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Testimonianza di una volontaria dello S.C.I a Nablus
by Marco Monday, Aug. 05, 2002 at 5:38 AM mail: liuzzas@tin.it

Questa č la testimonianza di una delle volontarie del Servizio Civile Internazionale che stanno partecipando alla FREEDOM SUMMER 2002 CAMPAIGN AGAINST OCCUPATION lanciata dall'International Solidarity Movement.


Domenica 4 Agosto
Oggi si e' deciso di osservare...A parte la
frustrazione non abbiamo potuto fare altrimenti. Gli attentati di ieri
hannoaumentato l'aggressivita' dei soldati israeliani...ieri usavano
sarcasmo, oggi violenza. In questo momento, proprio qui sotto, ci sono forti esplosioni.
Stanno facendo saltare in aria tutti i negozi dell'area, area dedicata alla vendita
di oro, importante non solo per Nablus ma per Palestina intera.
Stanno stringendo la morsa, stanno distruggendo giorno dopo giorno la
vita familiare, sociale, economica del popolo palestinese.
La loro vita quotidiana si basa sull'assistere allo
sgretolamento totale della loro salute fisica e psicologica.
Un gruppo di vigili del fuoco, verso le 14 stava lavorando alla
chiusura dei negozi distrutti durante la notte e durante la giornata di
ieri. Eravamo con loro. A distanza di trecento metri i soldati hanno
cominciato a sparare. Ci siamo avvicinati chiedendo di farci
proseguire. Ci hanno mandato via. Non esiste negoziare, non esiste
parlare. Ci hanno lanciato bombe assordanti e un gas strano, fucsia,
per evitare che vedessimo che direzione prendevano. Sembra stupido, no?
Sono loro che fuggono....
Siamo andati per le strade della citta' con i vigili del fuoco in cerca
di negozi "violati". In molti posti non ci hanno fatto passare, ci
hanno detto che, comunque, li avrebbero fatti esplodere di nuovo! Nel
frattempo e' arrivata la notizia di una casa demolita proprio in quel
momento. Andiamo li', proprio nel centro della citta' vecchia. Lo
spettacolo e' deprimente. Ovunque negozi e case dilaniate. E i visi
della gente...La paura e' uno dei tanti sentimenti che disegnati sugli
sguardi delle donne, degli uomini, dei bambini e delle bambine...I
lineamenti dei volti assumono piano piano quelle espressioni che uno
vorrebbe fossero passeggere, istantanee e che invece qui sono
giornaliere. Arriviamo nel luogo della casa demolita nella sua parte
inferiore. Al piano di sopra abita una famiglia, la famiglia di Samer
Nanish, sua moglie Hunut e tre bambine. Ci invitano ad entrare.Ci
spiegano che al piano di sotto viveva Mohammed Mikawi che da tre o
quattro anni e'assente. L'uomo era stato ferito agli durante la prima
intifada con il calcio di un fucile. Ora e' in Giordania per le cure.
Ha 65 anni e attualmente non č politicamente impegnato. I soldati
stamattina hanno perquisito la sua casa e hanno trovato una pistola,
probabilmente anche registrata. Hanno obbligato Samer ad aprire porte e
armadi per aiutarli a perquisire. Avevano anche un cane.Le bambine
erano sotto shock. I soldati hanno allontanato la famiglia e hanno
fatto esplodere l'intero piano.
La vita e' impossibile. Non c'e' spazio per la crescita dei
bambini, per la vita. Ci racconta dei suoi familiari che non puo'
incontrare. Sono a Jenin e poco fuori Nablus. Ci racconta della sua
amica che ha dovuto partorire seguendo le istruzioni del dottore per
telefono. Dopo varie complicazioni il bambino e' morto. Questo e' il
suo lungo racconto raccolto in poche righe...Non e' una grande
giustizia anche questa.
Raffaella

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