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Appello per la due giorni all'Università di Torino
by Assemblea No-moratti Thursday, Nov. 24, 2005 at 3:59 PM mail:

In nostro tempo è qui... continua adesso

IL NOSTRO TEMPO E’ QUI,
CONTINUA ADESSO!

L’inaccettabile approvazione del DDL Moratti non ha fermato la mobilitazione studentesca ed universitaria, nonostante la continua ed arrogante propaganda mediatica del governo. Se da un lato, infatti, la normale fisiologicità delle lotte e mesi di mobilitazione continua, di occupazioni, di cortei, di blocchi della didattica, ecc, hanno fatto sì che vi sia una ricalibrazione degli appuntamenti e delle iniziative a livello locale, dall’altro, su un piano più generale e complessivo, possiamo tranquillamente affermare che il “movimento” gode di ottima salute. Prendendo in considerazione, anche solo per un istante, l’enorme numero di iniziative e vertenze che territorio per territorio quasi quotidianamente vengono costruite dalle molteplici realtà e da un sempre maggior numero di student* e precari, si evince che il 25 ottobre, giorno dell’assedio al parlamento e dell’approvazione del DDL, non è stato un “fuoco di paglia”, anzi. I giorni successivi, nei corridoi delle facoltà di tutt’Italia, da Torino a Palermo, da Bologna a Roma, non tirava aria, per così dire, di “sconfitta”, di riflusso. Stanchi sì, arrabbiati pure, ma decisi e determinati a impegnarci in nuove e vecchie battaglie per riprenderci il presente e costruire il nostro futuro. L’assemblea del 6 novembre è stata poi un’ulteriore conferma di ciò: oltre 400 tra student* universitari e medi, ricercatori precari, provenienti da tutta la penisola, hanno discusso per l’intera giornata mettendo a tema tanto le pratiche ed i contenuti di conflitto da estendere e generalizzare per dare continuità alle mobilitazioni e per rovesciare l’università attuale, quanto le scadenze e le date di lotta comuni. Il “manifesto per l’autoriforma dell’università”, prodotto dall’assemblea nazionale, definisce in modo chiaro, seppur in un divenire soggetto a verifica, le potenzialità di questo movimento. L’aspetto qualificante questo movimento, aldilà dei numeri, è il suo essere incompatibile con qualsiasi governo e con qualsiasi riforma. A dispetto dei “gufi” e delle scorrettezze varie sulla data del 17 novembre, emerge, giorno dopo giorno il suo carattere autonomo e non recuperabile da parte di nessun partito, partitino o sindacato.

Il riemergere di un movimento universitario a carattere nazionale su basi nuove e con specifici bisogni, ben aldilà delle ristrette e generiche rivendicazioni del diritto allo studio, si presta a divenire terreno privilegiato di ricomposizione del conflitto. Un nuovo ciclo di lotte sociali si è innescato quest’autunno, con la contestazione alla gestione iper-legalitaria dello sceriffo Cofferati nella Bologna “città-laboratorio” del centro-sinistra, e nell’emersione su un piano nazionale della più che decennale lotta della Val Susa contro l’Alta Velocità. Terreni diversi e diseguali per quantità e composizione, ma che in entrambi i casi hanno attraversato e sono stati attraversati dalla soggettività di molte e molti universitari. Lotte di lunga incubazione, scenari nuovi di conflitto, percorsi consolidati e a lungo termine dei movimenti sociali del nostro paese come sono quelli della lotta per i diritti delle e dei migranti, per il diritto e la riappropriazione della casa, contro la precarietà e le politiche neo-liberiste del governo Berlusconi e di un (probabile) futuro governo Prodi, interessano fortemente il movimento nazionale costituitosi intorno ai nodi strategici della formazione, dell’università e della ricerca. Contro un sapere-merce contabilizzato in crediti, contro un’università-azienda tutta pretesa alla produzione ultima di laureati just-in-time, rivendichiamo il diritto a uno studio e a una formazione decisa e calibrata sui nostri tempi e sui nostri desideri. Perché vogliamo studiare con lentezza. Perché l’unica velocità che ci interessa è quella del conflitto che noi sapremo determinare.

