http://italy.indymedia.org/news/2006/02/995197.php Nascondi i commenti.
[Post dinamico] Serpica Naro | ||
by imc Thursday, Feb. 16, 2006 at 3:31 PM | mail: | |
Post dedicato alla raccolta di informazioni, aggiornamenti, e approfondimenti.
.: leggi la feature Serpica Naro torna in azione :.
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UN FAVORE AL CAPITALISMO | ||
by LUANA Thursday, Feb. 16, 2006 at 11:55 PM | mail: | |
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ma.... | ||
by Elle Friday, Feb. 17, 2006 at 12:26 AM | mail: | |
io non capisco però : |
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Post-scriptum | ||
by Elle Friday, Feb. 17, 2006 at 12:29 AM | mail: | |
il mio nome non è preso dalla famosa rivista di moda francese, ma è l'iniziale del mio nome |
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BoH! | ||
by Elle Friday, Feb. 17, 2006 at 12:36 AM | mail: | |
forse sono una cooperativa.... FORSE . |
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Glossario | ||
by osservatorio per l'italiano Friday, Feb. 17, 2006 at 12:07 PM | mail: | |
cospira precario: modalità di cospirazione intermittente e/o a tempo determinato, tendente al nulla sul lungo periodo per scadenza dei termini. Intorno definito del primo maggio - intorno definito del 25 aprile
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Sulla passerella spunta serpica naro | ||
by corriere.it Saturday, Feb. 18, 2006 at 5:31 PM | mail: | |
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serpica sul manifesto | ||
by SERPICA NARO CREW Monday, Feb. 20, 2006 at 12:16 PM | mail: | |
La stilista immaginaria si mobilita |
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bravissimi, è quello che sosteniamo anche noi | ||
by Domenico Schietti Monday, Feb. 20, 2006 at 12:23 PM | mail: | |
http://www.liberaassociazioneilpopolo.it/1/3/semplificazione/societa-liberta/2005/08/globalizzazione-tecnologica-alcuni.html |
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serpicadaily | ||
by SERPICA NARO CREW Monday, Feb. 20, 2006 at 12:28 PM | mail: | |
download PDF (760.7 kibibytes) fogliettone distribuito venerdi' |
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serpica ansa | ||
by SERPICA NARO CREW Monday, Feb. 20, 2006 at 3:59 PM | mail: | |
MODA:SERPICA NARO TORNA IN AZIONE ANTICIPANDO SFILATE |
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SerpicaNaro su D di Repubblica | ||
by SerpicaNaroCrew Tuesday, Feb. 21, 2006 at 3:43 PM | mail: | |
Rivoluzionari & ragazze pompon http://www.dweb.repubblica.it/dweb/index.jsp (qui mettendo dati falsi e registrandosi si puo' scaricare la versione in pdf con le foto, pag.111) L'altra politica Si chiamano Samba Band, Magical Sisters, YoMango. Sono le sigle della nuova protesta. Irriverente e divertente C'erano una volta Cara e Aimee, fate della lontana contea della Florida, che un mattino si svegliarono e si accorsero che la vecchia protesta di piazza, quella dei sit-in e degli striscioni, era diventata troppo poco radical - e anche un po' noiosa. Così si armarono di pompon e passi di danza per darsi anima e corpo alla rivoluzione creativa. Sia in Europa che negli Stati Uniti, molti stavano arrivando alle stesse conclusioni. Le quali, più o meno, sono le seguenti: si può essere anti-capitalisti anche senza avere la faccia arrabbiata. Si può rinunciare alla militanza del sacrificio e ai suoi rituali masochistici per far posto a quella del piacere - il quale non è sconveniente, anzi. Si può scoprire che se la tv dello spettacolo è brutta, fare spettacolo invece può essere molto bello. E dato che quella della Comunicazione è l'unica religione a cui credono tutti, buoni e cattivi, tanto vale adeguarsi. Benvenuti, dunque, nel mondo della politica post-moderna, "cre-attiva", gioiosa, ad alto impatto comunicativo. La rivolta non è a dieta Ca ra e Aimee, Magical Sisters del sito www.geocities.com/radicalcheerleadersesistono davvero, di cognome fanno Jennings e sono le fondatrici dell'omonimo movimento. Sono femministe, ma in versione ragazze pompon: hanno attinto alle tecniche della perfetta supporter del tifo sportivo apprese ai tempi del liceo e ora, sulle note della canzone