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Comunicato stampa di due testimoni dei fatti di Napoli
by Jacopo Mariani e Nicolo' Villinger Tuesday, Apr. 30, 2002 at 5:16 PM mail:

Jacopo Mariani e Nicolo' Villinger, entrambi testimoni dei fatti di Napoli, denunciano la violazione della propria privacy.

COMUNICATO STAMPA

29.04.2002 - Jacopo Mariani e Nicolo' Villinger, entrambi testimoni dei fatti di Napoli, denunciano la violazione della propria privacy.

I fatti di Napoli e la conseguente e inaudita pubblicazione dei nostri nomi, in qualita' di testimoni che sono stati oggetto delle violenze da parte dei poliziotti accusati, dimostrano una volta di piu' quanto la stampa ufficiale oggi non sappia reagire ai gravi attacchi che essa stessa subisce e quanto piuttosto sia accondiscendente e timorosa quando accetta il ricatto impostole dal governo attuale e consegna nomi e persone in cambio di una propria condizionata e precaria serenita'.
E' un gesto dettato da linee editoriali di parte o dall'irresponsabile obiettivo di conservare sempre, in ogni caso, ampi margini di manovra politica.
Comprendiamo la difficolta' e il disagio dovuto all'inadeguatezza dei media ufficiali ad affrontare il proprio ruolo in un clima in cui si fanno le liste di proscrizione dei giornalisti ribelli.
Comprendiamo anche la loro inadeguatezza in relazione a fatti, come quelli avvenuti a Genova e a Napoli, che sono diventati ostaggio di una pratica politica e istituzionale che ne impedisce una lettura reale e deontologicamente corretta. Non giustifichiamo pero' un atto che riguarda troppo da vicino le battaglie sociali e civili di cittadini di questo Paese, lese da parti istituzionali in fase di gravissimo scontro e tutt'ora dedite allo spalleggiamento reciproco con la pretesa di una loro esclusiva impunita'.
Non giustifichiamo la assenza di una traccia deontologica e di un comportamento
etico che mette a rischio di ritorsioni di vario genere ogni cittadino che decide responsabilmente di testimoniare contro ogni forma di ingiustizia e di violenza perpetrata contro loro stessi o contro terzi.
Non crediamo sia pretendere troppo il ritenere che editori e giornalisti debbano usare una maggiore responsabilita' ed una verifica del consenso delle parti ad essere citate.
Non crediamo neanche che sia cosi' difficile comprendere quanto la mancata tutela della nostra privacy costituisca un gravissimo precedente e un fortissimo regresso che ci riporta al tempo in cui l'accusatore diventava imputato di processi sommari in piazze predisposte al linciaggio.
Lo stato delle cose ci dice che vi sono accusati intoccabili che sono in grado di determinare reazioni a protezione di caste che includono anche l'utilizzo di fonti di informazione ufficiale a cui ricordiamo che non si possono fare piu' girotondi contemporaneamente.

Ancora piu' grave e' la responsabilita' di quei riferimenti istituzionali che dovrebbero agire all'insegna della tutela dei diritti dei cittadini e che invece sono sempre piu' dediti all'autodifesa con l'obiettivo di conferire a se stessi legittimita' politica nel momento in cui perseguono logiche di autoconservazione.
E' nostro parere che il governo di centro destra stia realizzando, anche attraverso la modifica di leggi fondamentali come quella che riguarda i testimoni d'accusa, un disegno che persegue il controllo delle parti sociali ad ogni livello.
Tutto cio' investe la nostra dimensione privata e la nostra personale scelta alla adesione ad una battaglia per il mantenimento e la conquista di maggiori spazi di democrazia che non ci vede affatto isolati.
Il settore della giustizia e' diventato oggetto di controllo e di ritorsioni e ricatti. I cittadini sono sempre meno propensi ad affidarsi alle istituzioni dalle quali non si sentono tutelati. E' lecito chiedersi se cio' che e' avvenuto a noi potra' accadere ancora: ai testimoni contro le forze dell'ordine implicate nei momenti di gravi violenze a Genova cosi' come ad ogni cittadino che si sovraespone per indicare un politico o un qualunque altro rappresentante istituzionale colluso con la mafia.
Riteniamo che i testimoni vadano tutelati e che noi abbiamo diritto a rivendicare un ampio risarcimento morale che non puo' lasciare spazio a nessuna ambiguita'.

