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Il male dentro...
by Domingo Aniello Wednesday, Feb. 15, 2006 at 12:39 PM mail:

Il male dentro l'arte e l'artista.

Il male dentro......
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Il male (e non il mare) dentro.




Quanto del male di questo sistema è coltivato intimamente dall'artista?
Quanto intimamente ognuno di noi artisti (sommersi e non) è convinto per qualche misterioso alchemico motivo intimamente di essere presuntuosamente superiore all'altro in nome di una artisticità, flessibile e precaria, non altrimenti ben specificata e codificata?
L'arte è malata perché il mondo dell'artista è malato e frustrante.
L'artista ha paura di manifestare la sua debolezza anche sociale e culturale, debolezza socio culturale avallata ed incrementata da un sistema dove è accetatto solo su delega (critica o galleristica).
Ego malato quello dell'artista, Hitler era un artista (neanche troppo malvagio per dirla onestamente e senza pregiudizi) ed il suo mondo puro ed ordinato abbiamo visto cosa ha prodotto.
La nostra frustrazione, somministrata ad arte, bisogna debellare.
Lavoro forse troppo duro da compiere, un discorso onesto tra artisti?
Difficile, etico e morale quanto un dialogo tra tossicodipendenti.
Difficile ed estremamente complicato trovare un artista libero ed autonomo, basti pensare a quanti sono oggi gli artisti, sistemici e non, sommersi o di superficie, che seriamente abbiano la forza interiore per proclamare quello che di fatto è sotto gli occhi di tutti: lo stato di emergenza, di un arte non più libera, all'interno di un ambito sistemico che la incapsula e limita nell'ambito di un nuovo ordine globale artistico che tanto piacerebbe a quell'artista con un sogno sociale malato che si chiamava Adolf e che catinello catellan ha inginocchiato in preghiera....
Intanto Bin Bum Bam Ladin torna a proporci una tregua mediante nastro registrato, ma Bin Bum Laden esiste sul serio?
L'attentato alle Twin Tower's ed al Pentagono, lui lo ha mai rivendicato?
Bin Bum Bam Ladin è o non è un ex Cia e compagno di merenda di W.Push?
L'aereo che dovrebbe essersi abbattuto sul pentagono qualcuno lo ha mai visto?
Per legittimare un potere serve un nemico e quando non c'è lo si cerca tra amici.
il nucleare in Iran?
Un diritto democratico del popolo iraniano, dal momento che noi il nucleare statunitense lo ospitiamo nei fondali e nei sotterranei delle nostre calde terre mediterranee, Chirac non ha minacciato forse i possibili terroristi che in caso d'attentato la risposta sarebbe stata attacco nucleare ad i governi che li coprono ed affiancano?
Il nemico non esiste, siamo solo noi la causa del nostro male, l'artista non è libero, malato della sua volontà di essere riconosciuto ed apprezzato in quanto grande e superiore.
L'arte è malata geneticamente da quando presuntuosamente ha affermato d'essere cosa superiore dalla ben più nobile ed onesta maestranza artigianale.

Certo è innegabile che tale malattia trova radici in connubi che nascono già infetti, come ad esempio quello tra grandi opere pubbliche artistiche e le risorse pubbliche; in tal senso sono emblematiche le installazioni d'arte imposte nello spazio vetrina di Piazza del Plebiscito a Napoli ed il "Museo obbligatorio" della feudale metrò di Don Benito Ulivo nella medesima capitale dell'arte contemporanea.

Fortunosamente esiste una realtà sommersa dell'arte che non si ferma al museo obbligatorio di Don Benito, nei sotteranei di tufo greco esistono anche ricerche su modelli di sviluppo e di ricerca alternativi.

Male d'artista che innegabilmente è alimentato ad arte (è il caso di dirlo) da un sistema culturale ed economico dell'arte ristretto e barricato per sua stessa ammissione.

Pensate ad Andrew il belloccio che da Nuova York relega gli artisti scartati di produzione come poco adatti a misurarsi in un contesto artistico che regge sul binomio meritocrazia-qualità.
Per il belloccio taroccato "Made in Italy" ma prodotto da Nuova York, lo scarto di produzione artistica altro non è che un ribelle antimoderno, incapace di comprendere la qualità artistica insita nell'opera di un TAKASHI MURAKAMI, "Made in Japan" ma prodotto a Brooklyn.
In realtà questa presunta qualità, sovente incompresa da ricercatori seri, è rivendicata dagli addetti ai lavori, con la finalità di delimitare su interessi di comodo una "road map" concettuale sistemica del nuovo ordine globale imperiale dell'arte.

Un puro, semplice e presuntuoso pretesto.

Quante delle proposte imposte dall'attuale sistema in base al binomio meritocratico qualitativo hanno una loro essenza ribelle o rivoluzionaria mirante a migliorare il sistema arte?
La beata attrice, il Belloccio newyorkese e Frank Bonodio sembrano avere solo come unica e mesta ambizione quella di confermare e ricalcare traiettorie sistemiche che hanno a loro volta subito ad opera di Don Benito Ulivo e del Collant tedesco.
Le avanguardie proposte dal libeo mercato da testate come Flash Art (o Tomo Grigio che la scimiotta) sembrano sul serio ferme all'inizio del secolo passato.
Questo sistema dell'arte attualmente appare dinanzi ad un bivio: vivere o morire?
Le cronache del belloccio da Nuova York raccontano un imminente collasso sistemico.
In questa ottica gli scarti di produzione artistica appaiono paradossalmente non conservatori, egoisti e frustrati, non rispetto a questo sistema.
Lo scarto di produzione artistica diventa quindi capovolgendo il sistema (guardandolo nelal giusta ottica) saggio e lungimirante, un conservatore di cultura, tradizione e vita.
Insomma sapete cosa oggi è sul serio d'avanguardia?

L'idea dell'arte che viaggia pericolosamente, tra il sedizioso ed il vorticoso, attraverso i bit e le idee globali che possono scambiarsi direttamente gli artisti locali, abbandonando gli scomodi pacchi (in tutti i sensi) per addetti ai lavori da maneggiare con cura.



Domenico (Mimmo) Di Caterino, DAL SUD OVEST DELLA Sardegna

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