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Palermo, in corteo contro proibizionismo e mafia
by Da Liberazione Thursday, Dec. 08, 2005 at 12:01 AM mail:

Palermo, in corteo contro proibizionismo e mafia


Mentre Gasparri e Moratti rilanciano la ricetta repressiva
Guidati dalle bandiere rosse di Rifondazione
comunista e Sinistra giovanile,
dietro il lenzuolo giallo con la scritta
“Contro il proibizionismo, contro la mafia”,
circa mille studenti hanno sfilato ieri
mattina per le strade di Palermo rispondendo
all’appello del cartello antiproibizionista
“Diritti di Strada” che ha organizzato
il controvertice. «Siamo qui perché dire
no al proibizionismo vuol dire dire no alla
mafia», dice Andrea del liceo Vittorio
Emanuele II. Gli fa eco un altro studente
dell’Itc Crispi, «se legalizziamo la droga
leggera - dice Alessandro - possiamo togliere
grandi fette di guadagno alle associazioni
criminali». Una delegazione dei
giovani comunisti arrivata da Roma «per
partecipare - hanno detto - a una manifestazione
in cui crediamo molto. Questo
governo non fa altro che cancellare a poco
a poco i nostri diritti. Il proibizionismo non
risolve i problemi, ma li moltiplica». La
principale richiesta del corteo è la legalizzazione
delle droghe leggere.
Mentre gli studenti manifestavano la
ministra della scuola, Letizia Moratti, nell’assise
governativa in corso al Palazzo dei
Normanni sosteneva che «la scuola ha un
ruolo importante nella battaglia contro la
droga» ma deve essere aiutata. «Risultano
quindi incomprensibili - ha ribadito Moratti
- decisioni come quelle della Corte di
Cassazione che dice che lo spinello in gita
scolastica, anche a livello di gruppo, non è
punibile, perché è una forma di consumo
in un contesto di divertimento. In questo
modo non si aiutano i professori a svolgere
il loro ruolo». Via dunque agli agenti in borghese
nelle scuole, alla segnalazione ai servizi
sociali degli studenti beccati con una
canna, al controllo incrociato famigliascuola.
Comunque i giochi proibizionisti del
governo continuano.
Alla Conferenza nazionale illustrato lo
stralcio del ddl Fini: il dibattito è durato 40
minuti, con 8 interventi. «E’ stupefacente -
commentano gli operatori presenti tra il
pubblico - che non vi sia alcuno spazio di
confronto su una legge come questa per
per chi lavora nei servizi pubblici e privati
venuti a Palermo. Evidentemente i giochi
sono fatti». La dottoressa Corrado, del Not
della Prefettura di Caltanissetta fa suo lo
slogan della Conferenza: «Siamo venuti a
costruire insieme, non ad ascoltare autorevoli
relazioni». Il dottor Scardigli, del Sert
di Catania, denuncia l'assenza di relatori
dei servizi pubblici al tavolo degli invitati e
critica la parificazione di sert e strutture accreditate
del privato sociale: «Occorre armonia
e collaborazione, ma si tratta di ruoli
diversi». Il rischio paventati da Scardigli è
quello di un conflitto di interessi delle comunità
terapeutiche, che rilascerebbero i
certificati di diagnosi di tossicodipendenza
e contemporaneamente prenderebbero
in carico i soggetti. Per Angela Pulvirenti,
assistente sociale Not Catanzaro, «è incredibile
non avere spazi di confronto in questa
Conferenza, dopo che è stata già disegnata
una legge senza che nessuno abbia
chiesto un parere a noi operatori che da 15
anni siamo i mediatori con i ragazzi che
consumano droga». A lei e alle altre sette
persone intervenute nel dibattito, sono
stati riservati 5 minuti. Rosaria Agosta (Not
Trapani) infine, ribadisce che lo stralcio invocato
dall’esponente di An, Maurizio Gasparri,
«favorisce solo le grandi strutture
del privato sociale, le uniche, a danno delle
realtà minori, che potranno rispondere ai
requisiti necessari all’accreditamento come
enti equiparati ai servizi pubblici».

http://www.liberazione.it/giornale/051207/pdf/XX_7-POL-2.pdf

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