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per jacopo mariani & c
by UNO DI NOI Monday, Apr. 29, 2002 at 10:44 PM mail:

...i vostri nomi..giusto che vengano pubblicati. l'anonimato non è consentito dalla legge..così come il nome del carabiniere che ha sparato a carlo giuliani che è stato immediatamente reso noto alla stampa. ti faccio notare anche che di solito chi compie delitti nonostante venga colto in flagranza di reato venga appuntato sui quotidiani con le sole iniziali qualunque sia il delitto che egli abbia commesso. l' "OMICIDA" di carlo giuliani..è stato appellato da noi stessi e da indymedia come un bastardo, un assassino. gli è stato fatto un sommario processo e quindi da noi giudicato colpevole senza possibilità di appello senza pensare che in quel momento nessun ideale di fede politica gli passava per la testa ma solo un puro e semplice istinto di conservazione. credevo fortemente nella sinistra e nei suoi progetti e nelle motivazioni che mi spingevano ad essere in piazza ma sono stato altamemente deluso dall' atteggiamento comune della maggior parte di noi(ero lì anche se non vi ho preso parte... ero lì!)ed i fatti del vertice di napoli e del g8 di genova cui presenziavo ,mi hanno seriamente posto in discussione e fatto cambiare idea sui veri ideali da cui queste manifestazioni erano spinte.....tante belle chiacchiere per fare quello che ai più piaceva.... non è corretto ne giusto!!HOMO HOMINI LUPUS mai frase fu più vera ed appropriata!

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UNO DI NOI: ma chi vuoi prendere in giro!
by mj Monday, May. 06, 2002 at 8:31 PM mail:

intanto ti faccio notare che c'e' una differenza sostanziale tra chi e' reo di un delitto e chi testimonia contro chi ha commesso un reato. quante volte hai pensato nella tua testa che era meglio farti gli affari tuoi perche' testimoniare equivaleva a passare guai? ebbene: chi ha il coraggio di testimoniare contro chiunque commette un reato va tutelato e non sputtanato perche' diventi oggetto di minacce e ritorsioni. hai presente un testimone di un delinquente criminale? che fine fa se viene reso pubblico il suo nome? quali conseguenze pagherebbe o gia' sta pagando?
cono convinto che tu non eri a napoli nè a genova altrimenti i tuoi ideali ne sarebbero stati rafforzati. gli ideali non si perdono ne si cambiano con cosi' tanta facilita'. sei diventato di destra allora? hai preso la strada della delazione? la botta in testa devono avertela data davvero forte o sei un mero provocatore e neanche tanto intelligente.

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ripensamenti
by un altro di noi Tuesday, Apr. 30, 2002 at 7:36 AM mail:

a parte il discorso del mantenimento dell'anonimato dei testimoni di un reato, che è cosa sacrosanta se non si vuole obbligare la gente all'omertà, perche' mai ti sconvolgi se a Genova o a Napoli, che sono, come tutti gli altri eventi del genere, anche momenti di aggregazione sociale ed umana oltre che politica, le persone provavano a fare "quello che ai piu' piaceva?". Dove e' il male in questo?. I "veri ideali" di questi movimenti sono stati espressi sempre alla luce del sole in termini di riappropriazione dei propri diritti, anche a costo della disubbidienza e della repressione, e fra i diritti delle moltitudini persino la costituzione americana pone l'obiettivo della felicità: che vuol dire anche cantare, ballare, praticare con gioia spazi di liberta' riconquistati, fare cose piacevoli. Il ragazzo che ha ucciso carlo è un povero cristo gettato allo sbaraglio senza nessuna preparazione, senza nessuna cognizione del fatto che nella storia della nostra repubblica nessun carabiniere è mai stato ucciso nel corso di una manifestazione di massa da un estintore o da uno qualsiasi degli strumenti improvvisati che si possono trovare casualmente per strada, sassi compresi. Purtroppo le persone morte per colpi sparati dalle "forze dell'ordine" sono invece molte, troppe.
Detto questo rimani pure di destra, se lì ti trovi bene: "compagni" come te meglio perderli che trovarli!

