in senato chiedendo a tutti i presenti di sostenerci. Ebbene, nessuno si è degnato di darci una risposta. Ma andiamo avanti, siamo molto motivati. E non è vero che siamo pochi: abbiamo ricevuto decine di mail da docenti pronti ad aiutarci. L’altra sera eravamo 400 e oggi continuiamo con gli incontri. Non siamo stati eletti in nessuna lista? Forse è questo che dà fastidio: non rappresentiamo i partiti, ma le richieste degli studenti».
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