Facciamo quindi nostre e rilanciamo le proposte già lanciate dall’assemblea nazionale degli studenti universitari, dei ricercatori precari e degli studenti medi dello scorso 6 novembre: attraversamento e generalizzazione dello sciopero del 25 novembre in totale autonomia rispetto la debole e contraddittoria piattaforma dei sindacati confederali; adesione e promozione della mobilitazione di Verona del 25 nov.; partecipazione alla giornata di mobilitazione nazionale delle e dei migranti prevista per il 3 dicembre a Roma. E vi aggiungiamo l’invito esplicito dei comitati popolari contro il Tav alla creazione di uno spezzone universitario e studentesco per le giornate di blocco previste in occasione dei (pretesi) lavori di avvio dell’Alta Velocità in località Venaus. Giornate di mobilitazione che inizieranno all’alba del 30 nov.
Ribadiamo anche l’esigenza diffusa nel corpo studentesco e precario di organizzare momenti e spazi pubblici di confronto e discussione di un conflitto che si vuole e già si percepisce come molto più esteso e generalizzato. Perché se è vero che i movimenti, quando sono reali, spiazzano tempi e scadenze, è altrettanto vero che si mantengono e consolidano come tali solo ribadendo il loro carattere di incompatibilità e alterità rispetto ad ogni logica di recupero ed istituzionalizzazione.

All’interno di questi scenari s’inserisce la costruzione della due giorni di Torino del 26 e 27 nov.

Sabato 26 attraverso l'occupazione temporanea della sede delle facoltà umanistiche (Palazzo Nuovo), si terrà la "Notte in bianco", introdotta al tramonto da un'assemblea organizzata dal movimento universitario cittadino con la proiezione di una video-inchiesta sulle condizioni di vita dell'universitario "riformato" e la proiezione di un video sull'occupazione trascorsa....a seguire dibattito sui tempi di vita e di studio all'università. Successivamente si svilupperà fino all'alba un susseguirsi di eventi musicali, autoproduzioni e banchetti delle realtà del movimento cittadino, laboratori teatrali e di giocoleria ecc...

Questa serata, come del resto la due giorni tutta, è pensata come esperimento di costruzione di relazioni tra il movimento all'interno delle scuole e delle facoltà e i movimenti che attraversano la metropoli ed il territorio.
Con lo stesso spirito l'Assemblea No-Moratti ha inteso organizzare nella giornata di domenica 27 un incontro pubblico con i comitati di lotta popolare contro il TAV sulle forme di resistenza che l'intera valle dispiegherà nelle giornate a partire dal 29 nov, data prevista di inizio dei lavori del tunnel di Venaus. Forme di resistenza che fanno della valorizzazione dell'aspetto popolare e di massa una ricchezza da contrapporre alla presunta rappresentatività delle rappresentanze, che pongono nella determinazione al raggiungimento dell'obiettivo condiviso e collettivo una netta discriminante al perdurare di interessi individuali e privati. Forme di resistenza sperimentate ed attraversate anche dal movimento negli atenei e nelle scuole in rivolta.
La costruzione di questo momento di dibattito e confronto vuol essere solo un tassello di quel tentativo di far incrociare e mettere in connessione i saperi in conflitto prodotti dalle lotte sociali territoriali; tassello che ci pare ben s'inserisca con lo spirito ed in continuità con il "manifesto per l'autoriforma" e l'assemblea di Roma del 6 nov.

Per questo motivo auspichiamo ed invitiamo alla partecipazione tutte le facoltà ribelli e le realtà territoriali che hanno contribuito al movimento universitario nazionale e alla costruzione del manifesto.


ASSEMBLEA NO-MORATTI TORINO

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