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comunismo reale...esempio
by Tigellino Thursday, Jan. 12, 2006 at 8:01 PM mail:

Comunismo e metodi comunisti applicati in Cina (articolo tratto da noreporter.org)

Tra marzo e luglio, in un cantone della provincia di Shandong, nell’est della Cina, circa 7000 cinesi sono state forzatamente sterilizzate dagli agenti comunisti della pianificazione familiare mentre altre hanno partorito bambini morti dopo essere state sottoposte a iniezioni di veleno. Una delle vittime ha raccontato che il cadavere del suo bambino è stato, dopo il parto, immerso da alcune infermiere in una bacinella d’acqua per assicurarne il decesso.

Perché? Semplicemente perché i responsabili di questa regione di Linyi erano stati rimproverati di non aver saputo impedire un numero troppo elevato di nascite, contravvenendo alla politica del partito comunista detta del figlio unico. Bisognava quindi reagire per ristabilire l’equilibrio.

L’informazione, pubblicata dal settimanale americano “Time” del 19 settembre 2005, e stata ora con-fermata con una sorprendente rapidità dai responsabili della Commissione della popolazione nazionale e della pianificazione familiare (NPFPC). Certamente, la stampa cinese non si è fatta eco dello scandalo, ma l’agenzia di stampa “Nuova Cina” ha pubblicato dei comunicati ufficiali per gli stranieri nel suo servizio in inglese.

Secondo il portavoce del NPFPC, Yu Xuejun, l’inchiesta aperta nella provincia di Shandong ha rivela-to che “le affermazioni al riguardo dei casi di aborti e di sterilizzazioni forzati si sono rivelate vere”. Il por-tavoce ha aggiunto che “i colpevoli sono stati destituiti dai loro incarichi. Alcuni sono sotto inchiesta, altri in stato di detenzione”. Ha anche promesso che saranno organizzate sedute di sensibilizazione “sulle questioni giuridiche” da parte del personale locale della pianificazione familiare al fine di impedire il ripetersi di tali abusi.

Citando degli avvocati cinesi, “Time” riporta che alcuni abitanti del cantone sono stati picchiati a mor-te per aver tentato di proteggere dei membri delle loro famiglie che si nascondevano al fine di sfuggire alle ste-rilizazioni e agli aborti forzati. La violenza con la quale gli ufficiali di Linyi hanno voluto far scendere le curve della natalità ricorda le ore più nere dell’applicazione della politica del figlio unico, venticinque anni fa. Que-sta politica maltusiana destinata a frenare lo spettro della sovrappopolazione - la Cina conta più di 1,3 miliar-di di abitanti - è stata per molto tempo impopolare. Gli esempi di pratiche violente nei confronti di donne che avevano ignorato la regolamentazione abbondano.

Le campagne tuttavia beneficiano di un privilegio rispetto alle città: è autorizzata una seconda nascita nel caso in cui la prima riguardi una bambine mentre le minoranze etniche beneficiano di un regime ancora più “favorevole”.
Nel 2002, l’Assemblea nazionale popolare (il Parlamento della Repubblica comunista) ha votato una legge che ha ammorbidito il controllo esercitato dallo Stato sulla famiglia.

Secondo la nuova legge le coppie sono autorizzate ad avere più figli pagando una sorta di imposta pudicamente denominata “tassa sociale di compensazione” che arriva a circa 600 euro, una cifra enorme per l’economia cinese. I contadini sono prati-camente incapaci di sborsare una tale cifra, che costituisce fino a tre volte l’ammontare del loro stipendio men-sile. “La politica del figlio unico ha sollevato molta gente contro lo Stato. E ciò e ben lungi dall’essere un risultato”, ha spiegato un funzionario della Commissione di Pianificazione familiare.


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