auto-prodotta Riot don't diet (la rivolta non è a dieta), protestano contro maschilismo, globalizzazione, razzismo. Organizzano workshop in cui si impara a scrivere i testi delle canzoni, a fare i pompon e a produrre fanzine. E se il pompon vi sembra poco pertinente con la lotta al capitalismo globalizzato, sentite cosa teorizzano altre ragazze in Italia: "La pratica non è un accessorio, è fondamentale", spiega Betty del collettivo femminista Sexy Shock (www.ecn.org/sexyshock). "Una volta che individui quella giusta per comunicare, che può essere il pompon oppure la bicicletta, come per Critical Mass (ben noto per le sue "occupazioni ciclistiche" delle città, ndr), diventa il tuo tratto distintivo. Quando senti che è il momento giusto, scendi in piazza con quella. Il gruppo si crea sulla pratica, prima ancora che sui contenuti". Betty è il nome collettivo con cui tutte le SexyShock, attive dal 2001, hanno deciso di chiamarsi, in omaggio alla loro icona Betty Boop, personaggio dei fumetti con quasi un secolo di età. Qualche anno fa, hanno aperto a Bologna il primo sexy shop autogestito dove, oltre a poter acquistare preservativi e affini, si leggeva, si beveva the e si mangiava cioccolato. Finita quell'esperienza, adesso Betty continua a essere "nomade in città" e organizza "feste, dibattiti, campagne di sensibilizzazione come Macho Free Zone, sulla violenza sessuale", utilizzando sempre forme di comunicazione che fanno riferimento all'universo Pink e Glbtq (che sta per gay, lesbian, bisex, transgender e queer, ovvero "non definito"), e si connotano per la forte ironia, il colore, la ricerca di slogan e di strumenti "sexy", che divertono chi vi assiste e chi li utilizza. E da quest'anno una delle Betty ha aperto un nuovo sexy shop, punto di riferimento per tutte, che include libreria e giocheria per collezionisti di toyz (giocattoli, ma non legati al sesso). A Torino, intanto, è attiva la Samba Band, succursale italiana di un network europeo. I samba-bandisti si presentano con grandi parrucche rosa perché, come spiega il sito www.autistici.org/pinkarnival, "il rosa è rivoluzionario: rosa è la libertà per corpi e desideri, diritti civili, forme di convivenza nuove e chances eterodosse di vivere". I samba-bandisti indossano vestiti chiassosi e fanno musica travolgente. Si balla e si suona, ma badate: stiamo parlando della pratica rivoluzionaria del Carnival, con il suo "corredo sovversivo di divertimento e di piacere". I Carnival-fondamenti vengono enunciati sul sito www. rhytmsofresistance.co.uk alla voce "Why", perché. "Il capitalismo", recita il testo, "è prima di tutto un modo di organizzare le relazioni sociali, che noi abbiamo interiorizzato. Il Carnival ci offre l'opportunità di liberarci dall'oppressione interna. Invece di sfidare apertamente l'autorità del poliziotto per la strada, attraverso la nostra resistenza gioiosa noi sfidiamo il poliziotto nella nostra testa". Niente verbosità, piacere immediato, superamento del "conflitto duale": la Samba Band traduce in ritmo l'antagonismo. Comunic/azioni figlie del '77 Roberto Biorcio, sociologo all'università Bicocca di Milano, analizza: "Questa modalità creativa di fare politica affonda le sue radici nel movimento del '77, alla cui fine alcuni presero la strada della lotta armata, mentre altri preferirono quella della dissacrazione, della "risata che seppellisce", con l'idea che, facendo cadere la retorica del potere, sarebbe crollato anche il potere stesso. Dopo un periodo di latenza, nell'ultimo decennio le nuove forme di comunicazione e la pervasività dell'immaginario dello spettacolo, hanno offerto nuovi orizzonti al gesto creativo". Zoe è dei Chainworkers, gruppo storico dei lavoratori precari con omonimo sito. Il "media sociale", spiega, è una forma di comunic/azione inventata per "sovrastare il media mainstream infiltrandone ogni anfratto e comparendo come qualcosa di non omologabile e non riducibile al profitto". Se il concetto è vago, le forme in cui si incarna, vedi San Precario, gli Imbattibili e SerpicaNaro, lo sono di meno. San Precario, patrono dei lavoratori atipici, è il simbolo dei Punti San Precario, ovvero sportelli "biosindacali", luoghi di socializzazione. Secondo