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parma. IL MARIO LUPO NONO SI CANCELLA. 16.12.05 IN P.LE ALLENDE!
by Assemblea del Mario Lupo Wednesday, Dec. 14, 2005 at 12:07 AM mail: mariolupo@bastardi.net

[PARMA] IL MARIO LUPO NON SI CANCELLA

parma. IL MARIO LUPO...
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VENERDI’ 16 DICEMBRE 2005
TUTTI IN PIAZZALE ALLENDE
DAVANTI AL MARIO LUPO

CONTRO LA CITTA’-VETRINA DELL’AUTHORITY E DELL’UNIONE INDUSTRIALI
CONTRO LA CITTA’-CANTIERE DI LUNARDI, PIZZAROTTI E UBALDI
CONTRO LA CITTA’-GABBIA DEGLI SGOMBERI E DELLA VIDEOSORVEGLIANZA
PER UNA CITTA’ DOVE PREVALGA LA COMUNITA’ UMANA
SUGLI INTERESSI DI POCHI SPECULATORI E POLITICANTI

ORE 16 CONCENTRAMENTO
APERITIVO+CENA+MUSICA
DALLE 18 IN POI>>>


***
BUGIE E CEMENTO

Contro la riqualificazione urbana di Ubaldi: speculazione, smantellamento delle aree verdi e degli spazi ad uso sociale, cantieri infiniti e vetrine inutili

Anche a Parma la crisi economica prodotta da decenni di capitalismo selvaggio fa sentire i suoi pesanti effetti. Sempre più lavoratori sono costretti alla precarietà, si licenzia e si chiudono attività produttive per speculare sulle aree (Bormioli Rocco, Battistero, Rossi e Catelli, Star) e costruirci sopra centri commerciali o abitazioni di lusso. Con la spesa pubblica si gonfiano le tasche della solita cordata di imprenditori edili chiamati a realizzare opere faraoniche sulla cui opportunità non conta nulla il parere dei cittadini né le loro reali esigenze. Infine, dopo aver svenduto il patrimonio immobiliare e svuotato le casse comunali, la giunta annuncia di voler vendere le proprie azioni dell’AMPS, che considera inutili (certo, c’è chi può pagare bollette anche più care di così, come accadrà se verrà meno il controllo pubblico). L’importante per Ubaldi e soci è che resti qualche euro da investire in iniziative “culturali”, come la mostra delle foto di Agnetti sulle truppe italiane in Iraq: una squallida operazione di propaganda militarista per questa guerra infame.

In quartiere Montanara Ubaldi vorrebbe abbattere l’ex scuola Vittorio Emanuele in via Raimondi, che ora ospita molte associazioni e coop sociali, mentre l’adiacente campo sportivo del Minerva, con una bella colata di cemento, ospiterà quattro palazzine di lusso, il tutto tra le proteste del quartiere. Vanno nella stessa direzione anche gli altri progetti della cosiddetta riqualificazione che riguarderanno la zona di viale Piacenza, il Parco Pellegrini su viale Mentana, il sottopasso a Barriera Repubblica, la svendita dell’Ospedale Vecchio, i chilometri di gallerie per l’inutile Metropolitana “leggera”, tanto cara al ministro – e costruttore - Lunardi, il rifacimento della Ghiaia.

Al contrario, non si investe per costruire alloggi popolari (ERP) e parecchi di quelli esistenti rimangono vuoti “in attesa di ristrutturazione” (per giunta ne sono stati messi in vendita 120!). Così, mentre le liste di attesa delle graduatorie ERP diventano chilometriche, il mercato privato specula con prezzi e affitti selvaggi su quello che sarebbe un diritto fondamentale. Il comune preferisce chiamare la Celere a sgomberare con violenza le famiglie che occupano case abbandonate perché si trovano in stato di necessità. Naturalmente, dicono, perché <le occupazioni sono illegali>. Troppo spesso si tende a dimenticare come questa legalità sia creata e finalizzata per proteggere interessi economici di pochi davanti alle istanze di molti. Allo stesso modo viene penalizzato tutto ciò che ha carattere associativo e popolare, si chiudono sedi di circoli e luoghi storici di libera aggregazione sociale e politica, come il Mario Lupo>>>


>>>E’ UNA STORIA LUNGA…
Una delle palazzine dell’ex-macello in piazzale Allende è stata per oltre 25 anni un luogo di aggregazione e socialità, di progettazione e mobilitazione politica, intitolato a Mariano Lupo, compagno di 19 anni ucciso poco lontano la sera del 25 agosto 1972 da un gruppo di neofascisti.

Dal 1998, nonstante i tentativi fatti dal comitato di gestione, il comune ha rifiutato il pagamento regolare degli affitti, non ha rinnovato il contratto e ha fatto staccare tutte le utenze. Il Mario Lupo ha resistito, in occupazione.