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La mia testimonianza
by Christian Tuesday, Apr. 30, 2002 at 5:16 PM mail: .

Sono un compagno di Roma. Siamo scesi a Napoli in macchina quel 17 marzo 2001. A piazza Garibaldi tutto ci sembrava tranquillo.
Il corteo si dispone, colorato e allegro.
Gli spezzoni sono tanti, dai Giovani comunisti con le tute bianche, ai Cobas e alle Rdb, dai migranti e i rom con l'Opera nomadi, ai disoccupati organizzati e i centri sociali, dagli autonomi agli anarchici, senza dimenticare i collettivi studenteschi.
Ma più si avanza e più l'aria si fa tesa. Ogni via laterale lungo il tragitto è chiusa da celerini in assetto da guerra. Elicotteri a bassa quota volteggiano sulle nostre teste.
Un finanziere in tenuta antisommossa urla a un ragazzo vicino a me "che cazzo ti guardi?".
Vedo sfilare il blocco nero. Viso coperto, cappuccio, bastone e sampietrino. Età media 18 anni, con una forte componente femminile.
All'altezza di una agenzia di lavoro interinale (la Adecco) il blocco nero distrugge i vetri e gli oggetti all'interno. Alcuni passanti cercano di interporsi.
Ma una carica violentissima dei celerini colpisce chiunque si trovi nei paragi. Un ragazzo a terra viene massacrato.
Si prosegue ma ormai ho capito che ci troviamo in una trappola. Confesso di aver avuto molta paura.
Arriviamo a piazza Municipio. Il blocco nero fa "rifornimento" in un cantiere al centro della piazza. Anche loro portano i segni delle cariche.
La tensione è altissima. Si avanza lentamente. I compagni alla testa (centri sociali e qualche pezzo di autonomia di classe, nonchè qualche cane sciolto) si organizzano con pexi-glass, caschi, mazze, sampietrini, un gommone, occhiali da piscina, limoni. Con il megafono si ribadisce l'intenzione di voler arrivare a piazza Plebiscito pacificamente, luogo dei lavori del Global forum.
Ma ormai è solo un volteggiare di elicotteri sopra le nostre teste, e tutte le uscite dalla piazza sono chiuse da cordoni di celerini e blindati.
Caruso davanti alla "testuggine", parlotta con un funzionario. Ma poco dopo iniziano gli scontri. Che riguardano solo la testa del corteo.
Perchè da tutti i lati della piazza partono lacrimogeni e cariche selvagge su gente inerme, con camionette sparate sulla folla. Tutte le vie di fuga sono chiuse. E' un inferno. Io e miei amici con occhialetti e limoni ci incordoniamo con i Giovani comunisti, ma per poco perchè le cariche ci spezzano. Accanto a me i lacrimogeni colpiscono persone in preda al panico e io mi perdo gli amici. Rimaniamo attaccati io e mio fratello.
All'improvviso una carica ci manda verso un cordone di celerini che chiude l'accesso a una via. Non so perchè ma il cordone si apre e riusciamo a passare. Saprò successivamente che non tutti avranno questa fortuna.
Ma veniamo comunque inseguiti per un pò. Alcune ragazzine si rifugiano dentro ai portoni delle case aperti dai napoletani.
Finalmente arriviamo sul lungomare, in un posto abbastanza lontano dai pestaggi.
Mio fratello si sente male per i lacrimogeni.
Intanto una serie infinita di ambulanze si diriggono verso piazza Municipio.
Sono stato fortunato, potevo inciampare, potevo essere colpito, arrestato, torturato, umiliato.

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