la Chainworkers-teoria, nell'attuale organizzazione sociale gli spazi della vita e del lavoro sono indissolubilmente legati. Da qui il prefisso "bio". In breve, si tratta di spazi di "autoformazione ed erogazione di servizi", come le consulenze legali gratuite, ma anche di attività di "Intelligence precaria": ove necessario, insomma, appaiono i Chainworkers-007 per fare indagini sulle politiche aziendali. All'ultimo Mayday, l'appuntamento lanciato qualche anno fa dal gruppo per rivitalizzare lo storico Primo maggio protestando contro la piaga del precariato, i Chainworkers hanno distribuito album e figurine degli Imbattibili, i super-eroi(ci) della flessibilità: "Un gioco molto serio per coinvolgere tutti i partecipanti della parata". Intento riuscito: al Mayday si è scatenata la caccia grossa ai 19 super-eroi(ci). Fra loro, spiccano Ricercatoro seduto, della riserva dei precari UniverSioux (i "flessibilissimi" delle Università italiane) e Spidermom, la spider-mamma paladina della procreazione medica assistita inventata dalle Sexyshock. La super-eroina indossa una tuta da Batman rosa shocking e scende in piazza tutte le volte che le donne devono dire qualcosa. Ultima apparizione: la manifestazione milanese dello scorso 14 gennaio in difesa della 194. Precari (no) logo in sfilata Ma il più riuscito dei "media sociali" è al momento SerpicaNaro. L'anagramma di San Precario è il nome di una stilista che non esiste, ma fa un sacco di cose. I Chainworkers l'hanno creata un anno fa per la settimana della moda. Le hanno dato una faccia, un logo, un sito (www.serpicanaro.org), un press office, una patria (il Giappone), nonché, ovviamente, un book e una collezione con cui è stata registrata a Milano Moda Donna. Serpica Naro è reazionaria, intollerante, poco rispettosa degli spazi cittadini, ce l'ha con i comunisti e se ne frega dei precari, tanto da meritarsi le minacce dei centri sociali. La sua prima collezione è stata il cavallo di Troia dei precari nell'"avamposto ideologico" della settimana della moda, definita "rete logistica attraverso la quale si propaganda un'organizzazione sociale fondata sul consumo futile e reiterato, su immaginari funzionali a valori quali la competizione, l'atomizzazione dell'individuo, il superfluo". La creazione Serpica Naro condivide con gli stilisti di YoMango il rivoluzionario statuto di meta-brand: "Più che marchio, metodo, cospirazione, spazio dove ognuno può inserire immaginari, autoproduzione, creatività, stile e radicalità". Yomango (alla lettera, "io rubo") è un brand destinato soltanto a prodotti rubati, anzi "mangati", perché rubare è una cosa, mangare un'altra, e cioè la "proliferazione articolata del gesto creativo", come dice www.yomango.net. Gli Yomanghisti, attivi in Spagna e in Argentina, inventano dispositivi super-tecnologici per aggirare i sistemi d'allarme, ballano tanghi rivoluzionari nei negozi e praticano "l'arte della libera circolazione dei beni" contro il capitalismo della proprietà privata, rapace quando si tratta di "impossessarsi dell'immaginario collettivo per restituirlo in oggetti, anzi in felicità liofilizzata". Lo stile Yomango - "Lo vuoi? È tuo" - incoraggia a riappropriarsene. Ma poiché nel villaggio globale i confini sono talvolta labili e le lusinghe forti, gli inventori del meta-brand non hanno resistito alla tentazione del merchandising, e Yomango e Serpica Naro sono diventati felpe, pantaloni con doppie tasche per "mangare" meglio, spillette rigorosamente logo. Per farsi perdonare, però, l'immaginaria stilista nipponica "ha in programma grandi sorprese" per la settimana della moda, che inizia proprio oggi, 18 febbraio. Annuncia Zoe: I marchi registrati, a Serpica Naro e ai suoi adepti non piacciono proprio. E quindi il marchio presto verrà liberato in modo unico, davvero pionieristico nell'ambito della moda. Una liberazione che sarà una sfida, che aprirà le porte a un nuovo modo di concepire un brand e che sarà anche una battaglia in difesa del precario di oggi". Interinali, lavoratori a progetto, mobbizzati e galoppini travestiti da free-lance di tutto il mondo, unitevi. E state sintonizzati. |
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