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PACCO BOMBA O BOMBA PACCO?
by ArtiPsicolabili Sunday, Nov. 06, 2005 at 3:04 PM mail:

E’ in atto, in questi giorni, una forte resistenza popolare nella val di Susa. I suoi abitanti stanno lottando per tenersi i terreni che la lobby del Treno ad Alta Velocità ha liberamente deciso di espropriar loro. Una linea ferroviaria che costa più di 32 mila miliardi di lire in parte pubblici, una linea che distrugge le valli di chi da sempre le tratta come un tesoro da conservare, una linea che per l’amianto uccide chi ci lavora e chi ci abita in quei posti. I valligiani non vogliono tutto questo e scendono duramente in piazza resistendo con i propri corpi a chi vuol loro togliere le terre ed opponendosi alle forze dell’ordine giunte in massa per reprimere chi solamente si sta difendendo da un esproprio dettato dal capitale. Già dal primo giorno di resistenza ai sondaggi geognostici ci sono state cariche da parte della forza di ordine pubblico, diversi fermi, decine di denunciati, le fabbriche del Sugello in sciopero e 4 stazioni ferroviarie occupate, diversi presidi di solidarietà in tutto il Piemonte ed oltre. Intanto la Bresso propone inutili affermazioni sulla sicura costruzione del TAV senza badare ad altro che al suo portafoglio. I presidi continui non desistono dal 31 ottobre e malgrado le voci fasulle disposte dai pennivendoli di La Stampa e company i tecnici LTF non vengono fatti avvicinare. Chi non a caso segue giuridicamente questi procedimenti è il noto aguzzino Pm Maurizio Laudi. La carriera di questo signore inizia a prender quota nel vicino 1998 quando mostrò quanto fosse abile nel costruire montature giudiziarie, come un sarto dell’ifamia, accusò tre ragazzi appartenenti a centri sociali torinesi, fortemente contrari alla TAV, di “associazione sovversiva con finalità di terrorismo” fu una vicenda lunga e complicata, alla fine due dei ragazzi vennero trovati impiccati in carcere, tempo dopo al terzo vennero invalidate le prove portate da Laudi presso la cassazione Romana, ritenendo solamente essi fossero un gruppo di persone che effettuava furti saltuari per sostentarsi. Laudi aveva costruito prove su prove attorno a ragazzi innocenti, tessendo volantini di spicco terroristico, e numerosi altri particolari. Oggi (come si dice: “La storia si ripete”) veniamo a sapere che in Val di Susa stanno apparendo come funghi volantini che usano un linguaggio che tenta di imitare quello delle temute Brigate Rosse, con un utilizzo confuso di simbologie comuniste, si inneggia alla lotta armata, i giornalisti, come cani da guardia del potere, subito riportano tutto in prima pagina scrivendo articoli ridicoli argomentati spuntando informazioni dalle veline della questura. Come se non bastasse nella notte tra il 4 ed il 5 viene trovato un pacco bomba vicino alla statale 25, casualmente non esploderà. Tutto questo non è fritto del caso, e non nasce dalla lotta alla TAV tutto questo è l’inizio di una nuova montatura giudiziaria per reprimere un movimento che si sta facendo valere. Quando non sanno più come inculare la gente che si difende dalle ingiustizie usano queste astuzie. Cuciranno addosso a qualcuno la targa di terrorista, per arrestarlo, reprimerlo ed ucciderlo se necessario. Questo è lo strumento di repressione che usa lo stato democratico, bastardo e fottuto, per reprimere ciò che ferma il flusso di denaro verso i portafogli, alle tasche dei papponi, per reprimere chi vuole giustamente far valere i suoi diritti, chi lotta per la libertà e contro le ingiustizie. Non ci fregheranno con le loro bombe infami, con i loro volantini fasulli. Orami credere a ciò che televisione e telegiornali ci propinano diventa comodo e lassativo, è come assaggiare una mela avvelenata, l’informazione subita diventa assuefante, ma basta un momento per ribaltarla, basta nulla per confutare tesi sostenute nel fango.

IL MOVIMENTO NO-TAV NON SI TOCCA
EDO E SOLE SONO VIVI SUI NOSTRI VOLTI

“… Noi dentro e voi fuori siamo, insieme, contro la vergogna che è ogni recinto, e contro la grande vergogna che è un recinto che rinchiude un carcere e lo vuole, pateticamente, escludere dal mondo. Siamo tutte e tutti carcerate e carcerati… poiché una società che ha bisogno del carcere, di rinchiudere ed escludere, è essa stessa carcere.
Ma non sarà mai carcerabile la gioia del sogno della libertà… la gioia di una solidarietà in lotta…”.

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