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altr multinazionali dopo il cioccolato l'acciaio
by lunes Tuesday, Oct. 22, 2002 at 10:52 PM mail:

Ormai La Thyssen-Kruppè e' l’unica proprietaria dell’Acciai Speciali Terni. La grande multinazionale con sede in Germania ha acquisito anche il 10% delle quote ancora in mano al gruppo Agarini.

Le "vecchie"notizie



Ormai La Thyssen-Kruppè e' l’unica proprietaria dell’Acciai Speciali Terni. La grande multinazionale con sede in Germania ha acquisito anche il 10% delle quote ancora in mano al gruppo Agarini.

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Per l’inossidabile non ci sono problemi, l’Ast è leader mondiale. Bene anche il magnetico

Va male invece la Società delle Fucine che presenta ormai perdite strutturali di diversi miliardi l’anno. I vertici Krupp ragionano in termini puramente aziendali: il rischio di chiusura c’è.
Per il momento è confermato il mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato. Una stretta sulle assunzioni, hanno detto ad Essen, determinata sia dalla situazione del mercato dell’acciaio, sia dalla più generale congiuntura internazionale.


La partita più grande è quella dell’energia. Come è noto dal primo gennaio per l’Ast inizia il cosiddetto decremento dell’incentivazione sulle tariffe per l’acquisto dell’energia elettrica. Cosa significa? Da oltre trent’anni, da quando cioè la "Terni" aveva ceduto le centrali idroelettriche della Valnerina all’Enel, le acciaierie godevano di tariffe ridotte per l’energia. Ora queste agevolazioni sono finite: dal prossimo anno, gradualmente cominciano gli aumenti. Nel 2002 peseranno sull’Ast per 20/30 miliardi, ma a regime si arriverà alla cifra di 70/100 miliardi l’anno.

Un costo aggiuntivo insostenibile hanno detto i vertici Krupp. Due le soluzioni: o rinegoziare con i nuovi proprietari delle centrali (gli spagnoli di Endesa) le tariffe elettriche, oppure costruire una nuova centrale a metano per autoprodursi l’energia.

Di questa centrale si era già parlato in giugno: l’Ast disse di avere già pronto il progetto per un impianto da 400 Megawatt. Raffaelli stamattina ha rilanciato: se questa dovesse essere la soluzione, allora tanto vale raddoppiare - ha detto - fino ad arrivare ad una centrale da 800 Megawatt.

Una supercentrale di dimensioni spropositate. Perché? Perché, dice il sindaco, in questo modo il territorio ternano diventerebbe attrattivo anche per altre aziende, potendo fornire energia a basso prezzo.

Ma l’impatto ambientale? E’ chiaro ha risposto il sindaco che un impianto del genere andrebbe realizzato fuori dalla conca ternana. E dove? Questo, ha precisato Cavicchioli, andrebbe, semmai, determinato con metodo scientifico. Resterebbe il problema del trasporto dell’energia, tramite un nuovo elettrodotto. E se la funzione di questa nuova centrale dovesse essere quella immaginata, ha aggiunto Raffaelli, non a servizio esclusivo dell’Ast, per realizzarla sarebbe ipotizzabile una società mista pubblico-privato.

Ma ce la farebbe il territorio ternano a reggere l’impatto con quest’impianto, insieme a quello dell’inceneritore unico fortemente voluto dallo stesso sindaco? "Non mischiamo le due cose", ha risposto Raffaelli. "Qui non si gioca più. E’ in ballo il futuro della città per i prossimi cinquant’anni".

Resta da chiarire dove si deciderà questo futuro e quanto peso avrà la comunità locale su scelte che sempre più spesso sembrano esser prese molto lontano da qui.

http://www.terniweb.it/cgi-local/speciali/cat_img.cgi?newsid1002291277,7849,

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