Alle ripetute minacce di sgombero il Mario Lupo ha risposto rilanciando un progetto di ampio respiro che chiama in causa il movimento antifascista cittadino nel suo complesso. L’idea di un Centro di documentazione sulle tematiche dell’antifascismo – con archivio, biblioteca, sala lettura e sala conferenze – ha trovato ampio riscontro nelle esigenze della città, come dimostrato dai numerosi comunicati pubblici di realtà politiche e sociali del territorio oltre che dall’adesione di decine di personalità, dell’istruzione, del sindacalismo e della cultura, tra i quali il premio nobel Dario Fo.

La giunta comunale ha ribadito che i suoi piani non erano discutibili, che la palazzina serviva per ospitare il Comitato Anziani, come se da quei 100 metri quadrati divisi su due piani dipendesse il problema di 700 anziani in Parma Centro. Intanto si caccia dalla sua sede nel Parco Pellegrini il Circolo dei Dipendenti Comunali, luogo di aggregazione popolare frequentato da moltissimi anziani del quartiere, per far posto all’inutile e faraonico “teatro dialettale”.

Al di là delle scuse ipocrite, la giunta comunale intendeva fare piazza pulita dello Spazio sociale “Mario Lupo” per cancellare dalla Parma “efficiente e conformista” progettata dall’Unione industriali un centro vitale dell’altra Parma, quella che non vuole più subire gli effetti della crisi economica, la precarietà e i salari vergognosi, le privatizzazioni e gli aumenti del costo dei servizi, gli affitti da strozzini, il razzismo, il controllo sociale e la repressione poliziesca spacciati per “sicurezza”, la speculazione edilizia. Per simulare una trattativa, il comune ha avanzato due proposte di sedi alternative per il Lupo: la ex scuola di marore, INAGIBILE, e una stanza all’interno del Centro Civico Argonne, dove sarebbe stato impossibile portare avanti le attività dello Spazio Sociale.

Mentre al Mario Lupo è in corso il mercatino dei libri di testo usati, opportunità unica per gli studenti parmigiani per ovviare al costo vertiginoso dei manuali, arriva il 29 settembre un primo tentativo di sgombero, respinto dalla mobilitazione di centinaia di compegne/i. Il 7 ottobre, dopo una resistenza durata dall’alba fino a notte, duecento celerini e carabinieri riescono a sgomberare il Mario Lupo. Per rendere inagibile la palazzina, su ordine del Comune alcuni operai hanno demolito parte del pavimento del primo piano e del sottotetto mentre sul tetto si trovavano alcuni militanti. Un atto criminale sul quale vari testimoni hanno presentato un esposto alla magistratura.

La settimana dopo, più di mille persone hanno sfilato per le vie del centro a sostegno del Mario Lupo e contro la politica di chi governa la città. Durante il corteo, con una azione dimostrativa è stato occupato lo stabile alle porte dell’ex Eridania, 500 metri quadrati, di proprietà comunale, lasciato all’abbandono. Nemmeno menzionato dal Comune durante le trattative fasulle imbastite prima dello sgombero, né proposto come sede al Comitato Anziani, nonostante fosse ben più consono alle loro esigenze. Poche settimane dopo due famiglie numerose di lavoratori senza casa lo hanno occupato, e di nuovo il Comune ha risposto con uno sgombero violento che ha coinvolto anche i bambini, e ha reso inagibile il palazzo facendo bucare col martello pneumatico i pavimenti del primo piano.

Lo sgombero del Lupo ha naturalmente aggravato la mancanza di SPAZI SOCIALI non commerciali. Per questo il 5 novembre viene occupato il “bunker” ex Usl in via Pellico. Palestra gratuita, corsi di informatica gratuiti, cinema gratuito, ristorazione a rimborso spese (attività in corso al “bunker” dopo solo una settimana di occupazione) sono tutte attività “illegali” che non potrebbero esistere in un contesto “legale” con tanto di bilancio d’esercizio. Naturalmente, in tutta fretta la polizia sgombera. Si tratta del 6° sgombero poliziesco effettuato in città in un mese e mezzo, partendo dal primo tentativo contro il Mario Lupo passando per gli sgomberi delle case occupate. Ma le occupazioni non si fermeranno, perché nascono dai bisogni sociali.

Anche la questione del MARIO LUPO non è affatto chiusa. Con la legittimità politica e sociale guadagnata dalle varie gestioni in 30 anni di attività sul territorio, rivendichiamo un uso chiaramente antifascista della palazzina di Piazzale Allende dopo che il comune avrà riparato ai danni prodotti e ripristinato lo stabile. Se il fine ultimo del Comune era quello di cancellare il Mariano Lupo, le sue lotte, la sua memoria, questa è le nostra risposta:
NON E’ CHE L’INIZIO, LA LOTTA CONTINUA


ASSEMBLEA PERMANENTE DELLO SPAZIO SOCIALE MARIO LUPO

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